Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
Filosofia: Positivismo, Comte
Inglese: Thoma Hardy
Italiano: Verismo, Verga
Latino: Plinio il Vecchio
Storia dell'arte: Art Nouveau
Fisica: Campo elettrico
Matematica: Derivate
Biologia: Sistema circolatorio
compenetrazione: le imprese dipendevano dalle banche e le banche legavano le loro fortune a quelle
delle imprese. Questo intreccio tra industria e finanzia fu definito capitalismo finanziario.
La produzione di massa e il Taylorismo
Alle grandi dimensione delle imprese si accompagnò un nuovo modo di produrre, infatti per venire
incontro ai desideri dei consumatori, c’era bisogno di prodotti standard e con caratteristiche
identiche. Dopo il 1896, i prezzi crebbero e crebbe anche il livello dei salari che, a sua volta,
determinò un allargamento del mercato. Le industrie si trovarono a produrre beni la cui produzione
era stata fino ad allora assicurata solo dal piccolo artigiano o dall’industria domestica. Questi beni
iniziarono ad essere prodotti in serie e venduti attraverso una rete commerciale dando inizio alla
produzione di massa. Nelle grandi fabbriche fu introdotto un nuovo sistema di organizzazione del
lavoro messo a punto dall’americano Taylor, dal quale prese il nome di Taylorismo, basato sulla
suddivisione del processo produttivo in singoli gesti per ciascuno dei quali era calcolato un tempo
standard. In poche parole, all’operaio doveva essere assegnata una sola mansione che doveva
svolgere per tutta la giornata. Ciò privava ogni lavoratore di autonomia decisionale e creativa,
facendolo diventare un oggetto sottomesso alla macchina. Il principio del Taylorismo fu applicato
nella catena di montaggio e consentì di ridurre notevolmente i tempi di lavoro. La prima catena di
montaggio fu introdotta nel 1913 nelle autofficine automobilistiche Ford di Detroit.
Trasformazioni sociali – La società di massa
Ma è solo alla fine dell’800 che, con il diffondersi dell’industrializzazione e dell’urbanizzazione,
vengono a delinearsi i contorni della società di massa. In questa società la maggior parte dei
cittadini vive in grandi e medi agglomerati urbani, gli uomini sono, quindi, a stretto contatto gli uni
con gli altri ed entrano in rapporto fra loro con maggiore facilità e frequenza. La società di massa è
una realtà complessa risultante dall’intreccio di una sere di processi economici, di trasformazioni
politiche e di mutamenti culturali che ha segnato, come pochi altri fenomeni, la storia degli ultimi
cento anni. Un ruolo di grande importanza nel plasmare i lineamenti della nuova società fu svolto
dalla scuola: negli ultimi decenni dell’800 si cercò ovunque di dare attuazione al principio secondo
cui l’istruzione non era un bene riservato ai membri di una elite sociale, ma era un’opportunità da
cui nessuno doveva essere escluso. A partire dagli anni ’70, tutti i governi d’Europa si impegnarono
per rendere l’istruzione elementare obbligatoria e gratuita, per sviluppare quella media e per portare
l’insegnamento sotto controllo pubblico. 5
La borghesia e il nazionalismo
La classe sociale dominante negli ultimi decenni dell’Ottocento fu ancora la borghesia: la borghesia
era la classe sociale proprietaria dei mezzi di produzione e che investiva i propri capitali per
ottenere un profitto. Erano considerati borghesi diverse figure sociali: i banchieri, i proprietari di
medie e grandi aziende agrarie, gli imprenditori industriali, i commercianti, gli intellettuali, ecc. La
classe borghese aveva un suo stile di vita, abitudini uniformi, case uguali situate nei quartieri
residenziali, i giovani frequentavano le migliori scuole e università e i borghesi ricchi e spensierati
potevano dedicarsi allo sport per puro divertimento. In tutti i settori della borghesia si diffuse ben
presto l’ideologia del nazionalismo: alla sua base c’era una fortissima volontà di identificarsi con la
propria nazione e un forte amore per la propria patria.
