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Italiano, letteratura durante il regime
Storia, regime fascista
Inglese, The city of Carbonia
Topografia, le strade
Costruzioni, fasi di realizzazione di un’opera
Estimo, computo metrico estimativo
Tecnologia delle Costruzioni, piani urbanistici
Indice
Premessa…………………………………………………………………………………………pag.4
Antonio Gramsci……………………………………………………………………………pag.5
Italiano, letteratura durante il regime……………………………………pag.7
Storia, regime fascista………………………………………………………………pag.9
Inglese, The city of Carbonia……………………………………………………pag.12
Topografia, le strade…………………………………………………………………pag.13
Costruzioni, fasi di realizzazione di un’opera………………………pag.17
Estimo, computo metrico estimativo………………………………………pag.18
Tecnologia delle Costruzioni, piani urbanistici ……………………pag.19
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• Premessa
Ho deciso di proporvi il tema del fascismo e del suo più grande oppositore,
Antonio Gramsci, perché grazie alle mie ideologie e al mio impegno politico
hanno fatto si che diventassi un antifascista convinto.
Uso ogni metodo non violento, legale e democratico per combattere il
fascismo, sostenendo la democrazia liberale e cioè la separazione dei
poteri legislativo, esecutivo e giudiziario. Sostengo inoltre la mia
Costituzione che è fondata su ideali antifascisti nei quali mi riconosco
pienamente.
Sono antifascista perché è mio compito denunciare il pregiudizio razziale
come moralmente e scientificamente sbagliato. Nel combattere i
pregiudizi fascisti chiedo l’aiuto del mio Stato perché l’odio e la violenza
fascista siano messi al bando in tutto il suo territorio ed al di fuori di
esso.
Sono antifascista perché il fascismo è sempre stato e sempre sarà una
minaccia per la democrazia, per la libertà di espressione e per ogni tipo di
libertà dell’individuo, perché l’antifascismo non si rivolge a particolari
razze o classi ma alla totalità del genere umano.
Inizierò la mia tesina con la descrizione della vita di Antonio Gramsci, uno
dei politici che maggiormente si oppose al fascismo e che morì in carcere,
vittima del regime.
In italiano parlerò della letteratura durante il regime fascista,
descrivendo Luigi Pirandello.
In Storia parlerò del regime fascista collegandolo con la nascita della
città di Carbonia in Inglese, e delle leggi del 1942 per quanto riguarda la
pianificazione urbanistica, in Tecnologia delle Costruzioni.
Parlerò della costruzione delle strade, una delle poche attività positive
del Fascismo, in Topografia, le fasi di realizzazione di un’opera pubblica in
Costruzioni e del computo metrico estimativo in Estimo.
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• Antonio Gramsci
Antonio Gramsci nasce ad Ales, in Sardegna, il 22 gennaio 1891, quarto dei sette figli
avuti da Francesco Gramsci e Giuseppina Marcias.
Al periodo del trasferimento della famiglia a Sòrgono (in provincia di Nuoro), risale,
dopo una caduta, la malattia che gli lascerà una sgradevole malformazione fisica.
Il giovane Antonio respira in famiglia un'atmosfera
difficile, a causa soprattutto dell'irrequieto padre,
protagonista nel 1897 di una sospensione dall'impiego
e di un arresto per irregolarità amministrative.
Nel 1905 riesce comunque ad iscriversi al liceo-
ginnasio di Santu Lussurgiu, mentre nel 1908 cambia e
approda al liceo Dettori di Cagliari, città dove in
pratica comincia a condurre una vita autonoma.
Inizia a leggere la stampa socialista che il fratello
Gennaro gli invia da Torino.
Insieme a molti giovani del liceo Dettori, Gramsci partecipa alle "battaglie" per
l'affermazione del libero pensiero e a discussioni di carattere culturale e politico.
Cagliari, in quel tempo, è una cittadina culturalmente vivace, dove si diffondono i primi
fermenti sociali che influiranno notevolmente sulla sua formazione complessiva, sia sul
piano culturale che caratteriale. A scuola si distingue per i suoi vivi interessi culturali,
legge moltissimo, ma rivela anche una notevole tendenza per le scienze esatte e per la
matematica.
Conseguita la licenza liceale, nel 1911 vince una borsa di studio per l'università di
Torino. Si trasferisce così in quella città e si iscrive alla facoltà di Lettere. Stringe
amicizia con Angelo Tasca, già socialista.
