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Sintesi

Tesina di maturità 

Indice
Mappa concettuale ..3
Introduzione .. 4
Storia .. 5
Italiano 11
Arte ..14
Inglese .. .27
Latino .. 33
Matematica .. 37
Astronomia .. 40
Loro .. . . 46
Bibliografia .. . 52
Ringraziamenti .. . 53

Storia: - processo di emancipazione femminile - - ruolo delle donne durante e dopo le guerre - potere sotto diverse forme - le principali figure femminili odierne

Italiano: Sibilla Aleramo, Una donna - biografia dell'autrice - la sua opera

Astronomia:- Margherita Hack,il contributo di una donna - le stelle (collegamento ad un suo approfondimento

Inglese: - Emily Brontë, breve biografia alla scienza - contesto storico (the Victorian age ) - analisi del testo Wuthering sulle Cefeidi) heights

Letteratura latina: - Medea, eroina senecana - analisi del personaggio e traduzione nel corso dei secoli -analisi dell'opera Giuditta II

Storia dell'arte: - la visione della donna nell'arte - Klimt, l'artista delle donne

Matematica: -Sof'ja Kovalenvskaja, matematica russa -teorema di Cauchy

Bibliografia:
• "Immagini delle donne" di Georges Duby e Micelle Pierrot
• "Literature and beyond" vol.3 di B. deLuca, U. Grillo, P. Pace, S. Ranzoli
• "La storia dell'arte, dal neoclassicismo all'arte contemporanea" di Cottino, Dantini, Guastalla
• "Medea e Fedra" di Seneca, traduzione di Biondi
• "Pianeta tre" di Neviani, Pignocco, Feyles
• I miei appunti ;)

Fonti internet
• www.wikipedia.it
•
• www.google.com

Estratto del documento

Fino alla prima metà del ‘900 alle donne venne impedita l’attività di avvocato e

• magistrato. Motivo: gli sbalzi umorali dovuti alle mestruazioni avrebbero penalizzato

la serenità del giudizio. 10

LETTERATURA ITALIANA

Sibilla Aleramo, Una donna

Sibilla Aleramo,scrittrice italiana, nacque ad Alessandria il

14 agosto 1876 con il nome di Rina Faccio. La sua

adolescenza fu un periodo difficile : il matrimonio dei

genitori fallì presto e la madre, psichicamente instabile,

tentò il suicidio gettandosi dal balcone di casa. In seguito

venne internata in una casa di cura; Rina reagì con un

atteggiamento anticonformista e a 16 anni cominciò a

lavorare come bibliotecaria nella fabbrica del padre.

Giovanissima, fu stuprata da un collega, Ulderico

Pierangeli, il quale divenne suo marito a seguito del

matrimonio riparatore che accordarono.; la gravidanza però fu interrotta a causa di un aborto

spontaneo.

Prigioniera di un matrimonio non voluto e di un marito manesco, cercò una via di fuga in una

nuova gravidanza che portò alla nascita del figlio Walter.

La situazione non subì miglioramenti e Rina tentò di avvelenarsi; iniziò così a scrivere racconti e

articoli e a collaborare con riviste femministe, nonostante il suo titolo di studio fosse solo la licenzia

elementare. Italia

Trasferitasi a Milano con la famiglia del marito, nel 1899, le fu offerta la direzione della rivista

femminile

; desiderosa di separarsi, fu obbligata con le percosse a rimanere. Solo nel 1901

abbandonò il marito e, costretta, anche il figlio iniziando così una nuova vita.

Da principio si legò al poeta Damiani; ebbe poi una lunga relazione con lo scrittore Giovanni Cena

e nel 1906, con lo pseudonimo di Sibilla Aleramo, pubblica il suo primo libro, fortemente

Una donna.

autobiografico,

Terminata la relazione con Cena condusse una vita piuttosto errante: ebbe una relazione con la

giovane intellettuale Lina Poletti, nel 1911 soggiornò a Firenze; nel 1913, a Milanio, si avvicinò ai

futuristi, a Parigi (1913-14) conobbe Apollinaire e a Roma Grazia Deledda. In questo periodo ebbe

brevi relazioni sentimentali con personalità già celebri o in procinto di diventarlo.

Seguì un periodo florido della sua produzione letteraria grazie alla quale riscosse molto successo.

Femminista, pacifista e comunista, Sibilla Aleramo non si adeguò mai a ruoli o immagini

tradizionali; ebbe alcune relazioni lesbiche di cui la più nota è con l’attrice Eleonora Duse; tutto ciò

portò intellettuali misogini a definire la Aleramo “lavatoio sessuale della cultura italiana”. 11

Nel 1925 fu firmataria del Manifesto degli intellettuali antifascisti e, poiché conosceva Anteo

Zamboni, l’attentatore del Duce, venne arrestata; tuttavia, ottenuto un colloquio con lo stesso

Mussolini ne uscì indenne.