La classe operaia e il socialismo
Dopo la Grande depressione molti cittadini e artigiani avevano cambiato lavoro occupandosi nelle
acciaierie, nelle miniere, nelle costruzioni edili. Alla fine dell’Ottocento, circa i due terzi della
popolazione che lavorava nelle grandi città erano impiegati nelle industrie. L’essere proletari
divenne una condizione sociale comune a milioni di uomini che condividevano abitudini, stili di
vita e progetti per il futuro. Era proletario chi, non disponendo di altro che della propria capacità di
lavorare, trovava occupazione come operaio nelle fabbriche. Il termine operaio indicava le diverse
figure sociali quali l’artigiano, il contadino, le donne e i bambini. La classe operaia visse una
condizione di miseria e sfruttamento: i salari erano bassissimi, si lavorava sei giorni alla settimana
fino a 15 ore al giorno, i ritmi di lavoro erano massacranti, l’ambiente malsano e pericoloso.
L’operaio viveva in una condizione di forte isolamento, la famiglia abitava in case quasi sempre
fatiscenti e prive di servizi igienici nei quartieri più miserabili della città. 6
POSITIVISMO
Il positivismo è una corrente filosofica e culturale ispirata ad alcune idee riferite all’esaltazione del
progresso e del metodo scientifico. Non si presenta come un pensiero filosofico, ma come un vero e
proprio movimento per certi aspetti simile all’Illuminismo, con il quale condivide la fiducia nella
scienza e nel progresso. Nacque in Francia nella prima metà dell’800 e il termine appare per la
prima volta nel “Catechismo degli industriali”, un’opera di Saint-Simon, e si diffuse solo grazie a
Comte che lo applicò al suo sistema. Il “Discorso sullo spirito positivo”, risalente al 1844, è
considerato un vero e proprio “manifesto” del movimento positivista e qui Comte sostiene che il
termine “manifesto” voglia rappresentare il reale in opposizione al chimerico, l’utile in contrasto
con l’inutile, la precisione in contrasto con il vago, ma soprattutto la fiducia nel progresso contro la
negazione e la distruzione. Nel Positivismo possono distinguersi due fasi: 1) Il periodo della
Restaurazione risalente alla prima metà del XIX secolo in cui il Positivismo si presenta come un
progetto per superare la crisi politica e culturale segnata dalla Rivoluzione francese e
dall’Illuminismo. In questo periodo il Positivismo viene ostacolato dalla cultura romantica e
dall’idealismo cioè una visione del mondo secondo cui tutto ciò che è reale è gia contenuto a priori
nella nostra mente. È una filosofia che privilegia la dimensione ideale a quella materiale affermando
che l’unico vero carattere della realtà sia di ordine spirituale; 2) Il periodo della seconda metà
7
dell’800 in cui il Positivismo rappresenta l’elaborazione di una borghesia industriale e progressista
ed è qui che si caratterizza per la fiducia nel progresso scientifico e per il tentativo di applicare il
metodo scientifico a tutte le sfere della conoscenza umana.
Figura rappresentativa del nuovo modello di intellettuale e scienziato che si afferma in questo
periodo e la sua dottrina può essere vista come un esempio di circolarità tra idee ed esperienza è
Charles Darwin il quale teorizzò la discendenza di tutti i primati da un antenato comune. Questa
corrente filosofica influì fortemente sulla cultura ottocentesca, tanto che si può parlare proprio di
una civiltà positivista che ha improntato di sé movimenti culturali come il realismo, il verismo e la
nuova pedagogia basata sulla scuola laica e su una didattica scientifica. Alcuni tratti tipici sono
proprio il primato della scienza, considerato come la base del progresso umano e come lo strumento
più importante per la riorganizzazione della società e il metodo scientifico ritenuto l’unica via di
accesso alla verità. L’effetto, quindi, più vistoso di questa esaltazione della scienza è sicuramente la
fiducia nella capacità della scienza di risolvere tutti i problemi.
AUGUSTE COMTE
Auguste Comte nacque nel 1798 a Montpellier da una
famiglia cattolica e anarchica e studiò a Parigi nutrendo,
subito, gli ideali del libero pensatore per poi dichiararsi un
repubblicano.
