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Tesina - Premio maturità 2008
Titolo: Mutamenti climatici- global warming
Autore: Alessio Carpanese
Descrizione: presentazione dei più significativi cambiamenti climatici che hanno portato alla crisi ambientale
Materie trattate: scienze
Area: scientifica
Sommario: Il riscaldamento globale è un aumento anomalo della temperatura terrestre provocato da fenomeni naturali e soprattutto dall'azione dell'uomo sull'ambiente. La sua definizione è tutt'altro che semplice poiché si tratta di un evento provocato da una commistione di cause. Si cominciò a parlare di riscaldamento globale a partire dagli anni ottanta, quando la sensibilità degli scienziati rispetto alle questioni ambientali si fece più forte e in qualche modo libera da interessi economici. Nel corso della storia il rapporto tra uomo e natura è sempre stato problematico, principalmente in questi ultimi anni durante i quali abbiamo trasformato radicalmente questa relazione. Ciò è dovuto a un insieme di fattori. In primo luogo la popolazione mondiale è aumentata in un arco di tempo relativamente ristretto. I livelli demografici mondiali sono sempre stati costanti e solo nel secondo dopoguerra con il boom delle nascite si è raggiunta quota 2.3 miliardi di persone. Agli inizi del ventunesimo secolo la popolazione mondiale sfiora i 6.5 miliardi e si prevede che nel 2050 arriveremo ad essere in 9.1 miliardi. Questa improvvisa crescita demografica è avvenuta primariamente in quei Paesi che comunemente vengono chiamati "in via di sviluppo" riportando gravi conseguenze. L'incremento eccessivo della popolazione comporta una più intensa pressione sulla terra, una maggiore richiesta di beni di primaria necessità come l'acqua e il cibo che già in questi Paesi sono limitati. In secondo luogo le nuove tecnologie che spesso vengono utilizzate seguendo le vecchie abitudini possono essere letali poiché aumentano la capacità di agire e quindi l'impatto di ogni individuo sul mondo naturale. In terzo luogo il nostro rapporto con la natura si è deteriorato grazie alla tendenza a concentrarci sugli effetti a breve termine, mirati allo sfruttamento eccessivo e repentino delle risorse, con benefici e guadagni immediati invece di prendere decisioni a lungo termine ovvero che portino alla salvaguardia dell'ambiente e ad un'ottimizzazione delle risorse per un utilizzo di queste equamente ripartito. Questa mancanza di lungimiranza e la propensione ad ignorare le conseguenze delle nostre azioni si è unita alla presunzione di poter disporre impropriamente della natura a nostro "uso e consumo" provocando una vera e propria crisi nel rapportarci con il mondo circostante. Un efficace esempio di ciò è la "rivoluzione chimica". L'uomo considerò gli efficaci effetti a breve termine della chimica sulla nostra vita(farmaci, pesticidi, erbicidi...) ma non valutò attentamente le conseguenze a lungo termine. Ad esempio può essere citato l'agente arancio.
Alessio Carpanese 5^B
ESAMI di STATO 2008
LICEO SCIENTIFICO STATALE
E.MAJORANA-E.CORNER
TESINA-APPROFONDIMENTO
MUTAMENTI CLIMATICI-GLOBAL WARMING 1
“La scelta è nostra; c’è la terra
in gioco.”
Al Gore, la terra in bilico
2
RISCALDAMENTO GLOBALE
Il riscaldamento globale
è un aumento anomalo
della temperatura
terrestre provocato da
fenomeni naturali e
soprattutto dall’azione
dell’uomo sull’ambiente.
La sua definizione è
tutt’altro che semplice
poiché si tratta di un
evento provocato da una
commistione di cause. Si
cominciò a parlare di riscaldamento globale a partire dagli
anni ottanta, quando la sensibilità degli scienziati rispetto
alle questioni ambientali si fece più forte e in qualche modo
libera da interessi economici.
