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Geografia astronomica: Il Sole
Storia: Lo Schwarze Sonne
Filosofia: Friedrich Nietzsche
3) TERMODINAMICI nei quali si trasforma l’energia solare, catturata con specchi
parabolici, prima in calore e poi in energia elettrica.
Qui mi occuperò dei sistemi fotovoltaici che attualmente sono basati sulle celle
al silicio. Queste celle hanno una resa energetica soddisfacente, circa il 12 %
dell’energia solare è convertita in energia elettrica, ma il loro vero problema è il
costo elevato. Anche se il silicio è abbondante nella crosta terrestre, il processo
di produzione di queste celle è difficile e assomiglia a quello dei chip per
computer, infatti bisogna creare un wafer di silicio p ed n, cioè un dispositivo
che permetta il flusso di corrente in una sola direzione.
Energia solare
L'energia solare è una delle principali fonti di energia rinnovabile. Con il
termine energia solare si intende la produzione di energia termica ed elettrica
ottenuta sfruttando i raggi solari. L'energia solare può essere sfruttata
utilizzando diverse tecnologie rinnovabili come i pannelli solari. Essi sono
prevalentemente di tipo fotovoltaico, il quale converte l'energia solare
direttamente in energia elettrica tramite l'ausilio delle proprietà fisiche di alcuni
semiconduttori quando sono sollecitati dalla luce solare. celle fotovoltaiche
Un modulo fotovoltaico è un dispositivo composto da in
grado di convertire l'energia solare direttamente in energia elettrica mediante
effetto fotovoltaico ed è impiegato come generatore di corrente in un impianto
fotovoltaico. Può essere meccanicamente preassemblato a formare un
pannello fotovoltaico, pratica caduta in disuso con il progressivo aumento
delle dimensioni dei moduli, che ne hanno quindi incorporato le finalità. Può
essere esteticamente simile al pannello solare termico, ma, pur appoggiandosi
entrambi sull'energia solare, hanno scopi e funzionamento molto differenti, in
quanto il pannello solare termico (o collettore solare) è una tecnologia in grado
di catturare l'energia termica dei raggi solari per riscaldare l'acqua sanitaria
contenuta in un serbatoio di accumulo tramite uno scambiatore di calore.
Storia
Le principali tappe della tecnologia fotovoltaica:
1839 Il francese Alexandre Edmond Bécquerel nota che "della corrente
elettrica è generata durante alcune reazioni chimiche indotte dalla luce".
Scopre così l'effetto fotogalvanico negli elettroliti liquidi.
1883 L'inventore statunitense Charles Fritz produce una cella solare di
circa 30 centimetri quadrati a base di selenio con un'efficienza di
conversione dell'1-2 per cento. 3
1905 Albert Einstein pubblica la sua teoria sull'effetto fotoelettrico che gli
porterà il premio Nobel per la Fisica nel 1921, che consiste nella scoperta
dell’emissione di elettroni da parte di una superficie metallica investita
da radiazioni elettromagnetiche.
1963 La giapponese Sharp produce i primi moduli fotovoltaici
commerciali.
Composizione
Cella fotovoltaica
La cella fotovoltaica o cella solare è l'elemento base nella costruzione di un
modulo fotovoltaico. La versione più diffusa di cella fotovoltaica, quella in
materiale cristallino, è costituita da una lamina di materiale semiconduttore, il
più diffuso dei quali è il silicio, e si presenta in genere di colore nero o blu e con
dimensioni variabili dai 4 ai 6 pollici. Piccoli esemplari di celle fotovoltaiche in
materiale amorfo sono in grado di alimentare autonomamente dispositivi
elettronici di consumo, quali calcolatrici, orologi e simili. Analogamente al
modulo, il rendimento della cella fotovoltaica si ottiene valutando il rapporto
tra l'energia elettrica prodotta dalla cella e l 'energia della radiazione solare che
investe l'intera sua superficie. Valori tipici per gli esemplari in silicio
multicristallino comunemente disponibili sul mercato si attestano attorno al
18%. L'efficienza del modulo è sempre minore, come discusso di seguito.
Tensione e corrente
(Circuito equivalente di una cella fotovoltaica.)
