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Tesina - Premio maturità 2008
Titolo: Le nanoscienze
Autore: Davide Terzi
Scuola: Liceo scientifico
Descrizione: Qualche mese fa lessi un articolo sul giornale L'Espresso che spiegava i notevoli progressi fatti in questi ultimi anni per riprodurre, in sistemi artificiali, il caratteristico adattamento ambientale e apprendimento empirico dell'intelligenza umana. Il punto che mi interessa maggiormente è però la scoperta del ruolo fondamentale degli effetti quantistici nel rendere possibile il calcolo (sia numerico che logico) su scala nanoscopica. Infatti, come spiegherò nella seconda sezione di questo lavoro, gli effetti quantistici sembrano essere l'unica salvezza di un sistema avente velleità di calcolo a temperatura ambiente (come il nostro cervello del resto). L'utilità derivante dallo sviluppo di queste conoscenze spazia dalla tecnologia, la costruzione di computer di nuova concezione adatti a nuovi scopi, alla biologia, addentrandosi nella struttura fisiologica dei neuroni e sulla tipologia delle loro connessioni. Questo è un argomento molto complicato che non sono in grado di trattare, invade però un campo vasto e in ascesa della scienza contemporanea, che mi affascina molto e di cui invece vorrei trattare. La fondamentale importanza dell'ordine di grandezza, in questo problema in particolare, mi fece ricordare un'esperienza di stage presso l'Università Statale di Milano sulle nanotecnologie nell'ambito del programma Nanotech Summer Week '07 della Regione Lombardia. Questo lavoro è essenzialmente una rielaborazione degli appunti presi in quei giorni. Anche il fronte dei materiali nanostrutturati è stato aperto di recente (quasi mezzo secolo) e è in rapido sviluppo grazie anche ai nuovi microscopi (o forse dovremmo chiamarli nanoscopi) che ci permettono di vedere gli atomi e che sono un vero fiore all'occhiello della scienza, per come usano teorie apparentemente astratte formulate nel corso del novecento per fornire immagini formidabili. Nella bellissima ma poco conosciuta raccolta di novelle Storie Naturali Primo Levi narra di una della tante meraviglie tecnologiche immesse sul mercato da una fantomatica azienda americana. Il Mimete, questo il nome della macchina, duplica documenti, ma non come una comune fotocopiatrice. Il Mimete ricrea in tutto e per tutto il documento, le fibre e le imperfezioni della carta, le lacerazioni, le macchie
Materie trattate: fisica, biologia, chimica
Area: tecnologica
Bibliografia: Jeffrey Statinover, Il cervello quantico, Macro Edizioni, 2002 Bergamaschini, Marazzini, Mazzoni, L'Indagine del mondo fisico VOLUME F, Signorelli Editore Discorso di Richard Feynman, There's Plenty of Room at the Bottom ( http://www.zyvex.com/ nanotech/feynman.html ) "Ordine a Buon Mercato" da Primo Levi, I Racconti, Einaudi 1996 Pubblicazioni scientifiche dalla rivista Physics World (edita dalla Society of Physics londinese) e relativo sito web Davide Terzi! Liceo Scientifico F. Lussana Anno Scolastico 2007/2008 22
Davide Terzi! Liceo Scientifico F. Lussana Anno Scolastico 2007/2008
Introduzione
L’Espresso
Qualche mese fa lessi un articolo sul giornale che spiegava i notevoli
progressi fatti in questi ultimi anni per riprodurre, in sistemi artificiali, il caratteristico
adattamento ambientale e apprendimento empirico dell’intelligenza umana. Il punto che
mi interessa maggiormente è però la scoperta del ruolo fondamentale degli effetti
quantistici nel rendere possibile il calcolo (sia numerico che logico) su scala
nanoscopica. Infatti, come spiegherò nella seconda sezione di questo lavoro, gli effetti
quantistici sembrano essere l’unica salvezza di un sistema avente velleità di calcolo a
temperatura ambiente (come il nostro cervello del resto). L’utilità derivante dallo
sviluppo di queste conoscenze spazia dalla tecnologia, la costruzione di computer di
nuova concezione adatti a nuovi scopi, alla biologia, addentrandosi nella struttura
fisiologica dei neuroni e sulla tipologia delle loro connessioni. Questo è un argomento
molto complicato che non sono in grado di trattare, invade però un campo vasto e in
ascesa della scienza contemporanea, che mi affascina molto e di cui invece vorrei trattare.
