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Tesina - Premio maturità 2009
Titolo: Mente e Chimica
Autore: Pantaleoni Stefano
Descrizione: a dire il vero la tesina coinvolge sia temi scientifici che umanistici, per cui collocarla solo su una categoria mi è stato difficile. ciononostante ho scelto scientifica perchè il mio è comunque un istituto tecnico con specializzazione chimica e almen
Materie trattate: Italiano, Inglese, Storia, Chimica Organica, Analisi Chimica, Diritto
Area: scientifica
Sommario: Italiano: Sigmund Freud, analisi del pensiero e carteggio tra Einstein e Freud. Storia: Belle Epoque. Inglese: Stream of Consciousness in Joyce. Chimica Organica: basi biologiche della depressione e meccanismo di azione degli antidepressivi. Analisi Chimica: Tecnica HPLC per il riconoscimento di farmaci e composti tossici. Diritto: Legge 180/78 (Legge Basaglia).
universali, in cui si esibivano le ultime strabilianti meraviglie della tecnica; con
conferenze di esploratori, missionari, ufficiali, che raccontavano le grandezze e le miserie
di mondi lontani, il cui contrasto con l'Occidente inorgogliva gli ascoltatori e li
confermava nella loro certezza di appartenere a un mondo superiore, che nulla mai
avrebbe potuto incrinare. Le guerre, se c'erano, erano lontane: in Cina, in Africa, sulle
pendici dell'Himalaya. Tra le potenze europee ogni accordo sembrava possibile, pur di
conservare un benessere tanto evidente.
Affrontare la vita con questo spirito significava caratterizzarlo in modo spensierato e
positivo. Questa mentalità e questo modo di affrontare la vita aveva condizionato anche i
settori produttivi. In tutta Europa si erano sviluppate una serie di correnti artistiche
giunte a teorizzare che ogni produzione umana poteva divenire un'espressione artistica.
UNA SOCIETA’ DI CONSUMATORI
Resta inteso che la Belle époque era tale solo per chi se la poteva permettere. Il progresso
aveva infatti un prezzo: il benessere di alcuni si basava sul disagio di moltissimi altri;
innanzitutto dei popoli colonizzati, secondariamente del proletariato operaio e
contadino. Quest'ultimo tuttavia, soprattutto quello operaio, durante la Belle Époque
cominciò a godere di qualche vantaggio, non solo grazie alle proprie durissime lotte, ma
grazie anche alla logica stessa dell'economia del mercato.
In base a questa logica infatti se si vuole guadagnare di più bisogna produrre e vendere di
più. Ma per aumentare le vendite è necessario che masse sempre più estese abbiano
sempre più denaro per comprare. Gli imprenditori, quindi, dopo aver creato nuovi
mercati nelle colonie, costringendole ad acquistare dall'Occidente i prodotti lavorati,
misero anche in moto una crescita esponenziale dei loro mercati interni, ponendo le basi
per una vera e propria società di consumatori. Per realizzare compiutamente questo
allargamento del mercato si provvide anche rapidamente alla crescita della distribuzione;
beni di consumo come abiti, calzature, mobili, utensili domestici, che prima erano
prodotti artigianalmente e venduti da piccoli commercianti al dettaglio cominciarono a
essere offerti da una rete commerciale sempre più ampia.
Si moltiplicarono i grandi magazzini, furono incrementate la vendita a domicilio e per
corrispondenza, furono trovate nuove forme per il pagamento rateale, che indebitava le
famiglie, ma nel contempo rendeva accessibili ai meno abbienti una quantità prima
impensabile di prodotti costosi. In appoggio a questa massiccia strategia di vendita
nasceva la pubblicità, che cominciava ormai a riempire i muri delle città e le pagine dei
giornali. 6
LA SITUAZIONE ITALIANA
In Italia, questi anni a cavallo di due secoli sono quelli che vedono anche lo scoppio
delle contraddizioni della giovane Nazione: la povertà dilagante, soprattutto nel
meridione, spinge molti italiani a lasciare la terra natia in cerca di fortune nelle americhe.
