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Geografia: Etiopia, Africa orientale e meridionale
Italiano: il Futuriso, Luigi Pirandello
Educazione artistica: arte futurista
Inglese: Martin Luther King, Gandhi
Educazione tecnica: energia e rifiuti
LETTERATURA
Il futurismo è un movimento artistico e culturale che sorge ufficialmente nel 1909 con il manifesto del
futurismo di Filippo Tommaso Marinetti, pubblicato sul “Le Figarò” quale seguì nel 1912 il manifesto
tecnico della letteratura futurista. Il futurismo esaltava il dinamismo e l’attivismo della civiltà moderna
in contrapposizione ai valori tradizionali del passato ,espressioni d’ignoranza e superstizioni. I Futuristi
si fanno interpreti di una nuova concezione della vita basata sulla fede nel futuro e nel progresso
tecnologico,esaltano gli ideali della velocità ,del dinamismo,della forza materiale,della guerra
concepita come “sola igiene del mondo”. Bisognava eliminare ogni legame col passato (era
necessario distruggere ogni museo e biblioteca),dimenticare ogni insegnamento compreso quello
della poetica). Alla riflessione poetica e al silenzio contrappongono lo slancio vitale aggressivo,il
chiasso,la luce abbagliante. Per interpretare questi nuovi atteggiamenti i futuristi ricorrono ad un
linguaggio caratterizzato dall’uso delle cosiddette "parole in libertà". Il paroliberismo si proponeva di
liberare le parole da ogni collegamento logico e grammaticale ,eliminare i pronomi,le proposizioni,le
congiunzioni gli avverbi, sostituire la punteggiatura con i simboli algebrici ridurre i verbi all’infinito. Il
paroliberismo è il tentativo di riprodurre le sensazioni nel ritmo stesso incalzante del loro succedersi.
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ARTE
Nel 1910 a Milano i giovani artisti d'Italia avevano pubblicato i manifesti sulla
pittura futurista. Boccioni si occupò principalmente del dinamismo plastico e
sintetico e del superamento del cubismo, mentre Balla passò dallo studio delle
vibrazioni luminose (divisionismo) alla rappresentazione sintetica del moto.
Nel 1912 Boccioni, Carrà e Russolo, espongono a Milano le prime opere
futuriste alla "Mostra d'arte libera" nella fabbrica Ricordi. Il Futurismo diede il
meglio di sé nelle espressioni artistiche legate alla pittura, al mosaico e
alla scultura, mentre le opere letterarie e teatrali, ma anche architettoniche non
ebbero la stessa immediata capacità espressiva. Le radici del fermento che
porterà alla declinazione del Futurismo nell'arte si possono riconoscere,
artisticamente parlando, già nella Scapigliatura (corrente tipicamente milanese e borghese della
seconda metà dell'Ottocento) laddove il Futurismo, distoglie con disprezzo l'attenzione dalla raffinata
borghesia per concentrarsi sulla rivoluzione industriale, sulle fabbriche. Dal punto di vista stilistico il
Futurismo (in particolare quello boccioniano) si basa sui concetti del divisionismo che però riesce ad
adattarlo per esprimere al meglio gli amati concetti di velocità e di simultaneità: è grazie ad artisti
come Giovanni Segantini e Pellizza da Volpedo che, pochi anni dopo, il futurista Umberto
Boccioni potrà realizzare dipinti come La città che sale.
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MUSICA
In Italia dopo la fine della prima guerra mondiale,si sviluppò una forte reazione a quella musica
operistica che aveva caratterizzato tutto l’800 e si preferì prendere spunto dalla produzione italiana
che aveva preceduto l’800 operistico ; nacquero cosi lavori ispirati nella struttura e nel carattere
espressivo alle scale modali gregoriane,ai madrigali del ‘500 ,alle sonate e ai
concerti grossi barocchi. Gli artisti che ricordiamo, noti più comunemente
“generazione degli anni ‘80” furono Ottorino Respighi, Malpiero & Casella. Tra
questi il più importante fu sicuramente Respighi. Nacque a Bologna nel 1879 dove
studia diplomandosi in violino. A 20 anni va a suonare in un’orchestra a “San
Pietroburgo” e successivamente suona come violinista in nel “quintetto mugellini”.
