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Introduzione Fuel Cells tesina
La tesina descrive il tipo di motore Fuel Cells. Negli ultimi anni, al centro di dibattiti internazionali, si sono presentate problematiche sempre più gravi quali: l'esaurimento delle riserve di combustibili fossili, la richiesta sempre maggiore di energia da parte di tutti i paesi del mondo, il “caro petrolio” con il conseguente aumento dei prezzi dei carburanti e soprattutto l'inquinamento (ad es. “gas serra”) e i relativi effetti ambientali. Si sta spingendo dunque alla ricerca e alla sperimentazione di nuove fonti energetiche soprattutto di carattere rinnovabile, con bassi costi e con il minor impatto ambientale possibile.
Un ambito fortemente influenzato da questo tipo di problematiche e di ricerche è il settore automobilistico che vede calare esponenzialmente le sue vendite a livello internazionale.
Ciò è determinato dal fatto che l'utenza media ricerca automobili con costi di mantenimento modesti, con bassi consumi e emissioni di gas nocivi minime, senza però rinunciare alle prestazioni e al piacere di guida regalato dalle auto più classiche. Si introduce quindi il concetto di mobilità sostenibile che si basa su veicoli a combustibile alternativo come i motori a bioetanolo, biodiesel, ibridi o addirittura totalmente elettrici gli studi dei quali ultimi sono stati notevolmente sviluppati negli ultimi anni; tali soluzioni però non risolvono la dipendenza dalle fonti non rinnovabili come i combustibili fossili e delle elevate emissioni di gas inquinanti, inoltre portano una serie di altri svantaggi tra i quali possiamo citare il disboscamento di ampie zone nella quale vengono istituite enormi piantagioni di canna da zucchero atte alla produzione del bioetanolo, oppure la scarsa autonomia del motore elettrico che richiede ore di ricarica.
La soluzione a tali problematiche è proprio l'idrogeno che negli ultimi anni ha suscitato molto interesse come risorsa energetica e, soprattutto, come fonte rinnovabile e totalmente pulita; questa sostanza è infatti un vettore di energia notevole in quanto presenta una densità energetica superiore a qualunque altro combustibile noto. Possiamo
dunque definirlo come il migliore sistema di accumulo energetico attualmente disponibile. Purtroppo però l'idrogeno, nonostante sia la sostanza più abbondante nell'universo, è difficile da trovare al suo stato di aggregazione elementare a causa della sua elevata volatilità; occorre pertanto ricavarlo da composti che ne contengono una buona quantità
(acqua, sostanze organiche, organismi vegetali...) utilizzando una fonte di energia esterna.
A tale scopo vengono dunque utilizzati diversi processi industriali: alcuni sono ancora legati all'utilizzo dei combustibili fossili, altri invece sono alquanto innovativi e si affidano, per esempio, a nuove tecniche di produzione di biomasse, alghe, biogas, batteri... oppure all'utilizzo dell'energie rinnovabili (eolica, fotovoltaica, idroelettrica...). Quest'ultime però sono ancora molto costose, spesso il loro utilizzo non è economicamente conveniente e, inoltre, non sono per niente competitive rispetto all'utilizzo di processi industriali legati alle fonti esauribili, nonostante si stia cercando una soluzione che porti ad una totale ecocompatibilità dell'uso e della produzione di idrogeno. Attualmente l'alternativa sostenibile più valida, anche se molto onerosa, è l'elettrolisi, processo che permette la scissione della molecola d'acqua in idrogeno e ossigeno mediante una cella elettrolitica che viene alimentata da corrente continua. È d'obbligo specificare che l'energia elettrica necessaria dev'essere totalmente fornita da fonti rinnovabili quali quelle sovra citate; uno degli obiettivi che si sta infatti raggiungendo è proprio l'applicazione di tali metodologie alternative che possano portare alla produzione di un carburante totalmente “pulito” e che siano convenienti anche dal punto di vista economico.
