vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
Tesina - Premio maturità 2009
Titolo: Il Bello e il Sublime
Autore: Cascone Alessio
Descrizione: tesina multimediale e cartacea, che affronta il tema attraverso vari livelli
Materie trattate: Filosofia, Italiano, Storia Dell'arte, Inglese, Storia, Fisica, Astronomia
Area: umanistica
Sommario: Filosofia, Kant, Critica del Giudizio, Kierkegaard Italiano, Foscolo, Le Grazie, D'Annunzio, Il piacere Storia dell'arte, Winckelmann, Canova, Amore e Psiche, Munch, L'urlo Inglese, Oscar Wilde, The picture of Dorian Gray Storia, il fascismo Fisica, le fasce di Van Allen Astronomia, l'attività solare
Il concetto di bello con il relativo concetto di sublime è qualcosa che percorre i secoli; i Greci ad
esempio consideravano bello qualcosa che rispettasse una giusta proporzione, che raggiungesse un
grado di perfezione assoluta. Sulla stessa scia è il Rinascimento, con la sua ripresa del classicismo.
Particolarmente interessante è la concezione che il bello assume nel periodo del Neoclassicismo,
dove si ha un’ennesima ripresa dei temi classici, e nel Decadentismo, dove il bello assume il
significato di estetismo. Ma il bello è anche presente nella natura: infatti è impossibile non
considerare bello un fenomeno naturale come quello delle aurore polari.
La concezione del Bello nel Neoclassicismo
Dal punto di vista filosofico, è il filosofo illuminista Immauel Kant a dare una spiegazione molto
dettagliata del concetto di bello e del connesso concetto di sublime. Nella sua Critica del Giudizio,
infatti, Kant, analizzando il giudizio estetico riferito alla Natura, parla del bello come qualcosa che
senza interessi, universalmente, come qualcosa di collegato alla finalità stessa dell’oggetto e
piace
come il soggetto di un piacere necessario; successivamente analizza anche il concetto di sublime,
cioè un qualcosa che genera un sentimento non positivo (causato dal bello), bensì un sentimento
negativo, di attrazione e meraviglia.
Dal punto di vista artistico, si assiste ad una ripresa dei modelli classici, con lo scopo di trarne
ispirazione per lavori del tutto nuovi; massimo teorico del nuovo gusto Neoclassico è il tedesco
il quale definiva il culmine dell’arte quindi l’unico
Johann Joachim Winckelmann, quella greca:
modo per divenire grandi era imitare, cioè ispirarsi e non copiare, tali modelli. Per Winckelmann
l’opera d’arte, in particolar modo quella greca, ha due caratteristiche: la nobile semplicità e la
quieta grandezza. Connesse a queste affermazioni ci sono le teorie sulla rappresentazione del
soggetto nell’istante precedente o successivo l’azione, in cui la bellezza non è scossa dalle tensioni
fisiche o emotive.
Massima espressione delle teorie di Winckelmann fu lo scultore Antonio Canova, che incarnò
profondamente nella sua opera gli ideali neoclassici. Sua opera forse più famosa è il gruppo
nell’attimo immediatamente prima o,
scultoreo Amore e Psiche, in cui vediamo i due amanti sospesi
forse, appena dopo il bacio: essi si sfiorano appena, si contemplano. Dalla visione frontale si nota la
perfetta struttura geometrica dell’opera; tuttavia è necessario osservare l’opera da più angolazioni
dall’uso perfetto del
per apprezzare a fondo la perfezione di questo gruppo scultoreo, impreziosito
marmo da parte del Canova, che attraverso un opportuno utilizzo della cera riesce a creare un
perfetto effetto di incarnato.
Proprio a Canova è dedicata una delle opere di Ugo Foscolo, Le Grazie, dallo spiccato gusto
neoclassico. Il poema è stato composto e rielaborato dal Foscolo in vari momenti della sua vita,
senza mai giungere al completamento del progetto; in base ad esso l’opera si sarebbe dovuta
articolare in un unico inno, ma poi il Foscolo la divise in tre inni, dedicati rispettivamente a Venere,
a Vesta e a Pallade. Alla base delle Grazie, oltre alla chiara matrice classicista, vi è il culto della
bellezza, della quale le Grazie sono la rappresentazione allegorica. Nel verso vi è anche la ricerca di
“melodia pittrice”,
ciò che il poeta stesso chiama in particolare nell’elaborazione di un verso di
grande musicalità che trasmetta anche suggestioni visive. Inoltre è da notare anche in quest’opera
del Foscolo un intento civile della poesia: infatti è idoleggiata la bellezza come mezzo di fuga da un
presente straziato dalle guerre napoleoniche.
