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Storia: la Seconda guerra mondiale
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Matematica: gli integrali definiti
Tdp: i trasduttori di energia radiante
Diritto: il finanziamento
Fu durante il Rinascimento che, ispirandosi alla poesia aristotelica, il termine fu associato all'idea di
forza espressiva. Ma fu solo nel 1619 che Keplero usò il termine nell'accezione moderna di energia.
Definizione
L'energia è definita come la capacità di un corpo o di un sistema di compiere lavoro.
L'unità di misura derivata del Sistema Internazionale per l'energia e il lavoro è il joule,
chiamata così in onore del fisico inglese James Prescott Joule. 1 joule esprime la
quantità di energia usata (ossia il lavoro effettuato) per esercitare la forza di un
newton per la distanza di un metro. 1 joule equivale, quindi, a 1 newton·metro.
La formula dell'energia E= mc² , dove "m" indica la massa del corpo e "c" ,invece, la velocità della luce al
quadrato. Fonti energetiche Alternative :
l'acqua
il vento
Il sole
Il moto ondoso e delle maree
le biomasse
il vapore geotermico
i minerali usati per la produzione di energia nucleare, quali l'uranio
L'energia nucleare
L'energia nucleare è l'energia sprigionata dalla materia quando i nuclei degli
atomi che la costituiscono subiscono una trasformazione. Due sono i processi
fondamentali per ottenere energia nucleare: la fissione e la fusione nucleare.
L'elemento usato per eccellenza è
l'uranio-235: il combustibile viene
introdotto all'interno del reattore in un
apposito alloggiamento, chiamato
nocciolo, dove avviene la fissione
mediante una reazione a catena, con
sviluppo di una grande quantità di
energia, emessa sotto forma di calore;
un sistema di raffreddamento ad acqua
pressurizzata asporta il calore prodotto
nel reattore e il vapore surriscaldato
serve a far muovere la turbina per la produzione di energia elettrica. Il costo di
produzione di un kWh elettrico di origine nucleare è inferiore a quello di ogni
altra fonte rinnovabile e non rinnovabile, ma in questo modo il problema è mal
Il calcolo non contempla, infatti, le difficoltà e i costi connessi con lo
posto.
smaltimento delle scorie radioattive, che rimangono tali per migliaia di anni. In
secondo luogo, quei calcoli non prendono in considerazione i danni alla salute degli
.
uomini e all'ambiente causati dai tanti incidenti nelle centrali nucleari
Visti gli studi e le scoperte fatte nel campo
dell’energia alternativa cercando, quindi, di dare un
taglio ai combustibili fossili, parliamo del
FUTURISMO … (arte del futuro)
Il futurismo Rottura col passato
.
Il movimento futurista nacque il 20 febbraio 1909, anno in cui Filippo Tommaso
Marinetti pubblicò il suo manifesto del futurismo. Il
nome futurismo viene da “futuro”: secondo Marinetti
non si doveva più guardare al passato.
La ricerca di una rottura, appunto , con il passato, la
proiezione verso il futuro, l’esaltazione delle
macchine,della forza, della corsa, dalla guerra (“sola
igiene del mondo”) come simbolo del progresso
furono alla base della poetica futuristica. Il futurismo rappresentò, quindi, una
denuncia alle necessità.
La poetica futuristica parte dall’idea che “bisogna liberare la parole dalla
prigione del periodo latino” che è lento, razionale ed incapace di esprimere il
dinamismo della vita contemporanea.
Caratteristiche della poesia:
disposizione a caso dei sostantivi (“parole in libertà”)
verbo all’infinito
abolizione dell’aggettivo, dell’avverbio e della punteggiatura (rallenta il
discorso)
rifiuto della sintassi tradizionale: verso libero
Il futurismo, se pur non ebbe scrittori di rilievo, interessò il costume ed
influenzò l’arte.
In quegli anni presero il sopravvento i regimi
totalitari, tra cui in Italia ricordiamo il fascismo. Uno
degli oppositori fu Eugenio Montale.
Eugenio Montale
La vita
Nacque a Genova nel 1896. Compì studi irregolari a causa della cattiva salute,
dedicandosi però con passione allo studio della musica.
Egli prese le distanze dal fascismo firmando anche un manifesto antifascita che
lo portò poi ad essere escluso dalla direzione del gabinetto Viesseux
perché,appunto, non era iscritto al partito fascista.