Nel corso della storia il rapporto tra uomo e natura è sempre
stato problematico, principalmente in questi ultimi anni
durante i quali abbiamo trasformato radicalmente questa
relazione. Ciò è dovuto a un insieme di fattori.
In primo luogo la popolazione mondiale è aumentata in un arco
di tempo relativamente ristretto. I livelli demografici
mondiali sono sempre stati costanti e solo nel secondo
dopoguerra con il boom delle nascite si è raggiunta quota 2.3
miliardi di persone. Agli inizi del ventunesimo secolo la
popolazione mondiale sfiora i 6.5 miliardi e si prevede che nel
2050 arriveremo ad essere in 9.1 miliardi. Questa improvvisa 3
crescita demografica è avvenuta primariamente in quei Paesi che
comunemente vengono chiamati “in via di sviluppo” riportando
gravi conseguenze. L’incremento eccessivo della popolazione
comporta una più intensa pressione sulla terra, una maggiore
richiesta di beni di primaria necessità come l’acqua e il cibo
che già in questi Paesi sono limitati.
In secondo luogo le nuove tecnologie che spesso vengono
utilizzate seguendo le vecchie abitudini possono essere letali
poiché aumentano la capacità di agire e quindi l’impatto di
ogni individuo sul mondo naturale.
In terzo luogo il nostro rapporto con la natura si è
deteriorato grazie alla tendenza a concentrarci sugli effetti a
breve termine, mirati allo sfruttamento eccessivo e repentino
delle risorse, con benefici e guadagni immediati invece di
prendere decisioni a lungo termine ovvero che portino alla
salvaguardia dell’ambiente e ad un’ottimizzazione delle risorse
per un utilizzo di queste equamente ripartito. Questa mancanza
di lungimiranza e la propensione ad ignorare le conseguenze
delle nostre azioni si è unita alla presunzione di poter
disporre impropriamente della natura a nostro “uso e consumo”
provocando una vera e propria crisi nel rapportarci con il
mondo circostante.
Un efficace esempio di ciò è la “rivoluzione chimica”. L’uomo
considerò gli efficaci effetti a breve termine della chimica
sulla nostra vita(farmaci, pesticidi, erbicidi...) ma non
valutò attentamente le conseguenze a lungo termine. Ad esempio
può essere citato l’agente arancio. 4
AGENTE ARANCIO: il cosiddetto
“agente arancio” è il nome in codice
di un famoso erbicida utilizzato
durante la guerra in Vietnam
dall’esercito statunitense per far
sì che i Viet Cong non si potessero
nascondere tra la fitta vegetazione.
Anni più tardi venne appurato che
l’erbicida era la causa di un grave
danno cromosomico e di difetti alla
nascita riscontrati nella progenie
dei soldati.
“Noi dobbiamo essere il cambiamento che desideriamo vedere nel
mondo” Mahatma Gandhi
Ogni individuo che vive sulla terra deve sentire, credere e
attuare un cambiamento del proprio stile di vita. A livello
personale significa riesaminare il nostro rapporto con la
natura, rispettarla in ogni sua forma. Solo in questo modo sarà
possibile affrontare la crisi ambientale che oggi stiamo
vivendo. Dobbiamo essere consapevoli che l’unico modo di
interpretare il nostro nuovo ruolo nella natura è quello di
considerarci parte integrante di un complesso sistema che non 5
opera secondo le semplici regole di causa-effetto a cui siamo
abituati. Il problema non è il nostro effetto sull’ambiente
bensì il rapporto con esso.
Esistono numerosi
casi limite che
dimostrano
l’azione
sconsiderata
dell’uomo sulla
natura.
Il lago d’Aral era
il quarto tra i
più grandi mari
interni del mondo.
Oggi è quasi del tutto scomparso a causa di un piano
d’irrigazione che ha deviato l’acqua che lo alimentava per
creare coltivazioni di cotone nel deserto.
