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Latino: Apuleio (Le metamorfosi);
Inglese: Robert Louis Stevenson (Dr. Jekyll & Mr. Hyde);
Fisica: l'effetto Joule;
Filosofia: Karl Marx ;
Arte: Canova (Amore e Psiche);
Geografia Astronomica: le rocce metamorfiche;
Storia: Prima guerra mondiale.
APULEIO
Lucio Apuleio nacque a Madaura, in Africa, nel 125 d.C. Il prenome Lucius è incerto poiché coincide col
nome del protagonista delle Metamorfosi. Egli proseguì i suoi studi a Cartagine dove studiò retorica e poi
ad Atene. La sua formazione lascia pensare che la sua famiglia fosse benestante, e procedette lungo due
percorsi: RETORICA e FILOSOFIA. Mentre la retorica lo portò ad essere un brillante avvocato, la filosofia
invece lo fece appassionare al pensiero platonico e lo accostò al medio-platonismo e si occupò di filosofia
naturale e morale, di logica e di dialettica, di teologia e di metafisica. Anche se ci sono pergiunte poche
notizie su Apuleio si può notare che è l’autore che si segnalò per molteplicità di interessi e per sensibilità
culturale. Apuleio fece molti viaggi e a Tripoli fu ospitato dall’amico Ponziano di cui conobbe la madre e se
ne innamorò e la sposò. Quando Ponziano morì il fratello Licinio accusò Apuleio di aver sedotto la madre
con pratiche magiche per sottrarle i suoi beni. Venne allora processato ma si difese pronunciando
l’Apologia, che gli procurò l’assoluzione dall’accusa. Dopo il 170 d.C. non si hanno più notizie di Apuleio, per
questo si pensa che sia morto in quel periodo.
LE METAMORFOSI
Le Metamorfosi o Metamorphoseon Libri XI erano già conosciute nell’antichità con il titolo di ASINUS
AUREUS (dove l’aggettivo aureus può voler indicare le doti eccezionali dell’asino o la qualità artistica del
romanzo). L’opera, che definiamo col nome “romanzo”, in realtà è una composizione molto varia nella
quale vi sono generi letterari diversi: dalla storiografia alla biografia, dalla satira menippea al racconto
mitologico, ne viene fuori così un’opera narrativa molto complessa. Apuleio nell’introduzione ci informa di
aver desunto la materia per la sua FABULA GRAECANICA da una fonte ellenistica senza però rivelarne il
nome e da sempre la critica ha cercato di stabilire l’identità di questa fonte. Più recentemente ha preso
posizione il critico Gerardo Bianco il quale sostiene che la fonte di Apuleio è Luciano di Samòsata che scrisse
LUCIO o L’ASINO. Le Metamorfosi sono costituite da 11 libri e questo dato ci conferma l’anticlassicismo
dell’autore poiché se fosse stato classico i libri sarebbero stati 12 o 24, inoltre il numero 11 corrisponde al
giorno dedicato all’iniziazione religiosa. Apuleio come Petronio si ispira alle fabulae milesiae infatti nella
struttura del racconto si inseriscono una serie di racconti-digressione. Nel racconto-cerniera è Lucio il
protagonista, che giunto in Tessaglia, viene ospitato da Milone e dalla moglie Panfila che è una maga. Una
sera Lucio assiste alla trasformazione di Panfila in barbagianni e chiede alla servetta Fotide di procurargli la
pozione per la trasformazione, ma questa sbaglia pozione e Lucio viene trasformato in asino (la scelta
dell’asino non è sicuramente casuale: l’asino infatti nella religione egizia è simbolo del dio Seth, un demone
nemico della dea Iside). A questo punto hanno inizio le avventure e le peripezie di Lucio-asino. Rapito da
una banda di ladri giunge in una caverna dove una vecchia gli racconta la fabula di Amore e Psiche che
occupa ben 2 libri. Psiche e Lucio sono due personaggi che hanno in comune la sete di CURIOSITAS. Psiche
con la curiosità di vedere ciò che non le è consentito, il volto di Amore, perde il suo stato di felicità, Lucio,
invece, per la sua sete di conoscenza delle arti magiche è stato trasformato in asino e dovrà vivere una serie
di disavventure prima di recuperare il suo stato umano. Dopo il racconto di Amore e Psiche riprende il
racconto delle avventure di Lucio e alla fine dopo un lungo viaggio giunge nei pressi del mare dove gli
appare la dea Iside la quale gli consiglia di assistere alla processione in suo onore e di mangiare le rose che
il sacerdote terrà in mano per riacquistare le sembianze umane. Lucio ubbidisce al suggerimento di Iside e
riuscirà a recuperare il suo aspetto umano e tornare alla normalità seguendo una sorta di percorso
formativo ed educativo, e ridiventando umano si fa iniziare ai culti di Iside.
