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ESAME DI STATO
CONTROLLI NON DISTRUTTIVI DEI MATERIALI
METALLICI:
METODO ULTRASONICO
1. Generalità
2. Generazione degli ultrasuoni
2.1 Sonde
2.1.1 Accoppiamento ultrasonico
3. Fisica degli ultrasuoni
3.1 Tipi di onde
3.2 Riflessione, rifrazione e diffusione
3.3 Parametri fondamentali
4. Schema generale di funzionamento degli apparecchi ad
ultrasuoni
5. Parametri che influenzano il rilevamento dei difetti
6. Tecniche d'esame
7. Vantaggi e svantaggi
PISCOPO GABRIELE ESAME DI STATO
1. Generalità
L’esame ultrasonico dei metalli è impiegato principalmente per il rilevamento dei difetti
presenti all’interno del pezzo da controllare. Questo esame può essere applicato alla maggior
parte dei metalli e delle leghe di interesse tecnologico.
I difetti che possono essere rivelati comprendono:
vuoti;
cricche;
inclusioni;
soffiature;
cavità di ritiro.
Detto esame sfrutta il fenomeno della riflessione degli ultrasuoni da parte dei difetti
all’interno dei pezzi.
Gli ultrasuoni sono vibrazioni meccaniche che si propagano in un mezzo elastico con
frequenza superiore a 16 KHz. Concettualmente non esiste alcuna differenza tra suoni e
ultrasuoni; si chiamano con nomi diversi per l’udibilità o meno da parte dell’orecchio umano
il quale percepisce vibrazioni con frequenza variabile da 20 a 16000 Hz.
I suddetti difetti sono rilevabili quando le loro dimensioni sono tali che l’onda ultrasonica che
li investe ne possa essere in parte riflessa. Ne consegue che il campo delle frequenze usate negli
apparecchi per gli esami non distruttivi varia da 0,3 a 25 MHz perché, a frequenze inferiori, le
l
onde sonore hanno una lunghezza d’onda troppo superiore alle dimensioni dei difetti critici
per il materiale, per cui rischiano di aggirare il difetto senza incontrarlo e quindi senza
rilevarlo.
L’esame con ultrasuoni ha un campo di applicazione molto vasto per i seguenti motivi:
sensibilità elevata;
rapidità d’esame;
valutazione nei pezzi di difetti in superficie e in profondità;
gli apparecchi usati sono maneggevoli e non ingombranti;
costi degli apparecchi limitati e costi d’esercizio modesti;
nessun pericolo per l’operatore.
2. Generazione degli ultrasuoni
Le tecniche impiegate per la generazione degli ultrasuoni con la frequenza necessaria per
l'esecuzione dei controlli non distruttivi, si basano sostanzialmente su una particolare
proprietà, denominata "piezoelettricità", posseduta da determinate sostanze cristalline, quali il
quarzo, il tintanato di bario ed il solfato di litio.
Tali materiali, infatti, tagliati in lamelle secondo le direzioni rispondenti alle caratteristiche
cristallografiche, dispongono delle seguenti proprietà:
sottoponendo a compressione e trazione le facce opposte dei cristalli piezoelettrici, si ha
la generazione di cariche elettriche di polarità opposta, a seconda che le sollecitazioni
sono di compressione o di trazione;
applicando sulle facce opposte della sorgente piezoelettrica delle cariche elettriche, si
producono fenomeni di contrazione e di dilatazione delle lamelle medesime.
PISCOPO GABRIELE ESAME DI STATO
Sfruttando dette proprietà è possibile sia produrre gli ultrasuoni sia captarli.
2.1 Sonde
Le placchette piezoelettriche di quarzo hanno dimensioni da qualche millimetro a 30 mm. Il
contenitore della placchetta piezoelettrica, detta "Sonda" o "Trasduttore", è costituito dalla
suddetta placchetta con le due facce opposte argentate e collegate elettricamente con il
generatore di d.d.p. (differenza di potenziale).
La faccia della placchetta piezoelettrica che è posta a contatto del pezzo da esaminare, non è
scoperta ma viene protetta con una sottile lamina di alluminio o di rame o di materiale
plastico.
In figura sotto è rappresentata una sonda o trasduttore.
