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Geografia: Dualismo fra Nord e Sud
Francese: Il tema del confine e la ricerca della terra in Le Clézio (Étoile errante)
Alla fine della Prima Guerra Mondiale in occasione del trattato di
Versailles fu presentato per la prima volta il principio di
autodeterminazione dei popoli da Presidente degli Stati Uniti,
convinto che per impedire le guerre europee all'ultima delle quali -I
Mondiale - aveva fatto partecipare il suo paese, bastasse rispettare
il principio di nazionalità per la definizione dei confini, peccando
probabilmente di ingenuità. La Storia da allora ha sempre
continuato a fare il suo corso senza che esso venga rispettato:
l’ultimo esempio eclatante è la situazione libica: nessuno vuole il
governo di Geddafi, ma egli tenta comunque di continuare ad
affermare il suo potere, facendo uso della violenza. In oltre
assistiamo oggi a due tendenze apparentemente contrastanti come
quella della globalizzazione e dall’altra parte lo sviluppo di spinte
autonomistiche e regionalistiche, che rendono il tema del confine
sempre più attuale.
Per questi motivi ritengo che la considerazione e l’analisi delle
riflessioni sul tema del confine presenti nel saggio di Alessandro
Oltre i confini: geografia e storia Bel paese,
Costazza e nel romanzo
brutta gente dell’autore sudtirolese Claus Gatterer possano offrire
numerosi spunti di riflessione.
Claus Gatterer nacque nel 1923 a Sesto in Pusteria a pochi
chilometri dal confine con l’Austria e dal punto di vista professionale
fu sempre stato una figura di confine: giornalista, storico,
traduttore, scrittore e autore di film documentari. Le problematiche
relative ai confini sono state il suo costante oggetto di interesse e
indagine e nella sua attività di giornalista e documentarista si è
sempre occupato di confini e minoranze.
Il tema del confine ha quindi un ruolo centrale nel romanzo Bel
paese, brutta gente. Si tratta di un’opera autobiografica, che
racconta le vicende del protagonista dal suo primo anno di scuola
fino alla fine del liceo quindi grossomodo dal 1929 al 1943. Il
romanzo è scritto in prima persona e racconta dei suoi ricordi
vissuti in quel paesino del Sudtirolo vicino al confine austriaco in un
periodo storicamente difficile e complesso. Sullo sfondo c’è il
passaggio del Sudtirolo all’Italia alla fine della prima guerra
mondiale e poi l’avvento del fascismo con la sua politica di
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italianizzazione del territorio, culminata nelle cosiddette “Opzioni’’
che causarono una profonda spaccatura all’interno della
popolazione li lingua tedesca. Il romanzo inizia con alcune
considerazioni sulla natura del
confine e sulla toponomastica che
rappresenta ancora oggi per i
sudtirolesi un argomento ancora
scottante. Nel caso del suo paese
per alcune persone, come per il suo
maestro di scuola, la presunta
origine latina del nome Sesto
sembra garantire l’italianità del
luogo mentre è la stessa posizione
geografica a contrastare con la
linea del confine settentrionale
dell’Italia tracciata nel 1919, in
Secondo l’autore i confini politici e nazionali non hanno sempre un
fondamento storico o naturale, ma possono essere il frutto della
casualità e dell’irrazionalità più assoluta dell’uomo. Non solo questi
confini non coincidono necessariamente con quelli geografici, ma
essi possono essere visti anche da prospettive diverse ed opposte:
come una perdita o un’esclusione oppure come una conquista. Chi
vive lungo il confine però sa quanto essi siano mutevoli e non
significhino necessariamente una barriera.
I confini non sono solo linee tirate su una carta geografica, ma
hanno piuttosto valore esistenziale e riguardano la vita intera
dell’individuo. Infatti Gatterer ci dice che se per la “storia del
mondo’’ la determinazione del confine dopo la prima guerra
mondiale è “irrilevante’’, per quelle “poche migliaia di anime’’ ne
costituisce la vera storia perché ne sono direttamente interessate.
Nel romanzo il confine viene dunque vissuto innanzi tutto nella sua
dimensione esistenziale e dal punto di vista del protagonista.
