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Spagnolo - La comunicacion
Geografia - Israele
Storia - Il conflitto israelo-palestinese
Tecnica - La teoria dei colori
Arte - L'espressionismo astratto di Jackson Pollock
Inglese - La formazione della lingua inglese
Italiano - L'ebraismo in "Lessico familiare" di Natalia Ginzburg
Educazione Fisica - Lo sport nel periodo fascista
Musica - Comunicare con le note
Il termine ha origine dalla parola "élite", in inglese di pronuncia simile a "leet", e si riferisce al fatto
che chi usa questa forma di scrittura si distingue da chi non ne è capace.
VII. La comunicazione in pubblicità
VII.i Breve storia della pubblicità
Parlare della storia della pubblicità non è semplice dato che viviamo circondati da questa forma di
comunicazione. Ma dobbiamo pensare che questa disciplina è esistita sin dai tempi della nascita di
Cristo, duemila anni fa.
A quel tempo camminando per le strade di una città si potevano notare alle pareti dei palazzi le
insegne dei negozi dipinte sui muri, dei veri e propri manifesti, raffigurate con illustrazioni che
mostravano che cosa si vendeva in un negozio. Va considerato che a quel tempo la maggior parte
della popolazione era analfabeta. L’uso di queste insegne continuò attraverso i secoli fino al
medioevo ed oltre.
Poi venne il tempo dei libri e della loro stesura a cura dei monaci Benedettini, che, con pazienza,
ricopiavano i libri più importanti. Il 1450 segna una rivoluzione: Johann Gutenberg inventa la
stampa a caratteri mobili ed i libri ed altri stampati si diffondono enormemente.
Il ‘600 vede la nascita della pubblicità sui giornali, infatti sulla Gazzetta di Parigi, compare il primo
annuncio pubblicitario di un medico e nel 1657 il lancio di un nuovo prodotto sul Public Adviser a
Londra. Nel 1845 in Francia fa la comparsa la prima concessionaria di pubblicità “Société
Générale des Annonces”, che gestisce l’esclusiva gli spazi pubblicitari di tre grandi giornali.
Gli Stati Uniti, all’avanguardia, sono i primi a creare una “agenzia di pubblicità” che offre ai propri
clienti il servizio di scrittori ed artisti per le proprie inserzioni.
Nell’800 il messaggio pubblicitario appare sempre più frequentemente sui manifesti la cui stampa
litografica permette una qualità ottima.
Un particolare sistema per fare pubblicità per le strade ottocentesche fu l’uomo sandwich: un uomo
che passeggiando, portava appesi al corpo per mezzo di bretelle, dei grandi cartelloni con
messaggi o manifesti pubblicitari.
Nel ‘900 questa disciplina assunse finalmente il termine di “Pubblicità”.
Francobolli di propaganda fascista nell’anniversario dell’andata al potere
Con lo scoppio della prima guerra mondiale, la pubblicità venne utilizzata per raccolte di denaro,
arruolamenti, difesa civile e cosi via. Pubblicità postale del 1940
VII.ii La pubblicità dal dopoguerra ad oggi
Gli anni cinquanta e sessanta videro il boom industriale, economico e consumistico del
nostro Paese e la nascita nel 1954 della Radio Televisione Italiana, la Rai. Nel 1957
cominciò la programmazione di Carosello, uno spettacolino di due minuti in cui con
scenette comiche si alludeva ad un prodotto per poi citarlo esplicitamente solo nei quindici
secondi finali del programma.
In questi anni si diffondono le conoscenze teoriche sulla comunicazione pubblicitaria e
viene introdotto il vocabolario dei termini tecnici di questa disciplina. I bambini vengono
“presi di mira” e scoperti come pubblico privilegiato su cui puntare, vengono creati
dall’industria alimentare prodotti specifici per questa fascia e la pubblicità contribuisce alla
loro diffusione.
La nuova offerta delle televisioni private porta agli apici del successo la promozione su
questo mezzo, gli interpreti sono delle star e Carosello va in pensione.
Negli anni ’80 fanno la comparsa i primi programmi di grafica ed editoria per computer.
La pubblicità, con il suo corollario di slogan, effetti, suoni, immagini, è divenuta rapidamente
uno dei tratti distintivi della comunicazione sociale ed interpersonale di oggi, interagendo
con consumatori di ogni fascia di età.
La pubblicità ha una sua 'grammatica' ed un suo 'codice' di comunicazione che devono
essere acquisiti e compresi.
