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Introduzione Corpo come una tela, tesina
Il truccarsi è considerata un'arte nata con la storia stessa dell'uomo, e se considerata tale ha ben poco di quel frivolo che la società globalizzata gli ha dato. Gli scavi archeologici hanno messo alla luce in diverse parti del mondo reperti che fanno riferimento all'arte di abbellire il viso e il corpo... Si pensi all'Antica Grecia, all'Egitto e alle tribù africane dove il make up non era visto solo come l'abbellimento del corpo, ma come indicatore della propria personalità, psicologia o dell'estrazione sociale. Da ciò si evidenzia che "il trucco è molto connesso sia con l’identità psicologica di una persona che con l’intenzione che questa ha di caratterizzarsi nei confronti degli altri - sostiene il Professor Roberto Pani, docente di Psicologica Clinica all'Università di Bologna - Il trucco può sia enfatizzare sia spegnere alcune caratteristiche somatiche e individuali". Per questo motivo ho scelto di portare questo argomento come tesina di maturità, per poter far conoscere agli altri una mia grande passione, che non è segno di frivolezza e banalità legata puramente al mondo estetico, ma ha qualcosa di più profondo, legato all’animo umano, alla psicologia, alle caratteristiche e hai sentimenti che ognuno porta dentro di sé. In questo breve tempo cercherò di dare una descrizione del mondo del make up e del body painting nella mia tesina, attraverso le diverse discipline trattate nel corso dei cinque anni scolastici, cercando di fornire gli adeguati collegamenti. Inoltre, allegata alla tesina, vi sarà un album di foto di trucchi da me stessa realizzati, per meglio dar conto della mia passione. Cominciamo con l’analizzare i motivi per cui, soprattutto le donne, fanno uso dei cosmetici.
Collegamenti
Corpo come una tela, tesina
Storia- Breve storia del make up dalle origini ai giorni nostri.
Latino- Il confronto tra Ovidio, "De medicamine facei femineae" e tertulliano, "De cultu feminarum".
Inglese- The Body-art.
Pedagogia-Le sorelle Agazzi e l'educazione estetica.
Filosofia- Nietzsche e l'arte.
Italiano-Pirandello.
Matematica-La continuità di una funzione derivabile.
Diritto- Normative sulla dermopigmentazione.
Make up per il sociale.
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Diritto: Normative sulla
“Dermopigmentazione”...................
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Make up per il
sociale ...............29
Inroduzione
Il truccarsi è considerata un'arte nata con la storia stessa dell'uomo, e
se considerata tale ha ben poco di quel frivolo che la società
globalizzata gli ha dato.
Gli scavi archeologici hanno messo alla luce in diverse parti del mondo
reperti che fanno riferimento all'arte di abbellire il viso e il corpo... Si
pensi all'Antica Grecia, all'Egitto e alle tribù africane dove il make up
non era visto solo come l'abbellimento del corpo, ma come indicatore
della propria personalità, psicologia o dell'estrazione sociale. Da ciò si
"il trucco è molto connesso sia con l’identità psicologica
evidenzia che
di una persona che con l’intenzione che questa ha di caratterizzarsi
nei confronti degli altri - sostiene il Professor Roberto Pani, docente
Il trucco può sia
di Psicologica Clinica all'Università di Bologna -
enfatizzare sia spegnere alcune caratteristiche somatiche e
individuali". Per questo motivo ho scelto di portare questo argomento
come percorso d’esame, per poter far conoscere agli altri una mia
grande passione, che non è segno di frivolezza e banalità legata
puramente al mondo estetico, ma ha qualcosa di più profondo, legato
all’animo umano, alla psicologia, alle caratteristiche e hai sentimenti
che ognuno porta dentro di sé. In questo breve tempo cercherò di dare
una descrizione del mondo del make up e del body painting,
attraverso le diverse discipline trattate nel corso dei cinque anni
scolastici, cercando di fornire gli adeguati collegamenti. Inoltre,
allegata alla tesina, vi sarà un album di foto di trucchi da me stessa
realizzati, per meglio dar conto della mia passione. Cominciamo con
l’analizzare i motivi per cui, soprattutto le donne, fanno uso dei
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cosmetici.
TRUCCARSI PER...
SENTIRSI UNA DIVA: anche se non sempre, molte donne
abbelliscono il loro viso per sentirsi migliori, più importanti;
NEGAZIONE DI SE': le donne con bassa autostima necessitano di
una spinta di sicurezza data dall'abbigliamento o dal make up,
che nega la loro vera natura “celandola” dietro abiti o trucchi
eccentrici;
AFFERMAZIONE DI SE': molte donne si truccano per enfatizzare i
loro punti forti (occhi, zigomi,labbra..) ed affermare ancor di più la
propria bellezza e sensualità;
PER PIACERE: spesso agli uomini o anche solo a se stesse;
PER MODA: spesso le donne tendono a osare su alcuni aspetti del
trucco solo perché in quel momento storico la moda lo permette
(es. nevi nel '700 o rossetto rosso negli anni '50);
APPARTENERE AD UN GRUPPO : a volte il trucco è necessario per
identificare la propria appartenenza ad un gruppo ( Punk,
goth,ecc)
FAMA : i vip sono soliti fare uso di trucchi particolari o tipici che li
caratterizzano (i Kiss);
CAMBIARE PERSONALITA' : è spesso utilizzato dai transessuali o
dalle Drag Queen per cambiare il loro aspetto fisico e cambiare
solo apparentemente sesso (vedi Conchita Wurst, Drag Queen e
cantante austriaca che ha spopolato per la sua bellissima voce e
per il suo caratteristico look);
Anche i tratti del viso che le donne preferiscono sottolineare hanno dei
risvolti psicologici e legati alla personalità:
TRUCCARE GLI OCCHI : Truccare gli occhi vuol dire in genere
enfatizzare una delle aree del viso che accentua la personalità,
perché gli occhi sono molto espressivi e comunicativi. "È un po'
come lanciare il messaggio ‘voglio farti vedere la mia anima’”.
