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La seconda guerra mondiale si conclude con lo scoppio della bomba atomica, si parla quindi della bomba atomica e della legge del decadimento radioattivo come funzione esponenziale,si parla dei problemi che lo scoppio a provocato nell'atmosfera e nell'uomo.
Materie trattate: italiano, stori, matematica, filosofia, fisica, biologia, scienze, inglese
29/09/22, 19:25 Nuova pagina 5
LA BOMBA ATOMICA
Quando parliamo di bomba atomica dobbiamo parlare dei reattori a fissione
>LE REAZIONI NUCLEARI
Oggi si conoscono migliaia di reazioni nucleari. Per ciascuna di esse si definisce la corrispondente energia di reazione (Q) come l'energia che viene liberata o assorbita nella reazione. Nel caso
chimico si tratta di due o più molecole di diverse sostanze che si combinano insieme per dare altre molecole di sostanze diverse: in questo processo sono coinvolti gli elettroni esterni degli atomi e le
energie in gioco sono sempre dell'ordine di qualche elettronvolt. Nelle reazioni nucleari si tratta di un nucleo e di un corpuscolo nucleare più o meno complesso che si combina, dando luogo alla
formazione di un altro nucleo e di uno o più corpuscoli, o nuclei, più o meno complessi. In ciascun processo le energie in gioco sono dell'ordine di alcuni milioni di volte maggiori di quelle che si
incontrano nella chimica. Come nel caso delle reazioni chimiche, anche nel caso delle reazioni nucleari si chiamano reazioni esoenergetiche, quelle che avvengono con liberazione di energia (Q>0) e
reazioni endoenergetiche quelle che avvengono con assorbimento di energia (Q<0). Le reazioni nucleari esoenergetiche di maggior interesse dal punto di vista della produzione di energia si possono
ulteriormente suddividere in due classi: le reazioni di fusione e quelle di fissione. L'energia di legame di un nucleo è uguale al suo difetto di massa moltiplicato per , cioè alla quantità di energia di
riposo che si è trasformata in altri tipi di energia quando il nucleo si è formato. Quindi si ottiene liberazione di energia sia fondendo due nuclei molto leggeri per ottenere uno più pesante, sia spezzando un nucleo più
pesante del nichel in due o più frammenti più leggeri. Nelle reazioni di fusione più comuni quattro nucleoni si uniscono dando luogo alla formazione di un nucleo di elio. Reazioni di questo tipo hanno luogo nella parte
centrale delle stelle, dove la temperatura è cosi alta, che l'energia di agitazione termica è sufficiente per vincere la repulsione che si esercita tra i protoni. L'atra classe di reazioni esoenergetiche è la scissione o fissione
di elementi pesanti da parte dei neutroni. Questo fenomeno consiste nel fatto che un nucleo, colpito da un neutrone, si spezza in due frammenti pressoché uguali, che costituiscono due nuclei di numero atomico
intermedio.
>LA PRODUZIONE DI ENERGIA NUCLEARE DI FISSIONE
Il primo reattore a fissione fu messo in funzione nel 1942 da un gruppo di scienziati guidati da Enrico Fermi. Da allora la tecnologia dei reattori nucleari ha fatto enormi progressi, tanto che oggi essi
sono impiegati in molti paesi per produrre energia su larga scala. Quando un neutrone colpisce un nucleo di uranio-235, questo isotopo si scinde in due nuclei liberando energia e due o tre neutroni.
Muovendosi attraverso la massa dell'uranio circostante, i neutroni emessi possono andare a urtare altri nuclei di uranio-235, dando cosi luogo ad altre fissioni accompagnate da altre emissioni di altra
energia e altri neutroni. Il processo si può ripetere all'infinito. Innescata da un primo neutrone, la serie successiva di fissioni si mantiene da se liberando energia che riscalda la massa d'uranio entro cui
si svolge la reazione a catena. Il principio fisico su cui sono basati questi generatori nucleari di energia è dunque semplice. In pratica è necessario tener conto di tutta una serie di condizioni che
devono essere soddisfatte se si vuole che la reazione a catena inizi e si mantenga, ma nello stesso tempo non diventi incontrollabile. I punti più importanti sono:
-l'uranio che si trova in natura è costituito per la quasi totalità dall'isotopo 238 mentre l'isotopo 235 che è quello utile per la fissione è molto meno presente in natura.
