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Scienze: le cause della perdita di biodiversità (l'effetto serra maligno)
Storia: l'imperialismo, quando l'Europa seguiva ed esportava cattive abitudini ambientali
Francese: François René de Chateuabriand (Atala)
Attualità: sviluppo e sostenibilità; il decennio dell'ambiente; importanza della biodiversità sulla salute dell'uomo
Italiano: Italo Clavino (Marcovaldo)
Storia dell'arte: Frank Lloyd Wright (la casa sulla cascata come esempio di rapporto equilibrato e di rispetto tra architettura e ambiente)
INDICE …...………….pag.1
Lo slancio vitale che porta alla differenziazione
(H.Bergson)
Cause della perdita di biodiversità………………………………………...pag.2
Distruzione di habitat
1.
2. Introduzione di specie invasive
3. Inquinamento
4. Riscaldamento globale
L’effetto serra, una delle cause……………………………………………pag. 4
Imperialismo:
quando l’Europa seguiva ed esportava cattive abitudini
…………………………………...……………………………….pag.5
ambientali
L’intérêt pour la nature exotique…………………………………………..pag.6
1. « Une idylle dans la savane » tiré de ‘Atala’ de François-René de Chateaubriand
2. XXe siècle: la critique à l’exotisme
Sviluppo e sostenibilità non sono incompatibili...........................................pag.7
L’importanza della biodiversità……………………………………………pag.8
1. Per la stabilità del Pianeta
2. Per il benessere fisico e psichico dell’uomo
La ricerca della natura in città:
“Marcovaldo, ovvero le stagioni in città” di Italo
…………………...………………………………………………....pag.8
Calvino
Costruire un’armonia tra uomo e natura……………………………..…...pag.10
1. L’architettura organica di Frank Lloyd Wright
2. “La casa sulla cascata”
« L’homme qui plantait des arbres » ……..…….…………....pag.11
(Jean Giono) 2
PREMESSA:
biodiversità,
Come argomento della mia tesina ho scelto la la varietà delle specie viventi – animali,
vegetali, unicellulari – e degli habitat a cui queste appartengono perché è un aspetto che ha sempre
attirato il mio interesse e la mia preoccupazione. In particolare, penso che la natura non occupi
sempre il ruolo che dovrebbe nella scala di valori dell’uomo, anche se comunque, in generale, nel
corso della storia c’è stato un aumento di consapevolezza nell’opinione pubblica: siamo sempre più
al corrente dei danni che specialmente l’attività umana sta provocando al Pianeta e
alla biodiversità che lo popola e di cui noi stessi facciamo parte.
La varietà di specie che ci circonda ha un ruolo fondamentale, è da proteggere perché solo grazie ad
essa la sopravvivenza, l’adattamento, l’equilibrio e la stabilità dell’ecosistema Terra sono garantiti,
ma anche e soprattutto perché ha valore in quanto “vita”.
Da una parte ho voluto prendere in considerazione le cause che ci stanno portando alla perdita
irreversibile di questa ricchezza, grazie anche a una breve analisi storica della distruzione di habitat
incontaminati, dall’altra ho voluto sottolineare perché è tanto importante e vantaggioso per l’uomo
vivere a contatto con la natura, e quindi rispettarla.
La conclusione del percorso, affrontata grazie al racconto di J.Giono “L’uomo che piantava gli
vuole appositamente sottolineare una visione ottimistica e positiva dell’atteggiamento con
alberi”, cui l’uomo sta affrontando il problema.
L’impegno-attivo che ognuno di noi può mettere a disposizione è fondamentale per riuscire
effettivamente a salvaguardare le specie viventi a rischio d’estinzione e a proteggere la Terra.
“Gli uomini potrebbero essere altrettanto efficaci di Dio, in altri campi oltre la distruzione"(cit.) 3
INTRODUZIONE
Innanzitutto si può dire che è grazie alla biodiversità se oggi sappiamo come funziona l’evoluzione.
Charles Darwin, infatti, nel 1858 formulò una teoria convincente sull’origine e il cambiamento delle
specie viventi proprio osservando l’incredibile varietà di forme che incontrò nel corso del suo
viaggio in Sud America a bordo del Ma alla sua teoria scientificamente dimostrata se ne
Beagle.
oppose un’altra, filosofica.
LO SLANCIO VITALE CHE PORTA ALLA DIFFERENZIAZIONE
H. BERGSON
Henri Bergson è il filosofo che nella prima metà del Novecento si è occupato delle strategie
evolutive, degli impulsi vitali degli organismi viventi, e della loro tendenza allo sviluppo e alla
differenziazione; tendenza che avrebbe portato alla creazione di quella che oggi è definita con il
termine di Biodiversità. Nell'Evoluzione Bergson estende il concetto del tempo come
creatrice
“durata” a tutto l'universo. La vita appare in continua evoluzione, non come frutto di cause
élan vital
meccaniche, ma come il manifestarsi dell'energia vitale - - che esplode nell'universo
formando progressivamente organismi più o meno complessi, le specie viventi.
Nel mondo organico il singolo individuo non é più,
come appare almeno esteriormente nel corpo
inorganico, una realtà immobile, statica ed immutabile,
ma un essere dinamico, che cresce, si trasforma e
invecchia, vivendo un processo di sviluppo continuo
molto simile a quello della coscienza. Ed ecco che il
principio della durata sembra proprio estendibile
all'intera realtà, considerata come un unico Tutto.
Proprio come la singola coscienza, anche l'universo
“dura”. Questo permette a Bergson di considerare in
una chiave non per forza deterministica e
meccanicistica, ma espressamente spiritualistica, lo
stesso pilastro fondamentale del positivismo
principio dell' evoluzione.
contemporaneo: il Alla base del Tutto vi é infatti uno slancio vitale che
Esiste un'unica energia vitale.
spinge in avanti la materia verso realizzazioni più complesse.
