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Tesina - Premio maturità 2009
Titolo: Come tu mi vuoi
Autore: Harper Ginevra
Descrizione: esempi di come l'uomo abbia dovuto "annullarsi" per prostrarsi alle convenzioni ed aderire così ad un modello socialmente accettabile.
Materie trattate: Filosofia, Storia, Geografia Astronomica, Inglese, Spagnolo, Francese, Italiano
Area: umanistica
Sommario: ITALIANO= Pirandello, "Uno nessuno e centomila" INGLESE= Victorian respectability, O.Wilde's "The importance of being Earnest" FILOSOFIA= Freud (super-io), Adorno (gregarismo) SPAGNOLO= Garcia Lorca y "La casa de Bernarda Alba" SCIENZE= Galileo Galilei vs Chiesa STORIA= Totalitarismi FRANCESE= "Thérèse Desqueyroux" de François Mauriac.
Tesina “Come tu mi vuoi” Ginevra Harper V AL
Senza andare troppo lontano, possiamo vedere questo fenomeno dilagare anche nella società attuale.
Non è forse vero che i giovani tendono ad omologarsi ad un modello dettato dalla “moda del
momento” per essere accettati dai coetanei? Non si ritiene “strano” tutto ciò che è diverso, non
conforme alle norme, che per tale ragione viene in qualche modo emarginato? La televisione, con la
sua arma migliore, la pubblicità, non ci spinge verso un unico modo di essere?
E’ evidente che tutto ciò è un continuo “prostrarsi” ai piedi delle convenzioni sociali, una continua
lotta contro i propri princìpi che a causa delle influenze esterne entrano in crisi, innescando un
meccanismo che spinge a cambiare per diventare, appunto, “Come tu mi vuoi”. Questo TU sta nella
collettività, cioè il “giudice” che con occhio critico valuta se il COME è accettabile in base a ciò che
VUOLE, e scarta il “Come IO mi voglio” poiché giudicato sconveniente.
Ho cercato di immedesimarmi in vari contesti che affronterò nel mio percorso multidisciplinare, per
cercare di vagliare in modo obbiettivo le cause che spingono ad accettare tale “imposizione” fino ad
arrivare al punto di decidere consenzientemente (anche se forse è un’illusione il fatto che sia una
decisione personale, quando invece è dettata da fattori esterni, quasi fosse un lavaggio del cervello)
di divenire “Come tu mi vuoi”.
Anche se quanto scritto sopra può sembrare una critica, infatti, non sono sicura che tutto ciò sia
sbagliato. Come in ogni cosa, esistono i pro e i contro. Da un lato, citando Pirandello (dalla cui opera
mi sono ispirata per il titolo della mia tesina), “Essere è niente, essere è farsi”. Quindi, essere non è un
qualcosa di scontato ma piuttosto un costruirsi; in tal caso, scegliere cosa essere in base alle
necessità, plasmando il proprio Essere come creta, non dovrebbe essere sbagliato. D’altra parte, la
censura (sparita dalle istituzioni, ma che comunque si cela come “abito mentale”) e la trappola del
conformismo, come potrebbero essere una buona cosa? Non è forse la censura, che porta la gente ad
aderire ad un modello accettabile piuttosto che combattere una battaglia (persa) per dei valori di cui
magari non è neppure tanto convinta..?
E’ il periodo dell’affermarsi di tendenze spersonalizzanti nella società: l’instaurarsi del capitale
monopolistico, che annulla l’iniziativa individuale e nega la persona in grandi apparati produttivi
anonimi; l’espandersi della grande industria, che riducono il singolo a insignificante rotella di un
gigantesco meccanismo, priva di relazioni; l’influenza totalitaria, che annulla l’individuo in quanto
tale, riducendolo alla sua pura funzione esteriore; il formarsi delle metropoli, in cui l’uomo smarrisce
il legame personale con gli altri e diviene particella isolata e alienata nella folla anonima; e infine la
persistenza di istituzioni che per continuare ad esistere devono fondarsi sull’annullamento altrui.
FILOSOFIA
Naturalmente, in una società moderna come quella che si affaccia al novecento, parlare di censura
nei termini in cui la si intende comunemente è esagerato. Ma c’è un altro tipo di censura,
inconsapevole, ed è quella dettata dall’inconscio, o meglio, per accogliere Freud nella mia tesina, dal
“Super-io”.