A 34 anni si stabilisce a Roma e qui scriverà le sue opere tra cui quelle teatrali
come belfagor e la fiamma e vari temi sinfonici ,ricordiamo i pini di Roma,feste
romane e vetrate di chiesa. Respighi inoltre fu molto abile a trascrivere sempre per
orchestra le musiche altrui come la rossiniana e le antiche danze. A Roma insegna
composizione presso il conservatorio di s. Cecilia e una decina d’anni dopo ne diventa direttore
.Morirà a 57 anni nel 1936 a Roma.
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LETTERATURA (PIRANDELLO)
Nel vario panorama musicale, artistico e letterari del ventennio possiamo
collocare, scrittore ormai celebre,
Luigi Pirandello. La vita del Pirandello va dal 1867 al 1936 anni in cui l’Italia è
attraversata da gravi problemi sociali, non risolti, attese e delusioni amare.
il Pirandello nacque a Girgenti nel 1867,frequentò l’università di Palermo e di Roma
L laureandosi nel 1891 a “Bonn” dove rimase ancora per un anno come lettore d’italiano.
A Ritornato in Italia si stabilì a Roma dove si dedicò all’attività letteraria e all’insegnamento
universitario presso la facoltà di Magistero. Intanto la malattia mentale della moglie e la
grave crisi economica segnarono profondamente la vita dello scrittore.
V A partire dagli anni ’15 condusse una vita appartata e si dedicò soprattutto al teatro. Nel
I 1925 formò la compagnia teatrale ‘’dell’Arte di Roma’’ di cui assunse la direzione
artistica. Nel 1934 vinse il premio Nobel per la letteratura.
T La sua produzione letteraria è stata molto vasta,molti dei suo romanzi riflettono la
A concezione della vita del Pirandello come Uno,nessuno e centomila e il Fu Mattia
Pascal.
Altre opere importanti sono Novelle per un anno (raccolta di novelle scritte e pubblicate
in epoche diverse) e Maschere nude (tra cui Sei personaggi in cerca d’autore,Cosi è,
Liolà, Enrico IV,questa Sera si recita a soggetto).
Pirandello interpreta la crisi dell’uomo contemporaneo:nel modo di vita proposto
dall’industrialismo e dall’imperialismo,
scorge le contraddizioni,le inquietudini e la problematicità dell’esistenza. Secondo la sua
concezione il dramma dell’uomo nasce dall’impossibilità di conoscere con certezza la
realtà; perché molteplice e illusoria tanto che ciascuno la interpreta in modo diverso.
Anzi l’uomo non conosce neppure se stesso. Infatti,mentre crede di essere uno si
accorge di essere centomila,perché di volta in volta è quello che gli altri vogliono che
sia,ma a volte si sente nessuno,perché nessuna delle maschere che gli altri gli
attribuiscono corrisponde a quello che l’uomo si sente di essere. Da qui nasce il suo
stato di solitudine e incomprensione e di impotenza. Egli si accorge di vivere secondo lo
schema che la società gli impone ,che quella vita ,quella professione e quella famiglia
non hanno niente a che fare con il suo essere più profondo,ma si nasconde sotto una
maschera come se interpretasse una parte .Questo è secondo il Pirandello il dramma
dell’uomo,che egli esprime nelle sue opere ,dove i personaggi vivono situazioni
paradossali osservate dal Pirandello con amara ironia o profonda pietà. Questi
sentimenti caratterizzano le sue opere. L’altro tema fondamentale della poetica
pirandelliana ,è quello che viene chiamato il sentimento del contrario ;cioè l’intervento
critico della riflessione nel stesso della creazione. Esiste un contrasto continuo tra la
nostra illusione e una volontà beffarda che ci mostra il rovescio della medaglia. L’altra
Faccia delle cose degli uomini e quindi la deforma. Così ogni nostra illusione viene
distrutta dall’implacabile apparire del suo contrario persino l’illusione di essere una sola
persona. L’altro elemento presente nel pensiero pirandelliano è il sentimento della
imprevedibilità o casualità delle vicende umane. La realtà intorno a noi muta
continuamente. Da questa consapevolezza nasce la difficoltà che l’uomo ha di
conoscere se stesso e la realtà e persino di comunicare con gli altri. Il linguaggio che il
Pirandello adotta nelle sue opere tende alla ricerca di una lingua comune comprensibile
al pubblico medio a cui si rivolge ,il Pirandello adotta quindi una prosa scarna che
sottolinea anche la tensione drammatica della situazione. In questa visione della vita
dove la consapevolezza della casualità e dell’imprevedibilità delle vicende umane
genera inquietudini ,smaschera le illusioni crea un sentimento di impotenza ,sono
riflesse le ragioni storiche della crisi profonda che si sviluppa in Italia all’inizio del 900.
