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Greco : Sofocle, Edipo Re
Latino: Seneca, Le tragedie
Filosofia: Nietzsche , L'eterno ritorno dell'uguale
Storia: Primavera di Praga
Arte: Magritte, La battaglia delle Argonne
Inglese: George Orwell , 1984
Fisica: Forza di Coulomb e Forza gravitazionale a confronto
Matematica: le derivate
Ed. Fisica: Dalla pratica amatoriale a quella agonistica
Storia:
Greco: Primavera di Praga
Sofocle, Edipo re Latino: Italiano:
Seneca, Le tragedie Italo Calvino, Lezioni americane
L'insostenibile leggerezza
Ed. Fisica: Dalla
dell'essere Pratica leggera
Filosofia: all'agonismo
Fisica:
Nietzsche, L'eterno ritorno Forza di Coulomb Matematica:
e Legge gravitazionale Le derivate
Inglese: a confronto
G. Orwell, 1984
Sullo sfondo : Magritte, La battaglia delle Argonne
F. Nietzsche: L'eterno ritorno
Il mito dell'eterno ritorno afferma, per
negazione, che la vita che scompare una
volta per sempre, che non ritorna, é simile
a un'ombra, é priva di peso, é morta già in
precedenza, e che, sia stata essa terribile,
bella o splendida, quel terrore, quello
splendore, quella bellezza non significano
nulla.[...] Nel mondo dell'eterno ritorno, su
ogni gesto grava il peso di un'insostenibile
responsabilità. Ecco perché Nietzsche
chiamava l'idea dell'eterno ritorno il
fardello più pesante. (Das schwerste
Gewicht). Se l'eterno ritorno é il fardello
più pesante, allora le nostre vite su questo
sfondo possono apparire in tutta la loro
meravigliosa leggerezza.
Storia: La Primavera di Praga
Le tornava spesso in mente il discorso che
Ducek aveva pronunciato alla radio dopo il
suo ritorno da Mosca.[...] Pensava a lui:
soldati stranieri l'avevano
arrestato,arrestato lui, il capo di uno Stato
indipendente, nel suo stesso paese,
l'avevano portato via, l'avevano tenuto
quattro giorni da qualche parte tra le
montagne dell'Ucraina, gli avevano fatto
capire che lo avrebbero fucilato,[...] poi lo
avevano trasferito a Mosca , [...]gli avevano
comunicato che non era più destinato al
l'esecuzione, gli avevano ingiunto di
considerarsi nuovamente un capo di Stato,
lo avevano fatto sedere a un tavolo di
fronte a Breznev e l'avevano costretto a
negoziare.
Greco: Sofocle, Edipo re
Si è innocenti solo per il fatto che non si sa?
[..] La sua irrimediabile colpa non risiede
proprio in quel 'Io non sapevo! Io ci credevo!'?
Fu allora che a Tomas tornò in mente la storia
di Edipo: Edipo non sapeva di dormire con la
propria madre ma, quando capì ciò che era
accaduto, non si sentì innocente. Non poté
sopportare la vista delle sventure che aveva
causato con la propria ignoranza, si cavò gli
occhi e, cieco, partì da Tebe. Tomas sentiva le
grida dei comunisti che difendevano la loro
purezza interiore e diceva tra sé: Per colpa
della vostra incoscienza la nostra terra ha
perso, forse per secoli, la sua libertà e voi
gridate che vi sentite innocenti? Come potete
ancora guardarvi intorno? Come potete non
provare raccapriccio? Siete o non siete capaci
di vedere? Se aveste gli occhi, dovreste
trafiggerveli e andarvene da Tebe!
Italiano : Italo Calvino,
Lezioni Americane
Ma davvero la pesantezza è terribile e la leggerezza
meravigliosa? Il fardello più pesante ci opprime, ci
piega, ci schiaccia al suolo. Ma nella poesia d'amore
di tutti i tempi la donna desidera essere gravata dal
fardello del corpo dell'uomo. Il fardello più pesante
è quindi allo stesso tempo l'immagine del più intenso
compimento vitale. Quanto più il fardello è pesante,
tanto più la nostra vita è vicina alla terra, tanto più è
reale e autentica. Al contrario, l'assenza assoluta di
un fardello fa si che l'uomo diventi più leggero
dell'aria, prenda il volo verso l'alto, si allontani dalla
terra, dall'essere terreno, diventi solo a metà reale e
i suoi movimenti siano tanto liberi quanto privi di
significato. Che cosa dobbiamo scegliere allora? La
pesantezza o la leggerezza?
Inglese: G. Orwell, 1984
Era la verità: l'euforia generale era
durata soltanto i primi sette giorni
dell'occupazione. I rappresentanti della
nazione ceca erano stati portati via
dall'esercito russo come criminali,
nessuno sapeva dove fossero, tutti
tremavano per la loro vita, e l'odio verso i
russi stordiva la gente come alcol. Era
l'ebbra festa dell'odio. Le città ceche
erano coperte da migliaia di manifesti
dipinti a mano con scritte di scherno,
epigrammi, poesie, caricature di Brežnev
e del suo esercito del quale tutti
ridevano come di un circo di analfabeti.
Nessuna festa, però, può durare in
eterno.