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Sintesi

Tesina - Premio maturità  2008

Titolo: La questione meridionale e l'emigrazione

Autore: Mariagrazia Cardile

Descrizione: la mia tesina vuole mettere in evidenza i gravi problemi che hanno dovuto affrontare e che ancora oggi affrontano gli emigrati e gli immigrati.

Materie trattate: italiano, storia, diritto, scienze sociali, arte, spagnolo

Area: umanistica

Sommario: Il verismo fu un movimento post-romantico che sorse in Italia intorno al 1870, preceduto dalla Scapigliatura milanese e ispirato, sotto molti aspetti, alle dottrine del contemporaneo Naturalismo francese. Esso nasce come applicazione diretta del pensiero positivista e si propone di descrivere la realtà  psicologica e sociale con gli stessi metodi usati dalle scienze naturali (da qui il nome naturalismo). Teorici e divulgatori del movimento naturalista furono Emile Zola e Luigi Capuana che lo diffusero in Italia mediante la pubblicazione delle loro opere. Il Verismo italiano è diverso dal Naturalismo francese, anche se entrambi hanno alla base una concezione deterministica della vita, perché gli italiani rifiutavano l'introduzione delle scienze nella letteratura, in quanto essa, come afferma il Verga non doveva servire a scopi scientifici perché la "letteratura è arte, non è scienza" e inoltre perché i naturalisti si preoccupavano di rappresentare la vita delle grandi metropoli, mentre in Italia il Verismo è regionale, dialettale, campagnolo, perché tiene conto delle diverse situazioni sociali. Di conseguenza il verista quando narra deve interpretare il silenzio dei contadini e tradurlo in parole. Il Verismo si basa su una letteratura oggettiva, vi è una tendenza al vero. L'opera si deve presentare agli occhi del lettore come una storia vera, deve fare in modo che il lettore si trovi faccia a faccia con il fatto nudo e schietto. Lo scrittore deve mettersi nella pelle dei personaggi e deve dare l'impressione che l'opera sia fatta da sé.

Estratto del documento

VISIONE

Alla base della visione di Verga stanno posizioni

 radicalmente pessimistiche: la società umana è per lui

dominata da un meccanismo crudele cioè “la lotta per

la vita”, per cui il più forte schiaccerà sempre il più

debole. La generosità, l’altruismo, la pietà sono dei

valori che non trovano posto nella realtà effettiva. Gli

uomini sono mossi non da motivi ideali, ma

dall’interesse economico, dall’egoismo, dalla volontà di

sopraffare gli altri.

Novella Libertà Rusticane”

Questa novella fa parte della raccolta “Novelle

 e in essa Verga rivive la vicenda di Bronte dopo la rivolta

della povera gente che voleva dividere le terre dei ricchi.

Alcuni, sventolavano un fazzoletto rosso dal campanile e

altri gridavano nella piazza più grande la parola “Libertà”.

Don Antonio fu ucciso mentre cercava di fuggire e anche il

reverendo supplicava di non essere ucciso. Don Paolo fu

ucciso davanti casa, sotto gli occhi della moglie. Neddu, il

figlio del notaio, fu ucciso nel modo più terribile possibile,

infatti era ancora cosciente quando gli fu vibrato il colpo

finale. Si faceva strage di chiunque fosse ricco, per questo la

baronessa aveva fatto fortificare la sua abitazione e i suoi

servi sparavano contro la folla, che non si demoralizzò e

sfondò il cancello, dando la caccia alla donna che fu trovata

con i suoi tre figli e tutti furono trucidati.

La follia della gente si placò soltanto a sera, quando la pazza

folla diminuì consistemente. Si pensò a come dividere le

terre, ma i contadini, non sapevano come fare perché non

c’erano periti per misurare la grandezza dei terreni, notai

per registrare la proprietà, e così via. Il giorno dopo il

generale Nino Bixio stava venendo a fare giustizia e molti

scapparono opportunamente, perché egli appena arrivò fece

fucilare alcuni rivoltosi; poi vennero i giudici, che

interrogarono i colpevoli e li portarono via per il processo.

Le cose in paese tornarono come prima, infatti i ricchi

avevano le loro terre e i poveri dovevano lavoravi per vivere.

• STORIA (La questione meridionale)

Proclamata ufficialmente nel marzo del 1861,

L’unità d’Italia appariva irta di difficoltà, di

ordine amministrativo, finanziario, economico e

culturale. L’agricoltura appariva arretrata e

soprattutto caratterizzata da profonde differenze

tra Settentrione e Meridione.

Agli sviluppi capitalistici dell’agricoltura

piemontese, lombarda e di qualche zona

dell’Italia centrale, faceva riscontro lo stato di

stagnazione dell’agricoltura del Mezzogiorno e

delle isole, dove ancora prevaleva la grande

proprietà latifondista e forme di gestione feudale.