La fondamentale importanza dell’ordine di grandezza, in questo problema in
particolare, mi fece ricordare un’esperienza di stage presso l’Università Statale di Milano
sulle nanotecnologie nell’ambito del programma Nanotech Summer Week ’07 della
Regione Lombardia. Questo lavoro è essenzialmente una rielaborazione degli appunti
presi in quei giorni. Anche il fronte dei materiali nanostrutturati è stato aperto di recente
(quasi mezzo secolo) e è in rapido sviluppo grazie anche ai nuovi microscopi ( o forse
nanoscopi) vedere gli atomi
dovremmo chiamarli che ci permettono di e che sono un vero
fiore all’occhiello della scienza, per come usano teorie apparentemente astratte
formulate nel corso del novecento per fornire immagini formidabili.
Storie Naturali
Nella bellissima ma poco conosciuta raccolta di novelle Primo Levi
narra di una della tante meraviglie tecnologiche immesse sul mercato da una fantomatica
azienda americana. Il Mimete, questo il nome della macchina, duplica documenti, ma non
come una comune fotocopiatrice. Il Mimete ricrea in tutto e per tutto il documento, le
fibre e le imperfezioni della carta, le lacerazioni, le macchie
“in un processo di duplicazione in cui nella esatta posizione di ogni singolo atomo del
modello viene fissato un atomo estratto dalla miscela di alimentazione: carbonio dove era
carbonio, azoto dove era azoto, e così via (...). Si trattava veramente di una tecnica
rivoluzionaria: la sintesi organica a bassa temperatura, l’ordine dal disordine in silenzio,
rapidamente e a buon mercato: il sogno di quattro generazioni di chimici.”
“Ordine a buon mercato” in Einaudi, 1966
Storie Naturali,
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Per ora c’è, di certo, che anche sull’onda di un gigantesco programma di ricerca
lanciato negli USA dall’Amministrazione Clinton all’inizio del 2000 tutti i paesi
industrializzati, incluso il nostro, si stanno attrezzando per affrontare la sfida
nanotecnologica. In tempi relativamente brevi e in alcuni settori specifici l’avvento delle
nanotecnologie porterà a risultati tangibili ed economicamente vantaggiosi. Comunque
per avere vere e proprie macchine molecolari o nanorobot dovremmo aspettare ancora
un decennio.
Il problema che ci si pone più insistentemente quando si tratta di nanoscienze è
l’ordine di grandezza limite sopra il quale possiamo tranquillamente utilizzare la fisica
classica per capire, produrre e riprodurre i fenomeni naturali, e sotto il quale ci si
manifesta l’intrinseca casualità portata dagli effetti quantistici che producono effetti
pressoché inspiegabili.
Il questo lavoro intendo proprio descrivere come gli scienziati si stanno avvicinando
al problema, progettando strumenti sempre più piccoli da un lato, e costruendo atomo
per atomo dall’altro, cercando di capire come si interfaccino il mondo macroscopico e il
relativo substrato nanoscopico che noi stiamo scoprendo solo recentemente.
Il linguaggio che ho deciso di adottare per la stesura di questo testo è quello
semplice e discorsivo, visto che se dovessi addentrarmi nelle diatribe matematiche e
formali delle questioni qui esposte mi troverei quasi subito senza mezzi ne capacità per
sostenere un’esposizione coerente, corretta e attendibile.