Il trasduttore viene accoppiato opportunamente al pezzo da esaminare in modo da
trasmettere in esso le vibrazioni ultrasoniche; data l'elasticità dei materiali, le molecole che
PISCOPO GABRIELE ESAME DI STATO
compongono il pezzo si metteranno a vibrare attorno alla loro posizione di equilibrio
trasmettendo così queste vibrazioni a tutto il pezzo in esame.
Esistono vari tipi di sonde che vanno scelte in base alle caratteristiche geometriche (spessore,
curvatura, ecc.) e fisiche (natura del materiale, struttura cristallina, trattamenti subiti, ecc.)
del materiale in esame ed in base alla natura, alla disposizione ed al valore minimo della
discontinuità che si vuole rilevare.
Gli elementi che maggiormente influenzano la scelta delle sonde sono:
Frequenza: le frequenze elevate consentono una maggior risoluzione e selettività di
controllo, in quanto le dimensioni minime di una discontinuità riflettente devono essere
dell'ordine di un quarto della lunghezza d'onda US indotta nel materiale. Per contro,
tanto maggiore è la frequenza, tanto maggiore è l'attenuazione subita dagli ultrasuoni
nel materiale in esame;
Dimensioni: le dimensioni geometriche del trasduttore influenzano l'apertura del fascio
di ultrasuoni emessi. Un trasduttore con elemento piezoelettrico di maggiori
dimensioni consente l'esplorazione di una maggior parte dell'elemento sotto controllo.
Poichè l'energia applicata al trasduttore resta pressochè costante al variare delle
dimensioni dello stesso, la densità di energia ultrasonica, nella zona prossima o
cilindrica del fascio, sarà inferiore in un trasduttore di grandi dimensioni e quindi uno
stesso difetto fornisce una riflessione più debole se esplorato con un trasduttore di
maggiore area emittente.
Angolo d'emissione: l'angolo indicato sulla sonda è quello compreso tra la normale alla
superficie di contatto della sonda e la direzione di propagazione del fascio ultrasonico
nell'acciaio. Il criterio di scelta di tale angolo è determinato da motivi inerenti alla
geometria del pezzo e del tipo di onde che si vogliono instaurare nel pezzo in same
(longitudinale, trasversale o superficiale).
Zona morta: quando un'unica sonda agisce sia da trasmettitore che da ricevitore, è
intuitivo come l'apparecchio non sia in grado di separare l'eventuale segnale di
riflessione prima che sia terminata l'emissione dell'impulso ultrasonico. Ciò determina
la cosiddetta zona morta del trasduttore che è tanto maggiore quanto più bassa è la sua
frequenza di funzionamento.
Detta zona morta può risultare aumentata dalle riflessioni che si generano nel
passaggio degli ultrasuoni dal trasduttore al pezzo in esame, in misura tanto maggiore
quanto più la superficie di contatto è irregolare.
2.1.1 Accoppiamento Ultrasonico
Effettuando il controllo con gli ultrasuoni, oltre a quanto considerato, bisogna sempre tenere
in considerazione l'accoppiamento tra il trasduttore ed il pezzo in esame.
Poichè gli ultrasuoni vengono fortemente attenuati dall'aria, occorre sempre interporre un
mezzo di accoppiamento fluido tra trasduttore e parte in esame, realizzando il cosiddetto
accoppiamento ultrasonico. Tale mezzo fluido è normalmente costituito da acqua, acqua
emulsionata, soluzione acquosa di carbossilmetilcellulosa, nafta e olii minerali in genere con
viscosità variabile secondo l'inpiego, grasso, fluidi speciali per l'inpiego ad alte temperature,
ecc.
Finchè il mezzo d'accoppiamento mantiene spessori inferiori ad un ventesimo della lunghezza
PISCOPO GABRIELE ESAME DI STATO
d'onda degli ultrasuoni in esso propagantesi, nessuna sensibile perturbazione viene apportata
alla propagazione degli ultrasuoni stessi.
Quando lo spessore del mezzo di accoppiamento diventa confrontabile con la lunghezza
d'onda, esso influenza in modo significativo la trasmissione dell'ultrasuono dal cristallo al
pezzo.
