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Futuro dei viaggi spaziali, tesina



Filosofia - Husserl, Heidegger
Storia - Terza rivoluzione industriale
Italiano - Luigi Pirandello
Latino - Apuleio
Inglese - G. Orwell, 1984
Storia dell'arte - Pop Art
Geografia Astronomica - Marte e il Sistema Solare
Fisica - La quantità di moto relativistica
Estratto del documento

IL FUTURO DEI VIAGGI SPAZIALI

LATINO e ITALIANO

Erranza e spazio: l’Odissea nella storia della letteratura

Intesi come spingersi verso l’ignoto, verso l’infinto, oltre le colonne d’ercole dello spazio e del progresso, i

viaggi spaziali rimangono intrinsecamente legati, nell’immaginario collettivo, al tema del ritorno. Come scrive

Stefano Catucci in Imparare dalla Luna, le ideologie che hanno accompagnato

sulla Terra, ma

i viaggi nello spazio, la competizione di potenze grandi

visivamente minuscole dallo spazio, perdono di significato “di fronte all’unico

dato realmente acquisito dalle spedizioni verso la Luna, in fondo identico a

quello presentito da secoli: la Terra è il luogo del ritorno, indipendentemente

da dove

da quanto lontani ci si è spinti lontani, mentre l’esterno è il generale

di ogni possibile ritorno”. In pratica non voleremo mai tanto lontani da non

riconoscere la Terra come il nostro luogo di provenienza, la nostra patria e la

nostra casa. Catucci continua dicendo che il tema del ritorno ha sempre

convissuto, negli anni d’oro delle imprese spaziali, con il tema, caro alla

letteratura e alla cinematografia, dell’Odissea. In particolar modo l’impresa di

Gagarin è stata la prima che ha aperto all’uomo la consapevolezza della

possibilità di emanciparsi dalla Terra e per questo ha offerto lo spunto per

molte riflessioni a riguardo. Se Heidegger ha commentato a riguardo dicendo

tecnica strappa e sradica l’uomo sempre più dalla Terra”, Lévinas invece, in un testo che guarda caso si

che “la

chiama Heidegger, Gagarin e noi, ha affermato che “le filosofie del Genius Loci sono più pericolose della

tecnica, giacché derivano dal mito pagano del radicamento al suolo da cui nasce la prima scissione degli uomini

fra autoctoni e stranieri, origine a sua volta di ogni guerra e di ogni sopraffazione”. Quindi una filosofia come

quella di Heidegger, quella dell’Esserci, secondo cui appunto l’uomo è tale solo in relazione al mondo,

uomini che è anche il motivo delle più atroci tra le

nasconde un gravoso pericolo: quello di una scissione tra gli

guerre, basti pensare alle guerre nei Balcani, ma anche all’attuale guerra civile in Siria.

Come ho detto prima il tema dell’odissea e dell’erranza procede parallelo alla linea dei viaggi spaziali e alla

linea della letteratura, e forse 2001: Odissea nello Spazio di Arthur C. Clarke rappresenta il punto d’incontro e la

sintesi perfetta di queste due linee. La partenza, il lungo peregrinaggio e il ritorno verso una realtà diversa da

come la si ricordava, sono tutti temi che si intrecciano perfettamente con un ipotetico viaggio spaziale ma che

storia della letteratura, a partire dal poema epico di Omero, passando attraverso l’Asinus

affondano nell’intera

Aureus di Apuleio per arrivare fino al Mattia Pascal di Pirandello e all’Ulisse di Joyce.

APULEIO: L’ASINUS AUREUS

Il protagonista, Lucio, desideroso di provare l’esperienza della metamorfosi, come quella di Panfille in uccello,

decide di farsi spalmare di un unguento magico da Fotide, ma per uno scambio di vasetto viene trasformato in

aver

asino. Inizia cosi la lunga odissea di Lucio che potrà riacquistare le proprie sembianze umane solo dopo

mangiato delle rose.

