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Sintesi
Italiano: Lewis Carrol (Alice nel paese delle meraviglie)

Inglese: Samuel Beckett (Happy days; Waiting for Godot)
Estratto del documento

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Ma io non voglio andare fra i matti!

Tesina di quinta liceo:

"Ma io non voglio andare fra i matti", osservò Alice.

"Bè, non hai altra scelta", disse il Gatto "Qui siamo tutti

matti. Io sono matto. Tu sei matta."

"Come lo sai che sono matta?" Disse Alice.

"Per forza," disse il Gatto: "altrimenti non saresti venuta

qui."

Meraviglie nel mondo di Alice

Un’opera che basa la sua struttura narrativa sul non senso è il romanzo

“Alice nel paese delle meraviglie” di Lewis Carroll, scrittore inglese

dell’epoca vittoriana che, assieme a Lear, fondò proprio la corrente della

letteratura non-sense.

Lewis Carroll- Un autore che ha fatto epoca

N

ell’assolato pomeriggio di venerdi 4 luglio 1862 due reverendi che

insegnavano a Oxford, Charles Dodgson e Robinson Duckworth, portarono

tre bambine (Lorina, Alice ed Edith Liddell) a fare una gita in barca sul

Tamigi.

Non era la prima volta, ma fu diversa da tutte. Le sorelline erano

particolarmente irrequiete, e pretesero che venisse loro raccontata una

storia insensata. Dodgson improvvisò, come era solito fare, e la favola fu

tanto attraente che Alice gli chiese di metterla per iscritto.

Finì che Dodgson nel 1865 pubblicò una versione riveduta e corretta

della storia, con il titolo Le Avventure di Alice nel paese delle meraviglie

sotto lo pseudonimo di Lewis Carroll: un’inversione plurima, sia linguistica

che posizionale, dei suoi nomi (Charles Ludwige). Vide così la luce uno dei

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Ma io non voglio andare fra i matti!

Tesina di quinta liceo:

più singolari libri della letteratura, a cui si aggiunse nel 1871 un seguito:

Attraverso lo specchio, e ciò che Alice vi trovò.

La storia di Alice è diventata la più nota e amata della letteratura

infantile inglese, esercitando una forte attrazione anche su lettori adulti,

grazie al peculiare gusto del gioco logico e verbale usato da Carroll. The

Nel 1876 Carroll pubblicò una terza grande e intraducibile opera,

haunting of the snark, “La caccia alla snaulo", anch’essa dedicata ad una

bambina: benché in apparenza sembri una buffa poesia nonsense, nasconde

possibilità di interpretazione simbolica che hanno affascinato la critica

moderna. Assai minore popolarità è invece toccata a "Silvye e Bruno"

(1889), criticato da più parti per via del tono moraleggiante che vi aleggia.

Prima delle sue pubblicazioni di fantasia, Carroll aveva comunque fatto

uscire, con il suo vero nome, alcune opere di matematica, passione mai

trascurata.

Non-sense · Qual è il senso?

L

a Letteraura nonsense, sia poesia che prosa, si basa sull'equilibrio tra

nonsense

ordine e caos, tra senso compiuto e e suscita ilarità proprio perché

non ha senso.

Il non-sense si può intendere in due modi complementari:

- un uso apparentemente sensato di parole insensate;

.

- un uso apparentemente insensato di parole sensate

Nel suo saggio Piergiorgio Odifreddi ci da un perfetto esempio di questi

modi. "Tanto per fare un esempio a proposito, - osserva Odifreddi - nel

Stile capitolo IX di Alice la Duchessa sentenzia: “bada al senso, e i suoni

baderanno a se stessi”. L'apparenza è perfettamente sensata, anche troppo:

“le parole vengono automaticamente, se si ha qualcosa da dire". Ma la

sostanza è un non-sense ottenuto con un colpo da maestro, la storpiatura di

take care of the pence, and the

due “p” in due “s” nel proverbio inglese

pounds will take care of themselves, “bada ai centesimi, e le lire baderanno

take care of the sense, and the sounds will take

a se stesse”, che diventa

care of themselves.

La correttezza formale è spesso bilanciata da un caos semantico o dai

doppi significati. Secondo Wim Tigges l'effetto del nonsense è spesso

.

ottenuto per eccesso di significati, e non per assenza

Il nonsense porta all’ironia, caratterizzata nel romanzo di Carol dalla

storpiatura di modi di dire, canzonette e filastrocche.