Fin da piccolo il protagonista ebbe a che fare con il fascismo,
inculcatogli a forza dalla scuola, e con le idee filo naziste del
padrino, che era convinto che il Sudtirolo avesse dovuto far parte
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della Germania insieme all’Austria e che questa divisione fosse
stata un’ingiustizia, come credeva quasi tutto il resto della
popolazione sudtirolese. I suoi maestri di scuola invece erano
convinti che l’annessione del Sudtirolo fosse stata una scelta giusta
ma che fosse stata anche un’ingiustizia il fatto che all’Italia dopo la
prima guerra mondiale, fosse stato dato troppo poco. Il protagonista
capì ben presto che i confini intesi come divisione razziale del tipo
“ogni popolo appartiene al suo popolo e ogni razza alla sua razza”
avrebbero condotto necessariamente alla rovina e alla guerra. Pur
riconoscendo l’importanza del legame con la storia, la cultura, le
tradizioni e la lingua di un certo territorio, Gatterer mette in guardia
da un patriottismo inteso come presunzione di superiorità e rivolto
contro le altre patrie.
Nel romanzo si cita quindi, anche la storia di un altro confine, quello
Austriaco-Tedesco e del particolare periodo del 1938 dove questo
confine venne abolito. Gatterer non prende posizioni a riguardo ma
ci illustra i punti di vista di persone a lui vicine per evidenziare le
loro diverse idee politiche e le loro reazioni agli avvenimenti
presenti e quindi correlarle con le loro diverse idee di “confine”. Un
esempio è quello del suo professore di matematica, un convinto
filonazista che vede nella scomparsa dell’Austria la giusta
conclusione storica di ciò che era iniziato nel 1866 con la guerra
austro-prussiana e la sua speranza era quella che Hitler avrebbe
presto “liberato” anche il Sudtirolo. Questo fatto venne poi smentito
però quando Hitler durante la sua visita a Roma pochi mesi più tardi
parlerà dell’ “intangibile confine delle Alpi tracciato dalla divina
provvidenza”. Gli unici però a prendere sul serio questa intangibilità
del confine erano i turisti tedeschi che a Sesto si ostinavano a
parlare un italiano improbabile con i cittadini snervati dalla
situazione. Anche qui possiamo quindi capire come il “confine” sia
un concetto penetrato nelle persone per via delle convinzioni
dell’uomo. A differenza dei tedeschi, le persone di Sesto che non
credevano a opposizioni nette e inconciliabili sono riuscite a
guardare ai fatti storici in maniera più obbiettiva, come il
protagonista, potendo dunque definirli personaggi di confine tra la
realtà storica e quella esistenziale. pag. 6
Come mostra il romanzo di Gatterer, proprio la letteratura, con la
sua attenzione per la dimensione individuale ed esistenziale della
storia e della geografia può insegnare a guardare oltre i confini e a
riconoscere le leggende e i miti al di là e di qua di esso. Solo in
questo modo, guardandoci da oltre il confine, con gli occhi dell’altro
possiamo conoscere noi stessi e avvicinarci ad una realtà comune
che superi tutti i confini e ci avvicini gli uni agli altri. pag. 7
Étoile errante - Le Clézio
Jean Marie Gustave Le Clézio né en 1940 à Nice et est un écrivain
de langue française et de nationalité française et mauricienne. Il a
reçu le prix Nobel de littérature en 2008. Il connait le succès avec
son premier romain « Le procès verbal » du 1963 et il appartient à
le mouvement Nouveau Roman.
Dans son travail on peut distinguer deux périodes : le premier de
1963 au 1975 où ses œuvres parlent de folie et du langage de
l’écriture. A’ la fin des années soixante-dix sa écriture est plus
tranquille et les thèmes sont de l’enfance, du voyages et de les
minorités.
En 1992 il publie Étoile errante.
Ce roman raconte l’histoire d’une jeune fille,
Esther, mais elle est surnommée Hélène car
son prénom vrai est juif et donc dangereux
pendant la Guerre.
Son père, Michel, est souvent considéré
communiste, car il ne pousse pas sa fille à la
religion juive; Michel appelle toujours sa fille
« Estrellita » c’est-à-dire petite étoile.