Il romanzo di Apuleio si avvicina per più di un aspetto ai temi dell’Odissea classica di Omero. Oltre il tema del

viaggio, degli ostacoli da superare e del ritorno vi sono anche il tema della curiositas e della provvidenza. Lucio

Michele Marcone 8

IL FUTURO DEI VIAGGI SPAZIALI

infatti è spinto dalla propria curiosità a provare la metamorfosi, ma il destino sembra essere contro lui: Fotide

che inverte i vasetti degli unguenti, ancora Fotide che quella stessa sera non ha preparato per il suo amante la

solita corona di fiori, mangiando i quali egli ritornerebbe subito uomo, e poi la banda di briganti che assale la

casa di Milone e ruba l’animale‐uomo.

PIRANDELLO: IL FU MATTIA PASCAL

Mattia Pascal è il classico eroe Pirandelliano, prigioniero come sempre della trappola familiare e sociale. La sua

odissea comincia quando vince una cospicua somma di denaro a Montecarlo e poi apprende di essere

ufficialmente morto quando la moglie lo riconosce nel cadavere di un annegato. Decide cosi di cambiare nome

identità diventando Adriano Meis, compiendo quello che secondo Pirandello è l’errore dell’uomo della

e

società moderna, ovvero fissarsi in una forma, in un’identità la quale in verità è solo apparenza. Il viaggio di

Adriano Meis per i più bei paesi d’Europa rivela l’inconsistenza della sua nuova identità: non può stabilire un

legame con Adriana, non può denunciare l’uomo che l’ha derubato, non può accettare la sfida a duello del

pittore Bernaldez perché socialmente egli non esiste.

Come Ulisse che tornando a casa trova una realtà diversa e nessuno che lo riconosce, così Mattia Pascal, che

decide di riacquistare il suo vecchio nome, non può più tornare alla sua vecchia forma: la moglie si è risposata e

ha avuto un’altra figlia. Egli decide allora di estraniarsi, come il forestiere della vita, osservando

distaccatamente l’assurda commedia dell’esistere e dedicandosi a scrivere la propria singolare esperienza.

Michele Marcone 9

IL FUTURO DEI VIAGGI SPAZIALI

INGLESE

Prediction or Influence? A History of Books That Forecast the Future

A spacecraft reaching the moon and coming back home. Two moons discovered around Mars. Space tourism.

These are all things that are part of history today and which were also predicted in literature years or decades

before the event actually happened. Recently Universe Today, a space and astronomy news website, published

an interesting infographic. The infographic shows a series of fiction books that have curiously forecast the

future of science discoveries. They goes from Jonathan Swift and Jules Verne, to 2001: A Space Odyssey by

the facts of our present

Arthur Clarke and to 1984 by George Orwell. “Many writers of the past have predicted

society with a level of detail that seems impossibly

accurate”, wrote the website. Many of these

authors were also derided in their times but they

didn’t know that their imagination would have

become a part of history books. So immediately the

they seers or

website launched the question: are

simply lucky? And also: did their fictions predict or

influence the future of science? Many Internet users

tried to answer the question but obviously we can’t

do that, but we can analyze the picture [vedi pag.

in

19‐20‐21‐22 del Power Point, oppure vedi il file

allegato]. On the left side we find the year of

publication of the book, than the book title, its

4: Dennis Tito, the first space tourist (2001)

author and the discover predicted, and finally on the right side how many years have passed until the real

two moons: well in 1877, 142

discover. For example Jonathan Swift in Gulliver’s Travels supposed that Mars has

years ago, the American astronomer Asaph Hall discovered two satellites which orbits around Mars, and he

called them Fobos and Deimos. But also there are the Lunar modules from Jules Verne very similar to that one

used by Apollo 11 mission, the atomic bombs predicted by H. G. Wells, communication satellites and space

tourism by Arthur Clarke. However since a couple of years ago I read 1984 by G. Orwell I will focus on this book.