Sigmund Freud (1856-1939), neurologo, psicoanalista e filosofo austriaco, è il fondatore della
psicoanalisi come teoria scientifica. Scopre l’esistenza dell’Inconscio sotto la Coscienza e l’analisi dei
sogni come via d’accesso all’inconscio; parla di struttura della psiche come un campo di battaglia tra
forze che cercano di affermarsi, razionali e irrazionali, coscienti e inconsce, dimenticate e rimosse.
Tra queste forze, troviamo il Super-io. 3
Tesina “Come tu mi vuoi” Ginevra Harper V AL
Il Super-io è l’interiorizzazione dei divieti e delle censure, dei codici di comportamento, degli
schemi di valore che inizia già
(bene/male; giusto/sbagliato; buono/cattivo; gradevole/sgradevole)
dall’infanzia, a livello inconscio (di cui quindi l’uomo non conosce il contenuto), necessaria in
quanto consente l’integrazione sociale dell’individuo. Se l’individuo non rinunciasse ai suoi desideri
sconvenienti e immorali, l’individuo non sarebbe accettato in società. È, in sintesi, la censura morale
che alberga in ciascuno di noi. Fortunatamente, però, non siamo fatti solo di questo: il super-io è
solo una delle tre istanze fondamentali che compongono il modello strutturale dell’apparato
psichico: vi sono anche l’IO (il principio della realtà), il centro organizzatore della personalità che
media l’ES (la tendenza irrazionale, il principio del piacere) e appunto il SUPER-IO (il principio del
dovere). Per Freud, l’uomo è la sintesi di tutto ciò, un essere integrale fatto di ragione e piacere, di
Super-io e di Es, di lotta di opposti, regolati dall’IO che, andando incontro alle esigenze divergenti
con un compromesso, consente la soddisfazione dei desideri in modo equilibrato, cioè socialmente
accettabile.
Tenendo appunto conto degli apporti forniti dalla psicoanalisi freudiana, il filosofo e sociologo
tedesco Theodor Adorno (1903-1969), che si distinse per la sua avversione radicale alla società e al
capitalismo avanzato, condusse una rigorosa critica della società borghese su basi hegeliane e
marxiste; a suo avviso, con il passaggio al capitalismo monopolistico le relazione interumane si
riducono a pura apparenza. La vita individuale diviene pura funzione delle forze oggettive che
governano la società di massa e si riduce all’ambito fittizio del consumo. La condizione umana,
mediata dall’ideologia in questo sistema sociale, diviene quella dell’alienazione individuale.
Le riflessioni di Adorno rilevano che le folle possiedano una specie di «anima a sé», qualificandosi
come prodotto sociale:
“I fenomeni di massa non si verificano in virtù di misteriose qualità delle masse in
quanto tale, ma in seguito a processi psichici che hanno luogo in ogni individuo
partecipante alla massa. Questa non è un fenomeno primario, ma secondario; e gli
uomini non si fanno massa per semplice quantità numerica, ma sotto l’azione di
determinate condizioni sociali.” (Adorno, “Lezioni di Sociologia”)
In sintesi, sia Freud che Adorno notano che il singolo si riduce a “individuo collettivo”. Si è soliti
parlare di “collettività” quando si considerano le influenze che sono esercitate su un individuo da
parte di un gran numero di persone che individualmente possono essere estranee, ma al cui gruppo
egli partecipa in un certo modo. L’individuo, posto a tali influenze (cioè incorporato da un’entità
collettiva), può subire una modificazione radicale del proprio comportamento.
Vi sono diversi fenomeni che si manifestano in una folla e che la denotano come tale: l’unità
(spogliandosi delle caratteristiche individuali per dare origine ad un corpo unico), la regressione
intellettuale (la folla è impulsiva, volubile, impressionabile, intollerante e crudele; un quadro che
non desta meraviglia trovare nei selvaggi o nei bambini), l’incapacità di moderarsi o differire, ma
soprattutto il “contagio mentale”, cioè il fatto che ogni sentimento e ogni atto tende a propagarsi ed
a venire riprodotto da tutti i componenti dell’aggregato; tale contagio è effetto della
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suggestionabilità, la quale viene esaltata dalla collettività. L’individuo è pronto a far propri e ad
accattare sentimenti, convinzioni ed impulsi che in condizioni normali rifiuterebbe.