La comunicazione pubblicitaria si avvale di molti diversi mezzi di comunicazione: dalla
stampa quotidiana e periodica all’affissione, dal cinema alla radio, dalla televisione ad
internet, ma, dopo anni passati nell’oblio, ora un nuovo mezzo attira l’attenzione nel
panorama della comunicazione pubblicitaria. Si tratta della cartolina pubblicitaria.
Una cartolina del 1930 La nascita della cartolina avviene intorno al 1840
come cartolina postale, poco dopo si ha la comparsa
della prima cartolina illustrata con immagini militari,
utilizzata dai soldati al fronte per scrivere alle
famiglie. Nel nostro paese con le nozze
principesche dei Savoia nel 1896 circolerà la prima
cartolina illustrata, in cui l’immagine occupava una
sola facciata in cui oltre all’illustrazione vi era lo
spazio per l’indirizzo e il retro era bianco. Anche la
prima serie di francobolli dell'Italia Unita fu approntata per mandare a tutti gli italiani un
messaggio di unità e per mostrare a tutti i sudditi il volto del nuovo sovrano Re Vittorio
Emanuele II°, poi, quando cessò di vivere, sui francobolli si impresse l'effigie del nuovo Re
per dare un volto alla nuova Maestà.
Cartolina di inizio
novecento sul problema
delle gravidanze
indesiderate
Con l’avvento dei grandi mezzi di comunicazione la cartolina andò in disuso, almeno fino
agli anni ’80, quando sorse la prima azienda produttrice di cartoline pubblicitarie, la
svedese Citrus. In Italia la prima e forse la più importante rimane Promocard, nata a Milano
nel 1989 oggi conta più di novanta milioni di cartoline diffuse.
VII.iii Pubblicità progresso
E' un’associazione nata in Italia all’inizio degli anni ’70. I professionisti che ci lavorano lo
fanno volontariamente e gratuitamente, senza fini di lucro.
Le associazioni che partecipano a Pubblicità Progresso sono molteplici e si pongono come
compito quello di risolvere problemi morali, civili ed educativi.
I criteri usati per la scelta del tema di una campagna sono i seguenti: avere interesse
nazionale, non avere carattere commerciale, né partitico, né influire su interessi finanziari di
specifiche associazioni e istituti.
Con la nascita di questa associazione si comprende per la prima volta che la pubblicità può
svolgere un ruolo di pubblica utilità. La comunicazione infatti qui è indipendente dalla
presenza del prodotto e dall’invito a consumarlo.
Alcuni esempi di campagne:
1971-72: a favore della donazione del sangue. Slogan: "Diventa sempre più difficile far finta
di non vederlo. C’è sempre bisogno di sangue. Ti aspettiamo". [Foto: tre medici e
un’ambulanza dell’AVIS, su cui è scritto: "Non hai più scuse per non entrare qui"].
1972-73: a difesa del verde. Slogan: "Se trattate i boschi come pattumiere, tra qualche
estate i vostri pic-nic li farete in pattumiera". [Foto: una famiglia fa pic-nic in mezzo a una
discarica]
1992-93: a difesa dei non-vedenti. Slogan: "Il guaio dei non vedenti è vivere in un mondo di
ciechi". [Foto: una macchina parcheggiata sul marciapiede].
SCIENZE
LE TEORIE DELL’EVOLUZIONE: L’IPOTESI DI LAMARCK
L’uomo è un animale particolare, dotato di un’intelligenza molto sviluppata, di un’ottima
capacità di adattamento e strettamente legato e dipendente dai suoi simili.
Queste sue attitudini gli hanno permesso di sopravvivere durante le diverse fasi della sua
evoluzione.
La capacità di adattamento ha permesso all’uomo di integrarsi in ogni ambiente e sfruttarlo
a proprio vantaggio e la sua intelligenza lo ha portato a nuove scoperte e alla capacità di
costruire utensili ed oggetti vari, necessari alla sua esistenza.
Le specie viventi sono il risultato di una continua evoluzione, cioè di trasformazioni dovute
alle sollecitazioni dell’ambiente, che hanno portato dalle forme più semplici a quelle più
complesse.
La prima vera teoria dell’evoluzione fu esposta nel 1809 dal naturalista francese Jean-
Baptiste de Lamarck che giunse alla conclusione che gli organismi, così come si
presentavano, fossero il risultato di un processo graduale di modificazione che avveniva
sotto la pressione delle condizioni ambientali.
