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Tesina - Premio maturità 2009
Titolo: Nuove linee di sviluppo per l'economia mondiale
Autore: Capozzoli Vito
Scuola: Istituto tecnico commerciale
Descrizione: La New Economy si può definire come l'insieme dei molteplici cambiamenti qualitativi e quantitativi che, durante gli ultimi 15 anni, hanno trasformato la struttura, le funzioni e le regole dell'economia. La New Economy, quindi, può essere semplicemente ma efficacemente intesa come una nuova tecnica commerciale alla cui base vengono interposte le tecnologie informatiche e più in particolare Internet, la rete informatica internazionale per eccellenza, che appunto rappresentano esplicitamente gli strumenti essenziali per svilupparla.
Materie trattate: Italiano (Pirandello), Storia (New Deal), Matematica, Informatica (architetture client-server), Ragioneria (il sistema informativo contabile), Tecnica, Inglese (Prehistory and history of computer), Diritto (l'O.C.S.E.), Sc. Delle Finanze (e-commerce, imposte)
Area: tecnologica
New Economy
L’Umorismo pirandelliano è anche l’espressione del pensiero e della cultura del Relativismo Filosofico. Esso
presuppone la messa in discussione del Positivismo sia con il suo criterio della realtà oggettiva garantita
dalla scienza, sia con l’altro criterio dell’idea della verità soggettiva.
La poetica dell’Umorismo nasce da una riflessione sulla modernità, e proprio perché l’Umorismo è l’arte del
tempo moderno, nel quale le categorie di bene e di male, di vero e di falso, su cui si basavano la tragedia e
l’epica, sono venute a mancare, propone un atteggiamento esclusivamente critico e negativo, fatto di
non vengono risolte positivamente le questioni che affliggono l’uomo,
personaggi problematici, ed inoltre
ma messe in rilievo le contraddizioni e le miserie della vita.
L’uomo ha bisogno di autoinganni che costituiscono la forma dell’esistenza, data dagli ideali che ci poniamo,
dalle leggi civili, dal meccanismo della vita associata.
La forma blocca la tendenza a vivere momento per momento al di fuori di ogni scopo ideale e ogni legge
civile, essa cristallizza e paralizza la vita, forza profonda ed oscura che riesce ad erompere solo
saltuariamente nei momenti di sosta o di malattia, di notte o negli intervalli in cui non si è coinvolti nel
meccanismo dell’esistenza.
Il soggetto costretto a vivere nella forma, non è più una persona integra, ma si riduce ad una maschera, che
recita la parte che la società esige da lui.
La presa di coscienza di questa consistenza dell’io, suscita nei personaggi pirandelliani smarrimento e
dolore: l’individuo, oltre ad avvertire di non essere più “nessuno”, soffre ad essere fissato dagli altri in forme
in cui non si riconosce.
L’unica via di relativa salvezza che si dà agli eroi pirandelliani è l’immaginazione, che trasporta altrove
verso il fantastico, ed attraverso questa evasione essi possono sopportare l’oppressione del lavoro e della
famiglia come nel “Il treno ha fischiato”, oppure nella follia come in “Uno, nessuno e centomila”.
Per Pirandello il personaggio non è coerente, perché non è più persona, ed ha davanti a sé soltanto due
strade: o sceglie l’incoscienza, l’ipocrisia, l’adeguamento passivo alle forme; oppure vive amaramente,
consapevolmente ed autoironicamente la scissione tra forma e vita.
Nel primo caso l’individuo è solo una maschera, nel secondo diventa una maschera nuda, consapevole degli
autoinganni propri ed altrui, ma impotente a risolverli.
Le Opere
Molte sono le opere, che scritte da Pirandello, riscontrarono e continuano a riscontrare grande fortuna; noi
adesso andremo ad analizzare quelle che ormai si considerano dei classici.
“Il è sicuramente una delle opere più importanti
fu Mattia Pascal“ di Pirandello, in esso si applica
esplicitamente la poetica dell’umorismo, e compaiono i temi fondamentali dell’arte pirandelliana, ovvero il
problema della doppia identità, la critica al moderno e alla civiltà delle macchine.
naturalistico, “il fu Mattia Pascal”, è la storia di un piccolo borghese imprigionato
Al di là di ogni ambito
nella trappola di una famiglia insopportabile, e di una condizione sociale deprimente, e che in virtù di un
caso fortuito, si trova improvvisamente padrone di se.