La cultura europea del primo Novecento è impregnata di catastrofismo e senso della
morte come sacrificio estremo, come riscatto. Tanta parte dell'arte e della letteratura
europea di questo periodo portano i segni di una catastrofe in divenire. Non è un caso
che proprio in questo periodo nasca il Movimento Futurista di Tommaso Marinetti,
esploso nel 1909 con il Manifesto pubblicato su Le Figaro. Il Futurismo è una sorta di
ribellione permanente contro la tradizione e i valori del passato ed esalta la guerra come
unico mezzo di "igiene" del mondo. E' anticlericale, antipacifista, contro la democrazia
parlamentare, per l'abolizione delle scuole e il libero amore, ma soprattutto opera una
profonda trasformazione del concetto di Libertà, che vuole sottomesso a quello di
"Italia", bene supremo da "liberare" dal parlamentarismo e dalla "degenerazione
giolittiana" che volle estendere il suffragio a tutto il sesso maschile, indipendentemente
dalla classe sociale. L'idea di Giolitti era infatti quella di non escludere dai processi
decisionali la maggioranza della Nazione, costituita da operai e contadini.
Antonio Mancini - La cucitrice 7
« Probabilmente il futuro stabilirà che l'importanza della psicoanalisi come scienza
» S.Freud
dell'inconscio oltrepassa di gran lunga la sua importanza terapeutica.
Sigmund Freud
Vita
Sigmund Freud nacque a Freiberg in Moravia nella Repubblica Ceca nel 1856. Durante
il corso di laurea maturò una crescente avversione per gli insegnanti che considerava
consider non
all'altezza; l'insoddisfazione lo spinse a sviluppare un senso critico che, di fatto, ritardò
l'ottenimento della sua laurea in medicina. Dopo la laurea si recò in Inghilterra e,
successivamente, lavorò in un laboratorio di zoologia a Vienna dove prese contatto con il
darwinismo.
. Il lavoro di ricerca però, non lo soddisfò e dopo due anni cambiò lavoro e si
diresse all'Istituto di Fisiologia, dove condusse importanti ricerche nel campo della
neuro-istologia
istologia che però lasciò qualche anno dopo a causa delle sue ambizioni. Nel 1885
ottenne la libera docenza e ciò gli assicurò facilitazioni nell'esercizio della professione
medica. La notorietà e la stima dei colleghi gli permise una facile carriera accademica,
sino ad ottenere la cattedra di professore ordinario. Nel 1889 passò un breve periodo a
Nancy dove veniva praticata l’ipnosi, salvo poi tornare a Vienna dove dopo ricerche
sull’isteria perviene alla scoperta dell’inconscio e quindi alla
al la fondazione della teoria
psicoanalitica. I suoi progressi fecero sì che nel 1910 nascesse a Norimberga la Società
Internazionale della Psicoanalisi. Nel 1930, Hitler sarà destinato a breve al potere in
Germania.
. Le origini ebree di Freud iniziarono a costituire un serio problema, fino al
punto in cui, sempre in quell’anno, il suo nome entrò nella lista nera degli autori di
opere che dovevano essere mandate al rogo. Freud si preparò così a lasciare Vienna per
andare a Londra. Nel 1939, sul letto di morte, chiedendo il consenso alla figlia Anna, si
fece iniettare della morfina, morendo in un sonno tranquillo.
Pensiero
LA SCOPERTA DELLA RIMOZIONE
Freud nel 1895 pubblica gli "Studi sull'isterismo", dove si sostiene che "Il soggetto
isterico, in stato ipnotico, riesce a tornare all'origine del trauma, illumina quei punti
oscuri che durante la sua vita hanno generato la malattia e che sono nascosti nel
profondo; è così che egli afferra la causa del male e che, in una sorta di catarsi, si libera
del male". Esattamente da questi studi ha inizio la psicoanalisi.
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L'ipnotismo svela delle forze e fa intravedere il mondo sul quale Freud indaga.
L'osservazione dei malati trattati fece emergere che tutte le cose dimenticate avevano
avuto, per un qualche motivo, un carattere penoso per il soggetto, in quanto erano state
considerate temibili, dolorose, vergognose per le aspirazioni della sua personalità. Benché
Freud più tardi tentasse di trovare strutture di rimozione tra i suoi pazienti per derivare
un modello generale della mente, egli ha anche osservato una differenziazione tra i singoli
pazienti dovuta alla rimozione di pensieri ed esperienze diverse. Per rendere di nuovo
cosciente ciò che era stato dimenticato, era necessario vincere nel paziente una resistenza
mediante una continua opera di esortazione e di incoraggiamento. Più tardi, Freud si
accorgerà che tale resistenza dovrà essere vinta diversamente (attraverso la tecnica della
associazione libera), ma intanto era sorta la teoria della rimozione.
