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Fisica: la curvatura dello Spazio
Filosofia: Herbert Spencer
Italiano: Giacomo Leopardi
2.0 I diversi destini dell'universo
I possibili scenari che rappresentano la fine dell'universo sono
fondamentalmente tre: il Big Freeze, il Big Crunch ed il Big Rip.Nel modello
Big Freeze si prevede un'espansione infinita dell'universo che allontenerebbe
gli astri tra loro. Questa lontanza porterebbe l'universo al congelamento e
quindi alla morte. Nel modello Big
Crunch l'espansione dell'universo
cesserebbe perché la densità
dell'universo avrebbe generato
una forza gravitazionale capace di
fermare l'espansione. A questo
punto l'universo collasserebbe su
sé stesso. Nel terzo modello il Big
Rip l'accelerazione aumenterebbe Illustrazione 1: l'immagine rappresenta le possibili
sempre di più portando alla fine evoluzioni dell'universo
della vita.
Attualmente l'Universo si sta espandendo, ma non si sa ancora quale sarà il
suo destino; gli astrofisici affermano che quest'ultimo dipenda dalla sua
densità, ovvero dalla quantità di materia in esso presente. A livello teorico è
stata calcolata la densità dell'universo in relazione alla quantità di materia e a
questo valore è stato dato il nome di densità critica,mentre dal punto di vista
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sperimentale la quantità di materia è stata calcolata in modo statistico. Fu
Einstein il primo a ipotizzare la presenza nell'universo di più materia di quanto
se ne veda,osservando la forza di gravità che agisce in esso;quando due corpi
lontani accelerano l'uno rispetto l'altro,il cambiamento della loro gravità arriva
a noi sotto forma di onde gravitazionali, cioè di onde che si propagano alla
velocità della luce.
Oggigiorno si ritiene che il 90% dell'universo sia composto da materia oscura.
I cosmologi hanno fissato un valore teorico per la massa dell'universo, detto
massa critica. Se la massa critica e quella reale dovessero coincidere allora
l'attrazione tra la materia (gravità) e la forza d'espansione dell'universo
sarebbero perfettamente bilanciate. Di conseguenza l'espansione ad un certo
punto cesserebbe grazie all'equilibrio tra le due forze, in questo caso si parla
di universo piatto.
Se la massa reale, invece, fosse inferiore alla massa critica, la forza di gravità
non sarebbe sufficiente ad equilibrare quella d'espansione, che prevalerebbe ;
si avrebbe quindi un Universo aperto. Il destino di un Universo piatto e di un
Universo aperto è simile: con l’esaurirsi del carburante delle stelle, il cosmo
diventerebbe un luogo desolato, sempre più buio e sempre più freddo, fino a
raggiungere lo zero assoluto.( in questo caso si parla di Big Freeze)
Diverso invece è il destino di un Universo chiuso, che si avrebbe se la massa
della materia che lo compone fosse maggiore della massa critica. In questo
caso, in un remoto futuro la forza gravitazionale avrebbe la meglio
sull’espansione. Le galassie inizierebbero ad avvicinarsi le une alle altre,
finché l’Universo imploderebbe su se stesso in un processo opposto a quello
del Big Bang, chiamato Big Crunch (grande stritolamento).
Sebbene le osservazioni più recenti facciano supporre che la massa reale
dell’Universo sia molto vicina a quella critica, il problema della geometria e del
destino del cosmo rimane aperto. Una delle difficoltà che caratterizza questa
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ricerca è rappresentata dalla scoperta che la maggior parte della materia di cui
è fatto l’Universo non è visibile poiché appunto materia oscura.
Comprendere la natura di questa materia oscura e determinarne la quantità
sarà essenziale per svelarci se lo spazio è davvero infinito, e quale sarà il
nostro ultimo destino.
2.1 Spazi piatti o curvi
Fino ai primi decenni del '800 nessuno aveva pensato di mettere in
discussione la geometria Euclidea, in quanto considerata l'unica concepibile.
Ma, rispettivamente nel 1829 e nel 1832, lavorando in maniera indipendente
N. Lobacevskij e Bolay svilupparono delle geometrie non euclidee che si
sviluppavano in più dimensioni.
