vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
Ecologia: la parte generale l'applicazione della matematica all'ecologia moderna.
MODELLI MATEMATICI
Dalla nascita ai giorni nostri
La "modellistica matematica" contemporanea è un campo della scienza che
comprende buona parte delle applicazioni della matematica allo studio dei fenomeni:
un campo sterminato, com'é facile intuire. Già a partire dalla rivoluzione scientifica
del Seicento, l'uomo cominciò a "matematizzare" la realtà. Colui che per primo
applicò i modelli matematici alla realtà fu Galileo Galilei. Il suo punto di partenza
consiste nell'asserire che la natura ha un carattere di fondamentale semplicità: il libro
della natura è scritto da Dio in termini matematici e geometrici. La matematica è
quindi uno strumento apprestato dall'uomo per fini pratici, ma non soltanto: essa
esprime l'essenza del mondo. L'apparente complessità dei fatti nasconde cioè delle
leggi scritte in un codice che può essere tradotto nel semplice linguaggio della
matematica.
L'esperimento ha un ruolo assai importane nella scienza galileiana: è il momento del
controllo, della verifica della legge matematica mediante la quale si vuole descrivere
l'intima essenza di un complesso di fenomeni. Ma il rapporto fra il scienziato e la
natura non è diretto: lo scienziato non osserva la natura a occhio nudo, ma attraverso
una lente di un modello matematico astratto.
Galileo ha dunque posto le basi di un programma di enorme portata. Ma fu Isaac
Newton (1642-1727) che realizzò questo programma. "Matematico" è, per Newton,
lo spazio continuo, omogeneo, assoluto in cui la materia è posta; "matematico" e
assoluto è il tempo durante il quale avviene il moto dei corpi.
D'altra parte, se Newton considera fondamentale questo approccio matematizzante
dello spazio e del tempo, e quindi riconosce il valore, anzi la centralità della
matematica nell'indagine della natura, egli non crede, a differenza di Galileo, che la
realtà abbia una natura intrinsecamente matematica. Così mentre per Galileo la
formula matematica è l'essenza stessa del fenomeno studiato, per Newton essa non è
più di un importante ausilio umano per poter spiegare e descrivere i fenomeni.
In realtà per ben due secoli i modelli matematici vennero stipulati principalmente
nell'ambito fisico. Solo a partire dai primi anni del Novecento la modellistica
matematica cominciò ad affacciarsi negli ambiti più diversificati: da quello
economico a quello biologico. Il perché di questo sviluppo è da ricercare
principalmente nella crisi che ebbe la scienza all'inizio del secolo scorso. Con la
formulazione della teoria della Relatività di Einstein e con la tanto discussa "teoria
dei quanti" si passò dallo studio della natura attraverso analogie meccaniche al
criterio dell'analogia matematica. L'idea cioè che, di volta in volta, possono essere
utilizzati gli strumenti e le teorie matematiche più utili allo scopo, purché essi
consentano di offrire un'immagine unificata dei fenomeni non sul piano dei contenuti
ma sul piano formale. In altri termini, un tempo l'idea guida era quella di seguire o
imitare i procedimenti e i concetti della meccanica, costruendo quindi dei modelli
meccanici dei fenomeni studiati. Ora il nuovo criterio divenne quello di costruire,
mediante il linguaggio matematico, descrizioni astratte, valide per molti casi diversi e
quindi capaci di unificarli sul piano dell'analogia della forma descrittiva. Il nuovo
criterio fu proprio quello di costruire dei modelli matematici: cioè schemi astratti che
rappresentino la realtà.
Proprio per questo la matematica fu applicata anche alle scienze apparentemente
distanti da essa come economia e biologia. In economia l'applicazione dei modelli
matematici è divenuto ormai preponderante: dalle teorie neoclassiche di massima
utilità, passando per le teorie macroeconomiche, fino ad arrivare al calcolo delle
probabilità e alla statistica, che si condensano nella cosiddetta econometria.