Per dare una spiegazione alla sua teoria si basò su tre idee:
La grande varietà di viventi: Lamarck riteneva che poche specie fossero riuscite a
rimanere immutate nel corso del tempo.
L'uso e il non uso degli arti: secondo Lamarck, le specie avevano sviluppato con il tempo
gli organi del loro corpo che permettevano di sopravvivere e di adattarsi all'ambiente. Per
spiegare questa idea ricorse all'esempio delle giraffe: in un primo momento, secondo
Lamarck, sarebbero esistite solo giraffe con il collo corto; queste ultime, per lo sforzo fatto
per arrivare ai rami più alti, sarebbero poi riuscite a sviluppare collo e zampe anteriori e
quindi ad avere organi adatti alle circostanze. Ciò significa che, in seguito all'uso od al
disuso di una parte del corpo, l'individuo tende a sviluppare, a perdere o a modificare certe
caratteristiche (caratteri acquisiti) che tramanda poi ai discendenti. In questo modo i vari
adattamenti, sommandosi e trasmettendosi attraverso le generazioni, avrebbero dato
luogo a nuove specie, diverse dalle precedenti. Lamarck assegnava una notevole
importanza al ruolo attivo degli organismi nel modificarsi in risposta agli stimoli ambientali,
e riteneva che l'uso di determinati organi, o parti di organi, provocasse modificazioni in
modo che essi rispondessero meglio alle esigenze di sopravvivenza dell'animale in base
al principio "la funzione crea l'organo".
Secondo Lamarck il principio dell’uso e del non uso e quello dei caratteri acquisiti
fornivano la spiegazione più plausibile dell'esistenza dei fossili, delle attuali diversità delle
forme viventi e delle evidenti parentele tra gli organismi.
L'ereditarietà dei caratteri acquisiti: Lamarck supponeva che le specie tramandassero i
caratteri acquisiti (il collo e le zampe più lunghi nel caso delle giraffe) ai discendenti. La
trasmissione ereditaria dei caratteri acquisiti si rivelò, in seguito, inesatta perché si
dimostrò che un carattere che un individuo acquista durante la sua esistenza non può
essere trasmesso ai suoi discendenti in quanto quel carattere viene memorizzato dalle
cellule somatiche e non da quelle germinali, le sole in grado di trasmetterlo. Ad esempio,
una persona, che in seguito a lavoro o esercizio fisico diventa muscolosa, non tramanda le
dimensioni muscolari ai suoi discendenti in quanto questa trasformazione si è prodotta
solo nelle cellule somatiche e non viene affatto memorizzata da quelle germinali.
Nell'uomo e in generale nei mammiferi le cellule germinali sono gli spermatozoi e le cellule
uovo, detti anche gameti. Si dice cellula somatica ogni cellula che non sia un gamete.
Lamarck fu il primo scienziato a proporre una teoria evoluzionista che affermava la
mutazione delle specie nel corso del tempo (idea che sarà poi ripresa da Darwin).
In questo modo Lamarck portò la biologia fuori dal creazionismo, la teoria che
sosteneva che tutti gli esseri viventi erano rimasti immutati dal tempo della loro
creazione da parte di Dio.
Secondo Lamarck, le specie avevano sviluppato con il tempo gli organi del loro corpo che
permettevano di sopravvivere e di adattarsi all'ambiente. Una forma di adattamento all’ambiente
che ha permesso anche all’uomo di sopravvivere durante le varie fasi dell’evoluzione. La capacità
di adattamento ha permesso all’uomo di integrarsi in ogni ambiente e sfruttarlo a proprio vantaggio
e la sua intelligenza lo ha portato a nuove scoperte e alla capacità di costruire utensili ed oggetti
vari, necessari alla sua esistenza.
Ma, se gli uomini appartenenti allo stesso gruppo non si fossero in qualche modo scambiati
informazioni e conoscenze personali, il sapere non si sarebbe divulgato.
E ciò che più di ogni altra cosa accresce la conoscenza e le permette di diffondersi è la
comunicazione.
SPAGNOLO
LA COMUNICACIÓN
Un Rey soñó que había perdido todos los dientes. Después de despertar, mandó llamar a un
Sabio para que interpretase su sueño.
“¡Qué desgracia, mi señor!” exclamó el Sabio, “Cada diente caído representa la pérdida de un
pariente de vuestra majestad”.