Il mio intento non è inanellare una serie di dimostrazioni di fisica o matematica, ma
mostrare lo stato attuale di un ristretto campo della ricerca fisica e delle sue maggiori
applicazioni tecnologiche sfatando il mito della difficoltà della fisica contemporanea:
sicuramente la matematica connessa spaventa tutti, anche noti premi Nobel, ma la
sostanza sul funzionamento della natura può essere spiegata a tutti con un po’ di
esperienza e tanta pazienza.
Certo, se si possiede la retorica e la fantasia di Feynman
1 si è avvantaggiati!
La figura di Richard Feynman sarà ricorrente nel corso di questo lavoro per almeno due motivi: il primo è perché egli ha
1
avuto un ruolo di tutto rispetto anche nelle prime fasi dello sviluppo delle nanoscienze oltre che in svariati altri ambiti della
fisica, teorica e non; il secondo è che la sua personalità era alquanto eccentrica e affascinante, sapeva cogliere gli aspetti
essenziali di un problema e spiegarli in modo semplicissimo con degli esempi. Ritenendo questo il modo migliore di fare
fisica, non posso che elevare la figura di Feynman a guida per il mio lavoro.
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1. Il Mondo Nanoscopico
“Ciò di cui voglio parlare è il problema di manipolare
e controllare le cose su una piccola scala. Appena
accenno a questo, la gente mi parla della
miniaturizzazione e di quanti progressi si siano fatti
oggi. Mi parlano di motori elettrici grandi quanto
l’unghia del vostro mignolo (...). Ma questo non è
niente; è il passo più primitivo nella direzione che
intendo discutere (...). Quando nel 2000 la gente
guarderà indietro, si chiederà perché si sia arrivati al
1960 prima di muoversi seriamente in questa direzione. Ma
non mi spaventa affrontare anche la questione finale,
cioè se - in un lontano futuro - potremo sistemare gli
atomi nel modo in cui vogliamo; proprio i singoli atomi,
al fondo della scala! (...) Per quanto ne so, i principi
della fisica non impediscono di manipolare le cose atomo
per atomo. Non è un tentativo di violare alcuna legge; è
qualcosa che in principio può essere fatto, ma che in
pratica non è successo perchè siamo troppo grandi.”
Tratto dal discorso pronunciato il 29 dicembre 1959 da
Richard Feynman al CalTech durante la riunione annuale
della American Physical Society e considerato l’atto di
nascita ufficiale delle nanotecnologie.
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1.1 Considerazioni Generali
Il termine nanoteconlogia indica la capacità di manipolare la materia a livello
nanometro,
atomico e molecolare e deriva da un miliardesimo di metro, una dimensione
in cui stanno non più di sei atomi di carbonio; una dimensione, tanto per darne un’ idea,
200 000 volte più piccola dello spessore di un capello. Tanto piccolo ma non troppo! I
fisici si occupano da sempre di dimensioni ancora più piccole quando studiano le
particelle elementari interne agli atomi ed ai loro nuclei. Per avere comunque un’ idea,
basti pensare che affinché una struttura di dimensioni nanometriche sia osservabile ad
occhio nudo nei suoi minuti particolari occorre ingrandirla 10 milioni di volte.
Vi sono due strade maestre per accedere al mondo delle nanotecnologie:
1. La fabbricazione molecolare; questo comporta la manipolazione dei singoli atomi
(dal componente elementare alla struttura complessa). Questo processo è chiamato
bottom-up e è il traguardo verso cui sono rivolte tutte le forze scientifiche e
ingegneristiche al momento poiché è la strada che offre le maggiori prospettive di
sviluppo pratico e ci permetterebbe di costruire manufatti nello stesso modo con cui la
natura si auto-plasma.