La concezione del Bello nel Decadentismo
tale concetto di “bello” prende il significato di “estetismo”. Questa tendenza è
Nel Decadentismo,
ben incarnata dai tre maggiori romanzi decadenti europei: “Controcorrente”(1884) “Il
di Huysmans,
piacere”(1889) D’Annunzio e “Il ritratto di Dorian Gray”(1891) di Oscar Wilde.
di Gabriele
è l’unico romanzo scritto dall’autore irlandese; la prefazione di tale
Il ritratto di Dorian Gray
romanzo è considerata dalla critica come il manifesto dell’estetismo in cui viene espresso il celebre
culto dell’arte senza scopo, fine a se stesso.
concetto del
Protagonista del romanzo è Dorian Gray, un giovane di grande bellezza, soggetto di un ritratto,
eseguito dal pittore Basil Hallward, il quale prova attrazione per il giovane. Altro personaggio, che
ha un ruolo fondamentale nella trama, è Lord Henry Wotton, il portavoce del principio estetico del
romanzo; sarà proprio quest’ultimo a far cambiare Dorian, che perde la sua semplicità fino a
stringere un vero e proprio “patto con il diavolo”, dalla chiara ispirazione letteraria (è infatti facile
ravvisare in questo patto la storia del Doctor Faustus di Marlowe o del Faust di Goethe), attraverso
il quale sarà il ritratto ad invecchiare al posto di Dorian. La storia si concluderà con la crisi del
protagonista, che finirà per lacerare il quadro con un coltello; ma i servi troveranno invece il quadro
intatto e Dorian invecchiato e con un coltello conficcato nel petto.
“Il piacere” di Gabriele D’Annunzio,
Fra i tre maggiori romanzi europei decadenti il secondo è
dell’estetismo italiano ma anche espressione della crisi di tale estetismo.
opera-manifesto
Protagonista di questo romanzo è un esteta, tale Andrea Sperelli, il quale non rappresenta altro che
un vero e proprio doppio dell’autore, che usa tale espediente per riversare nel personaggio la propria
insoddisfazione per l’estetismo. Insoddisfazione rappresentata dal conflitto in Andrea della
componente estetica (“vivere la vita come un’opera d’arte”) con la scarsa forza di volontà, e che
finisce per sfociare in una vera e propria crisi. Tale crisi è rappresentata dal rapporto con la donna,
la “femme fatale” rappresentata da Elena Muti, e la
anzi con le due immagini di donna possibili:
donna pura, rappresentata da Maria Ferres. Andrea sarà combattuto in tutto il romanzo nella scelta
tra queste donne, creando una serie di menzogne, atte a mascherare l’ammirazione per la donna
fatale.
Dal punto di vista della struttura del romanzo, sono presenti influssi del romanzo verista, nel
della società; ma è presente anche l’influenza del
tentativo di ricostruire minuziosamente il quadro
romanzo psicologico di Bourget, dal momento che D’Annunzio indaga nella psiche del
personaggio.
Strettamente collegato sia alla figura di Gabriele D’Annunzio, sia al concetto di estetismo, è il
Collegato a D’Annunzio in quanto fu proprio il poeta ad esprimere concetti che
regime fascista.
saranno poi abbracciati e attuati dal fascismo, come quello della necessità di un “duce” che guidasse
una “rivoluzione”; D’Annunzio ma il ben
tale duce non fu lo stesso più abile Benito Mussolini, e
tale rivoluzione fu (o sembrò) la marcia su Roma.
La ragione del collegamento tra fascismo ed estetismo è ravvisabile nelle manifestazioni del regime.
Si può notare infatti un gusto quasi estetico per la teatralità delle parate e della propaganda. Basti
ricordare le manifestazioni di piazza in cui il duce veniva osannato, le scritte “DUX” durante tali
avvenimenti, le tantissime foto dalla studiata composizione, come ad esempio quella del duce su di
un trattore o al lavoro nei campi. Tale teatralità è amplificata dalla mimica e dal linguaggio adottato
nei discorsi, il tutto potenziato dal massiccio uso dei nuovi mezzi di comunicazione di massa, quali
radio e cinema, con la fondazione di appositi enti (Istituto Luce), i quali erano addetti ai cinegiornali
di attualità, dal chiaro intento propagandistico.