Dopo la II Guerra Mondiale si trasferì a Milano, dove diventò collaboratore del
corriere della sera.
Nel 1967 fu nominato senatore a vita per meriti culturali.
Nel 1975,invece, gli fu conferito il premio Nobel per la letteratura.
Egli morì a Milano nel 1981
Visione della vita e poetica
Crollati gli ideali romantici e positivistici, tutto appare senza senso, oscuro e
misterioso,ciò è la causa di una visione triste, pessimistica e desolata della vita.
Vivere per lui,infatti, è come andare lungo una muraglia “che ha in cima cocci
aguzzi di bottiglia”.
Il poeta non ricorre alla fede religiosa o politica per consolare e liberare l'uomo
dall'angoscia esistenziale.
Di fronte al “male di vivere” non c'è altro bene che “la divina indifferenza”,
ossia il distacco dignitoso dalla realtà.
La negatività di Montale, ossia la sua tendenza ad evidenziare gli aspetti
negativi della vita, non è statica, ma c'è sempre la speranza vana e risorgente
del suo superamento.
Questa intuizione tragica della vita ha due verifiche: una esteriore (Ossi di
seppia), l'altra interiore (le Occasioni).
Per quanto riguarda la verifica esteriore, basta guardarsi intorno, dice Montale,
per scoprire in ogni momento e in ogni oggetto che osserviamo “il male di
vivere”. Ogni
paesaggio e ogni oggetto è visto contemporaneamente nel suo aspetto fisico e
metafisico come simbolo della condizione umana di dolore e ansia. Questa
tecnica prende il nome di “Correlativo oggettivo”, che consiste nelle intuizione
di un rapporto tra situazioni e oggetti esterni e il mondo interiore.
L’aggressività dei regimi totalitari fu una delle cause
che caratterizzò lo scoppio della II Guerra Mondiale,
inoltre, la “Bomba atomica” ne decretò la fine.
La II Guerra Mondiale
In Europa nel 1939 si era andato definendo sempre più il
disegno imperialistico tedesco, volto a espandere il
proprio territorio.
Nel marzo del 1939 Hitler conquistò la Boemia e
sottomise la Slovacchia.
Questi avvenimenti determinarono una svolta
dell’atteggiamento delle potenze occidentali. Tra il marzo e il maggio dello
stesso anno Gran Bretagna e Francia stipularono un Patto di assistenza militare
con la Polonia, che costituiva il primo obiettivo dei tedeschi.
Nel maggio del ’39 Mussolini, convinto che l’Italia non potesse restare neutrale
nello scontro che si andava profilando e sicuro della superiorità della Germania,
decise di accettare le pressanti richieste tedesche di trasformare il vincolo
dell’asse Roma-Berlino in una vera e propria alleanza militare, che prese il nome
di “Patto d’acciaio”.
Il patto stabiliva che, se una delle due parti si fosse trovata impegnata in un
conflitto in una causa qualsiasi, l’altra sarebbe stata obbligata a scendere in
campo al suo fianco. Mussolini accettò, consapevole del fatto che l’Italia non era
preparata militarmente ad un conflitto europeo.
La Germania inoltre aprì trattative di alleanza anche con la Russia, la quale
inizialmente aveva preso in considerazione un eventuale trattativa di alleanza
con i paesi occidentali, ma poi a causa di reciproche diffidenze queste trattative
vennero compromesse.
Così nell’agosto del 1939 Germania e Russia firmavano a Mosca un Patto di non
aggressione.
Nel settembre 1939 Hitler invase la Polonia; di fronte a questo ulteriore grave
atto, le potenze occidentali, Francia e Gran Bretagna, dichiararono guerra alla
Germania, ma non riuscirono ad impedire la conquista della Polonia. Fu questa
la prima occasione in cui venne applicata la guerra–lampo, un nuovo metodo di
guerra che si basava sull’uso congiunto dell’aviazione e delle forze corazzate.
Nella primavera del 1940 ebbe inizio l’offensiva tedesca nei confronti della
Francia e si risolse nel giro di poche settimane in un nuovo successo tedesco.
In vista dell’attacco definitivo a Parigi l’esercito tedesco rallentò la sua marcia,
in parte per riorganizzare le forze e in parte per un calcolo politico di Hitler.