Il protagonista diviene economicamente autosufficiente grazie ad una cospicua vincita al casino di Monte
Carlo, e successivamente apprende di essere ufficialmente morto in quanto, la moglie e la suocera lo hanno
riconosciuto nel cadavere di un annegato.
Pascal si sforza così di costruirsi un’identità nuova, ma tutti i suoi tentativi si rivelano purtroppo vani,
Mattia
poiché per la legge è deceduto.
Il romanzo è raccontato dal protagonista stesso in forma retrospettiva, in quanto Mattia Pascal al termine
sua vicenda, affida ad un memoriale l’esperienza; inoltre il racconto è focalizzato non sull’io narratore,
della
che ha già vissuto i fatti e quindi sa tutto, ma sull’io narrato, quindi sul personaggio mentre vive i fatti.
L’esempio più appropriato della frantumazione dell’io e del relativismo pirandelliano che evidenzia il
contrasto tra apparenza e realtà, è il romanzo “Uno, narrazione retrospettiva (cioè
nessuno e centomila”,
quando la storia viene raccontata, i fatti sono già accaduti) condotta da una prima persona che è insieme voce
narrante e protagonista della vicenda.
Il protagonista, Vitangelo Moscarda, inetto per eccellenza, scopre di non essere per gli altri quell’Uno che è
per sé, in quanto la moglie Dida, svelandogli che il suo naso pende verso destra, ha squarciato tutte le sue
certezze, avviando una riflessione sull’intera esistenza. Ecco visualizzato lo sbriciolamento del reale che da
univoco (Uno) diventerà poliedrico (Centomila) e sfocerà infine nel nulla (Nessuno). 7
New Economy
dell’io davanti a sé stesso, scopre di vivere senza “vedersi vivere”. Si getta
Vitangelo allo specchio, simbolo
quindi all’inseguimento dell’estraneo inscindibile da sé, che gli altri conoscono in centomila identità
differenti; facendosi protagonista attivo e cosciente della propria liberazione, invece, di estraniarsi dal mondo
arroccandosi in un atteggiamento critico-negativo, scopre la vita nel rifiuto della forma e nella adesione
all’indistinto naturale.
Il protagonista, infatti, si stacca dal proprio “fantoccio vivente”, per se stesso, così è ormai nessuno; la
distruzione dell’io è definitivamente consumata.
Vitangelo Moscarda comincia anzitutto a ribellarsi all’opinione che gli altri hanno di lui all’identità che gli
hanno attribuita. Per raggiungere questo obiettivo, deve dissolvere la propria immagine pubblica di figlio di
un banchiere usuraio; e per far ciò lui che non si era mai occupato degli affari della banca, vi penetra dentro
fra lo sgomento degli impiegati e dei soci.
Dopo la morte del padre, Moscarda esige di occuparsi direttamente della banca e dei beni paterni che gli
spettano; una volta padrone, propone di liquidare la banca, in modo di togliersi di dosso l’immagine del
figlio dell’usuraio, arricchito grazie alle malefatte del padre.
pazzo e lo vogliono interdire, ma con l’aiuto di Anna Rosa, amica
I soci della banca e la moglie, lo giudicano
della moglie Vitangelo si accorda con il vescovo per devolvere i propri beni in opere di carità.
Quando un giorno Vitangelo cerca di baciare Anna Rosa questa, sconvolta dal suo modo di ragionare, gli
spara con una pistola ferendolo gravemente.
Al processo, Moscarda la scagiona attribuendo al caso l’accaduto.
Vitangelo, che si era recato in tribunale con la stessa divisa dei mendicanti che vivono nell’ospizio che egli
costruire con i soldi dell’eredità devoluti, saprà trovare soltanto in quel luogo per poveri, il
stesso aveva fatto
proprio vero io che gli era stato negato.
Vitangelo concluderà così la sua esistenza, nella serenità della natura, senza passato né futuro, estraniandosi
vita troverà così l’unica via per sfuggire alle centomila costruzioni che falsificano la realtà e la
dalla
imprigionano in una forma distorta. 8
New Economy
Capitolo Secondo:
STORIA
Gli Stati Uniti e la crisi del ‘29
Il nuovo ruolo degli Stati Uniti e la politica isolazionista
Gli Stati Uniti difensori della libertà
Ad aprire agli Statunitensi la strada per consolidare il ruolo di predominio nella politica
internazionale aveva contribuito la politica dei Quattordici punti proposta al tavolo della pace dal
presidente democratico Woodrow Wilson divenuto con tale iniziativa il difensore della libertà, della
democrazia e dell’autonomia di tutti i popoli contro le pesanti rivendicazioni di tipo nazionalistico
messe in campo dagli alleati europei.
