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Chimica: I neuromediatori di natura amminoacidica
Inglese: Zelda Sayre Fitzgerald
Italiano: Luigi Pirandello
E' il termine usato per descrivere la perdita della capacità di
compiere atti volontari e finalizzati, nonostante l'integrità della
funzione motoria. Ad esempio, il malato non è capace di allacciarsi le
stringhe delle scarpe, aprire una porta, accendere la televisione.
• Afasia
E' il termine usato per descrivere l'alterazione o l'incapacità di
parlare o di capire il inguaggio. Si può evidenziare in vari modi: ad
esempio con la sostituzione di una parola con altra di significato
diverso ma della stessa famiglia (ora invece di orologio), oppure
l'impiego di una parola sbagliata ma dal suono simile a quella giusta
zuccotto invece di cappotto), o di una parola completamente diversa e
senza alcun legame apparente con quella giusta. Se si accompagna ad
ecolalìa (la ripetizione involontaria di parole o frasi dette da
un'altra persona) e alla ripetizione costante di una parola o di una
frase, il risultato può essere una forma di discorso di difficile
comprensione, o una specie di gergo.
• Agnosia
E' il termine usato per descrivere la perdita della capacità di
riconoscere gli oggetti e il loro uso appropriato. Ad esempio, il
malato può usare la forchetta invece del cucchiaio, una scarpa al
posto di una tazza o un temperino invece della matita, e così via. Per
quanto riguarda le persone, può venire meno la capacità di
riconoscerle, non a causa della perdita di memoria, ma piuttosto come
risultato della mancata elaborazione da parte del cervello
dell'identità di una persona in base alle informazioni fornite dalla
vista.
• Comunicazione
I malati di Alzheimer hanno difficoltà sia a parlare che a capire il
linguaggio e poichè gli esseri umani hanno bisogno di questo per
comunicare tra di loro, diventa sempre più difficile comunicare con il
malato; ciò causa a sua volta altri problemi.
• Cambiamenti di personalità
I malati di Alzheimer possono comportarsi in modo totalmente diverso
da quello abituale. Una persona tranquilla, educata, amichevole, può
trasformarsi diventando aggressiva. Sono comuni bruschi e frequenti
cambiamenti di umore.
• Disturbi del comportamento
Un sintomo comune del malato di Alzheimer è il "girovagare" sia di
giorno che di notte. Le ragioni possono essere numerose, ma, a causa
dei problemi di comunicazione è spesso impossibile identificarle.
Altri disturbi possono essere l'incontinenza, l'aggressività,
l'insonnia.
Come viene diagnosticata la malattia di Alzheimer?
Non esiste un test specifico per determinare se una persona è affetta
dalla malattia di Alzheimer. Si arriva alla diagnosi per esclusione,
dopo un attento esame delle condizioni fisiche e mentali e non grazie
al riconoscimento di prove tangibili specifiche della malattia.
• Anamnesi e visita medica Può darsi che ci venga chiesto di fornire
informazioni sul comportamento del nostro congiunto; se ha difficoltà
a vestirsi, lavarsi, gestire il danaro, mantenere gli appuntamenti,
viaggiare da solo, fare il proprio lavoro e usare gli
elettrodomestici. Il malato sarà probabilmente sottoposto ad una
visita neuropsicologica, per valutare eventuali problemi di memoria,
linguaggio, attenzione. Spesso viene impiegato un esame chiamato Mini-
Mental State Examination (MMSE), che consiste nel sottoporre il malato
a domande del tipo: "Che giorno è? In che città ci troviamo? Come si
chiama questo?" (mostrando un orologio). Un'altra parte del test
consiste nel far eseguire una serie di operazioni in base ad
istruzioni semplici.
• Esami di laboratorio Può essere opportuno effettuare una serie di
esami di laboratorio (per es. esame del sangue e delle urine) per
escludere l'esistenza di altre malattie che potrebbero spiegare la
demenza, o di malattie che potrebbero aggravare un pre-esistente
malattia di Alzheimer. Inoltre, sono stati sviluppati negli ultimi
anni diversi strumenti per osservare l'encefalo, che permettono di
fornire immagini del cervello in vivo, rivelando eventuali differenze
tra il cervello delle persone sane e quello dei malati di Alzheimer.
