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Sintesi
Introduzione Il tempo, tesina


Partendo dal concetto di tempo,ho collegato le varie materie al caso in analisi della Banca del Tempo di Cesena

Collegamenti


ECONOMIA AZIENDALE - Dal microcredito alla Banca Etica
DIRITTO - La sussidiarieta' orrizzontale
SCIENZE DELLE FINANZE - Le nuove teorie economiche: decrescita felice
INGLESE - The origin of LETS (Local Exchange Trading System) in Britain
ITALIANO - Ungaretti e il concetto di tempo sospeso
STORIA - La guerra di trincea durante la I Guerra Mondiale
MATEMATICA - L’infinito nei limiti
Estratto del documento

NUMERO DI ISCRITTI

ANNO ISCRITTI DIMESSI/CANCELLATI

2011 90

2012 100 4

2013 161 22

2014 140 11

TOTALE SOCI 491 SOCI TOTALI AL 31/12/2014 458

DISTRIBUZIONE DEI SOCI PER GENERE

ASSOCIAZIONI 15

4

FEMMINE 323

MASCHI 120

TOTALE 458

DISTRIBUZIONE SOCI PER ETA’

ANNI 18-20 1

ANNI 21-30 46

ANNI 31-40 117

ANNI 41-50 125

ANNI 51-60 88

ANNI 61-70 49

ANNI 71-80 14

ANNI 81-90 1

ASSOCIAZIONI 15

NUMERO SCAMBI/MESE 5

GEN FEB MAR APR MAG GIU LUG AGO SET OTT NOV DIC

2011 0 0 0 4 19 13 4 5 18 27 34 33

2012 28 20 65 60 81 50 46 33 49 88 92 84

2013 109 111 159 102 110 88 98 30 358 123 136 138

2014 402 115 170 139 169 164 105 44 186 130 299 56

The origin of LETS (Local Exchange Trading System)

in Britain

Lets (which stands for Local Exchange Trading System, but also reminds one of Let’s, that is “Let us do it”)

originate in the UK at the beginning of the 90s. This term refers to local community-based mutual aid

networks in which people exchange all kinds of goods, services and time with one another, without the need

for money.

They develop in response to the dismantling of the welfare state brought about by Margaret Thatcher’s

government in the 1980’s, resulting in government intervention limitations and new forms of poverty. This

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historical phase, marked by laissez-faire policies that privatize companies and cut down public spending and

the social security system, puts an end to the system of “total care from the cradle to the grave”. This results

in the rise of a number of mutual aid associations, voluntary or consumer groups aiming at addressing the

growing economic needs. In this way, throughout Britain they revitalise community spirit, got weaker and

weaker during the three decades following the Second World War.

The Lets experience develops in the midst of a full economic recession and involves a lot of unemployed

people, who can make use of their skills in exchange for the goods and services they need, without using

money. Lets originate from the desire to correct the logic of market economy, by switching from impersonal

trade to economic exchanges based on personal relationships and by introducing swap-trading, where people

exchange whatever they own: services, time and skills. All sorts of goods and services are swapped: clothing,

art activities, food, domestic chores and repairs, tools, transport of people and goods, health and personal

care. The aim is both economic and social: on the one hand, goods and services can be bought cheaply or

free of charge; on the other, this system also represents an antidote to loneliness.

Exchanges always take place inside small communities, whose members are logged in a centralised

accounting system which publishes a directory and balances visible to all members. A member may provide

another person with a service and spend the earned credit on another service provided by another person in

the same network. Services and goods are paid for by time- or credit-based cheques. These cheques are then

collected by a coordinator, like in our Time Bank. Lets are not-for-profit community enterprises which act as

a trustee on behalf of the members.

After the recession period, the Lets system keeps growing and it becomes clear its essence is not just

economic. At least 400 Lets develop throughout the UK. This model is then exported throughout Europe at

the beginning of the 1990s. La sussidiarietà orrizzontale

Tra i principi regolatori della socialità umana, si annoverano

la solidarietà e la sussidiarietà: entrambe mirano al

perseguimento ottimale del bene comune. In base al principio

di solidarietà, la società organizzata per livelli deve sostenere

la persona umana, sia in relazione al singolo cittadino che in

relazione al cittadino stesso ma costituito in forma associata,

per cui è necessario promuovere reti di collaborazione, allo

scopo di favorirne promozione e sviluppo . Il principio di

sussidiarietà, invece, si fonda su un’idea di persona umana

pienamente responsabile del proprio sviluppo e della propria

promozione, per cui è indispensabile valorizzare e sostenere

la persona, singola o associata che sia, nel pieno rispetto,

però, della sua autonomia e della sua libertà. La differenza,

cioè, tra solidarietà e sussidiarietà, deriva da una idea di

supporto e promozione che, nel primo caso poggia sul

concetto di “aiuto e sostegno”, nel secondo, invece, diventa “metodo strategico” e modalità che esalti la

capacità propria ed autonoma di dare risposte alle diverse esigenze di volta in volta insorgenti.