Infatti, rallentando la marcia del suo esercito Hitler aveva permesso alle truppe
britanniche di ritirarsi; attraverso questo strategia Hitler si lasciava la possibilità
di un eventuale accordo con la Gran Bretagna, per la quale la ritirata
rappresentò la salvezza o almeno la possibilità di continuare la lotta.
Ma per la Francia ormai la sconfitta era irreparabile. Il 14 giugno i tedeschi
entrarono a Parigi e il 22 fu firmato l’armistizio, in base al quale il governo, che
stabilì la sua sede nella cittadina di Vichy, conservava la sua sovranità nella
parte centro-meridionale del paese. Il resto della Francia restava sotto
l’occupazione tedesca. L’Italia allo scoppio
della guerra non aveva potuto fare altro che dichiarare la sua non belligeranza,
giustificando l’inadempienza al patto d’acciaio con l’impreparazione ad
affrontare una guerra di lunga durata.
Il crollo della Francia bastò a eliminare le ultime esitazioni di Mussolini che
voleva l’Italia in guerra.
Il 10 giugno 1940 il duce annunciava l’entrata in guerra
dell’Italia contro le democrazie dell’Occidente. L’entrata in
guerra dell’Italia fu inaugurata con una serie di sconfitte
che evidenziavano l’inefficienza dell’esercito italiano.
Dopo la sconfitta della Francia, la Gran Bretagna era
rimasta sola a combattere contro la Germania e i suoi
alleati. A questo punto Hitler sarebbe stato disposto a
trattare, a patto di vedersi riconosciute le sue conquiste;
ma ogni ipotesi di tregua trovò ostacolo nella volontà del
popolo britannico a continuare la lotta. Ispiratore di questa volontà fu Winston
Churchill, chiamato nel maggio del ’40 a guidare il nuovo governo britannico.
Hitler, di conseguenza, avviò un’offensiva chiamata operazione “Leone marino”
nei confronti dell’Inghilterra, ma dopo mesi di lotta apparve chiaro che
l’Inghilterra non era stata piegata. La tenace resistenza degli inglesi aveva
ottenuto un successo determinante imponendo alla Germania la prima battuta
d’arresto dall’inizio del conflitto.
Nell’ottobre del ’40 l’Italia attaccava improvvisamente la Grecia, paese con cui
fino ad allora aveva avuto buoni rapporti. L’offensiva italiana si scontrò con una
resistenza più dura del previsto, tanto che furono costretti a schierarsi sulla
difensiva.
L’esito fallimentare della campagna di Grecia, provocò una diffusa crisi di
sfiducia nei confronti di Mussolini.
Intanto Hitler, che credeva di non avere più rivali in Europa, decise di
concentrare il grosso delle sue forze verso l’obbiettivo più ambito: la conquista
dello “spazio vitale” a est, ai danni dell’URSS.
Con l’attacco tedesco nei confronti dell’unione Sovietica la guerra entrò in una
nuova fase.
Stalin era convinto che Hitler non avrebbe mai aggredito la Russia prima di
chiudere i conti con la Gran Bretagna. Così quando il 22 giugno del 1941 scattò
l’offensiva tedesca, i russi furono colti impreparati. Anche un corpo di
spedizione italiano prese parte all’offensiva. A dicembre i sovietici lanciavano la
loro prima controffensiva, allontanando la minaccia da Mosca. Hitler fu costretto
a tenere il grosso del suo esercito sulle pianure russe, alle prese con un terribile
inverno e una resistenza sempre più accanita, che portò alla morte di migliaia di
uomini e la distruzione di migliaia di mezzi da guerra.
Di conseguenza anche la guerra si trasformò in guerra d’usura, in cui l’elemento
decisivo era la capacità di compensare rapidamente le perdite di uomini e di
materiali. A peggiorare la situazione della Germania contribuì anche lo
schieramento della massima potenza industriale a fianco della Gran Bretagna e
URSS: gli Stati Uniti.
Nel 1940 Rooselvelt si impegnò in una politica sostegno economico alla Gran
Bretagna, rimasta sola a combattere contro la Germania.
A trascinare in guerra gli Stati Uniti fu l’attacco subito nel pacifico da parte del
Giappone: la maggiore potenza orientale e principale alleato di Germania e
Italia a cui era legato da un patto di alleanza, chiamato Patto tripartito.