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Storia: Storia ed evoluzione della mafia
Filosofia: Girard
Inglese: Charles Dickens
Geografia astronomica: I terremoti
Ed. fisica: La mafia nello sport
Latino: La corruzione nella società latina
1
LA MAFIA
La nostra epoca nonostante l’avanzato sviluppo tecnologico ed economico
evidenza la presenza di organizzazioni criminali operanti nel nostro Paese;la
mafia è tradizionalmente quella più potente e diffusa,il suo controllo si estende
non solo su tutto il territorio nazionale ma va oltre i confini infatti possiamo
trovare una fitta rete di collegamenti con le più importanti città del mondo
come gli Stati Uniti. Queste organizzazioni criminali hanno invaso vasta parte
della società italiana condizionando e soprattutto colpendo aspetti del vivere
civile,dell’economia e perfino apparati dello Stato:la mafia pretende di
sostituirsi ai pubblici poteri per poter attuare una forma di giustizia basata
sull’omertà(sapere e non parlare) e sulla segretezza. Ricorre a
intimidazioni,estorsioni,sequestri di persona,omicidi per procurarsi guadagni
illeciti specialmente nel settore degli appalti,della droga e della prostituzione.
Si presume che l’etimologia della parola mafia derivi dalla parola araba
“mahias” che significa millanteria. L’uso del termine “mafia” viene usato per lo
mafioso
più in senso improprio,il significato lo si può trovare nell’aggettivo che
esprime un uomo che sa far rispettare i suoi diritti e nello stato sociale la
violenza spesso e purtroppo è il miglior mezzo che uno abbia per farsi
rispettare. Comunemente si associa il concetto di "mafia" ad un fenomeno
qualsiasi di criminalità organizzata, ma la mafia non è solo banditismo
finalizzato a commettere rapimenti ed estorsioni, ma anche un'organizzazione
che ha come finalità il controllo del territorio, la mafia dà ad esempio il
permesso ai criminali comuni di compiere rapine e furti. Si colloca quindi al di
sopra della delinquenza comune, anche quando pure questa è organizzata. I
giovani ritengono che la mafia terrorizzi,diffonda insicurezza,impedisca di
esercitare la propria libertà e ostacoli il futuro di molti. Ritengo che la sconfitta
della mafia debba costituire uno degli obiettivi prioritari da perseguire,che
potrebbe consentire la diffusione di un senso di unità nazionale,eliminando
quello stereotipo negativo secondo il quale la mafia operi soltanto in alcune
aree del Paese e non in altre. Ci si ritroverebbe a lottare per un nemico
comune;la forza che dovrebbe dare la prima spinta al mutamento deve essere
assolutamente estranea alla società siciliana e venire da fuori:dal popolo
"La lotta alla mafia non deve essere
italiano. Come diceva Paolo Borsellino
soltanto una distaccata opera di repressione, ma un movimento culturale e 1
morale, anche religioso, che coinvolga tutti,che tutti abitui a sentire la bellezza
del fresco profumo di libertà che si oppone al puzzo del compromesso
morale,della indifferenza, della contiguità e,quindi, della complicità".
Quest’anno a seguito del 20° anniversario della strage di Capaci,dove morirono
il giudice Falcone,la moglie e gli agenti della scorta,Il nostro Presidente della
Repubblica ha pronunciato nell'aula bunker di Palermo un importante discorso
davanti a centinaia di ragazzi, nel quale ha richiamato l'attenzione non solo
sulla necessità di un contrasto deciso alla cultura dell'illegalità, ma anche sulla
necessità di un incessante impegno educativo per l'edificazione di una
consapevole coscienza civile e sul ruolo dei giovani nel rinnovamento della
politica e della società. Sottolineando che La mafia e le altre espressioni della
"
criminalità organizzata restano un problema grave per la democrazia da
perseguire con la più grande determinazione e tenacia ". 1
Storia: ORIGINE ED EVOLUZIONE DELLA MAFIA
Il fenomeno mafioso pone le sue radici nelle vicende storiche della Sicilia.