Per uno spessore pari a mezza lunghezza d'onda, il mezzo di accoppiamento funge da
trasformatore di impedenza acustica ottenendo di massimizzare l'energia in trasmissione. Tale
valore di spessore è di qualche decimo e, quindi, riscontrabile, in pratica, a fronte di superfici
lisce. Non lo sarà, invece, su superfici rugose per i quali è inevitabile una riduzione della
sensibilità del controllo ed un aumento della zona morta imputabile alle riflessioni dalla
superficie cristallo-olio.
In definitiva è opportuno preparare le superfici per il controllo: il tempo impiegato in questa
fase preliminare verrà largamente recuperato in seguito nel corso del controllo, sia per
l'accresciuta rapidità di operazione che per l'eliminazione di una notevole fonte di disturbi
sull'apparecchio oltre a non suscitare frequenti dubbi nell'operatore.
3. Fisica degli ultrasuoni
3.1 Tipi di onde
PISCOPO GABRIELE ESAME DI STATO
Le vibrazioni elastiche prodotte con i generatori d’ultrasuoni, in base al modo con cui si
propagano nei materiali solidi, si distinguono nei seguenti tipi:
Onde longitudinali:sono prodotte da trasduttori normali che generano vibrazioni nella stessa
direzione di propagazione dell'onda.
Esse sono rappresentate in figura. In (a) si rappresentano le particelle del pezzo in esame
quando è in quiete. In (b) si rappresentano le stesse particelle sottoposte ad onde di
compressione: nell'istante t si comprimono le particelle della zona A, nell'istante t la
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compressione si è propagata alle particelle B ecc.., senza però avere alcuno spostamento della
materia.
Onde trasversali: sono prodotte da trasduttori angolari che generano vibrazioni in direzione
perpendicolare al verso di propagazione dell'onda.Nella figura si vedono le onde trasversali
che si propagano nel senso della freccia AB mentre le singole particelle oscillano nel modo
indicato dalle freccette intorno ad una posizione media che riprenderanno una volta cessato
l'arrivo delle onde ultrasonore.
PISCOPO GABRIELE ESAME DI STATO
Onde superficiali : si propagano interessando esclusivamente un piccolo spessore della
superficie e seguendo le curvature della superficie stessa; sono chiamate anche onde di
Rayleigh (dal nome dello scienziato Rayleigh che per primo studiò, nel 1875, queste onde
relativamente ai terremoti di cui sono le principali componenti) e con il loro comportamento
permettono di rilevare cricche e fessure superficiali dei pezzi. Per generare queste onde, si
impiegano trasduttori particolari con angolazione superiore a 60°.
3.2 Riflessione, rifrazione e diffusione
PISCOPO GABRIELE ESAME DI STATO
Quando un fascio ultrasonoro colpisce la superficie di separazione tra due mezzi, avvengono
gli stessi fenomeni di quelli di un fascio luminoso:
- Riflessione.
- Rifrazione.
- Diffusione.
Se il mezzo in cui avviene la propagazione è un materiale solido può aversi una propagazione
contemporanea di onde longitudinali e onde trasversali con angoli di propagazione differenti;
d'incidenza
esiste però un angolo limite al di sopra del quale nel mezzo si propagano solo
al
onde trasversali e un secondo angolo limite di sopra del quale non avviene più la
propagazione di onde trasversali ma solamente di onde superficiali.
Per comprendere l'argomento si considerino i seguenti casi:
(Con s'indica in questo caso e nei successivi l'angolo tra la direzione del fascio
ultrasonoro incidente e la normale alla superficie di incidenza.) Le onde ultrasonore si
propagano nel mezzo sotto forma di onde longitudinali nella stessa direzione delle onde
incidenti.
L'angolo di
è
incidenza piuttosto
piccolo. In tale situazione si
avrà nel mezzo A la
propagazione di due fasci
d'onda ultrasonori:
- Il fascio L, di onde
longitudinali, inclinato di
L.
- Il fascio T, di onde T.
trasversali, inclinato di
Se, nei confronti
del caso precedente, si
aumenta il valore sino ,
dell'angolo di incidenza a un determinato valore denominato primo angolo limite,
T L L
anche gli angoli e aumentano sino a che diviene uguale a 90°: in tal caso la
componente L diviene nulla e resta solo la componente trasversale T.
=Continuando , T
ad aumentare proporzionalmente aumenta anche sino a
e
divenire uguale a 90°. In tal caso quest'angolo è chiamato "Secondo angolo limite":