L'INCONSCIO
Secondo alcuni, il contributo forse più significativo di Freud al pensiero moderno fu la
sua concezione dell'inconscio. Durante il XIX secolo la tendenza dominante nel pensiero
occidentale fu il positivismo, che avrebbe creduto nella capacità degli individui di poter
controllare la conoscenza reale di se stessi e del mondo esterno ed esercitare un controllo
razionale su entrambi. Freud, invece, suggerì che questa pretesa di controllo fosse in
realtà una illusione; che persino ciò che pensiamo sfugge al totale controllo e alla
comprensione e le ragioni dei nostri comportamenti spesso non hanno niente a che fare
con i nostri pensieri coscienti. Il concetto di inconscio sarebbe stato rivoluzionario in
quanto sostenne che la consapevolezza sia allocata nei vari strati di cui è composta la
mente e che ci sono pensieri non immediatamente disponibili in quanto "sotto la
superficie" (livello cosciente). Con la scoperta della rimozione, Freud si vede costretto a
prendere sul serio il concetto dell'inconscio.
Freud divide l’inconscio in due parti:
- il preconscio che comprende l’insieme dei ricordi che, pur essendo momentaneamente
inconsci, possono, con uno sforzo dell’attenzione, divenire consci.
- il rimosso che comprende quegli elementi psichici stabilmente inconsci che sono
mantenuti tali da una forza specifica, cosiddetta “rimozione”, che può venire superata
solo con tecniche apposite.
È l'inconscio stesso che parla e si manifesta nella nevrosi. Ma sia la precedente pratica
ipnotica, sia gli studi sull'isterismo, sia la successiva scoperta della rimozione, sia le
indagini che Freud stava compiendo sui disturbi psichici, lo convinsero sempre di più
della realtà corposa e determinante dell'inconscio. È l'inconscio che sta dietro le nostre
libere fantasie; è esso che genera le nostre dimenticanze, che cancella dalla nostra
coscienza nomi, persone, eventi. Come mai volevamo dire una cosa e ce ne esce un'altra?
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Come mai intendevamo scrivere una parola e ne scriviamo un'altra ? Dove troviamo la
causa di questi atti mancati, cioè dei nostri lapsus? Non sorgono forse essi dalla
contrapposizione di due diverse intenzioni, di cui una, quella inconscia appunto, è più
forte di noi? È in "Psicopatologia della vita quotidiana" (1901) e successivamente con "Il
motto di spirito e i suoi rapporti con l'inconscio" (1905) che Freud offre analisi brillanti
di un fascio di fenomeni (lapsus, sbadataggini, associazioni immediate di idee, errori di
stampa, smarrimento o rottura di oggetti, motti di spirito, amnesie, ecc.) mai presi sul
serio dalla scienza esatta e dietro ai quali Freud mostra l'azione di "forze" che la
rimozione ha respinto dalla coscienza e nascosto nell'inconscio senza però essere riuscita a
distruggerle.
IL SOGNO: “LA VIA REGIA CHE CONDUCE ALL’INCONSCIO”
Già nella "Interpretazione dei sogni" (1899) Freud aveva mostrato l'azione dei contenuti
rimossi nell'inconscio. L'antichità classica aveva visto nei sogni delle profezie così come la
scienza dei tempi di Freud li aveva abbandonati alle superstizioni. Ma Freud li ha voluti
portare all'interno della scienza. II risultato fu che nel sogno c'è un "contenuto
manifesto" (quello che si ricorda e si racconta quando ci si sveglia) e un "contenuto
latente". Ebbene, proprio questo contenuto latente contiene il vero significato del sogno
stesso, mentre il contenuto manifesto non è altro che una maschera, una facciata. La
tecnica psicanalitica, per mezzo di libere associazioni, permette di individuare ciò che è
nascosto. E nelle radici nascoste dei sogni noi troviamo impulsi rimossi che il sogno, data
la diminuita vigilanza esercitata dall'io cosciente durante il sonno, cerca di soddisfare: il
sogno costituisce la realizzazione di un desiderio, magari nemmeno ipotizzabile nella
realtà.
Tuttavia, non c'è da credere che l'azione rimovente dell'io cessi del tutto durante il
sonno: una parte di essa rimane attiva, come censura onirica, e proibisce al desiderio
incosciente di manifestarsi nella forma che gli è propria. A motivo della severità della
censura onirica, i contenuti latenti vengono sottoposti a modifiche e ad attenuazioni, che
rendono irriconoscibile il significato reale del sogno. In conclusione quindi, il sogno è la
realizzazione di un desiderio rimosso dall'io cosciente. Ecco perché è ritenuto tanto
importante nell'ottica psicanalitica: rappresenta cioè una via d'accesso facilitata
all'inconscio e ai suoi misteri. 10