According to the infographic the anti‐utopian book by Orwell predicted the domestic spying scandal by NSA

Agency) of the 2013, the so called Datagate. Edward Snowden revealed on the web some

(National Security

top secret files of the American Government which proved the existence of a massive surveillance program. In

1984 Orwell describes the oppressive world of Oceania, governed by the Party which is led by a figure called

Big Brother. People lives are continuously controlled in each aspect, also in their ideas and thoughts, thanks to

the work of the Thoughtpolice that controls people domestic life using a monitor with a camera, called

party in the Two

telescreen, which can’t be switched off. Also feelings are controlled and focused by the

Minutes Hate. The country is in a perpetual state of war and the Party has absolute control of the press,

communication and propaganda; language, history and thought are controlled in the interests of the state

that people find impossible to

through the gradual introduction of Newspeak: the new language was so limited

express their own ideas. Any form of rebellion against the rules is punished with prison, torture and liquidation.

The protagonist, Winston Smith, works for the Ministry of Truth, where he rewrites historical records adapting

controls the future who controls the present controls

them to the needs of the Party. “Who controls the past

Michele Marcone 10

IL FUTURO DEI VIAGGI SPAZIALI

the past”. Winston illegally buys a diary in which he begin to write his thoughts and memories, addressing them

to the future generation. He meets Julia and they have a secret love story. One day O’Brian, a member of the

powerful Inner Party, invites them to his luxury flat and tells them that he too hates the Party and works

against it as a member of the Brotherhood led by Emmanuel Goldstein. O’Brian gives them the book of

Emmanuel Goldstein and when Winston is reading it to Julia in their room some soldiers suddenly break into

taken to the Ministry of Love where he discovers that O’Brian is a Party spy. He is

and arrest them. Winston is

tortured for months and finally his will is broken and he is released to the outside world: he has completely

given up his identity and has learned to love Big Brother. Winston Smith is a symbolic figure: he represents the

last man to believe in humane values in a totalitarian age, he’s middle‐aged and physically weak and his

common surname “Smith” suggests his symbolic value.

Michele Marcone 11

IL FUTURO DEI VIAGGI SPAZIALI

STORIA DELL’ARTE

Spazio, Pop-Art e l’esperienza di Alan Bean

È opinione di molte delle persone che hanno potuto “soggiornare” nello spazio che le agenzie spaziali

dovrebbero mettere a disposizione dei posti anche per quelle figure non specificatamente tecniche o militari,

che fino ad ora sono state le uniche a varcare l’atmosfera terrestre, ma anche artistiche: figure dotate cioè di

una più grande sensibilità, capaci di interpretare le forme sublimi dello spazio a partire dalla bellezza del nostro

stesso pianeta. Anche il nostro astronauta Luca Parmitano ha speso molte parole per sostenere questa idea.

[Per le opere vedere il Power Point a partire da pag. 25, oppure i file in allegato].In

realtà, a volte in modi non proprio convenzionali, l’arte ha già avuto il piacere di

fare la conoscenza dello spazio, ed è questa categoria dell’arte che è stata

ribattezzata Space Art. Un esempio è dato dal The Moon Museum, un manufatto

con l’aiuto di un ingegnere

non celebrativo, non patriottico e non militare montato

della Nasa rimasto anonimo, all’insaputa degli stessi astronauti di Apollo 12, su una

gamba del modulo lunare Intrepid. Si tratta di una barretta di ceramica placcata in

iridio di forma rettangolare dalle dimensioni di 1,9 x 1,2 cm. L’idea fu congeniata

dall’artista Forrest Myers, ed era quella di portare sulla Luna un esempio dell’arte

americana contemporanea: The Moon Museum può essere, a buon giudizio,

pensato come la prima mostra d’arte sulla Luna. Alla realizzazione della placca, di cui si dispone di 20 copie,

John

hanno partecipato insieme allo stesso Forrest Myers, Andy Warhol, Robert Rauschenberg, David Novros,

Chamberlain e Claes Oldenburg. Come sappiamo un aspetto della cultura Pop è quello di rappresentare oggetti

comuni e quotidiani decontestualizzandoli, sospendendo quindi la loro funzione originaria e collocandoli in una

nuova prospettiva. The Moon Museum dimostra come il rapporto di influenza tra la cultura Pop e l’esplorazione

sia stato solo a senso unico, dalla seconda verso la prima, piuttosto l’influenza c’è stata anche in

spaziale non

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