Questi strumenti permettono di esaminare in modo indolore e
sostanzialmente innocuo il cervello di una persona in vita. Per quanto
non garantiscano una diagnosi certa di malattia di Alzheimer, queste
tecniche permettono di dare maggior peso a una diagnosi di possibile o
probabile malattia.
• Esami strumentali
□ Risonanza magnetica Questo esame consente di ottenere un'immagine
della struttura del cervello molto particolareggiata. Sovrapponendo
un'immagine ad un'altra eseguita ad alcuni mesi di distanza, è
possibile riscontrare i cambiamenti di una determinata parte del
cervello.
□ TAC (Tomografia assiale computerizzata) Questo esame misura lo
spessore di una parte del cervello, che rapidamente si assottiglia nei
pazienti affetti da Alzheimer.
□ SPECT (tomografia computerizzata ad emissione di fotone singolo)
Questo esame può essere eseguito per misurare il flusso del sangue nel
cervello; si è riscontrato che tale flusso è ridotto nei malati di
Alzheimer, per effetto di una diminuita attività delle cellule
nervose.
□ PET (tomografia a emissione di positroni) L'uso di questa tecnica è
limitato ai centri di ricerca. Può evidenziare cambiamenti nel
funzionamento del cervello del malato di Alzheimer; ad esempio un
utilizzo anormale del glucosio da parte del cervello.
Come può essere la diagnosi?
Ci sono tre possibili tipi di diagnosi di Alzheimer: possibile,
probabile e certa.
• Malattia di Alzheimer possibile Una diagnosi di possibile malattia
di Alzheimer è basata sull'osservazione di sintomi clinici e sul
deterioramento di due o più funzioni cognitive (per es. memoria,
linguaggio o pensiero) in presenza di una seconda malattia che non è
considerata la causa della demenza, ma che rende comunque la diagnosi
di malattia di Alzheimer meno sicura.
• Malattia di Alzheimer probabile La diagnosi si qualifica come
probabile sulla base degli stessi concetti detti sopra, ma in assenza
di una seconda malattia.
• Malattia di Alzheimer certa L'identificazione delle caratteristiche
placche senili e dei gomitoli neuro-fibrillari nel cervello è l'unico
modo sicuro per confermare con certezza la diagnosi di malattia di
Alzheimer. Per questa ragione, la terza diagnosi, quella di malattia
di Alzheimer certa, può essere formulata soltanto mediante biopsia del
cervello, o dopo che è stata effettuata un'autopsia.
Esiste un esame che possa predire la malattia di Alzheimer?
Non esiste la possibilità di predire a un determinato individuo che un
giorno o l'altro svilupperà la malattia. E' possibile sottoporsi a un
test per determinare la presenza del gene ApoE4, ma questo test non ci
dice se ci ammaleremo o meno; segnala semplicemente un rischio teorico
maggiore. Ci sono infatti, persone dotate del gene ApoE4 che sono
vissute fino a tarda età senza ammalarsi, proprio come ce ne sono
altre che non avevano l'ApoE4 e hanno invece manifestato la malattia.
Perciò, sottoporsi a questo test può comportare il rischio di un
inutile allarme o di una falsa sicurezza ed è considerzto clinicamente
ed eticamente ingiustificato in soggetti asintomatici.
Soltanto nelle rarissime famiglie in cui l'Alzheimer è una malattia
genetica dominante, i congiunti non affetti dalla malattia possono
sottoporsi all'esame diagnostico predittivo. E' necessario che la
persona che vi si sottopone sia assistita con professionalità prima,
durante e dopo l'esame.
Che tipo di ricerche si stanno facendo?
Chi assiste i malati è naturalmente sempre alla ricerca di
informazioni su possibili terapie. Tuttavia, sebbene non sia
disponibile a tutt'oggi alcun trattamento specifico per malattia di
Alzheimer, sono in corso numerose sperimentazioni, allo scopo di
individuare nuovi farmaci, possibili cause, fattori protettivi e di
rischio.
Elenchiamo di seguito alcune delle più attuali linee di ricerca nel
campo della malattia di Alzheimer
Alluminio - L'alluminio si può trovare nell'acqua potabile, negli
antidiaforetici, nel té e nelle tavolette digestive. I ricercatori
hanno studiato i possibili effetti dell'alluminio sulla malattia di
Alzheimer per oltre trent'anni. Tuttavia, sebbene la ricerca continui,
non esistono prove definitive che esista un nesso causale tra
l'alluminio e la malattia di Alzheimer.