Nel 1928, ormai ridotta in povertà, tornò a Roma dove pubblicò raccolte di poesie e volumi di

prosa.

Nel 1936 si innamorò di Franco Matacotta, uno studente di quarant’anni più giovane di lei, a cui

restò legata per dieci anni.

Al termine della seconda guerra mondiale si impegnò in campo politico e sociale collaborando con

Unità

l’ .

Morì nel 1960, a Roma, dopo una lunga malattia.

Una donna

Una donna è il libro che Sibilla Aleramo compose tra il 1901 e il 1904 e che ebbe un’immediata

fortuna poiché fu uno tra i primi libri femministi ad apparire in Italia. Il romanzo, inizialmente

rifiutato da molti editori, è diviso in due capitoli in cui l’autrice narra in prima persona la sua vita,

dalla fanciullezza alla maturità.

Trama

Quando Sibilla ha otto anni, il padre, sorgente dei suoi ideali, decide di lasciare Milano (e quindi

anche il suo impiego di ingegnere) per dirigere una fabbrica di bottiglie in meridione.

La giovane collabora con entusiasmo e curiosità come segretaria della fabbrica suscitando nel

paese meraviglia e critiche per il suo atteggiamento anticonvenzionale e sprezzante tra gli operai.

Tra il padre e la madre della protagonista intanto si accumulano tensioni tanto che la donna tenta

il suicidio a cui però sopravvive; vittima di una demenza progressiva, verrà ricoverata in manicomio

dove resterà fino alla morte.

Nel frattempo la ragazza scopre la relazione extraconiugale del padre. Da quel momento assume

un atteggiamento aperto e giudicante che causerà la fine del rapporto tra i due. Costretta al

matrimonio riparatore che accetta senza gioia, a seguito dello uno stupro di un collega, vive

l’esperienza come una perdita di libertà, il marito inoltre si dimostra ben presto una persona

meschina e poco affine alla personalità della donna.

Nonostante la nascita di un figlio, i rapporti non migliorano.

Per aver risposto alle attenzioni di un altro uomo, il marito la maltratta violentemente e la chiude in

casa per un certo periodo durante il quale la depressione aumenta tanto da farle tentare il suicidio.

Poco dopo, a causa dell’attrito con il suocero, il marito decide di trasferirsi a Roma con la moglie e

il figlio; intraprendendo una collaborazione giornalistica con una rivista femminile matura l’idea,

12

anche grazie al ricordo della madre che sacrificò ai figli e al marito la sua esistenza infelice, che

una donna possa condurre una vita indipendente.

Il marito persevera nei maltrattamenti scatenati dai sospetti sorti in seguito al cammino di ricerca

spirituale che la donna intraprende con un uomo; l’unico motivo per cui lei indugia nel lasciarlo è la

possibilità di non poter portare con sé l’unica sua ragione di vita, il figlio.

Tuttavia, quando scopre che il marito è affetto da una malattia venerea contratta evidentemente

da altre donne, Sibilla prende la sua definitiva e dolorosa decisione di andarsene lasciando la casa

e l’amato bambino.

La donna decise di dedicare il libro al figlio affinché, una volta cresciuto, avrebbe capito le sue

motivazioni e l’avrebbe perdoni.

Il romanzo è parzialmente autobiografico (alcuni fatti sono stati modificati o completamente

inventati), ciononostante esprime molto bene la personalità forte, seppur inizialmente sovrastata

dall’ “autorità” del marito, della donna.

Sibilla ha sempre seguito la sua strada restando fedele ai suoi ideali e mostrando indifferenza

verso le critiche, grazie a questo ha potuto esprimersi e vivere liberamente. 13

STORIA DELL’ARTE

La visione della donna nell’arte

Le opere d’arte del XX secolo sono senza dubbio le prime opere ad essere svincolate da qualunque

funzione, le prime a proporsi come puro godimento estetico.

Nei periodi precedenti le opere avevano un significato, riflettevano un’intenzione. Nel privato

stabilivano un ponte di comunicazione tra due esseri separati, tenevano viva la memoria di una

defunta o di un’amante lontana; favorivano slanci devozionali.

Nella funzione pubblica l’intento era, ed è, quello di sostenere la diffusione di una dottrina o, più

semplicemente nell’immagine pubblicitaria, di promuovere un prodotto di consumo.

Sono pochi i nomi che emergono nella storia di pittrici o scultrici; infatti in passato le donne erano

relegate ad una posizione marginale, potevano al massimo occuparsi dell’arredamento domestico o

apprendere lavori appunto definiti “femminili” quali il ricamo e il cucito; e se qualche “ribelle”

trasgredendo ai divieti, si avvicinava al mondo della creazione veniva mostrata a dito, tacciata di

eccentricità e rifiutata.