Questo ci ricorda quanti di questi fenomeni di dipendenza appartengano alla costituzione normale
della società umana, quanto poca originalità e quanto poco coraggio personale si trovino in questa,
quanto ogni singolo sia dominato dagli atteggiamenti di un'anima collettiva che si manifestano come
peculiarità razziali, pregiudizi sociali, adesione ai regimi totalitari e così via.
STORIA
A proposito di adesione ai regimi totalitari; come tutte le dittature, sono un esempio storico di
omologazione, anche se forzata. In questo contesto, il “Come tu mi vuoi” è tutt’altro che volontario…
Le masse del novecento, insoddisfatte e colme di spirito nazionalista, divennero le protagoniste in
virtù del numero, e misero in moto fenomeni che dovevano essere controllati e orientati. Se la
risposta a questi fenomeni in termini politici poteva essere l'allargamento della democrazia, si
assistette invece all'irrigidimento delle classi dirigenti. La sostanziale diversità, la modernità della
nuova situazione sociale costituì un passaggio che la politica fu incapace di gestire; con questo si
intende che normalmente la società, strutturata in gruppi, si esprime tramite i canali politici della
rappresentanza: le richieste dei rappresentati sono convogliate tramite le modalità della
rappresentanza (partiti e movimenti) nella dimensione politica. In una situazione normale e
democratica, le richieste dei gruppi, seppur conflittuali in quanto rappresentanti interessi diversi,
vengono organizzate e mediate dal sistema. Il totalitarismo rappresenta il cortocircuito della "politica
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normale" in quanto la politica in senso stretto, anziché rappresentare la società, impone ad essa la
sua logica: la politica diviene totale rispetto alla società, quindi totalitaria, negazione della politica
stessa. La legittimazione della gestione politica è avvallata dalla personalità del capo carismatico: egli
è il capo ispiratore, vero interprete dell'anima del popolo. In quest'anima nazionale, esaltata dalla
retorica, pervasiva, trascendente gli individui, li assorbe, li convince, li rende pienamente aderenti
alla coscienza collettiva dello stato, li sceglie per alcuni compiti piuttosto che per altri, senza che sia
chiamata in causa la loro responsabilità personale o di scelta.
Il termine "totalitario" fu utilizzato per la prima volta, con connotazione positiva, durante il
fascismo, proprio per definire la politica intendendo evidenziarne, rispetto al liberalismo dell'inizio
del secolo, la capacità di gestire in modo onnicomprensivo gli aspetti sociali, economici,culturali.
Dopo la fine della seconda guerra mondiale, nel 1953 la filosofa Hannah Arendt ne colse l'aspetto,
filosofico più che storico, negativo, di inglobamento dell'identità dell'uomo, del suo annullamento.
Il totalitarismo è una forma di dominio radicalmente nuova, perché non si limita a distruggere le
capacità politiche dell'uomo, isolandolo in rapporto alla vita pubblica, come facevano le vecchie
tirannie e i vecchi dispotismi; ma tende a distruggere anche i gruppi e le istituzioni che formano il
tessuto delle relazioni private dell'uomo, estraniandolo così dal mondo e privandolo del proprio io
attraverso la società di massa.
L'ideologia totalitaria pretende di spiegare con certezza assoluta e in modo totale il corso della storia;
diventa perciò indipendente da ogni esperienza, costruendo un modello di società fittizio e
ideologico. Il terrore totalitario, a sua volta, serve per tradurre in realtà il mondo fittizio
dell'ideologia. Il terrore totale diventa uno strumento permanente di governo, e costituisce l'essenza
stessa del totalitarismo, mentre la logica deduttiva e coercitiva dell'ideologia ne è il principio di
azione, cioè il principio che lo fa muovere.
Le figure dei tre massimi dittatori del '900, sono Mussolini, Hitler e Stalin, i quali attuarono
pienamente l'azione del terrore totalitario, soprattutto nel caso della Germania Hitleriana e della
Russia comunista. Qui, infatti, a partire dagli anni 30, si riscontrano tutti i caratteri dello stato
totalitario: i “diversi” (ebrei, oppositori politici, anziani, omosessuali, handicappati) furono soppressi
tramite “le grandi purghe” e le deportazioni nei campi di concentramento. In Italia, quantomeno,