Tutti questi espedienti, atti ad aumentare il consenso, furono essenzialmente gli stessi adottati
dall’altro regime totalitario di estrema destra, il nazismo.
l’idea di estetismo
Dal punto di vista filosofico, del XIX secolo è ben rappresentata dalla filosofia
esistenzialista di Søren Kierkegaard. Tale filosofo pone la massima attenzione nella sua ricerca
dalla scelta: l’uomo deve
filosofica sul concetto di possibilità; infatti la vita umana è caratterizzata
scegliere tra vari stadi dell’esistenza, estetico, etico o religioso. Tra tali stadi non vi è continuità,
cioè non c’è la possibilità di passare da uno stadio all’altro in maniera graduale, ma soltanto un
emblematicamente da una delle sue opere: “Aut-aut”.
enorme salto, come indicato
Ad ogni stadio di vita Kierkegaard associa una figura emblematica, per ben rappresentare il
concetto che vuole esprimere. Allo stadio estetico è associato il seduttore, analizzato sotto diversi
aspetti; allo stadio etico è associata la figura del marito, mentre allo stadio religioso è associata la
figura di Abramo.
Lo stadio estetico è definito da Kierkegaard come la forma di vita di chi esiste nell’attimo. Chi
aderisce a questo tipo di vita è un esteta, cioè un uomo che ha un senso finissimo nel trovare
l’interessante della vita. Come già detto, la figura emblematica dello stadio estetico è il seduttore.
Ma tale figura è rappresentata da tre personaggi diversi: il primo è Don Giovanni, quel seduttore
che va di fiore in fiore cercando il piacere immediato; il secondo è Faust, il quale vuole possedere
soltanto una donna, ma nella sua totalità; il terzo è Johannes, il quale evita il mero possesso fisico,
totalmente l’anima della donna oggetto
in quanto ciò elimina il piacere fisico, ma vuole possedere
della sua attenzione.
Tale modo di vivere esclude la ripetizione, ma in esso Kierkegaard trova un limite: è la noia, che
porta irrimediabilmente l’esteta alla disperazione.
in Kierkegaard vi è il concetto di angoscia. Infatti l’uomo,
Collegato al concetto di possibilità
avendo tale facoltà di scelta, si trova di fronte ad un’infinita gamma di possibilità: non potendo
sceglierne che una, prova tale sentimento di angoscia.
Profondamente connessa al tema dell’angoscia, ma più in generale a tutta la filosofia di
Kierkegaard, è l’opera del pittore espressionista “Il grido”, noto anche come
Edvard Munch
“L’urlo”.
Tale dipinto, forse il più noto del pittore norvegese, ha un carattere fortemente autobiografico, in
nel diario dell’artista si trova una descrizione di un avvenimento che poi il pittore avrebbe
quanto
immortalato sulla tela. L’opera ha anche un forte impianto simbolico: il personaggio al centro
rappresenta il dramma dell’umanità; le due persone sullo sfondo rappresentano la falsità dei rapporti
umani; il ponte rappresenta gli ostacoli della vita. Come già in altre opere di Munch, i personaggi
non hanno più nulla di umano, come ad esempio la borghesia in “Sera nel corso Karl Johann”
de “Il grido”. Caratteristica fondamentale del dipinto è che
oppure proprio come il protagonista
l’urlo emesso dal personaggio centrale, quasi spettrale, sembra riecheggiare nelle nostre menti,
soprattutto grazie alla curvatura della natura (cielo e mare) e alla curvatura del corpo stesso, che
sembrano richiamare alla nostra mente la rappresentazione di un’onda sonora.
Il Bello in natura: le aurore polari
In natura, uno dei fenomeni che sono la più limpida espressione del bello è sicuramente quello delle
è una diretta conseguenza dell’interazione tra
aurore polari; tale fenomeno attività solare e campo
geomagnetico.
Le particelle cariche liberate dalla fotosfera solare in seguito ad un brillamento, vengono espulse
dalla corona solare sotto forma di vento solare, cioè di un insieme di particelle cariche, sia
positivamente (protoni) che negativamente (elettroni). Le particelle di tale vento solare, arrivando in
prossimità del campo magnetico terrestre, ed in particolare di due fasce in cui esso è maggiormente
addensato (fasce di Van Allen), vengono catturate dal campo geomagnetico, subendo una forza
(forza di Lorentz) che le mette in un moto circolare, facendo loro seguire una traiettoria elicoidale.