Bisogna tener presente un secondo problema che sorge dall'utilizzo dell'idrogeno: l'immagazzinamento e il trasporto. Fortunatamente esistono tecnologie e processi agli ultimi stadi di sviluppo che ci fanno intravedere una soluzione a tale problema. La tesina di maturità mostra anche come nel settore automobilistico si possono distinguere principalmente due tipologie di utilizzo di tale elemento: il motore a combustione interna di idrogeno, meno recente, già utilizzato e sperimentato, che riduce sicuramente le emissioni di sostanze nocive prodotte dalle vetture tradizionali, ma che non riesce a sfruttare pienamente le potenzialità di tale risorsa. La seconda possibilità, molto recente e soprattutto in ampia fase di sviluppo, è l'utilizzo dell'idrogeno nelle celle a combustibile, dispositivi che si basano su principi elettrochimici per convertire l'energia chimica in energia elettrica, acqua e calore promettendo, oltre a un processo totalmente pulito, un' efficienza energetica molto elevata e un motore totalmente silenzioso in quanto sono assenti organi rotanti. Quest'ultima tecnologia è ormai quasi totalmente sviluppata, tanto che le case automobilistiche sostengono di poter introdurre nel mercato veicoli che sfruttano questa tipologia di motori entro i prossimi 5 anni. Nei prossimi capitoli della tesina maturità verranno chiariti la produzione e lo stoccaggio dell'idrogeno in particolare per quanto attiene all'utilizzo di fonti rinnovabili con le relative problematiche, il principio di funzionamento e un breve confronto tre le tipologie di fuel cell, infine verrà presentato l'utilizzo delle celle a combustibile di tipo PEM con relative caratteristiche dal punto di vista elettrico e termodinamico e con il recente impiego nel settore automobilistico.
Collegamenti
Fuel Cells tesina
Fisica: La meccanica.
Chimica: Le reazioni.
Biologia: Le biotecnologie.
Andrea Bertazzoli
Istituto di Istruzione Superiore Statale
“G. Cigna”
Anno Scolastico 2013/2014
INDICE
Introduzione
1. Produzione dell' idrogeno
1.1. Produzione da fonti rinnovabili
1.1.1. Produzione dalle biomasse
1.1.2. Processi biotecnologici
1.1.3. Decomposizione termochimica dell'acqua
1.2. Produzione mediante l'elettrolisi dell'acqua
1.3. Altri metodi di produzione
1.3.1. Sintesi e cracking dell'ammoniaca
1.3.2. Fuel Ball
2. Immagazzinamento e trasporto dell'idrogeno
2.1. Stoccaggio fisico
2.1.1. Compressione dell'idrogeno
2.1.2. Liquefazione dell'idrogeno
2.1.3. Microsfere di vetro
2.2. Stoccaggio chimico
2.2.1. Idruri metallici
2.2.2. Idruri chimici
2.2.3. Nanostrutture in carbonio
2.2.3.1. I fullereni
2.2.3.2. I nanotubi
2.2.3.3. Le nanofibre
2.3. Trasporto
2.3.1. Trasporto su strada
2.3.2. Pipeline
3. Funzionamento e tipologie di fuel cell
3.1. Evoluzione delle celle a combustibile
3.2. Principio di funzionamento
3.2.1. Architettura della fuel cell
3.2.2. Produzione di energia elettrica dall'energia chimica
3.3. Confronto tra sistema tradizionale e sistema con fuell cell
3.4. Tipi di celle a combustibile
3.4.1. Fuel cell con elettrolita a membrana polimerica a scambio
protonico (PEM)
3.4.2. Fuel cell a elettrolita alcalino (A-FC)
3.4.3. Fuel cell a carbonati fusi (MC-FC)
3.4.4. Fuel cell a ossidi solidi (SO-FC)
3.4.5. Fuel cell ad acido fosforico (PA-FC)
3.5. Vantaggi e limiti per l'applicazione della fuel cell
4. PEM nelle applicazioni in campo veicolare
4.1. PEM dal punto di vista elettrico
4.1.1. Lo stack
4.1.2. Perdite di impianto in un sistema di fuell cell
4.2. Vantaggi e svantaggi degli stack PEM
4.3. PEM dal punto di vista termodinamico
4.3.1. Energia erogata dalla fuel cell PEM
4.3.2. Rendimento energetico di una cella
4.3.3. Rendimento ideale e reale di una cella
4.3.4. Difficile funzionamento all'ottimo nella realtà
4.3.5. Rendimento di uno stack composto da fuel cell PEM
Conclusione INTRODUZIONE
Negli ultimi anni, al centro di dibattiti internazionali, si sono presentate problematiche
sempre più gravi quali: l'esaurimento delle riserve di combustibili fossili, la richiesta
sempre maggiore di energia da parte di tutti i paesi del mondo, il “caro petrolio” con il
conseguente aumento dei prezzi dei carburanti e soprattutto l'inquinamento (ad es. “gas
serra”) e i relativi effetti ambientali. Si sta spingendo dunque alla ricerca e alla
sperimentazione di nuove fonti energetiche soprattutto di carattere rinnovabile, con bassi
costi e con il minor impatto ambientale possibile.
Un ambito fortemente influenzato da questo tipo di problematiche e di ricerche è il settore
automobilistico che vede calare esponenzialmente le sue vendite a livello internazionale.
Ciò è determinato dal fatto che l'utenza media ricerca automobili con costi di
mantenimento modesti, con bassi consumi e emissioni di gas nocivi minime, senza però
rinunciare alle prestazioni e al piacere di guida regalato dalle auto più classiche.