L’opposizione interna alla politica di Wilson
Il “liberalismo” wilsoniano non risultò comunque vincente, specie nella gestione degli affari
internazionali, né presso gli ex alleati, né presso buona parte dell’opinione publica americana, che
considerava tale linea politica troppo pericolosa, in quanto comportava una piena adesione alla
Società della Nazione e quindi un’assunzione di responsabilità di fronte all’intricata serie di
controversie scaturite dalla guerra, ritenute estranee ai reali interessi del Paese.
La politica conservatrice del presidente Harding (1921-1923)
Si crearono così le premesse per un rovesciamento dell’indirizzo di governo e quindi della politica
interna e internazionale degli Stati Uniti, che si concretizzò nelle elezioni presidenziali del 1920, le
prime nelle quali le donne poterono esercitare il diritto di voto. Le urne decretarono la sconfitta del
“wilsonismo” e la vittoria del Partito Repubblicano, rappresentato da Warren Harding (1865-
1923). Una volta insediatosi alla Casa Bianca, il nuovo presidente non tardò a ripristinare la politica
isolazionistica e conservatrice. Ne derivò un indirizzo opposto a quello cui si erano ispirati tra il
1913 e il 1920 Wilson e il Partito democratico, dal momento che il nuovo governo repubblicano si
rifiutò non solo di prendere parte ai lavori della Società delle Nazioni, ma anche di ratificare i trattati
di Parigi, negoziando automaticamente trattati bilaterali di pace con Germania, Austria e Ungheria.
La politica isolazionistica per potenziare l’economia americana
L’indirizzo politico dell’isolazionismo era, per la verità, appoggiato da gran parte dell’opinione
americana, la quale sosteneva che gli Stati Uniti, isolandosi dal resto del mondo, avrebbero potuto
godere tranquillamente dei vantaggi ottenuti nel corso della guerra. Era infatti convinzione diffusa
che, sfruttando il rientro degli ingenti prestiti concessi agli alleati, sarebbe stato agevole per gli Usa
sviluppare ulteriormente le proprie capacità economiche e promuovere, al riparo da nuovi eventuali
conflitti, lo sviluppo del mercato interno, lasciando ampia libertà di iniziative alle imprese
(liberalismo), ma allo stesso tempo adottando una rigida difesa del prodotto nazionale mediante una
rigorosa applicazione di alte tariffe doganali (protezionismo).
Conseguenze reazionarie e razzistiche
politico e l’isolazionismo economico non furono dunque che le due facce di una
L’isolazionismo
stessa medaglia e comportarono una serie di provvedimenti contro l’immigrazione straniera,
sull’onda crescente di un nazionalismo conformista, che raggiunse punte di estrema violenza
xenofoba (avversione e odio per tutto ciò che è straniero) e razzistica.
Il proibizionismo e il traffico illegale degli alcolici
In questo quadro va inserita la legge, approvata nel 1919, che proibiva la produzione e la vendita di
alcolici (proibizionismo). Con essa si mirava a colpire soprattutto neri e immigrati, accusati di essere
inclinati all’alcolismo e di favorire pertanto la diffusione di pericolose forme di degradazione fisica e
si pensava infatti che l’abuso di
morale. Il proibizionismo però ebbe anche motivazione economica:
alcol, oltre a causare l’insorgere della delinquenza, potesse ridurre la produttività degli operai. Il
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New Economy
provvedimento, tuttavia non solo non ottenne gli effetti voluti, ma addirittura provocò il traffico
illegale di alcolici, praticato da numerose e bene organizzate bande criminali, resesi ben presto
responsabili di un’infinita serie di delitti, soprusi e violenze di ogni genere, combattuti dalle forze
dell’ordine con scarsa efficacia fino al 1933, anno nel quale il proibizionismo venne abolito.
Il boom economico e il decollo dell’economia americana
La presidenza Coolidge (1923-1929)
Inaugurata da Warren Harding e seguita dal successore, il repubblicano Calvin Coolidge 1872-
1933), la politica conservatrice dell’isolazionismo ripresa dell’economia
favorì la americana e il
superamento della crisi di sovrapproduzione, manifestatasi nel Paese tra il 1920 e il 1921 in
seguito al cessato flusso delle esportazioni di guerra verso l’Europa. Ciò non impedì al mondo
capitalistico statunitense di avvertire l’esigenza di ampliare il mercato, in quanto quello interno si