2. L’ultraminiaturizzazione, con cui si producono dispositivi sempre più piccoli (dalla
top-down
struttura complessa al componente elementare). Questo processo è chiamato
e rappresenta la strada utilizzata finora in primo luogo nella progettazione e
costruzione di unità computazionali e dispositivi elettronici sempre più potenti ma
soprattutto efficienti in termini energetici. Attualmente stiamo raggiungendo il limite
fisico disponibile per questa modalità di ingegneria su scala nanometrica.
Le nanotecnologie sono una scienza realmente multidisciplinare. Gli scienziati dei
materiali, gli ingegneri meccanici ed elettronici e i ricercatori in campo medico lavorano
in coordinamento con fisici, biologi e chimici. La ricerca su scala nanometrica è
accomuntata dal bisogno degli scienziati di scambiare le conoscenze riguardanti gli
strumenti, le tecniche e le interazioni atomiche e molecolari che si producono in questa
nuova frontiera della scienza. Nuovi potenti concetti e capacità, come l’elaborazione di
immagini e la manipolazione su scala atomica, l’autoassemblaggio, i rapporti tra struttura
biologica e funzioni biologiche (di cui tratterò nella seconda sezione), insieme con
strumenti di calcolo sempre più potenti, stanno convergendo rapidamente nel campo
delle nanoscienze da diversi ambiti di ricerca prima separati. La ricerca interdisciplinare
a lungo termine riguarderà lo sviluppo della conoscenza fondamentale fino alla creazione
di nuovi materiali, di nuovi strumenti di manipolazione degli atomi e di applicazioni
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industriali all’avanguardia. Si stanno mettendo in particolare risalto lo studio dei nuovi
materiali intelligenti e la Nanobiotecnologia. Questa potente associazione di scienza dei
materiali e bioteconologia produrrà processi e industrie completamente nuovi.
Il legame tra le nanotecnologie e la vita è un punto critico sul quale insisterò nel
corso di questo testo. Infatti è impossibile non notare come tutti sistemi biologici, dai più
paramecio uomo
semplici come il ai più complessi come l’ abbiano bisogno dell’attività
frenetica delle loro componenti microscopiche (le cellule) e nanoscopiche ( i ribosomi, i
mitocondri e gli altri organuli che rendono la cellulla il mattone della vita).
Ad esempio i cloroplasti presenti nelle foglie e nei fusti della piante erbacee e che ne
permettono la fotosintesi. I cloroplasti si presentano generalmente come dischi piatti del
2-10 micrometri e spessi circa 1 micrometro.
diametro di Il cloroplasto è delimitato da
due membrane; la membrana esterna è
permeabile per la maggior parte delle
molecole, mentre quella interna è
decisamente più selettiva ed è
attraversata da proteine di trasporto
specifiche. I due doppi strati lipidici
sono separati da uno spazio. Il fluido
stroma:
interno al cloroplasto è chiamato
esso contiene molti enzimi coinvolti nel
metabolismo dell’organulo, il DNA
circolare e i ribosomi. All’interno del
cloroplasto ci sono delle piccolissime
membrane sovrapposte chiamate tilacoidi che contengono clorofilla.
I cloroplasti sono direttamente coinvolti nella fotosintesi clorofilliana, che è un
processo chimico che trasforma l’energia trasportata da una parte della radiazione solare
in energia chimica sottoforma di glucosio. La cosa che a noi interessa però è che il
complicato processo mediante il quale ciò avviene è inspiegabile se non si conoscono i
risultati delle ipotesi quantistiche: infatti i due fotosistemi che eseguono la fotosintesi
( uno assorbe una lunghezza d’onda di 700nm, mentre l’altro di 680nm) sono composti
da molecole di clorofilla i cui atomi sono bombardati dai fotoni provenienti dal sole,
causando la promozione dei loro elettroni da un orbitale a bassa energia a uno a energia
maggiore. Questa situazione, chiaramente instabile, viene ristabilizzata con il passaggio