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Introduzione Infanzia - Tesina
Questa tesina di maturità descrive il tema dell'infanzia. La tesina abbraccia le seguenti materie scolastiche: in Storia la condizione dei bambini durante l'Olocausto, in Italiano Giovanni Pascoli e "Il Fanciullino", in
Economia aziendale la LEGO e il bilancio d'esercizio, in Inglese Charles Dickens e in Educazione fisica l'importanza dello sport nei bambini.
Collegamenti
Infanzia - Tesina
Storia - La condizione dei bambini durante l'Olocausto.
Italiano - Giovanni Pascoli e "Il Fanciullino".
Economia aziendale - La LEGO e il bilancio d'esercizio.
Inglese - Charles Dickens.
Educazione fisica - L'importanza dello sport nei bambini.
I bambini hanno una sensibilità molto sviluppata al punto che sanno trovare il modo più semplice per
affrontare la realtà.
L’infanzia è sempre stata considerata un mondo di innocenza, bellezza e autenticità dell’essere e il
bambino è simbolo dell’essere indifeso, bisognoso di protezione.
Il bambino rappresenta il nucleo umano della formazione della personalità, fondamento per l’esistenza
futura.
L’infanzia e l’adolescenza sono, appunto, passaggi obbligati per la vita di tutti noi. L’infanzia è per molti il
periodo dell’allegria e della spensieratezza, il periodo dei pomeriggi passati a giocare con le bambole o
giocando a calcio nelle piazzette vicino casa, il periodo in cui si crede ancora che le favole esistano e che
Babbo Natale ti porterà il regalo perché hai fatto il bravo bambino. Poi si cresce e iniziano i primi
cambiamenti fisici, i complessi e i problemi che non tutti siamo abbastanza forti da affrontare a testa alta.
Arriva la fase della nostra vita più ricca di cambiamenti e allo stesso tempo più difficile da affrontare, la
fase in cui iniziamo a fare le prime esperienze “da grandi”, la fase in cui non vogliamo più stare sotto l’ala
protettiva dei nostri genitori sebbene siamo consapevoli di non essere ancora in grado di farcela da soli, la
fase delle delusioni e dell’accrescimento della forza di ognuno di noi. Adesso noi stiamo vivendo l’ultimo
periodo dell’adolescenza in cui, sebbene felici di aver compiuto esperienze fondamentali alla nostra
crescita non vediamo l’ora di diventare adulti ma allo stesso tempo vorremmo tornare indietro a quella
età in cui tutto sembrava più facile, in cui i pianti erano dovuti solo alle ginocchia sbucciate e dove tutti i
sentimenti erano sinceri. STORIA:
I bambini durante
l’Olocausto
INGLESE: ITALIANO:
Charles Dickens Giovanni Pascoli
“Il fanciullino”
ECONOMIA AZIENDALE:
EDUCAZIONE FISICA: Le multinazionali (LEGO) e il
L’importanza dello sport bilancio d’esercizio
nei bambini
STORIA I BAMBINI DURANTE L’OLOCAUSTO
I bambini furono tra i più esposti alle violenze dell'Olocausto.
I Nazisti sostenevano che l'uccisione dei figli di persone ritenute "pericolose" fosse giustificata dalla loro
ideologia, sia quella basata sulla "lotta di razza", sia quella che considerava l'eliminazione dei nemici una
misura preventiva per la sicurezza.
In tutto, si calcola che almeno un milione e mezzo di bambini e ragazzi sia stato ucciso dai Nazisti e dai
loro fiancheggiatori; di queste giovani vittime, più di un milione erano Ebrei, mentre le altre decine di
migliaia erano Zingari, Polacchi e Sovietici che vivevano nelle zone occupate dalla Germania, nonché
bambini tedeschi con handicap fisici e/o mentali provenienti dagli Istituti di cura. Le possibilità di
sopravvivenza degli adolescenti compresi tra i 13 e i 18 anni, sia Ebrei che non-Ebrei, erano invece
maggiori, in quanto potevano essere utilizzati nel lavoro forzato.
Il destino dei bambini, Ebrei e non-Ebrei, poteva seguire diverse vie:
i bambini venivano uccisi immediatamente, al loro arrivo nei campi di sterminio;
potevano venir uccisi subito dopo la nascita, o mentre si trovavano ancora negli Istituti che li
ospitavano;
i bambini nati nei ghetti e nei campi potevano sopravvivere quando gli altri prigionieri li
nascondevano;
i bambini maggiori di 12 anni venivano destinati al lavoro forzato o erano usati per esperimenti
medici;
infine, vi furono i bambini uccisi durante le operazioni di rappresaglia o quelle contro i gruppi
partigiani. Nei ghetti, i bambini ebrei morivano a causa della
denutrizione e dell'esposizione alle intemperie, in
quanto mancavano sia il vestiario che abitazioni
adeguate. Le autorità tedesche rimanevano
indifferenti di fronte a queste morti in massa
perché consideravano la maggior parte dei
ragazzini che viveva nei ghetti come "inutili
bocche da sfamare". Siccome i bambini erano
troppo piccoli per potere essere utilizzati nel
lavoro forzato, le autorità tedesche in genere li
selezionavano per primi - insieme agli anziani, ai
malati e ai disabili - per essere deportati nei
centri di sterminio, o per le fucilazioni di massa
che riempivano poi le fosse comuni.