Si può dire quindi che in Apuleio la trasformazione non rappresenta soltanto un cambiamento fisico, ma
anche interiore in quanto è stata necessaria per la maturazione del suo personaggio che è riuscito in questo
modo a correggere il suo comportamento sbagliato dettato dall’inesperienza e diventare una persona più
matura e saggia di prima; e infatti, una volta raggiunto questo scopo la trasformazione cessa e si ha il
ritorno alla normalità. Le avventure di Lucio, il suo imbestiamento e la sua salvezza sono quindi le
avventure, imbestiamento e salvezza dello stesso Apuleio, infatti Lucio riacquistate le fattezze umane si
rivela MAUDARENSE e sembra evidente l’intento dell’autore di suggerire una generale interpretazione
autobiografica del romanzo.
Apuleio nelle Metamorfosi attraverso la descrizione di avventure, con l’impiego di novelle erotiche e con
racconti di episodi straordinario, riesce a soddisfare un pubblico molto vasto e di media o bassa cultura,
invece con la presenza massiccia nel romanzo di pratiche misteriche si rivolge ad un pubblico più colto
capace di cogliere la verità che si cela dietro la straordinaria esperienza di Lucio. Nelle Metamorfosi inoltre
Apuleio non ha dimenticato la lezione della Nuova Sofistica infatti il suo stile ricco e mutevole abbonda di
diminutivi, di arcaismi, di grecismi e di popolarismi.
Gabriele D’Annunzio
Gabriele d’Annunzio nasce a Pescara nel 1863 e muore a Gardone nel 1938. Fu non solo poeta ma anche soldato nella
prima guerra mondiale e seguì con passione la politica. Quando si stabilì a Roma, conobbe gli ambienti eleganti della
città e visse una vita ricca e piena di scandali e di fatti che gli diedero molta pubblicità come la sua relazione con la
grande attrice Eleonora Duse. Fu a favore della e quando finì fu nazionalista e organizzò la marcia su Fiume. Prese
parte a quei movimenti che poi permisero la vittoria del Fascismo. Amò molto la bellezza e la grandezza sia nella vita
che nell'arte. Appartiene al decadentismo per il suo estetismo (amore della bellezza; estetismo: movimento che si
ebbe in Francia, dal monte Parnaso, dove abitavano le muse, per indicare una poesia pura, preziosa), uno dei suoi
aspetti principali che rappresenta il Parnassianesimo e nasce dall'odio della realtà quotidiana; infatti estetismo, sia
nella vita che nell'arte, vuole dire ricerca di eleganza e di raffinatezza; senza pensieri di moralità, ma con l'estetismo
D'Annunzio cerca pure di innalzare la sua istintiva sensualità nell'amore, nel piacere, nel bello. Tra le opere ricordiamo
le raccolte poetiche “Intermezzo” e “Poema paradisiaco”, le novelle abruzzesi di “Terra vergine”, i romanzi “Il piacere”,
“L’innocente”, il “Trionfo della morte”, “Le vergini delle rocce”, il ciclo delle “Laudi del cielo del mare della terra e degli
eroi”. Alcyone
E’ il terzo libro delle Laudi molto diverso dai primi due (Maia ed Elettra) in quanto al discorso politico, celebrativo,
polemico o profetico, si sostituisce il tema lirico della fusione panica con la natura. Il libro appare come un diario di
una vacanza estiva, dai colli fiesolani alle coste tirreniche tra la Marina di Pisa e la Versalia, e la stagione estiva è vista
come la più propizia ad eccitare il godimento sensuale, a consentire la pienezza vitalistica: l’io del poeta si fonde col
fluire della vita del Tutto, si identifica con le varie presenza naturali, animali, vegetali, minerali, trasfigurandosi e
potenziandosi all’infinito in questa fusione ed attingendo ad una condizione divina. Una delle liriche in cui è presente
la fusione panica è “La pioggia nel pineto”. La Pioggia nel pineto
è una delle più belle liriche di Gabriele d ‘Annunzio in cui la parola viene usata per le
“La pioggia nel pineto”
sue componenti foniche e musicali più che per il significato. Il poeta passeggia in un bosco con la donna
amata, alla quale dà il nome classico di Ermione e la invita a stare in silenzio per sentire la musica delle
gocce che cadono sul fogliame degli alberi. Inebriati dalla pioggia e dalla melodia della natura, il poeta e la
sua donna si lasciano trasportare dalle sensazioni con un’adesione così profonda da arrivare alla fusione
con la natura del bosco, in una totale e gioiosa comunione con la vita elementare di questa.