Si introduce quindi il concetto di mobilità sostenibile che si basa su veicoli a combustibile
alternativo come i motori a bioetanolo, biodiesel, ibridi o addirittura totalmente elettrici gli
studi dei quali ultimi sono stati notevolmente sviluppati negli ultimi anni; tali soluzioni però
non risolvono la dipendenza dalle fonti non rinnovabili come i combustibili fossili e delle
elevate emissioni di gas inquinanti, inoltre portano una serie di altri svantaggi tra i quali
possiamo citare il disboscamento di ampie zone nella quale vengono istituite enormi
piantagioni di canna da zucchero atte alla produzione del bioetanolo, oppure la scarsa
autonomia del motore elettrico che richiede ore di ricarica.
La soluzione a tali problematiche è proprio l'idrogeno che negli ultimi anni ha suscitato
molto interesse come risorsa energetica e, soprattutto, come fonte rinnovabile e
totalmente pulita; questa sostanza è infatti un vettore di energia notevole in quanto
presenta una densità energetica superiore a qualunque altro combustibile noto. Possiamo
dunque definirlo come il migliore sistema di accumulo energetico attualmente disponibile.
Purtroppo però l'idrogeno, nonostante sia la sostanza più abbondante nell'universo, è
difficile da trovare al suo stato di aggregazione elementare a causa della sua elevata
volatilità; occorre pertanto ricavarlo da composti che ne contengono una buona quantità
(acqua, sostanze organiche, organismi vegetali...) utilizzando una fonte di energia
esterna.
A tale scopo vengono dunque utilizzati diversi processi industriali: alcuni sono ancora
legati all'utilizzo dei combustibili fossili, altri invece sono alquanto innovativi e si affidano,
per esempio, a nuove tecniche di produzione di biomasse, alghe, biogas, batteri... oppure
all'utilizzo dell'energie rinnovabili (eolica, fotovoltaica, idroelettrica...). Quest' ultime però
sono ancora molto costose, spesso il loro utilizzo non è economicamente conveniente e,
inoltre, non sono per niente competitive rispetto all'utilizzo di processi industriali legati alle
fonti esauribili, nonostante si stia cercando una soluzione che porti ad una totale eco-
compatibilità dell'uso e della produzione di idrogeno. Attualmente l'alternativa sostenibile
più valida, anche se molto onerosa, è l'elettrolisi, processo che permette la scissione della
molecola d'acqua in idrogeno e ossigeno mediante una cella elettrolitica che viene
alimentata da corrente continua. È d'obbligo specificare che l'energia elettrica necessaria
dev'essere totalmente fornita da fonti rinnovabili quali quelle sovra citate; uno degli
obiettivi che si sta infatti raggiungendo è proprio l'applicazione di tali metodologie
alternative che possano portare alla produzione di un carburante totalmente “pulito” e che
1
siano convenienti anche dal punto di vista economico.
Bisogna tener presente un secondo problema che sorge dall'utilizzo dell'idrogeno:
l'immagazzinamento e il trasporto. Fortunatamente esistono tecnologie e processi agli
ultimi stadi di sviluppo che ci fanno intravedere una soluzione a tale problema.
Nel settore automobilistico si possono distinguere principalmente due tipologie di utilizzo
di tale elemento: il motore a combustione interna di idrogeno, meno recente, già utilizzato
e sperimentato, che riduce sicuramente le emissioni di sostanze nocive prodotte dalle
vetture tradizionali, ma che non riesce a sfruttare pienamente le potenzialità di tale
risorsa. La seconda possibilità, molto recente e soprattutto in ampia fase di sviluppo, è
l'utilizzo dell'idrogeno nelle celle a combustibile, dispositivi che si basano su princìpi
elettrochimici per convertire l'energia chimica in energia elettrica, acqua e calore
promettendo, oltre a un processo totalmente pulito, un' efficienza energetica molto elevata
e un motore totalmente silenzioso in quanto sono assenti organi rotanti. Quest'ultima
tecnologia è ormai quasi totalmente sviluppata, tanto che le case automobilistiche
sostengono di poter introdurre nel mercato veicoli che sfruttano questa tipologia di motori
entro i prossimi 5 anni.