DIVISIONI SULL’EFFETTO SERRA
“E’ difficile far capire ad un uomo qualcosa se il suo
stipendio dipende proprio da questo suo non riuscire a capire”
Upton Sinclair
Questa famosa frase di Upton Sinclair racchiude il nocciolo
della questione che tratteremo sulle contraddizioni all’interno
dell’ambiente scientifico. Dopo le numerose manifestazioni
della crisi ambientale che si alternano dal 1970 ancora oggi un
gruppo esiguo di influenti studiosi sostengono che non dobbiamo
preoccuparci del riscaldamento globale perchè, quando i gas a 6
effetto serra intrappoleranno nell’atmosfera una maggiore
quantità di calore solare, la terra produrrà automaticamente
più nubi, le quali, a loro volta, fungeranno da termostato per
regolare la temperatura del nostro pianeta. Oppure presso il
Marshall Institute tre scienziati hanno ipotizzato che, nel
prossimo futuro, il sole si raffredderà di quel tanto che
basterà a compensare il riscaldamento globale.
I pareri di questi insigni dottori influenzò soprattutto nei
primi anni novanta l’opinione pubblica data la loro importanza
nell’ambiente scientifico. I mass media enfatizzarono questi
contrasti contribuendo a dividere l’opinione dei singoli
cittadini. Un esempio su tutti fu il professor R. Lindzen del
Massachusetts Institute of Technology (M.I.T), una delle più
importanti università di ricerca del mondo, il quale sosteneva
che l’effetto serra fosse solo una questione meramente
politica, priva di qualsiasi base scientifica.
Diffondere il dubbio tra la gente pareva essere un grande
vantaggio per gli scettici. Ma oggi si può dire con certezza
che esistono prove scientifiche schiaccianti sull’esistenza
dell’effetto serra e che la maggior parte di diffidenti di
allora si sono prodigati nella battaglia contro il global
warming.
MINACCE LOCALI, REGIONALI E STRATEGICHE
Il riscaldamento globale è ritenuta una minaccia di tipo
“strategico”. Utilizzando termini militari sono state
classificate tre categorie di pericolo ambientale: locali,
regionali e strategiche. L’inquinamento dell’acqua, dell’aria e
discariche di rifiuti sono ritenute come minacce locali.
I problemi come le piogge acide, la contaminazione delle falde
freatiche sono ritenute di carattere regionale. 7
Mentre la concomitanza di eventi locali e regionali in un unico
fenomeno globale è ritenuta una minaccia strategica.
Le contaminazioni locali sono ritenute innocue nella stragrande
maggioranza dei casi ed è improbabile che si riescano a
valutare le conseguenze su scala globale, anche se realmente
esiste fra di esse un delicato equilibrio di interdipendenza.
Questo sistema di interdipendenze viene chiamato dagli
scienziati ciclo di retroazione positiva(feedback).
E' un tipo di retroazione dove la risposta tende ad enfatizzare
gli effetti dello stimolo perturbante, portando generalmente ad
un progressivo o repentino spostamento dall'equilibrio
iniziale. Spesso si esplica attraverso un esempio a struttura
circolare: il disboscamento incontrollato di un versante
provoca l'esposizione del suolo agli agenti atmosferici, con la
conseguente erosione e distruzione degli orizzonti ricchi di
sostanza organica. Pertanto il terreno, privato della sua
frazione fertile, non consente il ripristino della vegetazione,
permettendo nuove azioni erosive (retroazione positiva) in un
crescendo che porta alla distruzione dell'ambiente precedente.