Il tema centrale della lirica quindi è quello della metamorfosi: il poeta e la donna amata si fondono
gradualmente con lo spirito stesso del bosco. La fusione panica viene presentata gradualmente e in
crescendo. Nella prima strofa viene appena sfiorata con l’espressione “piove su i nostri volti/ silvani”
lasciando intendere che gli esseri umani si stanno confondendo con il bosco, sembrano fatti dalla stessa
sostanza, mentre si intensifica e si approfondisce quando ai versi 26-28 non vi è più separazione tra la
dimensione fisica e quella spirituale in quanto non solo piove sui corpi, ma anche “sui freschi pensieri/ che
l’anima schiude/ novella”. Nella seconda strofa è in atto la metamorfosi che si sviluppa nell’ultima parte
attraverso una serie di paragoni tra alcune parti del corpo della donna e gli elementi della natura: “..e il tuo
volto ebro/ è molle di pioggia/ come una foglia,/ e le tue chiome/ auliscono come/ le chiare ginestre..”. La
terza strofa è dedicata alla sinfonia della pioggia mentre nell’ultima strofa l’immedesimazione con la natura
raggiunge il culmine. L’immagine femminile si trasforma in quella di una creatura arborea: “..non bianca/
ma quasi fatta virente,/ par da scorza tu esca.” ; la donna, non più bianca , ma verdeggiante come le
fronde, sembra uscire, simile a una ninfa, dalla scorza di un albero. Si assiste ormai alla completa
trasformazione dei due amanti in esseri vegetali : il cuore è come una pesca perfetta, gli occhi sotto le
palpebre sono due sorgenti d’acqua in mezzo all’erba, i denti simili a mandorle acerbe ( “il cuor nel petto è
come pesca/ intatta,/ tra le palpebre gli occhi/ son come polle tra l’erbe,/ i denti negli alveoli/ son come
mandorle acerbe..”). I due personaggi costituiscono ora un tutt’uno con il bosco che li avvince in un
abbraccio di rami e di arbusti e vengono quindi immersi nel ritmo vitale, onnicomprensivo e infinito della
natura. I due entrano quindi in una dimensione nuova, mitica e divina.
Al tema della metamorfosi si intrecciano altri motivi chiave della lirica come la musicalità e l’amore.
Notiamo all’inizio della poesia l’invito al silenzio che il poeta rivolge a Ermione: l’imperativo Taci crea
un’atmosfera di sospensione e di attesa e il silenzio è infatti indispensabile per poter sentire la musica della
pioggia, le “parole più nuove/ che parlano gocciole e foglie/ lontane”. L’esortazione all’ascolto viene
rinnovata ogni volta che un suono nuovo, prima quello della cicala, poi quello della rana, si aggiunge alle
mille modulazioni della pioggia. Il poeta quindi riproduce in modo originale la musica delle gocce d’acqua
sulle innumerevoli piante del bosco (tamerici, pini, mirti, ginestre.. ), il canto delle cicale e poi il verso sordo
e roco della rana che a poco a poco si spegne nell’ombra. L’amore invece viene sentito dal poeta come
un’illusione: la “favola bella/ che ieri/ t’illuse, che oggi/ m’illude” (i versi finali sono identici a questi , sicchè
l’ intero componimento è racchiuso in una struttura circolare). Questo motivo sembra pervadere l’intero
componimento dal quale scaturisce un’immagine della vita come qualcosa di lieve, fuggevole e illusorio.
ROBERT LOUIS STEVENSON
Stevenson was born in Edinburgh in 1850. Because of his poor health he spent most of his childhood in bed
and in his adolescence he travelled a lot in search of a more friendly climate. He was in conflict with the