- l'uranio-235 subisce la fissione sotto l'azione di neutroni lenti, cioè di neutroni che hanno perso energia per urti elastici contro nuclei più leggeri dell'uranio che si trovano lungo il loro cammino. Per
questo motivo, nei reattori a fissione usali i reattori sono rallentati introducendo nella masse di uranio un materiale leggero detto moderatore.
-nei materiali con cui viene costruito un reattore non devono essere contenuti elementi che assorbono fortemente i neutroni, come il litio, il boro, l'azoto e molti altri. In particolare il moderatore deve
assorbirli pochissimo. Da questo punto di vista il moderatore è l'acqua pesante seguita dalla grafite pura. Tutta via, poiché i nuclei di idrogeno assorbono sensibilmente i neutroni lenti è necessario che
essa sia associata all'uso di uranio arricchito in uranio-235 per almeno l'1%.
-In seguito all'assorbimento di un neutrone lento che non è fissile diventa uranio-239. A sua volta l'uranio-239, attraverso due decadimenti beta genera spontaneamente il nettunio e il plutonio. Il
plutonio-239 ha la stessa proprietà dell'uranio-235, cioè subisce la fissione con neutroni lenti, e può essere usato nei reattori nucleari.
- Infine la disposizione geometrica del reattore va studiata con cura allo scopo di ridurre al minimo le perdite di neutroni attraverso la sua superficie. La parte essenziale del reattore a di solito forma
cilindrica. Nel moderatore sono immerse le barre di uranio anche esse cilindriche. Le barre di controllo sono costituite da sostanze avide di neutroni e servono per controllare lo sviluppo di potenza
del reattore. Inserendole tra le barre d'uranio molti neutroni sono assorbiti bloccando cosi la reazione a catena.
-Gli elementi prodotti nella fissione dell'uranio-235 sono una trentina e molti veleni costituiscono un veleno per reattori, in quanto assorbono i neutroni lenti e tendono cosi a interrompere la reazione
a catena. Per tanto è necessario estrarre dal reattore le barre di combustibile e inviarle a un impianto di trattamento chimico dove i materiali che lo compongono sono purificati dai prodotti della
fissione.
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EUGENIO MONTALE
>UN TESTIMONE DEL NOSTRO TEMPO
Nella riservatezza, nell'appartata, ma acuta e intransigente, osservazione critica del proprio tempo e della condizione umana in generale stanno le cifre più significative della biografia di Eugenio
Montale. L'infanzia e la giovinezza di Montale, nato a Genova nel 1896, sono caratterizzate da studi irregolari, dalla passione per il canto, da un contatto particolarmente ravvicinato con la propria
terra d'origine. I paesaggi liguri sono elementi essenziali della sua prima stagione poetica che, può farsi incominciare nel 1916, data della stesura si meriggiare pallido e assorto, il più remoto di
ossi di seppia. Subito dopo questa fondamentale raccolta Montale partecipa alla prima guerra mondiale. Ma a differenza di altri scrittori-soldati questa esperienza non lascia che deboli tracce nella
sua opera. Il trauma che lo spinge a scrivere è tutto esistenziale e intimo. Questo senso di una profonda estraneità alla vita e al mondo sta all'origine della sua poesia. Al ritorno dal fronte, Montale
prende contatto con l'ambiente liberale torinese. Collabora come critico letterario al <<Baretti>> e ad altre riviste e pubblica su <<Primo Tempo>> alcuni versi che danno corpo alla prima
raccolta, Ossi di seppia. L'esperienza torinese vale anche come scuola di antifascismo: Montale nello stesso anno degli Ossi firma il Manifesto degli intellettuali antifascisti di Croce. A questa
scelta il campo politico e di rigore morale il poeta non verrà mai meno. Alcuni versi degli Ossi di seppia, e poi l'intera raccolta con il suo programmatico rifiuto di ogni fede o mitologia positiva e
di ogni facile consolazione diventano un emblema di una scelta etica e politica chiara e precisa e, in quegli anni, difficile. Montale a Genova non ha un'occupazione che gli consenta l'indipendenza
dalla famiglia. La cerca a Milano, senza fortuna, e poi a Firenze, dove si trasferisce nel 1927. Nel 1929 dirige una storica biblioteca della città. Terrà l'incarico fino alla fine del 1938, quando verrà
licenziato perchè inviso al regime. Negli ultimi anni d'anteguerra collabora alle riviste dell'ermetismo fiorentino <<Letteratura>> e <<Campo di Marte>>, i cui giovani rappresentanti lo sentono e
lo leggono come un maestro. Ma il rapporto di Montale con l'ermetismo fiorentino sul piano poetico rimarrà tangenziale, anche se la poesia delle Occasioni, per certi temi e certa oscurità
suggestiona non poco gli ermetici. Ma se quella degli ermetici sarà una poetica della parola, quella di Montale è una poetica di cose e oggetti. Qui possiamo cogliere le differenze tra Montale e
Ungaretti:
- Ungaretti cerca di riscoprire la forza autonoma della parola, facendo di essa uno strumento capace di attingere alle fonti dell’Assoluto.