Una cella solare è di fatto un generatore di corrente tramite effetto fotovoltaico
che trasduce in elettricità l'energia solare. Un buon modello matematico per
l'analisi del suo funzionamento è l'equazione del diodo ideale di Shockley.
Partendo dal circuito equivalente mostrato di fianco si ha che la corrente che
scorre sul carico vale: 4
dove: I è l'intensità di corrente che scorre sul carico;
V è la differenza di potenziale tra i due terminali del diodo;
D
I è l'intensità di corrente prodotta dal generatore, ed è proporzionale
s
all'intensità della radiazione incidente sulla cella;
I è l’intensità di corrente di saturazione, un fattore direttamente
0
proporzionale alla superficie della giunzione p-n;
q è la carica elementare dell'elettrone;
k è la costante di Boltzmann;
p
T è la temperatura assoluta sulla superficie di giunzione tra la zone ed
n;
è il coefficiente di emissione, anch'esso dipendente dal processo di
fabbricazione ed è compreso generalmente tra 1 e 2 (fattore di idealità
del diodo);
R è la resistenza parallelo del modello
p
Costante di Boltzmann k
La costante di Boltzmann, (in molti testi viene indicata con il carattere
B
cappa greca: κ), fu introdotta da Planck, che la chiamò così in onore di Ludwig
Boltzmann. È una grandezza che si incontra spessissimo in meccanica statistica
ed è relazionata ad altre due costanti di grande importanza quali la costante
N
universale dei gas, R, e il numero di Avogadro, , dalla seguente espressione:
A
Quindi le unità di misura con cui viene espressa nel sistema internazionale
sono i J/K (joule su kelvin), le stesse unità dell'entropia e della capacità termica.
Il valore raccomandato dal CODATA nel 2002 è:
Zone d’ombra
Se le celle del pannello sono collegate in serie, come si fa normalmente per
ottenere una tensione in uscita più alta, non si ha il controllo delle singole celle,
perché la corrente è uguale per tutte. La cella in ombra viene quindi
attraversata da una corrente più forte di quella che genererebbe da sola, e fa
da strozzatura per l'intero sistema scaldandosi e potenzialmente
5
danneggiandosi, oltre a disperdere energia. Ne deriva l'importanza che l'intero
pannello sia illuminato senza celle in zone d'ombra, ovvero che le celle abbiano
un'esposizione solare simile. Tuttavia tanto più è grande il pannello, tanto più è
probabile e ampia la differenza di esposizione e di corrente che la singola cella
è in grado di produrre, a meno dell'utilizzo di inseguitori solari.
Moduli
I moduli in silicio mono o policristallini rappresentano la maggior parte del
mercato; sono tecnologie costruttivamente simili, e prevedono che ogni cella
fotovoltaica sia cablata in superficie
(collegata mediante cablaggio, cioè dei cavi)
con una griglia di materiale conduttore che ne canalizzi gli elettroni. Ogni
singola cella viene connessa alle altre mediante nastrini metallici, in modo da
formare opportune serie e paralleli elettrici. La necessità di silicio molto puro
attraverso procedure di purificazione dell'ossido di silicio (SiO , silice) presente
2
in natura eleva il costo della cella fotovoltaica.
Sopra una superficie posteriore di supporto, in genere realizzata in un materiale
isolante con scarsa dilatazione termica, come il vetro temperato o un polimero
come il tedlar, vengono appoggiati un sottile strato di acetato di vinile (spesso
EVA),
indicato con la sigla la matrice di moduli preconnessi mediante i già citati
nastrini, un secondo strato di acetato e un materiale trasparente che funge da
protezione meccanica anteriore per le celle fotovoltaiche, in genere vetro
temperato. Dopo il procedimento di pressofusione, che trasforma l'EVA in mero
collante inerte, le terminazioni elettriche dei nastrini vengono chiuse in una
morsettiera stagna generalmente fissata alla superficie di sostegno posteriore,
e il "sandwich" ottenuto viene fissato ad una cornice in alluminio, che sarà utile
al fissaggio del pannello alle strutture di sostegno atte a sostenerlo e orientarlo
opportunamente verso il sole.