In molti passaggi è però difficile capire quale sia il senso "inteso" o

"corretto", e al lettore rimane il dubbio che non ce ne sia alcuno. Per quanto

riguarda il linguaggio è necessario fare una premessa: il testo originale è

stato scritto in inglese, ed essendo cosparso di numerosissimi giochi di

parole, figure retoriche, filastrocche e proverbi, è un’impresa quasi

impossibile rendere lo stesso effetto in un’altra lingua. Le traduzioni italiane

sono dunque molto differenti e ognuna rappresenta un libro a sé poiché ogni

interprete ha indicato una diversa esposizione. La particolarità del racconto

è che vengono citate numerose filastrocche tipicamente inglesi dei tempi di

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Ma io non voglio andare fra i matti!

Tesina di quinta liceo:

Carroll, distorte poiché Alice dice di non ricordare bene le parole: questo

meccanismo serve a dare modo al lettore di entrare maggiormente nella

mente della protagonista, una mente da bambina in cui il nonsense fa da

padrone.

Carroll con il sui romanzi è riuscito a creare un mito senza tempo e molte

parole da lui create sono entrate nel linguaggio inglese. Si deve a lui il

portmanteau

merito di aver coniato la parola ( in italiano “parola

macedonia” o parola composta) ovvero quella parola che è composta da due

altre parole. Queste termine si trova nel secondo romanzo di Carroll nel

dialogo fra Alice e la figura Humpty Dumpty (famoso personaggio di una

filastrocca) che Carroll rivisita ed attraverso lui esprime alcuni concetti

riguardanti la semantica molto originali e molto non-sense! Si deve a questo

dialogo infatti il termine non compleanno. Inoltre Humpty Dumpty ha una

strana concezione della parola; riportando le esatte parole "quando io uso

una parola [...] essa significa esattamente ciò che io voglio che significhi.”

E quale è lo scopo?

Dietro il non senso di Carroll si nasconde una feroce critica alla società

contemporanea. La regina di cuori rappresenta la monarchia inglese:

pretende di governare su tutti e pensa di poter risolvere ogni problema con

la decapitazione di qualche malcapitato. La regina (adulta, autoritaria e

ristretta nella mentalità dei problemi quotidiani) si contrappone ad Alice,

simbolo della purezza e della non consapevolezza. Altri personaggi

rappresentano la nobiltà inglese: la Duchessa, persa in problemi futili come

l’eccessiva quantità di pepe nella sua cucina, il Cappellaio e la Lepre

Marzolina. Che rappresentano le feste della nobiltà, ricche di discussioni

inutili. Le carte rappresenterebbero i nobili, privi di spessore, impauriti e

sottomessi alla regina che potrebbe tagliare loro la testa. Il Coniglio Bianco,

al contrario di tutti questi personaggi, effigia tutto il resto del popolo inglese,

che è sottomesso alla nobiltà criticata da Carroll: egli ha paura di tutti e

corre da una parte all’altra perennemente in fuga poiché teme che alla

prima sua sosta gli verrebbe tagliata la testa. La fretta del Coniglio trova

un’interpretazione anche nel messaggio riguardante il mondo adulto,

sempre occupato in tanti problemi e privo di momenti di riposo. Ultimo ma

importantissimo personaggio è il Gatto del Cheschire: questo, col suo sorriso

appariscente e sempre presente, ritrae l’autore del racconto, il quale con

l’abile stratagemma della storia per bambini, espone clandestinamente tutte

le sue critiche beffandosi della società senza timore di essere scoperto.

Il teatro dell’assurdo

Leggendo l’opera di Carroll sembra quasi di trovarsi a vedere un’opera di un

esponente del teatro dell’assurdo. L’assurdità dei personaggi e degli eventi,

la non-descrizione che caratterizza gran parte dell’opera sono sicuramente

caratteristiche di questo tipo di teatro. “Teatro dell'Assurdo”, è un termine

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Ma io non voglio andare fra i matti!

Tesina di quinta liceo:

riferito ad un particolare genere teatrale sviluppatosi tra gli anni Cinquanta

e Sessanta; l'espressione è stata coniata dal critico Martin Esslin, che ne

fece il titolo di una sua pubblicazione del 1961: "The Theatre of the Absurd".