Anche se non si può stabilire la data esatta della sua comparsa,essa si può fare
risalire quando vi era la presenza di un sistema di stampo feudale,organizzato
secondo una struttura piramidale che poneva al vertice i latifondisti e alla base
trovavamo i contadini e i braccianti che lavoravano direttamente la terra. I
sovrani che governavano,provenienti da lontano,vedevano la Sicilia come una
terra da cui tirar fuori risorse;fu proprio per questo che furono garantiti ai
latifondisti onori e privilegi chiedendo in cambio “prelievi di beni”. I latifondisti
che di norma abitavano nelle grandi città come Palermo o Catania avevano
bisogno di qualcuno che facesse le loro veci nelle campagne. Questi
intermediari si ritrovavano ad avere nelle campagne un potere immenso,che
sfruttavano usando forza e violenza,restando comunque impuniti dal momento
che venivano protetti poiché si era lontani dalle autorità legali, ignari della
situazione siciliana. La mafia,così, si trasformò diventando un organismo
sostitutivo all’ordine legale,intervenendo nell’amministrazione della giustizia e
nella gestione economica avviando attività illecita. Questo è il tipico esempio di
mafia agraria dove i malfattori vivono di ricatti,di grassazioni,di furti di
bestiame ;alcuni li descrivono come “belve” mentre altri li dipingono come una
specie di eroi,protettori del debole e dell’oppresso. Dopo l’Unità d’Italia le
associazioni mafiose aumentarono approfittando del malessere sociale
caratterizzato dalla miseria,dalla disoccupazione,dall’analfabetismo e
dall’arretratezza culturale. La mafia si propose come struttura sostitutiva dello
Stato,la mafia si fa Stato dove lo Stato è tragicamente assente,prevedendo da
una parte protezione per i deboli e per gli oppressi dall’altra la loro
sottomissione al suo dominio. E’ in questi anni,inoltre,che si viene a sviluppare
la struttura della mafia organizzata in cosche dove facevano perno i
capimafia,tutti di condizione sociale agiata,a cui aspettava il compito di
giudicare dalle circostanze se conveniva rimanere inerti oppure ricorrere alla
violenza per ottenere meglio un fine;sotto la guida del capomafia agisce un
certo numero di “giovinotti”. Il brigantaggio ,i sequestri di persona,gli omicidi
compiuti a ritmo ossessionante fanno della Sicilia una terra in cui la dittatura
fascista decide di avviare una feroce repressione. Mussolini inviò il prefetto Mori
in Sicilia,il quale con metodi efficaci ripulisce città,paesi e campagne. Assedia
interi centri abitati,strana i capimafia bloccando gli acquedotti. Nel
1924,però,Mussolini non rinnova la fiducia a Mori perché cominciò a svelare le
connessioni tra mafia e potere politico. La liberazione dell’Italia dal fascismo,lo
sbarco alleato in Sicilia nel 1943 e l’immediata nomina di alcuni capimafia a
sindaci dei loro paesi sono il frutto di un vertice,avvenuto 3 anni prima,tra boss
di Cosa Nostra e le autorità americane nel New Jersey. Gli Alleati trovarono così
la strada spianata per lo sbarco a Gela. Il periodo successivo alla fine della
Seconda guerra mondiale faceva paura,erano stati anni di imboscate e
attentati. Alla mafia agraria si sostituisce la mafia urbana ricorrendo ad 1
estorsioni,sequestri di persona per procurarsi guadagni illeciti specialmente nel
settore degli appalti della droga,della prostituzione,fra i nuovi business
primeggia il contrabbando delle sigarette. A partire dagli anni Ottanta si
evidenziano complicità e compiacenze tra la mafia e potere:la mafia lancia in
pista i suoi uomini destinati a fare carriera anche in politica,un esempio è Vito
Ciancimino. In questi anni,inoltre, inizia una lotta legislativa alla mafia:vengono
istituite le Commissioni parlamentari di inchiesta su materie di pubblico
interesse;viene introdotta la legge “La Torre” che pose le basi per la confisca
dei beni mafiosi. Pio La Torre ebbe una grande intuizione:la mafia è fatta di
uomini,soldi e relazioni politiche,bisogna arrestare quegli uomini,portagli via i
soldi e tagliare le relazioni politiche ma è difficile farlo perché le relazioni
politiche impediscono di fare le prime due cose cioè arrestare e confiscare i