Allo stesso modo, al loro arrivo ad Auschwitz-
Birkenau e agli altri centri di sterminio, le autorità
dei campi destinavano la maggior parte dei più piccoli direttamente alle camere a gas. Le SS e le forze di
polizia in Polonia e nell'Unione Sovietica occupata fucilarono migliaia di bambini, dopo averli allineati
lungo il bordo delle fosse comuni scavate appositamente. A volte, la selezione dei più giovani per riempire
i trasporti verso i centri di sterminio, o per fornire le prime vittime alle operazioni di assassinio di massa,
furono il risultato di penose e controverse decisioni prese dai presidenti dei Consigli Ebraici. Tra queste, la
decisione del Consiglio Ebraico di Lodz, nel settembre del 1942, di deportare i bambini al centro di
sterminio di Chelmo rappresenta un esempio delle scelte tragiche operate dagli adulti quando costretti ad
accontentare le richieste dei Tedeschi. Invece, Janusz Korczak, direttore di un orfanotrofio nel ghetto di
Varsavia, si rifiutò di abbandonare i piccoli a lui affidati, quando questi vennero selezionati per la
deportazione, e li accompagnò sul convoglio che li condusse a Treblinka, e poi fin dentro la camera a gas,
condividendo così il loro destino.
Anche i bambini non-Ebrei dei gruppi presi di mira dai Nazisti non vennero risparmiati, come ad esempio i
bambini Rom (Zingari) uccisi nel campo di concentramento di Auschwitz; o i bambini - tra i 5.000 e i 7.000
- eliminati nell'ambito del programma "Eutanasia"; o, ancora, quelli assassinati durante le operazioni di
rappresaglia, come per esempio la maggior parte dei bambini di Lidice; e, infine, i bambini che vivevano
nella zona occupata dell'Unione Sovietica e che vennero uccisi insieme ai loro genitori. Le autorità
tedesche incarcerarono anche un certo numero di bambini nei campi di concentramento e nei campi di
transito. Medici delle SS e ricercatori usarono i più giovani, in particolare i gemelli, per esperimenti medici
nei campi di concentramento, esperimenti che spesso ne causarono la morte. Le autorità dei campi, poi,
usarono gli adolescenti, in particolare quelli Ebrei, per il lavoro forzato; molti di loro morirono a causa delle
condizioni in cui tali lavori venivano svolti. Le autorità tedesche confinarono anche altri bambini nei campi
di transito, costringendoli a vivere in condizioni spaventose.
Nella loro folle ricerca di "sangue puro ariano", gli esperti della razza delle SS ordinarono che centinaia di
bambini, nella Polonia e nell'Unione Sovietica occupate, venissero rapiti e trasferiti in Germania per essere
adottati da famiglie considerate 'adeguate' dal
punto di vista razziale.
Nonostante la loro estrema vulnerabilità, molti
bambini trovarono il modo di sopravvivere
all'Olocausto: ad esempio, alcuni di loro
contrabbandarono il cibo all'interno dei ghetti, dopo
aver portato fuori di nascosto beni personali da
poter scambiare. Altri, appartenenti ai movimenti
giovanili, parteciparono alle attività della Resistenza
clandestina. Molti altri ancora riuscirono a fuggire
con i propri genitori, o con dei parenti - e alcune
volte anche da soli - e a rifugiarsi nei campi per
famiglie creati dai partigiani ebrei.
Tra il 1938 e il 1940, ebbe luogo una grande operazione di salvataggio chiamata "Trasferimento dei
Bambini", un’operazione che - dalla Germania e dai territori occupati dai tedeschi - portò in Gran Bretagna
migliaia di bambini ebrei profughi e senza genitori. In tutta Europa, inoltre, persone non-Ebree nascosero
giovani Ebrei e a volte anche altri membri delle loro famiglie. In Francia, quasi l'intera popolazione di Le-
Chambon-sur-Lignon, insieme a molti preti cattolici, a suore e a laici cattolici, nascosero i bambini ebrei
della città dal 1942 al 1944. In Italia e in Belgio, infine, molti sopravvissero nascondendosi in luoghi
diversi.