I contadini avevano un basso livello culturale e la

maggior parte risultava analfabeta. Bisognava

inoltre uniformare costumi e usi, pesi, misure e

monete diverse; così in questi anni prese corpo la

“QUESTIONE MERIDIONALE”.

cosiddetta Infatti

la scelta operata dal Piemonte, cioè la costrizione

obbligatoria e la mancanza di miglioramento

nella vita dei contadini rese il nuovo Stato una

realtà lontana ed estranea, a cui alcuni reagirono

con atti di ribellione: questo fenomeno venne

chiamato “brigantaggio”; infatti in Calabria,

Campania e Basilicata, bande armate di briganti

rapinarono, uccisero e incendiarono le proprietà

dei nuovi ricchi. La lotta si concluse nel 1865 con

migliaia di morti e di condanne. Il dualismo tra

Nord e Sud si accentuò ancora di più agli inizi del

‘900 con il decollo industriale che interessò

soltanto alcune zone e non conobbe una

diffusione uniforme, manifestandosi nel

“triangolo” Torino, Milano, Genova. Ma quando al

Ministero degli Interni fu chiamato Giovanni

Giolitti, la “Questione Meridionale” trovò un

parziale sfogo.

Giolitti partiva dal presupposto che il basso tenore di vita delle classi popolari,

fosse una delle cause della ristrettezza del mercato interno e un limite allo

sviluppo dell’economia. Quindi egli privilegiò lo sviluppo industriale,

favorendo un miglioramento delle condizioni economiche generali del paese.

Questo sviluppo, contribuiva a peggiorare la situazione delle regioni arretrate

del paese ad economia agraria, e le condizioni di vita del mondo contadino,

soprattutto nel Mezzogiorno.

Ma il problema non venne ignorato da Giolitti che si sforzò di affrontarlo e di

risolverlo. Egli cercò di ovviare questo problema, attraverso una serie di leggi

“speciali” dirette specificatamente alle regioni meridionali e alle Isole, che

prevedevano particolari stanziamenti finanziari da parte dello Stato con

facilitazioni per la creazione di un sistema organico di Infrastrutture e

Cassa Nazionale di

incentivi agli investimenti industriali. Venne istituita la

Assicurazione contro gli infortuni sul lavoro.

Fu emanata la prima regolamentazione del lavoro infantile, che li sottraeva

allo schiavismo, e poi l’approvazione di una legislazione sociale che

regolamentava il lavoro estivo e notturno.

Si trattò di iniziative positive, i cui risultati, furono modesti ma comunque

non tali da migliorare in maniera sensibile la grave situazione del

Mezzogiorno. A causa di ciò la maggior parte della popolazione del Sud, per

poter trovare un’occupazione redditizia, fu costretta ad emigrare verso gli

Stati Uniti. •DIRITTO (La tutela giuridica degli stranieri)

Gli stranieri sono quei soggetti che possiedono una cittadinanza

diversa da quello italiana, o che addirittura non né possiedono, quindi

si deve distinguere tra CITTADINI COMUNITARI E CITTADINI

EXTRACOMUNITARI. Nel nostro ordinamento giuridico lo stranieri

L’articolo 10

ha una posizione non diversa dal cittadino italiano.

della Costituzione, prevede il diritto di asilo politico favore degli

stranieri al quale sia impedito nel suo Paese d’origine l’esercizio delle

L’articolo 16 delle Disposizioni sulla legge in

libertà democratiche.

generale, di reciprocità, per cui lo straniero gode

prevede la clausola

dei diritto e doveri attribuiti al cittadino, a condizione che

l’ordinamento del suo Paese faccia valere gli stessi diritti per i

cittadini italiani. I soli cittadini comunitari sono quasi al peri con i

cittadini italiani, infatti posso liberamente attraversare i confini di

uno Stato membro dell’Unione europea senza dover sottoporsi ad un

controllo. Diversamente dai cittadini extracomunitari che, per

soggiornare all’interno di uno Stato membro dell’Unione devono

il rilascio della carta di soggiorno.

ottenere I cittadini extracomunitari

il diritto

sono quindi soggetti a restrizioni per quanto riguarda

d’ingresso, soggiorno e permanenza nel nostro Paese. Possono entrare

turismo, studi, lavoro subordinato o

in Italia per vari motivi:

autonomo, culto, cura, ecc..

Per entrare in Italia, il cittadino extracomunitario deve:

Possedere il permesso di soggiorno;

Essere fornito del visto d’ingresso, rilasciato dalle autorità

competenti in relazione ai motivi del viaggio.

Inoltre allo straniero viene consegnata una comunicazione scritta che

illustri i diritti e i doveri relativi all’ingresso e al soggiorno nel nostro

permesso di soggiorno

Paese. Lo straniero che sia in possesso del è

autorizzato ad entrare regolarmente in Italia. Il permesso rilasciato

dalla questura, ha di norma la durata prevista dal visto d’ingresso.