Costruzione del modulo Fotovoltaico in
silicio
Il modulo fotovoltaico in silicio è costituito da un sandwich di materie prime
detto laminato e dai materiali accessori atti a rendere usabile il laminato.
(Stratificazione del laminato) 6
Il laminato viene preparato con i seguenti materiali:
Vetro (i moduli costruiti in Italia abitualmente usano vetro da 4 mm di
spessore)
Etilene vinil acetato - EVA
Celle mono o policristalline
EVA
Backsheet (copertura di fondo)
Il vetro viene usato come base su cui è steso un sottile foglio di EVA. Al di sopra
dell'EVA vengono posizionate le celle rivolte con il lato fotosensibile verso il
basso, viene steso un altro foglio di EVA e quindi un foglio di materiale plastico
isolante (PET o similare) oppure un'altra lastra di vetro. Il vetro è a basso
contenuto di ferro per garantire una maggiore trasparenza ai raggi solari ed è
temperato. Un vetro di questo tipo lascia passare circa il 91,5%
dell'irraggiamento ricevuto.
Il sandwich così realizzato viene inviato al laminatore, o forno, una macchina
nella quale viene creato il vuoto in circa cinque minuti; a questo punto la
piastra del laminatore è riscaldata fino a 145°C per 10 minuti in modo da
favorire la polimerizzazione dell'EVA. Trascorso questo tempo il coperchio si
apre e il laminato ora è pronto per le lavorazioni successive. Dopo la
laminazione il laminato ha raggiunto le caratteristiche richieste per essere
installato in quanto, se la laminazione è stata fatta correttamente, il laminato è
in grado di resistere alle intemperie per almeno 25/30 anni. Tutte le lavorazioni
che vengono fatte successivamente hanno lo scopo di rendere più comodo e
pratico l'utilizzo del laminato, ma aggiungono poco per quanto riguarda la sua
durata nel tempo.
Prestazioni e rendimenti
Le prestazioni dei moduli fotovoltaici sono suscettibili di variazioni anche
sostanziose in base:
al rendimento dei materiali;
alla tolleranza di fabbricazione percentuale rispetto ai valori di targa;
all'irraggiamento a cui le sue celle sono esposte;
all'angolazione con cui questa giunge rispetto alla sua superficie;
alla temperatura di esercizio dei materiali, che tendono ad "affaticarsi" in
ambienti caldi; 7
alla composizione dello spettro di luce.
alla banda spettrale di radiazione solare assorbita (valutata dalla risposta
spettrale)
rendimento efficienza
Si definisce o di un modulo fotovoltaico il rapporto
espresso in percentuale tra energia captata e trasformata rispetto a quella
totale incidente sulla superficie del modulo; esso è quindi proporzionale al
rapporto tra watt erogati e superficie occupata, a parità di altre condizioni.
L'efficienza ha ovviamente effetti sulle dimensioni fisiche dell'impianto
fotovoltaico: tanto maggiore è l'efficienza tanto minore è la superficie
necessaria di pannello fotovoltaico per raggiungere un determinato livello di
potenza elettrica. Per motivi costruttivi, il rendimento dei moduli fotovoltaici è
in genere inferiore o uguale al rendimento della loro peggiore cella.
In particolare il miglioramento nell'efficienza di un modulo fotovoltaico
(rapporto tra energia elettrica prodotta ed energia solare incidente) si può
ottenere attraverso un processo sempre più spinto di purificazione del
materiale semiconduttore utilizzato (tanto più è puro tanto maggiore è la
radiazione solare captata e convertita) oppure attraverso l'uso combinato di più
materiali semiconduttori che coprano in assorbimento la maggior parte
possibile di spettro della radiazione solare incidente. Tuttavia tanto maggiore è
l'efficienza tanto maggiori tendono ad essere i costi in quanto più spinto e
raffinato diventa il processo di fabbricazione delle celle.
A livello impiantistico, l'efficienza della cella dipende dalla temperatura della
cella stessa. I dati qui sotto si riferiscono alla temperatura di cella di 25 °C; per
le celle in Si cristallino si può considerare una perdita di rendimento dello
0,45 % circa per ogni grado centigrado di aumento della temperatura; si può
ritenere quindi ad esempio che una cella in Si monocristallino, alla temperatura