Dopo la resa della Germania nazista, che pose fine alla Seconda Guerra Mondiale, i profughi e i rifugiati
cominciarono a cercare in tutta Europa i bambini dispersi. Migliaia di orfani si trovavano a quel punto nei
campi profughi, mentre molti bambini ebrei sopravvissuti erano fuggiti dall'Europa dell'Est, unendosi
all'esodo di massa verso le zone occidentali della Germania occupata, e dirigendosi poi verso Yishuv (la
zona d'insediamento ebraico in Palestina). Grazie alla Youth Aliyah (Immigrazione Giovanile), a migliaia
emigrarono nello Yishuv e poi nello Stato di Israele, dopo la sua costituzione nel 1948.
ITALIANO BIOGRAFIA
GIOVANNI PASCOLI -
Pascoli nasce a S. Mauro di Romagna il 31 dicembre 1855.
Nel 1862 entra nel collegio dei padri Scolopi, dove
frequenta le elementari, il ginnasio e la prima liceo, fino al
1871. Il 10 agosto 1867, giorno di San Lorenzo, il padre
viene ucciso da sicari sconosciuti.
Dopo il tragico lutto, la famiglia si trasferisce a San Mauro,
dove, nell’arco di pochi anni vengono a mancare molti
familiari: nel 1868 muore la sorella maggiore Margherita,
seguita il mese dopo dalla madre, nel 1871 perde il fratello
Luigi e nel 1876 l’altro fratello Giacomo.
Intanto, terminati gli studi liceali, a Firenze e poi a Cesena,
Pascoli può iscriversi alla facoltà di Lettere a Bologna,
dove insegna lo stesso Carducci. Gli anni universitari
segnano il momento del suo impegno sociale in quanto
aderisce al movimento socialista rivoluzionario di
Andrea Costa. Per avere partecipato a una dimostrazione
filo anarchica, nel settembre 1879 Pascoli viene arrestato e
incarcerato. Dopo quattro mesi di prigione, è assolto grazie
alla testimonianza favorevole di Carducci.
Successivamente riprese gli studi universitari interrotti e nel
1882 si laurea. Nel 1883 comincia una lunga carriera
d’insegnamento come docente di latino e greco nei licei di
Matera, Massa e Livorno.
Man mano cresce anche la fama letteraria e Pascoli viene
chiamato a collaborare con le più prestigiose riviste, tra
Myricae,
cui “Vita nuova” di Firenze, dove nel 1890 appaiono nove sue brevi liriche con il titolo mentre sul
Poemi conviviali.
“Convito” pubblica a partire dal 1895 una serie di poemetti che intitolerà
Nel 1895 Pascoli prende il affitto una casa a Castelvecchio di Barga, che più tardi acquisterà grazie alle
medaglie d’oro vinte ai concorsi internazionali di poesia latina di Amsterdam. Sempre nel 1895 è
chiamato all’insegnamento universitario di grammatica latina e greca a Bologna, Messina e Pisa e poi
nel 1905 alla cattedra di letteratura italiana di Bologna. Pascoli muore a Bologna nel 1912 consumato
dalla cirrosi epatica. LA TEORIA DEL FANCIULLINO ”
Una delle opere più importanti di Pascoli è la prosa de “Il Fanciullino .
Secondo Pascoli, in ogni uomo c’è un fanciullo, capace di commuoversi e di sperimentare ogni giorno
emozioni e sensazioni nuove.
Spesso tale fanciullino è soffocato e ignorato dal mondo esterno, degli adulti, ma se si risveglia fa
sognare a occhi aperti, fa scoprire il lato attraente e misterioso di ogni cosa, fa volare con la fantasia in
mondi meravigliosi.
Il fanciullino osserva le piccole-grandi cose della campagna con una prospettiva rovesciata:
le cose grandi le vede piccole (il brillare delle stelle, per esempio, gli pare un pigolio);
le cose piccole le ingrandisce (un ciuffo di fili d'erba gli sembra una foresta).
Nella metafora di Pascoli, questo fanciullo non è una condizione anagrafica, ma è una condizione
interiore.
Essa rappresenta quella natura pura e ingenua, candida e innocente, che, nella psicologia di un individuo,
può conservarsi anche in età avanzata; l'individuo cresce e invecchia, ma il fanciullino rimane piccolo
dentro di lui, e piange e ride senza perché.
IL POETA FANCIULLO
Chiunque riesca a conservarsi fanciullo, dice Pascoli, può:
guardare la realtà circostante con stupore ed entusiasmo;
percepire così il lato bello e commovente di ogni situazione;
oltrepassare, con la fantasia, le apparenze comuni e banali.