Allo stesso modo quando vengono bruciate vaste zone di foresta
pluviale, si riduce nettamente la quantità di piogge riciclate
per le zone adiacenti, privandole della piovosità di cui hanno
bisogno per mantenersi in buone condizioni. Se l’area
disboscata è abbastanza vasta, la quantità di pioggia sottratta
alle zone adiacenti sarà sufficientemente grande da provocare
un accentuato “ciclo di siccità”, che lentamente uccide più
alberi, riducendo ancora il riciclaggio pluviale e accelerando
di conseguenza la morte della foresta. Quando viene eliminata
la volta di foglie, l’improvviso riscaldamento del suolo della
foresta porta all’emissione di grandi quantità di metano e di
anidride carbonica. Il massiccio incremento del numero dei
tronchi e dei rami degli alberi morti fa aumentare
esponenzialmente il numero delle termiti le quali producono
un’enorme quantità di metano. 8
VULCANI: ”clima e civiltà”
Il 1816 venne chiamato dagli storici “l’anno senza estate”. Fu
un periodo di grande crisi in Europa poiché venne colpita da un
periodo nel quale le temperature si abbassarono notevolmente. I
raccolti non soddisfacevano più il fabbisogno della società, di
conseguenza vi fu uno stagnamento dell’economia con
ripercussioni sulla stabilità politica dei diversi paesi
europei causata da un’ondata di manifestazioni e scontri.
E pensare che tutto ciò fu causato da un vasta serie di
eruzione avvenuta a circa 12 000 km di distanza. L’attività del
vulcano Tambora nell’isola di Sumbawa in Indonesia nella
primavera del 1815 uccise ben diecimila persone e altre
ottantaduemila morirono di fame e malattie nei mesi successivi.
Gli effetti di tali esplosioni si avvertirono in Europa un anno
più tardi dopo che le ceneri proiettate nel cielo si diffusero
nell’atmosfera e sotto l’azione delle forti correnti
cominciarono a ridurre la quantità di luce solare che
raggiungeva la superficie terrestre, provocando l’abbassamento
delle temperature.
Un altro esempio meno
lontano nel tempo fu
l’eruzione del monte
Pinatubo, nelle
Filippine, avvenuta
il 12 Giugno 1991.
L’emissione di una
nube di ceneri alte
30 km ebbe un impatto
mondiale
significativo ma di
breve durata, 9
raffreddando la terra di circa 0.5°C e mascherando l’aumento di
temperatura globale provocato dai gas serra, inoltre accelerò
il processo di riduzione dell’ozono.
Queste ed altre manifestazioni vulcaniche ci insegnano tre cose
importanti sui cambiamenti a lungo termine. In primo luogo
dimostrano che la civiltà umana dipende da condizioni
climatiche stabili e che crisi ambientali come quella che
stiamo vivendo possono essere fatali.
In secondo luogo mostrano come le tragedie che colpiscono una
parte del mondo possano essere provocate da cambiamenti
climatici originatisi in un’altra parte del pianeta.
E in terzo luogo, ci lasciano immaginare le devastanti
conseguenze di un cambiamento relativamente improvviso
provocato dall’uomo nell’andamento del clima globale.
EFFETTO SERRA
L’effetto serra è il meccanismo di base che provoca il
riscaldamento globale. Molto tempo prima dell’inizio della
civiltà, il sottile strato di gas che circondava la terra
riusciva
bene ad
intrappolare
una
minuscola
parte del
calore del
sole e a
mantenerlo
vicino alla
superficie
per
riscaldare l’aria, in modo da impedire che le temperature
scendessero vertiginosamente durante la notte, il che,
naturalmente, è proprio ciò che accade sulla luna e sui pianeti
come Marte che hanno un atmosfera molto rarefatta. Sulla terra,
10
il sole irradia energia sotto forma di onde luminose che
penetrano facilmente nell’atmosfera, fino a raggiungere la
superficie del nostro pianeta, dove vengono assorbite dal
terreno, dall’acqua e dalle forme di vita. Come osservato, lo
strato superiore dell’atmosfera ci ripara da una grande
quantità di raggi ultravioletti e, le nubi presenti nello
strato inferiore riflettono e disperdono una buona parte della
luce solare in arrivo.
Gran parte del calore assorbito durante il giorno, viene
irradiato di nuovo nello spazio, sotto forma di onde
infrarosse, più lunghe, dotate di minor energia e pertanto
incapaci di penetrare nell’atmosfera con la stessa facilità
della luce del sole. Di conseguenza, alcune non ce la fanno a
passare attraverso lo strato di gas, e perciò questo calore
rimane intrappolato nell’atmosfera.