Anti-infiammatori - Si è osservato che la malattia di Alzheimer è meno
frequente negli individui che soffrono di artrite reumatoide. Queste
persone tendono ad assumere farmaci anti-infiammatori per lunghi
periodi. Si presume pertanto che tali farmaci possano ridurre il
rischio, ritardare l'inizio e contrastare lo sviluppo della malattria
di Alzheimer. La ricerca continua.
Estrogeni - Alcuni studi hanno dimostrato che, nelle donne che avevano
assunto estrogeni dopo la menopausa, il rischio di contrarre
l'Alzheimer era minore rispetto alle altre. Un altro studio su un
numero limitato di soggetti ha segnalato notevoli miglioramenti della
memoria e dell'attenzione in donne già malate di Alzheimer che
assumevano estrogeni; tali miglioramenti peraltro diminuivano quando
cessava la somministrazione del farmaco. La ricerca sta attualmente
portando avanti uno studio approfondito e su vasta scala sugli effetti
degli estrogeni nella malattia di Alzheimer.
Fattori genetici - I ricercatori hanno studiato i fattori genetici che
possono portare alla malattia di Alzheimer (o una deficienza, che
sarebbe causa diretta della malattia, o anomalie, che aumenterebbero
la possibilità di contrarre la malattia). Sono state identificate
anomalie in quattro geni nei cromosomi 1, 14, 19 e 21, e la ricerca
continua.
BioInformatica - Esistono alcuni progetti di calcolo distribuito in
Rete nel campo della proteomica che si propongono di contribuire alla
ricerca scientifica sul Morbo di Alzheimer, migliorando la conoscenza
delle proteine coinvolte nei suoi processi etiopatogenetici,
attraverso lo sfruttamento in parallelo della potenza di calcolo
inutilizzata dei microprocessori di centinaia di migliaia di PC e
altri dispositivi di elaborazione dati normalmente utilizzati dai
volontari, che si collegano tramite Internet, ed emulano
informaticamente i meccanismi di ripiegamento delle proteine.
Farmaci - Le industrie farmaceutiche stanno conducendo ricerche su
farmaci che possano rallentare il progresso della malattia o
attenuarne i sintomi, quali la perdita di memoria.
Danni causati a livello cerebrale
Gravi danni a carico dell’Ippocampo che è sede dell’ memoria a lungo
termine e nella navigazione spaziale.
Produzione anomala del peptide betamiloide che è il maggior cosituente
delle placche amiloidi ( o senili) ed ha origine dalla proteina APP
(Amyloid Precursor Protein) in un processo a due stadi.
APP è una proteina di membrana codificata in un gene situato sul
cromosoma 21. Essa aderisce alla membrana cellulare attraversandola e
una parte della proteina resta all’interno. Le cause che portano alla
formazione di queste placche sono ancora sconosciute, ma sono noti gli
effetti tra i quali spiccano il blocco del passaggio dell’acetilcolina
da un neurone all’altro e il danneggiamento delle cellule di Schwann.
Neuromediatori
Un neuromediatore è una sostanza che veicola le informazioni fra le
cellule componenti il sistema nervoso, i neuroni, attraverso la
trasmissione sinaptica (vedi sinapsi). All'interno del neurone, i
neurotrasmettitori sono contenuti in vescicole dette vescicole
sinaptiche che sono addensate alle estremità distali dell'assone nei
punti in cui esso contrae rapporto sinaptico con altri neuroni.
Nella trasmissione dell’impulso nervoso neuromediatori di natura
amminoacidica è implicato principlamente l’acido Glutammico.
L'acido glutammico è un amminoacido polare, la sua molecola è chirale.
L'enantiomero L è uno dei 20 amminoacidi ordinari, il suo gruppo
laterale reca un carbossile, che gli conferisce il comportamento acido
da cui prende il nome.
Negli esseri umani non è un amminoacido essenziale, ovvero l'organismo
umano è in grado di sintetizzarlo, è un composto essenziale di
importanza critica per il funzionamento della cellula, tuttavia è
definito condizionatamente essenziale in quanto il suo fabbisogno