Nei sondaggi sul trucco irrinunciabile, da usare anche quando si
va di fretta, al primo posto svetta proprio il mascara.
TRUCCARE LE LABBRA : indica voglia di esprimere la propria
sensualità e femminilità, tanto più se si adottano rossetti dai
colori accesi e vivaci, o comunque vistosi. 4
TATUARE IL CORPO : è tipico di chi vuole mantenere
permanentemente con sé un ricordo, non solo inciso nella
memoria ma anche sulla pelle.
Ma se nelle società sviluppate e globalizzate il make up e il body
painting hanno valore psicologico, nelle società “primitive”, questi
assumono quasi un valore sacrale: vengono associati a rituali magici e
religiosi, utilizzati nei riti d'amore o nelle battaglie. Sul corpo nudo, la
pittura, i tatuaggi, le scarificazioni e le acconciature hanno
innanzitutto un valore estetico ma ci informano altresì sull’etnia di
appartenenza e sulla condizione della persona che li esibisce.
Grazie alle decorazioni corporee, l’individuo cambia identità, si
trasfigura, si sublima.
Ogni colore ha un significato:
Il bianco è generalmente associato al lutto o alla
purificazione.
Il rosso, colore del sangue, è simbolo di energia vitale e
fecondità.
Il nero, che evoca la notte ed il caos primordiale,
simbolizza il mondo materiale.
Al blu, colore del cielo, dei mari e dei fiumi, viene
accostata la calma e la tranquillità.
Al viola, colore destinato ai sovrani, viene accostata la
superiorità.
Al giallo, colore dei giovani, viene accostata l'intelligenza
e la speranza.
Al grigio, colore della barba degli anziani saggi, viene
accostata la saggezza, la dignità e la conoscenza.
L’uso della pittura corporea durante le cerimonie è largamente diffuso,
spesso in sostituzione delle maschere lignee.
Una delle più note è la
danza del “Faux Lion”
(simb
o falso leone in
lingua wolof). Si tratta
di una manifestazione
popolare, organizzata
in molte regioni del
Senegal in occasione
delle festività più
importanti. 5
In origine si trattava di un rito di possessione, che risale all’epoca in
cui il paese era ricoperto da fitte foreste. Il cacciatore sopravvissuto
all’attacco del leone veniva posseduto dal suo spirito, ruggiva,
mangiava solo carne cruda ed il suo corpo si ricopriva di pelo.
Doveva perciò essere guarito da un esorcista.
Ancora oggi nei villaggi o nei quartieri popolari delle città, il ruggito del
leone terrorizza e riempie di frenesia tutta la popolazione!
Altrettanto importante è la festa della bellezza dei Peul Bororo in
Niger che
riunisce
queste
tribù
nomadi
del Sahel
per una
gara
nuziale, in
occasione
della quale i
giovani
pastori, con i volti coperti di ocra e le labbra annerite con il carbone o
la grafite, spesso ricavata da vecchie pile, si contendono i favori delle
fanciulle in età da marito. Si tratta di uno dei riti di seduzione più
antichi ed affascinanti dell’Africa.
Ma l’uso del corpo come una tavolozza è
estremamente diffuso in tutto il continente
africano.
In Mozambico le donne
ricoprono il volto col “musiro”, 6
un impasto ricavato
dalle radici delle piante.
Queste maschere di bellezza,
con il loro biancore,
conferiscono sembianze spettrali.
Largo uso del colore, nonché di vari tipi di ornamenti quali piattelli
labiali o auricolari, si osserva presso i popoli della bassa valle
dell’Omo, nell’Etiopia meridionale.
Le donne Bassari del Senegal indossano spine di istrice nel setto
nasale perforato.
Le Himba della Namibia impastano i capelli e cospargono il corpo con
un impasto di ocra rossa e grasso animale.
