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Sintesi

Introduzione Disturbo antisociale tesina



Questa tesina descrive il disagio antisociale. Capita molto spesso di innervosirci o, di esplodere in un accesso d'ira, sottoposti a situazioni di stress insignificanti, come un bambino che non smette di piangere o un vicino di posto in treno, che parla al telefono ad alta voce o sentire gente che si lamenta continuamente. La maggior parte delle persone riesce a tollerare questi momenti di stress ma ci sono anche persone che, superato il limite di tolleranza, diventano folli e fanno, addirittura, gesti
illegali, come succede nel film “Un giorno di ordinaria follia”(originale “Falling Down) di Joel Schumacher in cui il protagonista, Bill Foster, oberato dai problemi quotidiani, impazzisce e semina terrore a Los Angeles (“un giorno si trova imbottigliato nel traffico. Il nervosismo cresce. In un minimarket gestito da un coreano la rabbia esplode quando il proprietario si rifiuta di cambiargli delle monete: in poco tempo Bill distrugge il negozio insultando il coreano perché non parla bene la lingua inglese.”).
Non solo nei film accadono queste cose, ma anche nel mondo reale perché, come ho studiato in biologia, nel nostro cervello ci sono dei neuroni specchio che hanno alterazioni funzionali responsabili del comportamento dell'uomo (per esempio vedere continuamente film di violenza o film drammatici, come il film citato, o passare troppo tempo giocando con videogiochi violenti, scatena aggressività come se l'uomo fosse protagonista del film o di quegli eventi).
Da qui ho pensato di dedicarmi alla tesina di maturità con la follia e le sue cause e conseguenze. All'inizio ero indecisa perché pensavo di non trovare molti collegamenti sia scolastici sia extrascolastici sulla follia. Poi c'è stato un professore che mi ha parlato di un artista famoso Vincent Van Gogh, anche lui aveva problemi mentali e addirittura per auto rimproverarsi del suo comportamento e della perdita dell'amico Paul Gauguin si tagliò l'orecchio. E anche un altra persona mi aveva consigliato questo argomento perché, secondo lei e anche secondo me, al giorno d'oggi nel nostro pianeta sta succedendo di tutto di più, ci sono tante persone che fanno cose non molto belle solamente per ferirne altre o per mettersi al centro dell'attenzione. Dato che la mia area progetto si basa sulle “interviste”, ho provato a intervistare faccia a faccia anche una mia cara amica che ha studiato Psicologia e adesso è un libero professionista che collabora con il proprio medico di base.

Collegamenti


Disturbo antisociale tesina



Italiano- Italo Svevo, la coscienza di Zeno; Luigi Pirandello, Uno, Nessuno, Centomila.
Francese- Arthur Rimbaud, Alchemie du verbe, Paul Verlaine, Charles Baudelaire, Spleen.
Filosofia- Sigmund Freud, il caso di Anna O., la psicoanalisi.
Biologia- l'encefalo e il sistema nervoso.
Arte- Vincent Van Gogh, Edward Munch, Ernst Ludwing Kirchner, i surrealisti.
Latino - Lucio Anneo Senneca.
Estratto del documento

ESAME DI STATO

ANNO SCOLASTICO: 2012/2013

DISTURBO ANTISOCIALE:

UN GIORNO

DI ORDINARIA FOLLIA

intervista a: Chiara Rozzoni,laureata in psicologia e libero

professionista che collabora con il proprio medico di base

di GIULIA OLDONI

5^M, liceo linguistico

IISS Simone Weil, Treviglio (BG)

INTRODUZIONE

Un giorno di ordinaria follia, il film e la decisione su

questo argomento

Capita molto spesso di innervosirci o, di esplodere in un accesso d'ira,

sottoposti a situazioni di stress insignificanti, come un bambino che non smette

di piangere o un vicino di posto in treno, che parla al telefono ad alta voce o

sentire gente che si lamenta continuamente. La maggior parte delle persone

riesce a tollerare questi momenti di stress ma ci sono anche persone che,

superato il limite di tolleranza, diventano folli e fanno, addirittura, gesti

illegali, come succede nel film “Un giorno di ordinaria follia”(originale “Falling

Down) di Joel Schumacher in cui il protagonista, Bill Foster, oberato dai

problemi quotidiani, impazzisce e semina terrore a Los Angeles (“un giorno si

trova imbottigliato nel traffico. Il nervosismo cresce. In un minimarket gestito

da un coreano la rabbia esplode quando il proprietario si rifiuta di cambiargli

delle monete: in poco tempo Bill distrugge il negozio insultando il coreano

perché non parla bene la lingua inglese.”).

Non solo nei film accadono queste cose, ma anche nel mondo reale perché, come

ho studiato in biologia, nel nostro cervello ci sono dei neuroni specchio che

hanno alterazioni funzionali responsabili del comportamento dell'uomo (per

esempio vedere continuamente film di violenza o film drammatici, come il film

citato, o passare troppo tempo giocando con videogiochi violenti, scatena

aggressività come se l'uomo fosse protagonista del film o di quegli eventi).