Au contraire sa mère est la personne la plus
importante pour Esther. Elle s’appelle
Elizabeth.
Esther grandit tranquillement, dans un
village près de Nice administré par les
soldats italiens où il y a beaucoup de réfugiés
juifs, mais quand les Italiens sont substitués par les Allemands, la
fille juive doit fuir avec sa mère.
Elles russisent à échapper aux Allemands qui veulent les emmener
vers le camps d’exterminations et elles se retrouvent en Italie.
Après la guerre, pendant laquelle Michel meurt pour aider des juifs,
Esther et sa mère commencent leur voyage vers l’État d’Israël. Mais
le voyage n’est pas tranquille, malgré cela Esther découvre la foi et
la force de la prière.
Quand elle arrive en Israël, Esther rencontre une jeune fille
palestinienne, Nejma, qui nous présente son histoire aussi. Elles
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échangent seulement un regard qui sera un souvenir précieuse
pendant toute leurs vies.
Mais les filles ont beaucoup de choses en commun: leurs prénoms,
Esther et Nejma, signifient « Étoile » dans les deux langues
différentes en plus elles sont condamnées à l’errance à cause de la
guerre. Les filles sont des véritables étoiles errantes.
Pendant quelques chapitres Nejma nous raconte sa vie dans un
camp de réfugiés où on doit combattre contre la faim et la maladie.
En même temps Esther tombe enceinte de son fiancé, Jacques,
qu’elle a connu pendant le voyage, mais il meurt dans les combats
entre les juifs et le palestiniens. Alors elle va au Canada où elle se
marie et son fils naît.
Dans la dernière partie Esther rentre en France parce que sa mère
est en train de mourir mais ce voyage est l’occasion pour revoir les
lieux de la mort de son père.
C’est la même errance pour Nejma: toutes les deux ont été
chassées de chez elles par la guerre, mais si l’auteur nous raconte
le destin d’Esther qui cherche la paix à travers sa mémoire, ses
souvenirs et son passé, nous ne savons rien de la vie de la
palestinienne.
Dans ce roman Le Clézio décrit la recherche d’une terre, des racines
des jeunes filles et c’est pour cela qu’on peut parler du thème de
frontières.
Avec ce livre l’auteur réussit à créer des liens entre deux cultures
différentes malgré les frontières invisibles entre eux sont présents.
En effet il ne s’agit pas d’un roman sur la Shoah, car elle n’occupe
qu’une petite place dans le développement du livre, l’auteur fait
seulement vivre les personnages dans l’histoire, mais il ne s’agit
pas non plus d’un livre sur la guerre entre Palestine et Israël. Il
s’agit d’un œuvre qui veut démontrer les horribles conséquences de
la guerre et la vie des personnes qui la souffrent. Le Clézio montre
également comment les limites peuvent être utiles lors d'un vol et
non pas seulement un instrument de l'exil.
En particulier Le Clézio nous illustre le thème du déracinement de la
terre d’origine et aussi l’errance qui n’est pas seulement physique
mais plutôt de l’âme, car elle est provoquée par la douleur. pag. 9
On peut affirmer aussi que cette errance est toujours en fonction
d’un retour: par exemple Esther ne réussit pas à trouver la
tranquillité en Israël, elle atteint sa paix seulement au Canada qui
est sa véritable terre promesse. Mais enfin elle doit tourner en
France pour aider sa maman et surtout pour retrouver et revoir son
passé.
Donc sûrement c’est un histoire encore actuelle et valide, surtout
pour tous les conflits religieux et ethniques. Le livre est presque
entièrement raconté en première personne par les deux femmes,
mais il est riche de réflexions et surtout de descriptions en ce qui
concerne la nature et particulièrement la mer. pag. 10
Nord e Sud del mondo, un confine invisibile ma netto
Divisione Nord e Sud del Mondo
Uno dei confini più evidenti e conosciuti al giorno d’oggi è proprio
quello tra Nord e Sud del mondo.
L'uso di questi termini per una descrizione geopolitica venne usata
pubblicamente per la prima volta da Willy Brandt, ed oggi fa parte
del linguaggio delle Nazioni Unite. Questa suddivisione del mondo