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1 PREMESSA: Il PROBLEMA DEI PROBLEMI - L’ENERGIA
Fra tutte le risorse di cui abbiamo bisogno, l’energia gioca un ruolo
particolarmente importante, non solo perché usiamo energia in ogni azione
della nostra vita, ma anche perché c’è energia incorporata in ogni prodotto
della nostra attività. La chimica è coinvolta in mille modi nel problema
energetico. In ogni reazione chimica c’è in gioco energia.
La raffinazione del petrolio, che porta alla forma di energia più usata nei
trasporti, cioè i combustibili liquidi, è un processo chimico molto complesso
molto energivoro. La produzione di sostanze di uso comune richiede enormi
quantità di energia: ad esempio, per produrre una tonnellata di materie
plastiche si consuma una quantità di energia pari a quella generata da 2,5
tonnellate di petrolio. Oggi lo sviluppo delle energie rinnovabili, in
particolare dell’energia solare e dell’energia eolica, richiede l’uso di
materiali speciali, spesso basati su elementi chimici presenti in natura in
quantità molto limitate, come le cosiddette Terre rare, che fino a pochi anni
fa erano oggetto di studio solo da parte di alcuni specialisti .
Attualmente circa il 90% dell’energia primaria proviene dai combustibili
fossili, un risorsa indubbiamente molto comoda, che usiamo in quantità
massicce. Oggi al mondo, ogni secondo, si consumano 1.000 barili di
petrolio, 96.000 metri cubi di metano e 222 tonnellate di carbone . Però già
da diversi anni ci stiamo rendendo conto che l’uso dei combustibili fossili
causa gravi problemi, in parte imprevisti, che ci mettono di fronte a limiti
con i quali dobbiamo confrontarci. Stiamo infatti attraversando una crisi
energetica dalla quale potremo uscire solo con l’aiuto della chimica. Il primo
problema è che i combustibili fossili si stanno esaurendo, come accade per
tutte le risorse non rinnovabili. Inoltre, consumando i combustibili fossili, si
producono sostanze molto nocive per la salute dell’uomo ( ossidi di azoto e
zolfo, idrocarburi aromatici polveri sottili, metalli pesanti, ecc. ) e si
immettono nell’atmosfera enormi quantità di anidride carbonica, un dei gas
responsabili per il cambiamento climatico.
Un terzo problema, legato all’uso dei comodi, ma costosi e non
omogeneamente distribuiti combustibili fossili, è la forte disparità nei
consumi energetici fra le varie nazioni della Terra. Cosa si può fare per
fronteggiare la crisi energetica che già sperimentiamo e che è destinata ad
aggravarsi ? La risposta ha due facce: consumare meno energia e trovare
fonti alternative ai combustibili fossili . Nei paesi sviluppati come l’Italia, di
fronte ad una domanda di energia sempre crescente, la politica adottata
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finora è stata quella di aumentare le impostazioni di combustibili fossili:
continuare su questa strada significa correre verso il collasso economico,
ambientale e sociale. Oggi, la prima cosa da fare è mettere in atto
provvedimenti mirati a consumare di meno.
L’energia è una risorsa in via di esaurimento? Le risorse energetiche che
hanno alimentato la civiltà umana nell’ultimo secolo si stanno
sensibilmente assottigliando. Oltre l’80% dell’energia primaria che oggi
consumiamo nel mondo è ottenuta dai combustibili fossili. Possiamo
discutere all’infinito di quando raggiungeremo il picco di produzione del
petrolio, del gas o del carbone. Possiamo illuderci che le risorse non
convenzionali o “estreme” di petrolio e gas verranno in nostro soccorso.
Resta il fatto che la festa dei combustibili fossili avrà comunque fine nel
corso di questo secolo mentre, nel frattempo, continueremo ad alterare il
clima del pianeta, con conseguenze economiche e sociali del tutto
imprevedibili. Solo se la nostra generazione ritiene di essere l’unica padrona
e beneficiaria delle risorse energetiche esauribili del pianeta, può
continuare su questa strada. Se invece ritiene di avere una responsabilità
verso le future generazioni deve riconoscere che è giunta il momento di
cambiare strada.