I giovani Masai del Kenya e della Tanzania, durante i riti di
passaggio all’età adulta, si aggirano nelle savane col volto sbiancato
dal caolino. Non
sempre
però il
body
painting
serve
per
abbellire, ad esempio gli Omo Masilai (tribù della Papua Nuova
Guinea) si dipingono da scheletri. 7
Da sempre in Giappone le Geishe
colorano i loro visi di bianco e rosa
secondo la tradizione. Il trucco infatti
contraddistingue le “maiko”(le
apprendiste) dalle vere e proprio
geishe. Il make up tipico consiste nello
sbiancare il viso con una pasta, l'
“oshiroi”, applicare un blush rosa
delicato sia sulle guance che sul
contorno del viso, colorare gli occhi e le
sopracciglia di rosso per poi scurirli
rispettivamente con matita
(nell'antichità carbone) ed eye-liner, e
applicare il rossetto “Kyo beni”, il
rosso di Kyoto.
Anche nell'Amazzonia
è diffusa
la decorazione corporea,
come queste donne 8
del Perù.
STORIA: La storia del
make up, dalle origini ai
giorni nostri
Datare l'origine dell'utilizzo delle decorazioni corporee è praticamente
impossibile. Vi sono dipinti rupestri di milioni di anni fa che raffigurano
corpi decorati, in particolare i visi (grotte di Altamira in Spagna e di
Lascaux in Francia). Ma cerchiamo di ripercorrere una linea del tempo
della storia della decorazione corporea fin dagli albori dell'uomo:
UOMINI PRIMITIVI:Una tra le più antiche popolazioni che fa uso del
body painting sono gli aborigeni Australiani: dal 60.000 a.C. queste
tribù dipingono il loro corpo e si fanno cicatrici. Gli Indiani
d’America, così come tanti altri popoli, decoravano i propri corpi con
colori brillanti prima di andare in battaglia. Gli Indiani ebbero un
codice medico sin dal 1000 a.C. e utilizzarono le materie prime
naturali della propria terra, oltre che in medicina, anche nelle
cerimonie religiose e per uso estetico.
GLI EGIZI:Ricorrevano alla pittura corporea sia per i defunti sia per i
vivi. Quotidianamente le donne ricorrevano al famoso trucco applicato
al contorno degli occhi creato con galena nera (un solfuro di piombo
di colore grigio scuro) o malachite verde (un minerale color verde-
smeraldo) che aveva il triplice scopo di abbellire, proteggere e curare:
il sole e l'aria di quei luoghi causavano infatti riverberi intensi e la
finissima sabbia dava fortissime irritazioni oculari. Alle finissime
polveri di queste sostanze erano aggiunti grassi animali, cera d'api o
resine, che rendevano il prodotto in grado di essere spalmato e ne
garantivano sia l'attività terapeutica sia quella cosmetica. Non a caso,
nei papiri questa usanza è indicata col termine
mesdemet , che vuol dire "che fa parlare gli occhi".
Inizialmente il trucco non variava secondo il sesso
mentre più tardi inizierà la distinzione nei colori per
maschi e femmine.
ANTICA GRECIA: Nell’antica Grecia il culto della 9
bellezza, il desiderio di perseguire l’obiettivo della perfezione fisica,
era un ambito della vita che i greci non sottovalutavano. Per migliorare
l’aspetto del loro volto le donne greche ricorrevano a molti cosmetici:
utilizzavano il belletto bianco della biacca (velenoso), il belletto
rosso del minio, dell’ancusa, che applicavano sulle labbra e sulle
guance con un apposito pennello e, infine, scurivano le ciglia e le
sopracciglia con un leggero velo di tintura nera di nerofumo.
I ROMANI:Erano di fondamentale importanza per le matrone romane
le schiave cosmetae, delle figure deputate alla cura della bellezza
delle proprie padrone e alla produzione di cosmetici di ogni genere. Il
trucco consisteva nel colorare le labbra di rosso con polvere di ocra;
il viso e le braccia erano invece schiariti con gesso e biacca,
le ciglia ed il contorno degli occhi erano delineati con la fuliggine e
indossavano, quando necessario, sopracciglia e ciglia finte.
IL MEDIOEVO:In questo periodo tutto quello che riguardava
la cosmesi e la vanità era ritenuto diabolico, sacrilego e ingannevole.
Risale però all’epoca Medievale uno dei più rilevanti trattati cosmetici
della storia: il “De Ornatu Mulierum” noto anche con il nome di
“Trotula Minor“, nome che deve alla donna che si dedicò alla sua
stesura, Trotula De Ruggiero, che offrì alle altre donne,una vasta
serie di rimedi, ingredienti, ricette. Le dame medievali, apprezzavano
particolarmente la carnagione molto chiara, diafana, perchè
ritenuta simbolo di purezza e la ottenevano utilizzavando varie
tipologie di paste (paragonabili ai nostri moderni fondotinta): erano
composte da ossidi di argento o mercurio misti a grassi animali o
vegetali, oppure erano a base di biacca
Spesso contenevano limone, aceto e albume d’uovo. Altra
indispensabile prerogativa era la fronte alta e bombata e, a tale
scopo, le sopracciglia venivano completamente depilate.
Le guance venivano tinte con polvere di zafferano
e labbra e gengive venivano colorate con corteccia o radice di noce.
IL RINASCIMENTO:In questo periodo rimane costante l’uso di paste e
ciprie per donare un incarnato diafano. La novità principale è
l’esaltazione delle vene blu (simbolo di nobiltà) con una matita di