Vorrei concentrarmi soprattutto sui modelli matematici nei campi della biologia ed
ecologia. Fino agli anni venti del Novecento l'uso della matematica in questi settori
era limitato a un semplice e modesto sussidio tecnico. Niente più che l'uso di qualche
formula e di qualche calcolo per trattare processi abbastanza semplici da
schematizzare matematicamente. Negli anni venti e trenta si verifica una svolta,
legata ad un lavoro diffuso. Emergono opere dello statistico statunitense, di origine
ucraina, Alfred Lotka e del matematico italiano Vito Volterra sulla dinamica delle
popolazioni. Dopo le loro prime scoperte si sono studiati temi come: la crescita di una
popolazione vivente, la lotta per la vita e cioè la competizione fra diverse popolazioni
per lo stesso cibo oppure dell'una contro l'altra, come nel caso della predazione, e così
via. Un altro campo che ha ormai assunto uno sviluppo quasi sterminato è quello
dello studio della dinamica delle epidemie. Questo studio ebbe origine nelle ricerche
dei matematici Kermack e Mc Kendrick, i quali formularono un modello generale
della diffusione di un epidemia. Il modello ebbe interessanti sviluppi e alcuni notevoli
verifiche. Per quanto molto elementare, diede vita ad una serie di modelli della
diffusione delle epidemie molto più raffinati, basati su tecniche matematiche più
sofisticate.
ECOLOGIA E MODELLIZZAZIONI MATEMATICHE
Aspetti generali
Ecologia (da oikos = casa + logia = studio, comprensione) è un termine introdotto dal
biologo tedesco Ernst Haeckel nel 1866 per indicare la scienza che studia le
interazioni di ogni organismo vivente, animale o pianta, con l’ambiente che lo
circonda (la “casa” in senso traslato). Il significato si è poi esteso a comprendere lo
studio di tutte le interazioni di animali e piante tra di loro e con l’ambiente inanimato
(suolo, acqua, aria) con cui sono a contatto e da cui vengono influenzati. In maniera
del tutto equivalente, possiamo anche dire che l’ecologia è quella parte della biologia
che indaga le strutture biologiche più complesse. In altre parole se consideriamo i
seguenti livelli di organizzazione biologica andando dal meno al più complesso:
Molecole - Cellule - Tessuti - Organi - Organismi - Popolazioni - Comunità -
Ecosistemi - Biosfera, l’ecologia studia i livelli al di sopra del singolo organismo,
ovvero le popolazioni (insiemi di organismi della stessa specie), le comunità (insiemi
di popolazioni che occupano un determinato territorio), gli ecosistemi (comunità con
i fattori fisico-chimici che le condizionano) e la biosfera (insieme di tutti gli
ecosistemi della terra).
La comprensione di strutture complesse come gli ecosistemi pone diversi problemi
dal punto di vista dell’impostazione scientifica generale. Infatti i problemi ecologici
hanno le seguenti caratteristiche:
- Unicità di molti dei sistemi che si studiano: esiste una sola foresta amazzonica,
simile, ma diversa dalle altre foreste pluviali
- Grande scala, sia spaziale (migliaia di km2), sia temporale (decine di anni), e
irriproducibilità di ecosistemi anche semplici: i fenomeni possono essere raramente
studiati in laboratorio
- Necessità e importanza del lavoro di campo che però ha limiti molto severi perché:
a) le condizioni non sono controllate,
b) le condizioni non possono essere variate a piacimento,
c) non c'è alcuna garanzia che si possano ripetere osservazioni di un certo fenomeno
sotto le medesime condizioni.
Viene quindi a mancare la possibilità di usare molti degli strumenti tipici
dell’indagine scientifica moderna stabiliti da Galileo per la fisica.
Non c’è da stupirsi perciò che fin dall’inizio dell’ecologia come scienza (nel 1913
viene fondata la British Ecological Society, nel 1915 l’Ecological Society of America,
nel 1919 esce il primo numero della rivista Ecology) si senta la necessità di formulare
modelli matematici che permettano di catturare la complessità dei problemi ecologici
e di avanzare teorie che permettano di ottenere predizioni assoggettabili alla verifica
di campo. Poiché il primo livello degli ecosistemi è costituito da popolazioni di
organismi e poiché la dinamica della popolazione umana è determinata da natalità,
mortalità e migrazione come quella di ogni altra specie, in realtà i primi modelli
matematici ecologici furono formulati anteriormente al 1869 e furono essenzialmente
dovuti all’opera dei demografi umani. Ma i primi modelli veramente ecologici,
perché cercano di descrivere l’interazione tra specie diverse, risalgono al periodo che
segue la prima guerra mondiale.