-L’energia e sviluppo
L’energia è il motore della civiltà e dell’economia. Le energie rinnovabili ,
per diventare sempre più efficienti e diffuse, necessitano di grandi progressi
tecnologici e sono un occasione straordinaria di lavoro per l’economia in
affanno come quelle dei paesi occidentali, e dicono di mirare a una “società
della conoscenza”. Le rinnovabili sono un’occasione irripetibile per
rinnovare materiali, processi e reti di distribuzione, per creare nuove
opportunità di lavoro e per far crescere un’economia nazionale di grandi,
medie e piccole imprese in modo razionale e sostenibile. È importante
sottolineare che le scienze chimiche giocheranno un ruolo chiave nella
transizione energetica.
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2- CARATTERISTICHE PRINCIPALI E MOTIVAZIONI DEL PROGETTO
2.1 Introduzione
Una centrale elettrica è un impianto che “produce” energia elettrica, o per
meglio dire trasforma energia disponibile in altre forme (chimica o fisica) in
energia elettrica. Ad esempio, una centrale idroelettrica trasforma in
energia elettrica l’energia dell’acqua fluente (o dell’acqua che cade lungo le
condotte forzate) mettendo in movimento una macchina (generatore
elettrico) in grado di trasformare, per l’appunto, un moto rotatorio (quello
delle turbine azionate dall’acqua) in energia elettrica. In una centrale
termoelettrica il movimento rotatorio del generatore viene assicurato da
vapore in pressione, che aziona le turbine. Il vapore è a sua volta ottenuto
dalla combustione del combustibile che alimenta la centrale, cosicché
l’energia contenuta nei legami chimici del combustibile viene trasformata in
calore, e quindi in movimento della turbina ed infine, mediante il
generatore, in energia elettrica.
Le centrali termoelettriche possono essere alimentate da derivati del
petrolio (in genere olio
combustibile), da gas naturale, da biomasse o, come nel caso della Centrale
di Saline Joniche oggetto del presente studio, da carbone.
Più in particolare, il progetto di una centrale termoelettrica a carbone deve
comprendere:
gli impianti necessari a trasformare l’energia contenuta nel carbone in
energia elettrica: le caldaie dove si brucia il carbone (generatori di
vapore), le turbine e i generatori elettrici;
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gli impianti necessari a ridurre le emissioni inquinanti e a garantire
una corretta emissione degli scarichi della centrale (i sistemi per
l’abbattimento degli inquinanti e i camini, innanzitutto);
gli impianti necessari a garantire l’afflusso e lo stoccaggio
temporaneo del carbone e delle altre materie prime necessarie per il
funzionamento dell’impianto;
gli impianti necessari a trasferire l’energia elettrica prodotta dalla
Centrale alla rete di
trasmissione nazionale.
Da un punto di vista progettuale, i requisiti di un sito sul quale localizzare
un impianto quale quello in esame comprendono dunque, oltre alla
disponibilità di spazi adeguati alla localizzazione di tutti gli impianti e gli
edifici necessari, l’accessibilità e la disponibilità di infrastrutture in grado di
garantire i flussi di materie prime in entrata e i flussi di sottoprodotti in
uscita.
2.2 Il sito di progetto
Il sito individuato è compreso nell’ambito dell’area occupata dallo
stabilimento ex Liquichimica in località Saline Joniche, Comune di
Montebello Jonico, provincia di Reggio Calabria. Lo stabilimento in oggetto,
operativo a partire dal 1976 ma mai entrato in produzione, si estende,
lungo la costa, su una superficie pari a circa 700.000 m2; l’area destinata
ad ospitare la Centrale copre una superficie di circa 320.000 m2, (incluse le
aree demaniali per la nuova presa acqua mare) ed è stata acquisita dal
Proponente SEI S.p.A. (con l’eccezione delle aree appartenenti al demanio).