beni;viene introdotto il reato di associazione mafiosa(art.416 bis del Codice
Penale) grazie a questa legge nel 1984 si celebrò il maxi-processo poichè fino a
quel momento nei processi i il solo fatto di appartenere alla mafia non
rappresentava un reato e gli imputati venivano assolti. Il maxi-processo fu un
processo simbolo che diede inizio ad una serie di assassini. Tuttavia il maxi-
processo portò alla condanna di molti uomini mafiosi e fu la prova che la
magistratura dimostrò di poter combattere la mafia e di poter dimostrare che lo
Stato è più forte. Nel 1991 i pool(gruppo di persone che operano insieme in uno
stesso settore) sono diventati legge dello Stato. Essi nascono dall’esigenza di
evitare che tutto si concentrasse nelle mani e nella memoria di un solo
magistrato,rendendolo bersaglio della criminalità mafiosa. Oggi sappiamo che
proprio nei periodi di crisi e di silenzio la mafia si riorganizza e intreccia affari e
trame;è forse ancor di più pericolosa quando tace come avrebbe rivelato negli
anni successivi Falcone. Negli ultimi anni sono stati assestati duri colpi alla
criminalità organizzata soprattutto con la diffusione del fenomeno del
“pentitismo” che è possibile riscontrarlo nelle dichiarazioni di
Buscetta,Contorno,Mannoia,i quali sono stati spinti a parlare per diversi motivi
ed è grazie a loro che oggi si sa qualcosa circa la struttura,le forme di
reclutamento,come funziona,ecc. Una svolta decisiva nella lotta contro la
mafia è stata data da grandi personalità che purtroppo hanno perso la vita,tra
cui uomini politici come Pio La Torre e Piersanti Mattarella,giornalisti come
Mauro De Mauro,giudici come Cesare Terranova,Giovanni Falcone morto il 23
Maggio 1992(strage di Capaci),Paolo Borsellino morto il 19 Luglio 1993(strage
Via D’Amelio)e molte altre persone come Carlo Alberto Dalla Chiesa,Boris
Giuliano,Rocco Chinnici e carabinieri. Falcone riteneva che “la mafia,in
Sicilia,colpisce i servitori dello Stato che lo Stato non è riuscito a proteggere”. 1
ITALIANO Analisi del testo della novella “LA chiave d’oro” di
Verga
La “Chiave d’oro” è una novella,poco conosciuta,pubblicata all’interno del
volume “Drammi intimi” di Giovanni Verga,uno scrittore italiano nato in Sicilia a
Catania nel 1840 da una famiglia di agiati proprietari terrieri. Egli è il maggiore
rappresentante del movimento letterario italiano chiamato Verismo;egli si
sofferma ad analizzare dettagliatamente la condizione sociale ed economica
del Sud Italia,soprattutto ponendo l’attenzione nei riguardi della classe
dirigente, dei "galantuomini", personificati,all’interno di questa novella,dal
canonico e dal giudice.
La novella è ambientata a Santa Margherita,in Sicilia,alla fine dell’Ottocento
precisamente la notte del 31 Agosto. La storia inizia con l’esposizione del
narratore che ci presenta un gruppo di persone che stanno recitando il rosario
con il canonico,quando udirono degli spari. All’improvviso sentono bussare alla
porta e il canonico esclama di non aprire ma quando si rendono conto che si
tratta di Surfareddu,il custode dei campi,aprono. Egli racconta di aver ucciso
uno sconosciuto sorpreso,secondo lui,a rubare delle olive ed è proprio lui che
verrà successivamente ammazzato in una rissa. La vicenda comunque si
conclude con un patto di stampo mafioso tra il Canonico e il Giudice,quasi
come se un omicidio fosse una cosa di ordinaria amministrazione. Il giudice e
tutti “ i giuristi” ,dopo aver constatato il fatto,restano a pranzo dal curato,che
fa preparare un banchetto meraviglioso. Dopo essersene andati,il giudice
manda a dire al canonico di aver perduto,nell’orto,la chiave d’oro dell’orologio.
Il prete,capito tutto,compera dall’orefice una magnifica chiave d’oro e la manda
al giudice,asserendo di averla trovata nell’orto. Il giudice lo ringrazia e il
processo andò liscio. Il canonico sosterrà l’onestà del giudice,che aveva
perso,nell’orto,solo la chiave e non tutto l’orologio. Metaforicamente la chiave
d’oro non è altro che la chiave dell’astuzia e della corruzione. Il canonico e il
giudice, più di Surfareddu, hanno la responsabilità di quel morto, perché