Le caratteristiche peculiari del “teatro dell'assurdo” sono il deliberato

abbandono di un costrutto drammaturgico razionale e il rifiuto del linguaggio

logico consequenziale. Il “teatro dell'assurdo” si caratterizza per dialoghi

senza senso, ripetitivi e serrati, capaci di suscitare a volte il sorriso

nonostante il senso tragico del

dramma che stanno vivendo i personaggi; le situazioni sceniche, i dialoghi,

la

recitazione, la scenografia, tutto concorre a sorprendere il pubblico. Il

personaggio può cambiare nel corso della rappresentazione; spesso la

trama risulta essere circolare, facendo finire l’opera com’era cominciata; I

maggiori esponenti di questo genere teatrale sono: Samuel Beckett, Eugène

Ionesco e Arthur

Adamov; diversi per formazione e idee, questi drammaturghi erano

accomunati dalla necessità di esprimere, attraverso la propria opera,

l’angoscia dell’essere umano di fronte alla presa di coscienza

dell’insensatezza dell’esistenza. La seconda guerra mondiale aveva minato

profondamente ogni fiducia nel progresso, aveva spogliato l’uomo di

illusioni, reciso radici religiose e metafisiche.

Samuel Beckett

Samuel Beckett nacque a Dublino nel 1906 da

una famiglia di estrazione borghese e di

religione protestante. Scrisse alcuni romanzi,

tra cui Molloy e L’innominabile, ma è

sicuramente ricordato per le sue opere teatrali

che lo ricollegano al teatro dell’assurdo.

Per Beckett le parole sono obbligate a volere

comunicare che non c'è

niente da comunicare; raccontare e narrare, è

unicamente possibile

attraverso una serie di finzioni, che i

protagonisti (tesi alla disgregazione

della propria identità personale), si raccontano,

nello sforzo disperato e vano di dare

consistenza a se stessi e al mondo; le sue opere

sono brevi e dense, contrassegnate da uno

straordinario rigore formale e da una sempre maggiore economia

espressiva. pagina 6 di 8

Ma io non voglio andare fra i matti!

Tesina di quinta liceo:

Ma è meglio analizzare il drammaturgo attraverso le sue opere.

Happy Days

Come anche “Waiting for Godot”, l’opera è composta da due atti. La

protagonista della storia è

Winnie che si trova immersa

in un mucchio di sabbia. La

protagonista ha con se una

borsetta, con all’interno

oggetti interessanti tra cui

spazzolino da denti, un

rossetto, un dentifricio. La sua

giornata è scandita da una

campana, che separa le ore

del giorno da quelle del

sonno. Il dramma inizia con

una frase che mette in risalto

incredibile ottimismo di

Winnie : “Un altro giorno

divino”. Winnie è infatti felice della sua esistenza, seppure immobile:

nonostante quanto possa capitare, afferma senza ombra di dubbio che

quello sarà sicuramente un altro giorno felice. La giornata è composta da

eventi assolutamente inutili e senza significato. Insieme a lei si trova un

altro personaggio, suo marito Willie, che però si limita a rispondere alle

domande della moglie con suoni gutturali o monosillabici. Nel secondo atto,

che si apre anch’esso con il suono di una campanella, Winnie è ricoperta

dalla sabbia fino al mento; questo però non cancella il suo inguaribile

ottimismo.

Tema principale dell’opera è l’incomunicabilità dell’uomo moderno. Ma a

questo si aggiunge il non-senso della vita che porta Beckett a scrivere

un’opera che non ha una vera trama. Si ritrova qua la struttura circolare che

caratterizza tutte le opere di questa corrente.

Waiting for Godot

Nel primo atto di quest'opera, due

vagabondi ,Estragone e Vladimiro, lungo

una

strada di campagna attendono un certo

Godot. Non vi è nulla sulla scena, solo un

albero che, attraverso la caduta delle

foglie, indica il passare dei giorni; non

solo il

luogo e l’ora dell’appuntamento sono

vaghi, ma anche l’identità di Godot non è

chiara. I due credono però, o forse

sperano, che quando Godot arriverà, li pagina 7 di 8

Ma io non voglio andare fra i matti!

Tesina di quinta liceo:

accoglierà nella propria casa, darà loro qualcosa da mangiare e li farà

dormire in un

luogo asciutto. Durante l’attesa passa per la strada il proprietario terriero

Pozzo che tiene al guinzaglio il suo servitore Lucky e si ferma a parlare con i

due vagabondi.

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