Da qui ho pensato di dedicarmi alla tesina con la follia e le sue cause e

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conseguenze.

All'inizio ero indecisa perché pensavo di non trovare molti collegamenti sia

scolastici sia extrascolastici sulla follia.

Poi c'è stato un professore che mi ha parlato di un artista famoso Vincent Van

Gogh, anche lui aveva problemi mentali e addirittura per auto rimproverarsi del

suo comportamento e della perdita dell'amico Paul Gaugin si tagliò l'orecchio. E

anche un altra persona mi aveva consigliato questo argomento perché, secondo

lei e anche secondo me, al giorno d'oggi nel nostro pianeta sta succedendo di

tutto di più, ci sono tante persone che fanno cose non molto belle solamente per

ferirne altre o per mettersi al centro dell'attenzione.

Dato che la mia area progetto si basa sulle “interviste”, ho provato a

intervistare faccia a faccia anche una mia cara amica che ha studiato Psicologia

e adesso è un libero professionista che collabora con il proprio medico di base.

1)LA FOLLIA NEI GIORNALI.

In questi giorni, o meglio nei giorni scorsi, ho sentito e letto molte notizie dal

telegiornale e dai giornali che riguardano la follia.

Ogni volta che sento notizie, come per esempio: “DONNA TROVATA SENZA

VITA IN CASA. IL MARITO CONFESSA: “L'HO UCCISA IO PER GELOSIA.”;

oppure ”UNA COPPIA UCCISA DAL VICINO PERCHÉ LITIGAVANO SPESSO

E FACEVANO TROPPO RUMORE. SEGNO DI FOLLIA?” oppure la famosa

strage accaduta in America il 15 dicembre 2012, in cui un killer armato fino ai

denti, con problemi mentali, ha ucciso una ventina di bambini, allievi di sua

madre, senza nessun motivo o forse, come dice il giornalista del Messaggero del

19 dicembre 2012, “Lanza era autistico. Il killer era affetto dalla sindrome di

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Asperger, considerata una grave forma di autismo. Lo scrive il New York Times.

La fobia sociale e la personalità schizoide sono tra i sintomi di questa malattia

degenerativa.” Infatti uccide questi bambini dopo una lite con quattro

dipendenti della scuola delle vittime.

2)DEFINIZIONE DELLA FOLLIA.

Ho iniziato ad informarmi bene su cosa è la follia.

Dare una definizione alla follia è un impresa molto ardua ma, in molte

enciclopedie si afferma che la follia è un termine usato per indicare uno stato

di alienazione mentale; oppure il dizionario italiano Garzanti la definisce

,

“demenza, perdita delle facoltà psichiche stravaganza, stoltezza, mancanza di

prudenza e accorgimento, sventatezza, temerità. In senso musicale->Antica

danza di origine portoghese, in due periodi di 8 misure. In senso medico->

Alienazione mentale. Mania.”.

Ho anche trovato delle citazioni di personaggi che riconoscono questa

“patologia”. Foucault dice, per esempio, che un folle è l'uomo che perde le

proprio certezze e cerca in ogni modo di raggiungere il bene. Durante il

Medioevo la follia è legata all'antitesi tra il bene e il male, il folle è considerato

sotto due punti di vista: da una parte come l’effige dell’insensatezza e della

dissolutezza umana, collocato ai margini della società ma mai escluso da essa;

dall’altra come il detentore di un sapere oscuro e impenetrabile, che può

accedere a realtà impercettibili all’uomo comune (“il folle, nella sua innocente

grullaggine, possiede questo sapere così inaccessibile e così temibile… lo porta

in una sfera intatta, piena ai suoi occhi di un sapere invisibile” -Storia della

follia nell’Età)

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Nella famosa enciclopedia, utilizzata dalla maggior parte delle persone per fare

ricerche o per sapere qualcosa di più, Wikipedia, si legge che questo termine

viene identificato come una mancanza di adattamento che il malato mostra nei

confronti dell'ambiente.

Io sono pienamente d'accordo con quest'ultima definizione perché poi aggiunge

anche che la follia è influenzata dal momento storico, dalla cultura e dalle

convenzioni.

3)STORIA: PASSATO E PRESENTE.

Per quanto riguarda il momento storico, nel passato, rispetto a oggi, noi

riconosciamo folli soprattutto gli autori attraverso i versi delle loro poesie;

studiosi attraverso i loro geni(come Einstein, il famoso fisico); scrittori

attraverso i loro romanzi (come Pirandello che scrisse un libro sulla follia di sua

moglie; Svevo che era uno scrittore folle; oppure alcuni autori francesi come

Verlaine che picchiava le donne oppure Rimbaud che beveva e si drogava per

creare allucinazioni e vertigini, infatti scrisse ALCHIMIE DU VERBE); artisti

che attraverso le loro opere instabili producevano i propri stati d'animo (come

Van Gogh, Munch, Picasso, Ligabue che rappresentavano il mondo distorto con

diversi tipi di pennellate); filosofi( come Freud che viene scambiato per un

pazzo perché non si vergognava di parlare di sessualità, cosa volgare nella sua

epoca, secondo alcuni studiosi. In più, fu anche il padre della psicanalisi e studiò

molto le caratteristiche della mente, come per esempio gli atti mancati, il

sogno, i fenomeni psicopatologici, pulsioni, le due topiche... ) e anche i “potenti”

attraverso le loro gesta inconsulte (per esempio Hitler uccise migliaia di ebrei

innocenti per “ripulire” la società tedesca) e anche i soldati che divennero folli

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a causa di quello che avevano vissuto durante le guerre mondiali.