Il 30 luglio del 2003 a queste leggi, sono state apportate delle modifiche

legge Bossi-Fini.

con la

Innanzitutto, concede il permesso di soggiorno soltanto agli stranieri che

contratto di soggiorno per lavoro subordinato,

abbiano stipulato un

fra un datore di lavoro italiano o straniero regolarmente soggiornante in

Itali e uno straniero. Allo straniero che richiede o rinnova il permesso

impronte digitali.

vengono prese le Il datore di lavoro che fa lavorare

un extracomunitario rischia la multa e l’arresto. Se prima della scadenza

del permesso di soggiorno, lo straniero perda il posto di lavoro, egli è

obbligato a ritornare in patria, altrimenti diviene irregolare e rischia

l’espulsione amministrativa, che consiste nel rinvio allo Stato di

è vietato entrare in

appartenenza o provenienza. Allo straniero espulso

Italia per almeno 10 anni. L’extracomunitario dopo l’espulsione se

dovesse rientrare rischia la reclusione.

Il clandestino (cioè lo straniero che non possiede documenti di

Centro di permanenza

identità) è accompagnato in un e vi resta fino a 60

giorni, durante i quali le autorità tentano di accertarne l’identità per

rimandarlo in patria. Se il tentativo fallisce, egli è intimato di lasciare il

Paese entro 3 giorni.

• SCIENZE SOCIALI (Globalizzazione – Devianza – Migrazioni)

Come prodotto

dell’industrializzazione, il

mondo presenta una divisione

che si può in qualche modo

ricondurre al binomio città-

campagna, i paesi cioè di lunga

industrializzazione e quelli dove

essa è arrivata in tempi recenti,

o non è ancora arrivata.

L’uomo, nel corso della sue

esistenza, ha spesso

sperimentato due opposti modi

di relazionarsi con lo spazio

circostante: mentre la maggior

parte dell’umanità non si è quasi

allontanata dal luogo dove è

nata, una minoranza si è mossa,

attraversando mari e montagne

alla ricerca di nuovi mondi.

Oggi gli spostamenti sono

infinitamente più facili: ci si

muove per piacere o per cercare

speranze di vita e quindi si parla

della nostra epoca come epoca

della globalizzazione, si pensa

caratterizzata dall’estensione

planetaria dei processi

produttivi e dalla facilità del

trasferimento di merci e

capitali. Devianza

Con il termine “DEVIANZA” si

indica l’insieme dei

comportamenti che non si

conformano alle norme di una

determinata cultura. Devianti non

sono i criminali, ma tutti coloro

che tengono comportamenti non

sentire

perfettamente aderenti al

comune, così che sono stati

considerati devianti i malati

mentali, i portatori di handicap, i

poveri, gli stranieri, ecc..

Un altro aspetto tipico è il

l’identità del

rapporto con

soggetto la

e

sua classe sociale, così che un

atto compiuto da noi stessi è

ritenuto accettabile, invece se

compiuto da altri è considerato

deviante. La devianza spesso tende

a portare all’etichettamento dei

comportamenti e delle persone. Migrazioni

Nella nostra società una figura spesso identificata

Migrante,

come deviante è quella del spesso

extra-comunitario clandestino:

definito o secondo

cui il suo comportamento sarebbe deviante ancor

prima di mettere piede su di un determinato

territorio. I movimenti migratori sono stati e sono

tuttora fattori fondamentali dell’evoluzione delle

civiltà: è grazie alle migrazioni che si sono

popolate intere regioni e soprattutto che sono

cresciute le città e in seguito le metropoli, e ancora

l’incontro tra culture differenti ha favorito lo

sviluppo delle idee e il cambiamento dei

comportamenti quotidiani. Nell’antichità le cause

delle migrazioni sono da cercare nelle variazioni

climatiche, nell’esaurimento delle risorse prima,

nell’espansione degli imperi e nei traffici marittimi

poi.

I processi di colonizzazione europea, hanno

provocato immensi spostamenti di popolazione e

ulteriori rimescolamenti culturali , mentre con la

Rivoluzione Industriale ha preso il via quel

processo migrante dalle campagne verso le città e

dalle aree meno sviluppate a quelle più sviluppate

che è in atto ancora oggi. Le cause di questi

movimenti sono da ricercare sempre negli squilibri

socioeconomici, nella povertà quindi, nella

speranza di sopravvivenza o nel desiderio di

conquistare uno standard di vita migliore.

Per quanto riguarda l’Italia, il nostro paese si è

trasformato da paese di immigrati a paese di

immigrazione, che contribuiscono non solo allo

sviluppo economico del nostro paese ma al saldo

attivo della popolazione. Le legislazioni che

impediscono le migrazioni generano i rischi della

migrazione clandestina e ne consegue i rischi di

morte durante il tragitto, i rischi dovuti a

condizioni di nuova schiavitù, i rischi

dell’espulsione; di fronte a ciò, la scelta di migrare

viene presa quindi solo da una ristretta minoranza

di persone, spinte dalla necessità e dal desiderio di

fuga rispetto alla situazione in cui vivono, cioè

guerra, violenza, sistemi dittatoriali, ecc…

•ARTE (Realismo, Naturalismo, Verismo)

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