Vive i suoi anni universitari in una Torino industrializzata, dove sono già sviluppate le
industrie della Fiat e della Lancia. È in questo periodo di forti agitazioni sociali che
matura la sua ideologia socialista.
A Torino frequenta anche gli ambienti degli immigrati sardi; l'interesse per la sua
terra, infatti, sarà sempre vivo in lui, sia nelle riflessioni di carattere generale sul
problema meridionale che per ciò che riguarda gli usi e i costumi.
Gli interessi politici lo vedono organizzatore instancabile di numerose iniziative, tanto
che addirittura di lì a qualche anno lo troviamo in Russia.
Si sposa a Mosca con una violinista di talento che gli darà due figli per i quali, dal
carcere italiano di cui in seguito sentirà i rigori, scriverà una serie di commoventi
favole pubblicate con il titolo "L'albero del riccio".
Nel frattempo, avendo in precedenza aderito al Psi, si convince che bisogna dar vita a
un partito nuovo, secondo le direttive di scissione già indicate dall'Internazionale
comunista.
Nel gennaio del 1921 si apre a Livorno il 17° congresso nazionale del Psi; le divergenze
tra i vari gruppi: massimalisti, riformisti ecc., inducono l'intellettuale italiano e la
minoranza dei comunisti a staccarsi definitivamente dai socialisti.
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Nello stesso mese di quell'anno, nella storica riunione di San Marco, nasce il Partito
Comunista d'Italia: Gramsci sarà un membro del Comitato centrale.
Nel 1926 viene
arrestato dalla polizia
fascista nonostante
l'immunità
parlamentare. Il re e
Mussolini, intanto,
sciolgono la Camera dei
deputati, mettendo
fuori legge i comunisti.
Gramsci e tutti i
deputati comunisti sono
processati e confinati:
Gramsci inizialmente
nell'isola di Ustica poi,
successivamente, nel carcere di Civitavecchia e Turi.
Non essendo adeguatamente curato è abbandonato al lento spegnimento fra
sofferenze fisiche e morali. Muore nel 1937, dopo undici anni di prigionia, senza aver
mai rivisto i figlioletti. Negli anni della reclusione scrive 32 quaderni
di studi filosofici e politici, definiti una delle
opere più alte e acute del secolo; pubblicati
da Einaudi nel dopoguerra, sono noti
universalmente come i "Quaderni dal
carcere", e godono tuttora di innumerevoli
traduzioni e di altissima considerazione
presso gli intellettuali di tutti i Paesi.
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• Letteratura durante il regime
Tra il 1918 e il 1940 la cultura italiana vive un periodo difficile, almeno a partire dal
1925, per l'affermarsi della dittatura fascista. Il regime di Mussolini limita la libertà
di espressione degli scrittori, pur non bloccandola totalmente. Molti scrittori sono
costretti all'esilio o addirittura al carcere, riviste e libri si trovano bloccati dalla
censura.
La narrativa è il settore più colpito, Svevo non ha la fama che si è costruito Pirandello
il quale ormai è totalmente impegnato con il teatro e perciò non scrive più dei romanzi.
Per quanto riguarda i romanzi si delineano tre linee di sviluppo:
• La ripresa di alcuni elementi del naturalismo, si cerca quasi di deformare la
realtà in modo da opprimere i problemi.
• La ripresa del romanzo storico, quasi di imitazione manzoniana
• Il romanzo chiamato realismo magico, dove si cerca di costruire narrative
inverosimili.
Ma le due grandi linee di sviluppo della letteratura fascista sono: "Strapaese" e
"Stracittà".
riceveva consensi da chi voleva un fascismo populista, antieuropeo e
Strapaese
antiamericano, paesano e tradizionale, questa corrente si riunì attorno la rivista "Il
Selvaggio" di Mino Maccari. Strapaese rilanciava le tradizioni e il folclore regionale,
criticava gli abbattimenti nei vecchi borghi medievali delle città e satireggiava,
attraverso vignette, il fascismo ufficiale e accademico.
riceveva consensi da chi invece voleva un fascismo sperimentale,
Stracittà
d'avanguardia, filoeuropeo, questi poeti si riunivano intorno al gruppo detto
"Novecento", di Massimo Bontempelli.