In effetti, già nell’intervallo fra le due Guerre Mondiali, grazie soprattutto ai
contributi contemporanei, ma indipendenti, di A.J. Lotka e di V. Volterra, erano stati
formalizzati ed espressi sotto forma di modelli matematici i primi concetti essenziali
per la comprensione della dinamica delle popolazioni e delle interazioni fra specie.
I modelli matematici utilizzati in Ecologia possono essere divisi in due grandi
categorie che differiscono fra di loro sia per i metodi utilizzati sia per le finalità
applicative. La prima di tali categorie è quella che comprende i modelli finalizzati
alla simulazione dei processi ecologici ed all'analisi della loro dinamica mediante un
approccio meccanicistico e riduzionistico, cioè basato sull’analisi e sulla
scomposizione dei processi più rilevanti in un certo numero di
sottoprocessi più semplici e quindi più adatti ad essere incoroporati nelle equazioni
che formano il modello stesso. La seconda categoria, invece, comprende i modelli
che consentono di stimare i valori di una o più variabili ecologiche sulla base dei
valori noti di un insieme di altre variabili a cui si attribuisce un ruolo predittivo.
I modelli che appartengono alla prima categoria possono essere definiti, in ragione
dell'approccio utilizzato e dei metodi di calcolo impiegati, come modelli analitici,
mentre quelli che appartengono alla seconda, basati spesso su approcci di tipo
statistico e, in particolare su approcci regressivi più o meno complessi, possono
essere definiti come modelli empirici.
Modello fondamentale dell’ecologia moderna: modello Lotka – Volterra
A. Lotka V. Volterra
Un esempio molto semplice di modello analitico è rappresentato dal modello
sviluppato indipendentemente da A.J. Lotka nel 1924 e da V. Volterra nel 1926, a cui
si è già fatto cenno, e che simula le interazioni fra le popolazioni di due specie, una
delle quali è predatrice dell’altra. Questo modello è il capostipite di una vastissima
schiera di modelli matematici che sono stati utilizzati in Ecologia per simulare
processi anche molto più complessi.
Analizziamo meglio l’osservazione eseguita da Volterra. Le sue ricerche furono
ispirate dai risultati delle statistiche del genero, il biologo Umberto d’Ancona, il
quale, studiando le variazioni delle popolazioni dei pesci dell’Adriatico, aveva
rilevato un curioso fenomeno. Il D’Ancona prese in esame la percentuale dei pesci
“selaci” o pesci predatori sul totale dei pesci pescati nell’Alto Adriatico e rivelò una
sorprendente fluttuazione di tale percentuale. La tabella riporta i dati relativi al porto
di Fiume (1914-1923)
ANNO PESCI PREDATORI
1914 11,9%
1915 21,4%
1916 22,1%
1917 21,2%
1918 36,4%
1919 27,3%
1920 16,0%
1921 15,9%
1922 14,8%
1923 10,7%
L’approccio scelto da Volterra e molto interessante: egli cercò di studiare il fenomeno
della convivenza fra prede e predatori in forma pura, evitando gli attriti e le
perturbazioni capaci di oscurare il fenomeno. Il modello formulato da Volterra
consiste in una coppia di equazioni differenziali del primo ordine che descrive la
dinamica preda-predatore nel caso più semplice.
Il modello fa numerose ipotesi semplificatrici:
1. la popolazione delle prede cresce esponenzialmente in assenza di predatori;
2. la popolazione di predatori tenderà a morire in assenza di prede (invece di
rivolgere l'attenzione ad un altro tipo di prede);
3. i predatori possono consumare infinite quantità di prede;
4. non c'è complessità ambientale.
I predatori e le prede possono influenzarsi reciprocamente nella loro evoluzione. Le
caratteristiche che fanno aumentare l'abilità dei predatori a trovare e catturare le prede