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STORIA
Infatti subito dopo la grande guerra ,in Italia si aprì una grave crisi della democrazia parlamentare che
si manifestò già nel corso della conferenza di pace di Parigi.Qui paesi di grande tradizione
democratica come la Francia,Gran Bretagna e usa contribuirono involontariamente a rinfocolare la
propaganda nazionalisti italiani che volevano abbattere lo stato liberare. Nel 1919 infatti,,gli alleati
rifiutarono di riconoscere interamente il patto di Londra e concessero all’Italia, Trento e Trieste e non
la Dalmazia e fiume. I nazionalisti, delusi, incominciarono a parlare di vittoria mutilata,e molti di loro
volontari con a capo Gabriele d’Annunzio nel settembre 1919 occuparono fiume ma furono costretti a
ritirarsi, costretti da Giolitti, che era divenuto presidente del Consiglio.
In questi stessi anni (1919-1920) si verificarono una serie di eventi che vengono denominati con
l’espressione
”biennio rosso”.Si intensificarono le occupazioni delle terre e gli scioperi da parte degli operai. Quindi
la borghesia impaurita dal pericolo rosso cercava un governo che escludeva ogni appoggio ai partiti di
massa come comunismo e volevano partiti che fermassero le rivolte e mettessero ordine. Quindi molti
imprenditori e grandi proprietari terrieri ovvero i “Padroni” finirono per rivolgersi a un movimento
appena nato:il movimento fascista. La crescita di questo movimento dopo l’autunno del 1920 superò
ogni possibile previsione. Da poche centinaia di reduci e studenti,gli iscritti salirono in pochi mesi a
oltre 300.000 persone. Tutte queste persone vedevano Benito Mussolini,uomo Fondatore del
fascismo,come unico valido difensore dell’ordine e dei valori della patria. Rafforzato dai finanziamenti
del <<padronato>>,il fascismo scatenò le sue squadre d’azione,formate da volontari che avevano il
compito di eliminare ,in modo quasi del tutto segreto, il movimento dei lavoratori,le sue organizzazioni
politiche e chiunque fosse contro il fascismo. In seguito in vista delle elezioni, Mussolini invio le
“squadracce” anche contro popolari e repubblicani e trasformò il movimento nel partito popolare
fascista. Nessun governo riuscì a fermare l’ascesa di Mussolini al governo infatti il 27 ottobre 1922
Mussolini deliberò la marcia su Roma e riuscì a prendere il potere visto che il re gli diede l’incarico di
costituire un nuovo governo.
Il governo di Mussolini divenne ben presto uno stato totalitario,e nacquero nuovi organismi,il gran
consiglio del fascismo formato dai più stretti collaboratori di Mussolini e ‘’la milizia volontaria per la
sicurezza nazionale" direttamente sottoposta gli ordini di Mussolini che cominciò a farsi chiamare
DUCE. La lista nazionale fascista vinse le elezioni nel 1024 subito dopo il deputato socialista Matteotti
denuncio i brogli e le violenze compiute dagli squadristi per vincere le elezioni. Fu rapito e ucciso
pochi giorni dopo questo evento suscitò indignazione del paese. In segno di protesta i rappresentanti
dell’opposizione uscirono dal parlamento,ma così facendo rafforzarono il potere del duce che
annunciò la riforma dello stato. Nel 1926 Mussolini emanò le leggi fascistissime che sopprimevano la
libertà di stampa,il diritto di sciopero e vennero sciolti i sindacati. Cominciava così la dittatura fascista.
Venne quasi pianificato ogni aspetto della vita:il lavoro,l’istruzione la vita politica e addirittura il tempo
libero. Vennero formati i sindacati fascisti e lavoratori e datori vennero uniti nelle corporazioni. Il potere