Nel 1926 cominciò ad uscire la rivista "Novecento" la quale era in opposizione con il
gruppo "primitivo e ruralista" Strapaese. Bontempelli rifiutava la tradizione,
promuoveva la poetica "realismo magico", e diceva che il novecento ebbe inizio con la
I° guerra mondiale; nella sua poetica Bontempelli, rifiuta la realtà vivendo in un senso
magico accostandosi così al Pirandello.
Gli uomini che facevano parte di questi due gruppi letterari si dichiaravano tutti
fascisti, ma la loro continua guerra finiva molto spesso con la censura, e così
involontariamente diventava una cultura in opposizione a quella ufficiale fascista, cosi
Strapaese e stracittà finirono per forgiare una generazione di oppositori al regime.
Tra i maggiori letterati dell’epoca, possiamo ricordare Luigi Pirandello.
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• Luigi Pirandello
Luigi Pirandello nasce ad Agrigento il 28 Luglio del 1867, la vita familiare non era affatto
serena a causa della personalità forte del padre. Dopo la prima istruzione ricevuta a casa,
ottenne il permesso di iscriversi al Ginnasio di Palermo, dove la famiglia dovette
trasferirsi, anche se il padre preferiva che continuasse gli studi tecnici. Dopo il liceo si
iscrisse alla Facoltà di Lettere, prima a Palermo, poi a Roma e infine a Bonn. Dalla
giovinezza fino all’età matura, Pirandello si dedicò alla poesia e produsse alcune raccolte di
versi, nelle quali si avverte l’influenza di Carducci, qui la critica esprime un giudizio di
scarso valore sulla produzione poetica. Tornato in Sicilia, accettò di sposare Antonietta
Portulano, con cui ebbe 3 figli.
Grazie all’aiuto economico del padre, la coppia poté
vivere a Roma, dove Pirandello ebbe l’opportunità di
frequentare gli ambienti letterari della capitale,
conoscendo alcuni intellettuali come Luigi Capuana, che
lo incoraggiò nella sua attività di scrittore.
Il primo romanzo composto da Pirandello s’intitola
“L’esclusa”, scritto nel 1893 ma pubblicato solo nel
1901, un’opera scritta nell’intento di illustrare i
condizionamenti dell’ambiente.
A partire dal 1897 ebbe un incarico di insegnante di
lingua italiana, ma in quei primi anni, fu attratto dal
Teatro, componendo i primi drammi e atti unici.
Mentre assisteva la moglie malata, colpita da una
paralisi isterica, Pirandello compose il più celebre dei
suoi romanzi, “Il fu Mattia Pascal”, che fu pubblicato
fra l’aprile e il giugno del 1904.
Nel 1908 scrisse il più importante dei suoi saggi, “L’umorismo”, nell’opera d’arte, secondo
Pirandello, la componente logica e quella psicologica interagiscono in un processo creativo
distinto in due fasi:
- L’avvenimento del contrario;
- Il sentimento del contrario, che induce alla compassione.
Il vero debutto di Pirandello sulla scena avvenne negli anni della Prima Guerra Mondiale, e
nel 1917, fece rappresentare “cosi è”, dove viene rappresentata l’impossibilità di giungere
alla verità, che sia uguale per tutti.
Nel 1934, quando il successo del suo teatro era ormai mondiale, Pirandello ricevette il
premo Nobel per la Letteratura. Morì il 10 Dicembre per un attacco di polmonite.
8
• Regime fascista
Il fascismo è un movimento politico nato il Italia il 23 Marzo 1919, a Milano. Fondato da
Benito Mussolini, che lo descrive inizialmente come rivoluzionario, socialista e
nazionalista, è una reazione alla crisi politica ed economica causata dalla prima guerra
mondiale. Disoccupazione, scioperi, carovita, il fascismo si inserisce in un clima di
debolezza della classe dirigente italiana. Si presenta alla nascita come un
movimento repubblicano e anticlericale,
addirittura democratico (chiedeva
l'abbassamento dell'età pensionabile, il
suffragio alle donne e la riduzione delle
ore di lavoro), ma solo per attirare i
consensi delle masse. Nel giro di pochi
mesi segue un evidente svolta autoritaria
e antidemocratica e nascono le squadre
d'azione (formate da ragazzi che
passano la notte ad intimidire sindacalisti e politici, o a distruggere case e circoli)