Nello spazio euclideo si considera valido il quinto postulato di Euclide che
afferma che esiste ed é unica la retta passante per due punti. Da questo si
desumono tutti i teoremi a noi noti, come ad esempio il teorema sulla somma
degli angoli interni di un triangoli uguale a180 gradi o quello sulla distanza
minima tra due punti (una retta).
La geometrie non euclidee, al contrario non rispettano il quinto postulato e di
conseguenza ammettono che per un punto esterno ad una retta data sia
possibile condurre infinite rette parallele alla retta stessa.
Le geometrie non euclidee sono fondamentalmente due:
1) Ellittica introdotta da Reeman con curvatura positiva
2) Iperbolica introdotta da Lobacevskij con curvatura negativa
Nel primo caso si sceglie uno spazio curvo, ad esempio una sfera,dunque
bisogna ridefinire i luoghi geometrici partendo da quello fondamentale: il
segmento.
Il segmento per definizione é la distanza minima tra due punti, dunque il
segmento passante per due punti su una circonferenza sarà una parte della
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circonferenza massima della curva, ovvero una circonferenza ottenuta
intersecando un piano con il centro della sfera.
Intersecandosi tre rette su un piano curvo creano un triangolo che ha, come
somma degli angoli interni 540 gradi.
Nella geometria iperbolica, viceversa la somma degli angoli interni di un
triangolo é minore di 180 gradi.
2.2 La curvatura dello spazio
Dunque é possibile definire in ogni spazio le curve geodetiche, ovvero le curve
di minima lunghezza che uniscono due punti.
Se potessimo osservare due punti materiali che si muovono lungo due
geodetiche, potremmo osservare che la loro distanza continua a diminuire,
questo ci potrebbe portare a supporre che tra di loro ci sia una forza attrattiva (
forza di gravità). Ma sapendo che questa forza non può agire in maniera
istantanea, si può dedurre che erano le masse a curvare lo spazio-tempo. In
questo modo le masse “dicono” allo spazio-tempo come incurvarsi; lo spazio-
tempo “dice” alle masse come muoversi.
Cosi come gli effetti della relatività ristretta sono evidenti quando le velocità si
avvicinano a quella della luce, analogamente gli effetti di quella generale sono
evidenti solo quando si parla di grandi masse.
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Essendoci nell'Universo dei corpi dalle dimensioni estese possiamo desumere
che questo abbia una curvatura intrinseca.
Come abbiamo visto,la forma dell'universo è uno dei parametri da cui dipende
la sua fine.
Non potendo determinare la geometria dell’Universo tramite osservazione
diretta, gli astronomi la definiscono indirettamente stimando la quantità di
materia che lo compone, che determina la sua geometria e, infine, il suo
destino. Sono tre i modelli di spazio che potrebbero descrivere l'universo:
Universo aperto, la forma somiglia a quello di una sella di cavallo. In
questa superficie che lo rappresenta la somma degli angoli interni di un
triangolo è minore di 180°; in questo tipo di universo l’espansione delle
galassie continuerebbe, forse, all’infinito causando o un big freeze
(morte fredda) o un big rip (grande
strappo); in questo caso la curvatura è
positiva.
Universo piatto, la forma è piatta e la
geometria euclidea funziona: qui la
somma degli angoli interni di un
triangolo è di 180°; questa curvatura Illustrazione 1: Le diverse forme
é detta nulla. dell'universo. Negli universi con
un curvatura positiva o negativa
Universo chiuso, la forma è quella di una
non viene rispettata la geometria
Euclidea, infatti la somma degli
cupola o di una sfera. Qui disegnando un
angoli del triangolo è o maggiore
o minore di 180°
triangolo la somma interna dei suoi
angoli sarebbe maggiore di 180°. In questo tipo di universo la deriva
delle galassie prima rallenterebbe, poi si arresterebbe sino addirittura a
trasformarsi in avvicinamento. Alla fine tutte le galassie tornerebbero al
punto d’inizio scontrandosi in un immane Big Crunch a cui seguirebbe
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subito un Big Bang e così via di seguito, dando origine a un universo
oscillante. L’attimo stesso in cui dal Big Crunch si passerebbe al Big
Bang è detto anche Big Bounce (grande rimbalzo). Questa curvatura è
negativa.