Il mito della scienza come strumento di salvezza per
l’uomo e per la società ha come massimo interprete
proprio Comte che individuò le linee dello sviluppo
storico dell’umanità formulando la legge dei tre stadi
secondo cui ogni nostra conoscenza passa per tre stadi
differenti: teologico, metafisico e positivo. Ad ogni stadio
corrisponde un tipo di sapere e di metodo conoscitivo
diverso e non c’è alcun rapporto tra i tre, se non quello di esclusione reciproca. Nello stadio
teologico l’uomo ricerca le cause dei fenomeni, considerati come il prodotto di misteriosi agenti
soprannaturali. In questa fase l’umanità adora gli astri o le divinità da cui fa dipendere il proprio
destino. Nello stadio metafisico l’uomo cerca di spiegare la natura dei fenomeni utilizzando
concetti astratti. Nello stadio positivo l’uomo capisce che è impossibile cercare spiegazioni
generali sull’origine dell’universo e rinuncia a chiedersi quali siano le cause dei fenomeni. L’uomo,
quindi, si propone di conoscere le leggi effettive dei fenomeni osservati. Il filosofo quando parla
dello stadio positivo ritiene che questo sia il momento in cui l’uomo si è liberato dalle inutile ipotesi
e si è diretto, attraverso il ragionamento, a ricercare le leggi dei fenomeni. Proprio per questo
motivo la sua attenzione è concentrata in questo stadio, dove i metodi teologici e metafisici non
sono più utili e devono essere abbandonati. Il compito della filosofia positiva, quindi, è quello di
estendere alla società i metodi di indagine delle scienze naturali e Comte si assume il compito di
liberare la cultura dai residui dei primi due stadi ed elaborare una filosofia positiva che possa
riorganizzare l’enciclopedia delle scienze.
Questa enciclopedia viene ad essere costituita da cinque fondamentali scienze: astronomia, fisica,
chimica, biologia e sociologia. Non sono comprese né la teologia e né la metafisica perché non
considerate scienze positive, non c’è la psicologia perché ricade sia nella biologia che nella
sociologia ed è esclusa anche la matematica perché ritenuta da Comte la scienza fondamentale alla
base di tutte. Egli sottolinea che l’ordine di queste scienze segue un triplice principio: ordine logico
rappresentato dal criterio di semplicità della scienza, ordine storico dato dal susseguirsi del loro
ingresso nello stadio positivo e ordine pedagogico secondo il quale le scienze devono essere
insegnate nello stesso ordine del loro ingresso nello stadio positivo.
Comte affida alla sociologia un ruolo primario, perché è la scienza che deve liberare la società dalla
sua disorganizzazione e la divide in due settori: statica e dinamica sociale. La statica si fonda sul
8
concetto di ordine, cioè della connessione tra le varie parti che costituiscono il corpo sociale, e la
dinamica sul concetto di progresso che per Comte è una nozione importante.
Alla scienza Comte affida anche una funzione pratica, cioè di stabilire il dominio dell’uomo sulla
natura e per far questo occorre conoscere le leggi naturali in quanto dalla scienza deriva la
possibilità di previsione e della previsione la possibilità di azione. Quindi la vera scienza consiste
nella formulazione di leggi. Tutti i fenomeni, dopo averli osservati, hanno bisogno di essere
interpretati e sottoposti al ragionamento e la ricerca scientifica consiste nel combinare l’uso
dell’osservazione e del ragionamento. L’estrema riflessione di Comte è nell’opera intitolata
“Sistemi di filosofia” in cui l’autore si abbandona alla divinizzazione della scienza che in quegli
anni veniva rappresentata come una religione con i suoi riti, dogmi e norme etiche e secondo Comte
al posto di questi sacramenti tradizionali dovevano subentrare i sacramenti dell’era positiva: la
donna viene rappresentata come il nuovo angelo custode, il positivismo si trasforma in una vera e
propria religione, i giorni della settimana vengono consacrati ad ognuna delle sette scienze, ecc.
THOMAS HARDY
Thomas Hardy was born in 1840 in the SouthWest of
England. He studied until the age of 16 and his interest
turned to architecture. He moved to London where he