Fra le caratteristiche più interessanti del sito si possono evidenziare le
seguenti:
l’area industriale si trova attualmente in condizioni di degrado,
essendo abbandonata da diversi anni; la realizzazione di un nuovo
progetto può costituire, sotto questo particolare profilo, anche
l’occasione per una riqualificazione dell’intero sito;
le strutture portuali realizzate a servizio dello stabilimento
Liquichimica, attualmente in stato di degrado e praticamente inagibili,
potranno costituire, a seguito di interventi di ripristino e
ristrutturazione, una infrastruttura adeguata alle esigenze di trasporto
del carbone e di altre materie prime ed aperta ad altri usi (pesca,
diporto, turismo);
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l’area è facilmente accessibile anche via terra, grazie alla ferrovia
Reggio Calabria – Taranto (che ne definisce il limite lato mare) e alla
Strada Statale 106 Jonica, che ne delimita il perimetro lato monte.
2.3 Le motivazioni della scelta del carbone
La scelta progettuale che più significativamente caratterizza il progetto è
senza dubbio quella
dell’impiego del carbone come combustibile. Tale scelta è motivata dal
Proponente principalmente dalla necessità di diversificare il mix energetico
in linea con quanto previsto dalla normativa comunitaria e nazionale. In
Italia, infatti, la quota di energia elettrica prodotta mediante combustione di
carbone (pari a circa il 14% della produzione elettrica complessiva) è di
molto inferiore a quella degli altri paesi industrializzati, con la sola
eccezione della Francia che, però, produce una rilevante quota di energia
elettrica da nucleare (circa il 75% dell’energia prodotta). Sempre con
riferimento all’Italia, l’incidenza percentuale del gas naturale sulla
produzione totale di energia elettrica è viceversa fra le più elevate (circa il
50% della produzione elettrica complessiva), con un valore superiore anche
a quello della Gran Bretagna, dove la produzione di energia elettrica, oltre
ad essere caratterizzata da una rilevante incidenza di carbone e nucleare,
può contare sui rilevanti giacimenti di gas del Mare del Nord. Oltre alla
diversificazione del mix energetico, ulteriori elementi che concorrono a
motivare la scelta del carbone come fonte di energia riguardano la
sicurezza degli approvvigionamenti, sia in termini di disponibilità di
combustibile, sia in termini di certezza dei rifornimenti. Si evidenzia inoltre
come, attualmente, la produzione di energia elettrica mediante
combustione del carbone sia conveniente sotto il profilo economico, e
competitiva al confronto con olio combustibile e gas naturale.
L’adozione di tecnologie innovative consente infine di raggiungere
un’efficienza elettrica netta
superiore al 45% con conseguenti benefici anche sotto il profilo delle
emissioni di inquinanti
atmosferiche, contenute entro limiti del tutto comparabili con quelli relativi
ad impianti tradizionali. Per contro, le emissioni unitarie di CO2 risultano
essere superiori a quelle derivanti da qualsiasi altro combustibile.
Sotto il profilo progettuale e tecnologico gli impianti considerati più avanzati
sono attualmente quelli cosiddetti di tipo ultrasupercritico a polverino di
carbone; impianti di questa tipologia sono operativi da una quindicina di
anni in Germania, Danimarca. Il carbone assunto come riferimento per la
valutazione di prestazioni ed emissioni è un carbone Sudafricano con un
tenore di riferimento per lo zolfo dello 0,6%.
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Analisi Elementare (secca) (% peso)
Umidità totale 8,0
Ceneri 11,0
Carbonio totale 64,7
Idrogeno 4,4
Azoto 1,5
Zolfo 0,6
Ossigeno 9,8
Totale 100,0
Potere Calorifico Inferiore (kJ/kg): 24.886
3- DESCRIZIONE DEL PROGETTO
3.1 Le alternative tecnologiche considerate
Preliminarmente allo sviluppo del progetto sono state considerate le
alternative tecnologiche
disponibili:
Ciclo a Vapore UltraSuperCritico con Caldaia a Polverino di Carbone;
Ciclo a Vapore SuperCritico con Caldaia a Letto Fluido;
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Impianti integrati di gassificazione e ciclo combinato (IGCC).
L’analisi si è basata su criteri di affidabilità tecnologica, di attenzione
all’ambiente e di economicità. In particolare, si sono considerate le taglie
disponibili per le diverse tecnologie e le prestazioni conseguibili in termini di