Rispetto al passato, oggi siamo circondati spesso da persone apparentemente

normali ma, in fondo, hanno molti problemi di tipo psicologico alle spalle, o anche

problemi “mentali”, che si portano dietro da anni e anni e, all'improvviso,

decidono di compiere atti che per gli altri sono inverosimili (per esempio

uccidere persone innocenti o farsi del male).

Ci sono anche quelle persone considerate folli che, però, non fanno nulla di male

e non creano gravi problemi ad altri ma non si sentono accettati dalla società,

come la famosa poetessa milanese aforistica e scrittrice Alda Merini (scrisse

“la pazza della porta accanto” dove ci racconta la sua esperienza nel manicomio)

4)LE CAUSE

A causa del loro ”isolamento”, queste persone fanno uso di droghe e alcool per

risolvere i loro problemi, tipo stati confusionali, depressione forte, allucinazioni

o perdita della coscienza di sé.

Per quanto riguarda quest'ultima considerazione, nel mio paese, quasi tutti i

giorni incontro un ragazzo di una ventina d'anni che viene scambiato per un

“pazzo”.

Il motivo di questa considerazione è dato dal fatto che lo vediamo come un tipo

solitario che parla, ride da solo e gira per il paese con una bottiglia di birra

aperta e con la sigaretta sempre in mano.

Molte persone mi hanno detto che questo ragazzo, a causa dell'alcool o delle

droghe, è andato fuori di testa; altre affermano che, a causa dei suoi problemi

familiari, ha iniziato a drogarsi e a bere. Così viene preso in giro e considerato

come uno psicopatico con problemi mentali.

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6)OPINIONI: MALATTIA GENETICA O

QUESTIONE DI CARATTERE?

Ogni volta che vedo questo ragazzo mi chiedo sempre se l'alcool o le droghe

causano la psicopatia o se la follia è proprio una malattia genetica o una

questione di carattere e, in più, ho raccolto alcuni approfondimenti sulla follia.

Mi sono informata, innanzitutto, su Internet, sui giornali o facendo domande

anche ai miei amici, parenti per sapere la loro opinione.

Fortunatamente molti di loro mi hanno aiutato gentilmente.

Ho ricevuto molteplici risposte: alcuni, infatti, mi hanno detto che “la follia è

una questione di carattere oppure dipende dalle condizioni di vita che vive una

persona e da quelli che la circondano” oppure “può essere causata dal carattere

o da malattie genetiche o dall'uso di psicofarmaci”; altri, invece, mi hanno detto

che “la psicopatia non è un problema caratteriale ma è una vera e propria

malattia, questo te lo dico da infermiera. Esistono diverse forme e livelli di

gravità ma è senz'altro una patologia causata dall'uso di alcool e di droghe.

Questo uso provoca stati confusionali, depressioni forti, perdita di coscienza di

sé, allucinazioni e quant'altro”.

Ho letto anche sui giornali e ho trovato opinioni di diversi giornalisti.

Per esempio, la giornalista Antonella Randazzo dice che “esistono due concetti

nettamente distinti di follia: uno è orientato alla società, l'altro orientato

all'individuo.

Nel concetto di follia legato alla società, specie nelle letterature moderne, il

matto è colui che è più cosciente delle convenzioni e dell’assurdità della vita

borghese. Quindi, nel concetto di salute psichica orientata alla società, l'uomo è

sano quando è all’altezza dei compiti che la società gli assegna, ovvero quando

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funziona in modo conforme ai bisogni di una data società.

Il concetto umanistico, invece, si distingue nettamente da quello orientato alla

società. Non è il funzionamento conforme ad una data società a determinare

che cosa sia la malattia o la salute psichica,ma criteri insiti nell'uomo stesso.

Esiste infatti il concetto di follia spesso utilizzato in psichiatria: la follia

consiste nella presenza di malattia psichica. Di conseguenza, possiamo parlare

di individuo relativamente sano,se non c’è nessuna nevrosi, psicosi o sintomo

psicosomatico, e se su un piano socialmente rilevante non ci sono alcolismo,

omicidi e disperazione.”

Oppure sulla rivista AIRONE, la giornalista Manuela Stefani scrive “l'ipotesi

dello psicologo dell'Università di Oxford, Kevin Dutton che ha scritto “the

wisdom of psychopats” (la saggezza degli psicopatici), è che la sorte di ciascuno

dipenda da diversi fattori, tra i quali genetica, retroterra familiare,

educazione, intelligenza, propensione alla violenza, opportunità. Se questi tratti

sono presenti in un soggetto psicopatico incline alla violenza e appartenente a

una strato sociale svantaggiato, finire sulla strada della criminalità sarà una

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