Tutt’oggi la creazione di immagini, ad eccezione di alcuni settori come il cinema o la fotografia, è

uno dei campi in cui il dominio maschile continua a prevalere.

donna tema

Tuttavia la sin dagli albori della storia è stata per i costruttori d’immagine un

prediletto il che può aiutarci nello studio dell’evoluzione di usi e costumi e della posizione

occupata dalla donna nella società in rapporto agli uomini (tenendo sempre ben presente che ciò

che viene rappresentato rispecchia esclusivamente l’immaginario maschile).

Da questa ricerca emergono le tre figure ossessive con cui l’uomo immagina la donna:

La partner nei giochi d’amore

• La madre protettiva e consolatoria

• La compagna indispensabile, tenuta tuttavia in posizione subalterna

• 14

La prima di queste figure ha costituito il tema per

eccellenza.

Con qualsiasi tecnica, su qualsiasi superficie lo scopo era

sempre quello di esaltare la gradevolezza delle forme

femminili proposte sotto aspetti sempre mutevoli in accordo

in accordo con i diversi canoni tipici di ogni epoca.

Come amazzone intrepida o guerriera, come madre di

famiglia o come odalisca illanguidita nella penombra di

stanze vietate. Diverse erano le sembianze.

Molto importante fu il ruolo del pudore il quale spesso portò

alla censura o alla confisca di opere specialmente se

destinate all’esposizione in pubblico; ne risentì sia la libertà

dell’artista che la figura della donna stessa. Persino nella

letteratura

Moreau, L’apparizione, 1876

le canzoni d’amore o i racconti di avventura non osavano spogliare la dama o la fata dai drappeggi

di seta.

“Fortunatamente” però a partire dal XIX sec. il nudo divenne un genere pittorico posto sullo stesso

piano delle nature morte e dei paesaggi.

Tiziano, La venere di Urbino, 1538 Manet, Olympia, 1865

Nella coscienza l’uomo vede anche, e soprattutto, la donna come madre, sorgente di vita e rifugio.

La forza di questo modello spiega la frequente presenza nella memoria delle famiglie di

un’antenata fondatrice. 15

La matrona, spesso, riacquistata la libertà a seguito della vedovanza, acquisiva poteri talvolta

nascosti, in particolare quello esercitato sui figli che la rendeva fidata consigliera specialmente per

una oculata gestione del patrimonio.

Onnipotente, questo “fantasma” sta alla base delle immagini femminili maestose, imponenti, assise

quasi come “dee madri”.

Inoltre il nostro sistema religioso ruota attorno alla figura di un dio divenuto

donna.

uomo, nato da una La devozione cristiana si indirizza naturalmente

verso la madre di Dio associata ai valori della maternità e della verginità. La

figura di Maria diviene in tal modo dominante in tutta l’iconografia europea;

il più delle volte rappresentata su un livello di poco inferiore a quello di Gesù

Cristo.

Michelangelo,Giudizio Universale,1536-41 particolare

amante

A dire il vero i tratti dell’ si modellano più nitidamente rispetto a quelli della madre. Prova

ne sia che questo genere di immagini aveva il compito di spingere gli uomini all’azione, di

infiammare i loro cuori.

Nelle rappresentazioni allegoriche Venezia era donna. Su tutti i monumenti

ai caduti della Grande Guerra la Francia è donna come allo stesso modo la

Repubblica nei municipi. In egual maniera lo sono le virtù terrene, carità,

forza, temperanza e giustizia, idee per le quali si è pronti a versare il

proprio sangue come si sarebbe pronti a farlo per una madre o per una

compagna.

Delacroix, La libertà giuda il popolo,1830

Gli uomini si sono convinti che, non potendo fare a meno delle donne, queste dovevano essere

loro soggette e che fosse compito degli stessi quello di correggerle e di tenerle sotto controllo

affinché nulla attentasse alla superiorità dell’elemento maschile.

L’uomo politico compare in pubblico affiancato dalla sempre presente consorte,esibita al fine di

costituire un’immagine solida e rassicurante. Sarà quindi più confortante votare qualcuno che basa

il proprio potere anche un supporto fondamentale come il matrimonio.

Nelle rappresentazioni, in genere, si ricercava l’uguaglianza tra i due coniugi spesso ritraendoli

nella medesima posizione; tuttavia l’immagine femminile mostra una maggiore mollezza nello

sguardo, un languore che la porta a rannicchiarsi all’ombra del suo protettore perché, secondo i

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più, gli uomini vogliono, consciamente o inconsciamente, stabilire che per natura la donna è

debole. In realtà essi la temono. Questa estranea dalle reazioni imprevedibili li sconcerta; la

desiderano più debole, piegata al loro volere. Con l’immagine coltivarono tale certezza sperando

che lei stessa si convincesse che la sua forza era data dalla fragilità da cui poi deriva ogni altra sua

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