Nei prossimi capitoli verranno chiariti la produzione e lo stoccaggio dell'idrogeno in
particolare per quanto attiene all'utilizzo di fonti rinnovabili con le relative problematiche, il
principio di funzionamento e un breve confronto tre le tipologie di fuel cell, infine verrà
presentato l'utilizzo delle celle a combustibile di tipo PEM con relative caratteristiche dal
punto di vista elettrico e termodinamico e con il recente impiego nel settore
automobilistico. 2
CAPITOLO 1: Produzione dell'idrogeno
1.1.Produzione da fonti rinnovabili
1.1.1.Produzione dalle biomasse
Le biomasse, dal punto di vista energetico, sono forme biotiche che possono fornire
energia. Esse offrono un grande contributo alla diminuzione dell' emissione di gas serra
nell'aria in quanto la CO che emettono durante la loro ossidazione è praticamente
2
equivalente a quella che assorbono durante il loro ciclo vitale. Tramite le biomasse si
possono produrre sia idrogeno che metanolo. A tale scopo vengono impiegati due
processi: la gassificazione diretta con apporto di vapore acqueo, seguita dal reforming del
gas prodotto e la pirolisi veloce con reforming, invece, della fase liquida.
Gassificazione: all'interno di un gassificatore la biomassa viene convertita in
• un gas di sintesi attraverso la reazione parziale con ossigeno e mediante
l'aggiunta di calore; questo gas è composto principalmente da idrogeno,
metano, vapore acqueo, monossido e biossido di carbonio. Il gas viene
raffreddato e purificato ottenendo così una miscela con circa il 60-62% di
idrogeno, questa viene infine sottoposta alle reazioni di reforming (reazione
per aumentare la quantità di idrogeno a discapito di sostanze come CH4) e di
shift (reazione tra monossido di carbonio e acqua che dà idrogeno e anidride
carbonica).
Pirolisi veloce: questo processo produce un bio-olio dalla quale poi si potrà
• successivamente estrarre l'idrogeno. Nella pirolisi le biomasse vengono
degradate tramite calore determinando la formazione di una frazione
gassosa, una liquida e una solida. Nella pirolisi veloce, invece, si massimizza
la produzione della frazione liquida portando la biomassa fino a temperature
tra i 500° e i 650° centigradi a pressione atmosferica riducendo così il tempo
di percorrenza dei vapori nel reattore. Tramite la reazione di reforming viene
convertito il bio-olio in idrogeno (la produzione di bio-olio risolve il problema
del trasporto delle biomasse in quanto molto voluminose).
1.1.2.Processi biotecnologici
Sono processi molto innovativi, alcuni addirittura ancora in fase di sperimentazione, che
sfruttano processi biologici esistenti in natura per convertire una fonte energetica primaria
nel vettore idrogeno, abbassando così il tasso inquinante degli scarti prodotti; in
particolare le emissioni di CO che, provenendo da mezzi organici, non vanno ad
2
aumentare l'effetto serra. Questi metodi, molto probabilmente, non incideranno
considerevolmente sulla produzione dell'idrogeno in futuro, in quanto presentano costi di
produzione alquanto elevati e alcune problematiche tecniche.
I metodi sui quali si sta maggiormente lavorando sono:
alcune biomasse, attraverso un processo
Fermentazione da colture dedicate:
• di fermentazione in presenza di batteri, producono alcool etilico oppure
3
idrogeno. L'alcool però può essere sottoposto a reforming con vapore acqueo
per produrre a sua volta idrogeno.
Fotoproduzione: processo che prevede che alcune tipologie di alghe verdi
• vengano esposte ciclicamente alla luce del sole e al buio, sviluppando un
particolare enzima chiamato idrogenasi che permette la produzione di
idrogeno. A tutt'oggi la biogenetica sta tentando di separare ceppi di alghe con
idrogenasi non condizionata dalla presenza di ossigeno, che normalmente
inibisce l'enzima. Un'altra tipologia di processo riguarda degli speciali batteri
chiamati fotosintetici, in grado di produrre idrogeno mediante l'energia solare;
una specie particolare di tali batteri riesce addirittura ad effettuare la reazione
di shift reforming. A causa di ciò sono stati istituiti, in alcuni laboratori, reattori
biologici contenenti questi batteri e in grado di ridurre notevolmente il
contenuto di CO nel gas che li attraversa.
1.1.3.Decomposizione termochimica dell'acqua
Consiste in una serie di reazioni che avvengono in alcuni impianti tutt'ora sperimentali e
che prevedono la produzione di idrogeno e ossigeno dalla decomposizione dell'acqua
passando attraverso specie chimiche intermedie, tipicamente acido solforico. Tali reazioni
necessitano di temperature molto elevate.
1.2.Produzione mediante elettrolisi dell'acqua
Come già anticipato nell'introduzione questa metodologia non è economicamente
conveniente; nonostante ciò tale problema può essere attutito accoppiando tale processo
ad impianti di produzione di energia elettrica basati su fonti rinnovabili. L'elettrolisi
dell'acqua è ampiamente diffusa per la produzione di un idrogeno molto puro.
L'impianto è costituito da: un deionizzatore per ottenere l'acqua distillata, un convertitore