-Per Montale, tra l’uomo e l’assoluto c’è una realtà ineliminabile, che Ungaretti tende a cancellare. Sembra possibile, a volte, trovare uno spiraglio per cogliere l’assoluto, in realtà veniamo
sempre illusi.
Da queste due concezioni deriva il diverso valore della parola per i due poeti:
- Ungaretti porta ad estreme conseguenze l’uso del simbolismo: la parola si propone di esprimere sensazioni indefinite e indeterminate , accostando fra loro realtà lontanissime. (POETICA
DELLA PAROLA).
-Per Montale, la parola, da sola, non può aspirare a raggiungere direttamente l’assoluto, isolandosi la sua pronuncia nel silenzio, ma deve prima confrontarsi con il reale. La parola di Montale
indica con precisione oggetti definiti e concreti, stabilendo fra essi una trama di relazioni complesse. Per questo quella di Montale viene definita POETICA DELLE COSE.
Molto più della prima, incide sulla poesia montaliana la seconda guerra mondiale. E' una catastrofe che conferma e accentua il senso di disagio esistenziale, l'originaria sfiducia nel reale e nella
storia, da sempre costitutivi della sua lirica. Montale pubblica poco prima del 1943 in Svizzera le liriche di Finisterre, riflesso personale di quella "bufera", con un epigrafe contro i tiranni che la
rendevano allora assolutamente impubblicabile in Italia. Nel 1945 si iscrive, al partito d'azione e fonda <<Il Mondo>>. Ma la sua lirica non può e non vuole ridursi a poesia politica. Il disagio
espresso dalla poesia montaliana non è solo storico, ma anche cosmico, investendo la condizione umana nella sua totalità. dal 1948 Montale tace come poeta, si trasferisce a Milano e vive facendo
il giornalista. Le prose giornalistiche alle quali affida le proprie nuove riflessioni, spesso ironiche e caustiche, più tardi vedranno la luce in diverse e importanti raccolte. Quando Montale riprende
a scrivere versi, negli anni Sessanta, la sua poesia appare profondamente mutata nelle forme e nei toni e sorprende tutti. Dopo i versi largamente distillati in precedenza, il nuovo Montale si mostra
assai prolifico, in ragione di una poesia spesso epigrammatica, in cui si da più spazio alla contingenza storica e meno al simbolismo. Ma non viene meno alla propria natura profonda: in forma
nuova tocca i temi di sempre. Una delle spinte decisive a riprendere la penna sembra venire dalla morte della moglie, che lo rimette tragicamente di fronte a una situazione tante volte oggetto di
poesia, l'assenza della donna. A partire dagli anni Cinquanta giungono al poeta importanti riconoscimenti, la nomina di senatore a vita, cittadinanze onorarie e nel 1975 il premio Nobel. Montale
muore a Milano nel 1981, poco dopo l'uscita dell'edizione critica della sua Opera in versi.
> OSSI DI SEPPIA
Gli ossi di seppia sono un'opera che ha profondamente inciso nella raccolta novecentesca è certo la raccolta montaliana più popolare. Con gli ossi Montale entra a far parte di quei poeti del
novecento che in forma esemplare e durevole hanno dato voce al disagio dell'uomo contemporaneo. Gli ossi di seppia vengono composti tra il 1916 e 1925. Nella poesia italiana, dopo