L’articolo 118, al IV comma, prevede e riconosce che, proprio in base al principio della “sussidiarietà

orizzontale”, Stato, Regioni, Province, Comuni, “favoriscano” l’iniziativa autonoma dei cittadini, come

“singoli” o in “forma associata”. Ciò accadeva anche prima, ma la novità è “il dovere” per lo Stato e gli Enti

Locali di promuovere ed incentivare dal punto di vista “pubblico” quanto l’attività privata possa favorire il

bene della collettività. La “sussidiarietà orizzontale”, allora, è sfondo criteriale sia di questa previsione

costituzionale che dell’ Autonomia delle Istituzioni Scolastiche, laddove le Istituzioni Statuali si vedono

scandita e riconosciuta una potestà di intervento che sia, non sostitutiva né invasiva, ma temporaneamente di

supporto in caso di inefficacia delle autonomie che, vario titolo, possono essere rappresentate ed estrinsecate

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dai cittadini.

Per lungo tempo, prima di allora, infatti, la libertà di iniziativa aveva dovuto soggiacere ad uno statalismo

accentratore e burocratico che appesantiva e rallentava ogni forma di modernizzazione che potesse

avvantaggiare il comune benessere. Nella sussidiarietà orizzontale la comunicazione consente e facilita uno

scambio continuo di informazioni tra i diversi attori che interagiscono; nella sussidiarietà verticale essa

assicura gli scambi di informazioni tra i vari livelli coinvolti ed all’interno di tali livelli stessi.

In molti casi l’Amministrazione Comunale concede in uso i locali per la sede della BdT e sostiene le spese

vive (Illuminazione, telefono, etc.). Talvolta il Comune aderisce alla BdT in qualità di correntista,

richiedendo in cambio del supporto offerto servizi sociali come assistenza nei musei per l’apertura in

particolari orari o in particolari occasioni, un servizio di pronto intervento per anziani o nelle scuole materne,

attività di controllo nelle mense scolastiche o nelle aree verdi, etc.

Le attività scambiate nelle BdT

Le possibilità di scambi di attività nelle BdT sono svariate e permettono di soddisfare problemi pratici, fare

nuove amicizie, trovare compagnia, valorizzare le proprie capacità, trasmettere le proprie esperienze, etc.

Schematizzando le attività possono essere finalizzate a:

scambi di prestazioni per risolvere esigenze pratiche;

curare interessi culturali ed allargare le proprie relazioni sociali basate su

scambi intergenerazionali ed interculturali;

creazione di momenti e spazi di incontro e di comunicazione;

valorizzare competenze e desideri che, altrimenti, tendono a restare

insoddisfatti, contribuendo così al rafforzamento dell'autostima personale;

contribuire al superamento di situazioni di isolamento, solitudine,

emarginazione culturale e sociale.

Le nuove teorie economiche: verso una decrescita

felice

Sul libro “La buona vita” ( Inghilleri, 2008) si dissocia il benessere

individuale dal reddito, e lo si collega invece alla realizzazione personale,

sensazione che i soggetti possono provare nelle situazioni più disparate, ma di

sicuro conseguenti ad azioni ragionate e consapevoli, legate alla propria

indole, e non a comportamenti indotti dalla società del consumo. Il

“materialismo dotato di senso” si collega alla teoria della Decrescita,

movimento nato negli anni ’70 per contrastare la logica consumistica e

individuare nuove modalità di misurazione del benessere collettivo di una

nazione, diverse dalla produttività.

Sulla reciprocità, teoria economica di Bruni

Dell’importanza della reciprocità, caratteristica peculiare della

Banca del Tempo, ha parlato Bruni (2006) , ponendola alla base

della società.

La sua teoria dell’economia civile, considera la società come una

realtà policentrica e multidimensionale, costituita da tre

caratteristiche principali: lo scambio contrattuale, la

redistribuzione di ricchezze e la reciprocità non contrattuale, la

quale appunto fonda- logicamente e storicamente- gli altri due.

Egli individua nella reciprocità proprio quel legame sociale che

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tiene insieme le relazioni all’interno di un contesto urbano, un “legame plurale che ritrova nell’andare-e-

tornare, nel dare-e-ricevere, nel donare-e-restituire, il loro comune denominatore”.

Egli attribuisce alla reciprocità incondizionale un ruolo particolare: erroneamente

non considerata dalla scienza economica, questa forma spesso invece diventa

quella che nelle comunità umane rende anche i contratti e le amicizie strumenti e

luoghi di civiltà e può spezzare fenomeni di povertà sociale: una convivenza

incapace di attivare tutte le forme di reciprocità finirebbe infatti per creare un

mondo fatto di soli contratti e di non cooperazione generalizzata.

Sulla reciprocità, teoria economica di Laville

Anche Laville (1998) ripensa la teoria economica: alla luce della recente crisi

finanziaria sostiene la necessità di un rinnovamento che vada in direzione

della ricomposizione dei rapporti tra economia e società. Partendo dall’analisi

di altri tipi di economia delle società tradizionali, Laville distingue quattro

principi di comportamento economico, ognuno associato ad un determinato

modello istituzionale. Questi sono: l’amministrazione domestica, la

reciprocità, la redistribuzione e il mercato.

L’amministrazione domestica consiste nell’autoproduzione e fa riferimento al

modello del gruppo chiuso. La redistribuzione si affida ad un’autorità per

ripartire la produzione, che può essere la tribù, la città- stato, il dispotismo o il

feudalesimo: il modello è quello della centralità. La reciprocità stabilisce

invece un rapporto tra varie persone mediante una successione durevole di doni, indissociabili dai rapporti

umani. In essa il dono è legato a un controdono e non è mai uno scambio spersonalizzato, ma è legato alle

prestazioni sociali,

Qui il modello istituzionale &eg

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