Modello di Aperto Critico Chiuso
Universo
Parametro di
densità Ω < 1 Ω=1 Ω> 1
Parametro di q0< 1/2 q0= 1/2 q0> 1/2
decelerazione 12
iperbolica sferica
Geometria dello piatta
(curvatura (curvatura
spazio (curvatura nulla)
negativa) positiva)
Futuro Espansione Espansione
dell'Universo Espansione perpetua con seguita da
perpetua velocità finale nulla collasso finale
Tabella 1:La tabella mostra le relazioni tra densità, decelerazione, geometria dello spazio-tempo e
destino dell'Universo.
3.0 Spencer, una visione quasi profetica
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L'inglese Herbert Spencer (Derby 1820 - Brighton 1903) è considerato uno dei
principali esponenti del positivismo evoluzionista. Pur ispirandosi alla dottrina
di Darwin, Spencer non fondò il suo pensiero su puntuali ricerche di scienze
naturali, ma delineò piuttosto una visione generale della realtà che applica le
concezioni scientifiche evoluzionistiche ai diversi settori dell'indagine filosofica.
A differenza di Darwin che ridusse l’evoluzione ad un campo puramente
biologico, Spencer parlò esplicitamente di Evoluzionismo cosmico.
Secondo Spencer alla religione spetta la conoscenza di ciò che è
Inconoscibile, alla scienza di ciò che è conoscibile mentre la filosofia è La
conoscenza nel suo più alto grado di generalità.
La scienza è infatti è conoscenza parzialmente unificata mentre la filosofia
conoscenza completamente unificata. La filosofia deve quindi assumere come
suo proprio materiale e punto di partenza i principi più vasti ai quali è giunta la
scienza.
Spencer ne l’ I primi principi affermò che tutto l’Universo è percorso da
un’incessante redistribuzione di materia e di moto che dà luogo all’Evoluzione.
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Caratteristiche dell'Evoluzione è il passaggio da una forma meno coerente a
una più coerente (ad esempio il sistema solare originatosi da una nebulosa)
dall'omogeneo all'eterogeneo (come ad esempio nell’aggregato di stelle e
nebulose)e dall'indefinito al definito.
Il processo di integrazione, operante localmente e universalmente, si combina con il
processo do differenzazione, cosi che il mutamento non avviene solamente
dall’omogeneo all’eterogeneo, ma da una indefinita omogeneità ad una definita
eterogeneità; e questo carattere di crescente definitezza, che accompagna il
carattere di crescente eterogeneità,è esibito dalla totalità delle cose e da tutte le
divisioni e suddivisioni fino alle più minute
Egli applicò la legge dell'evoluzione non solo alle specie viventi ma anche alla
società nel suo complesso e all'universo. Nel suo testo An Epitome of Syntetic
Philosophy, pubblicato nel 1889, egli scrisse:
I mutamenti vanno avanti fino a quando non sia raggiunto un equilibrio tra le forze dalle
quali tutte le parti dell'aggregato sono investite e le forze che queste oppongono alle prime.
L’evoluzione, secondo Spencer, è un processo necessario. L’omogeneità, che
è il suo punto di partenza, è uno stato instabile che non può durare e deve
passare all’eterogeneità per raggiungere l’equilibrio. Perciò l’evoluzione deve
iniziare e una volta iniziata deve continuare; questo processo è necessario e
continuo. Ma
I mutamenti vanno avanti fino a quando non si è raggiunto un equilibrio tra le forze dalle
quali tutte le parti dell’aggregato sono investite
Questo stato di equilibrio è fondamentalmente la fine del processo evolutivo;
dunque non vi è più nessun passaggio ad una forma più definita. Questo
comporta che non vi è piu nessun progresso: la stasi così raggiunta
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dall’Universo porterebbe alla sua morte.
4 Leopardi, il cosmo e la fine del mondo.
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Figura 1 Giacomo Leopardi (1798 –1837)
“Lo spettacolo di un cielo stellato colpisce ogni uomo riflessivo. Esso avrà
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sicuramente sorpresi e gettati in una dolce estasi i primi uomini.” Queste
parole, estratte da un ponderoso saggio, scritto da Leopardi nel 1815,
denunciano in modo chiaro la sua l’attrazione ( propria di tutti i grandi poeti e
di tutti i grandi filosofi) per la volta celeste.
Del resto il poeta a soli quindici anni, nel 1813, aveva iniziato un’opera a