Un'energia che crea di continuo e in modo imprevedibile (cioè non necessariamente, ma
contingentemente) una grandissima varietà di forme. Si tratta di un'energia spirituale e invisibile
che costituisce il fondamento del continuo fluire della vita. La vita dell'universo è libero impulso
creativo. A mano a mano che si realizza, tale impulso si biforca e dà origine a tutti gli esseri viventi:
dai vegetali agli animali e tra gli animali all'uomo. La vita all'origine è “possibilità di divenire tutte
le cose” che gradualmente si attualizza e si specifica.
Questo slancio si espande a raggiera - Bergson paragona la vita dell'universo all'esplosione di un
proiettile in mille frammenti che a loro volta esplodono in mille altri pezzi - sviluppandosi in una
miriade di direzioni, anche se non in tutte con la medesima forza e con la medesima abilità
creatrice. Ed é proprio così che si spiega la diversità tra mondo vegetale e mondo animale:
all'interno di quest’ultimo una diramazione meno forte dello slancio vitale ha portato alle specie
degli echinodermi e dei molluschi, ancora chiusi in una sorta di corazza che limita i loro movimenti
e la loro espansione vitale, mentre un'altra più potente ha condotto alla formazione degli artropodi e
Le
dei vertebrati, in cui la vita universale si realizza in modo diverso, più articolato e complesso.
diverse specie animali corrispondono così a diverse diramazioni dell'unica vita che sorregge
l'universo. La vita che sta alla base dell'evoluzione é una sola: anche le più complesse realizzazioni
del mondo animale sono determinati da quest'unica vita. L'evoluzione per Bergson é, insieme,
4
soggetto e oggetto di se stessa; é evoluzione che dà a se stessa la propria materia; é appunto
evoluzione creatrice.
“La vita tutta, sia animale che vegetale, in quel che ha di essenziale, appare, pertanto, come uno
sforzo per accumulare energia e per sprigionarla poi in canali flessibili, deformabili, all'estremità
dei quali essa effettuerà lavori infinitamente vari. Tale risultato, lo slancio vitale, che attraversa la
materia, tende a conseguirlo tutto in un colpo; e ci riuscirebbe certamente, se la sua potenza fosse
illimitata o se potesse ricevere qualche aiuto dall'esterno. Invece, esso è finito, ed è stato dato una
volta per tutte: non può superare tutti gli ostacoli. Il movimento a cui esso da impulso ora è
deviato, ora diviso, sempre contrariato, e l'evoluzione del mondo organico è lo svolgimento di
questa lotta. Bisogna tener conto dei regressi, degli arresti, degli accidenti di ogni genere; e,
soprattutto, non dimenticare che ogni specie si comporta come se il movimento generale della vita
si arrestasse a essa, invece di attraversarla: ciascuna pensa solo a se stessa, vive solo per sé. […]”
1
0F L’evoluzione creatrice, H.Bergson
1 Lo slancio vitale non è illimitato: esso è stato dato solo all'inizio dell'evoluzione creatrice e,
quindi, si depotenzia e degrada a mano a mano che si attua. II tratto caratteristico dell'evoluzione
creatrice è l'assoluta libertà, la "contingenza". Nell'universo nulla è preordinato, ma la formazione
della vita è totalmente affidata al caso. Si parte dall'energia originaria che esplode in mille e mille
frammenti di vita. Ma la biodiversità è in pericolo
Allo stato attuale abbiamo perso porzioni rilevanti di biodiversità. Se si continua così una gran parte
di ciò che resta scomparirà entro i prossimi 50 anni. L’estinzione delle specie animali e vegetali ha
già avuto e avrà delle ripercussioni molto importanti sull’ambiente e sulla nostra vita, poiché la
natura ci fornisce gratuitamente dei servizi che altrimenti per noi sarebbero troppo costosi o che
addirittura non potremmo proprio avere. È importante quindi conservare tutti gli esseri viventi, dai
più grandi e visibili, ai più piccoli e difficili da vedere. Ogni organismo svolge infatti un ruolo
per la salute e il benessere del Pianeta. Alcune piante e batteri ci aiutano a mantenere
fondamentale
l’ambiente pulito grazie alla loro capacità di degradare i nostri rifiuti. I lombrichi mantengono il
terreno fertile; grazie agli insetti impollinatori le piante continuano a fiorire, a riprodursi e a
produrre frutti; i funghi svolgono un ruolo insostituibile nei cicli di decomposizione; i grandi
predatori mantengono bilanciata la catena alimentare. Ma nonostante la consapevolezza di ciò
salvaguardia della
l’uomo non si è ancora totalmente convertito a un atteggiamento di
biodiversità e a una prospettiva di sviluppo completamente eco-sostenibile. L’estinzione (non
naturale) delle specie viventi e dei loro habitat è infatti un grave problema che mette a rischio la
ma che, soprattutto, individua le sue cause proprio tra le attività umane. La
vita stessa dell’uomo,
perdita della biodiversità infatti è dovuta principalmente all’alterazione e distruzione degli habitat,
alle colture eccessive, all’immissione di specie "aliene", all’inquinamento e ai cambiamenti
climatici.
1) La distruzione degli habitat: principale minaccia
La perdita degli habitat è oggi forse la alla varietà della vita del nostro
Pianeta: nell’85% dei casi la maggiore minaccia delle specie animali e vegetali.
L’uomo sta distruggendo gli habitat naturali a un I paesaggi
ritmo sempre più crescente.
originari scompaiono e al loro posto nascono realtà artificiali che alterano gli equilibri del
Pianeta. I casi più preoccupanti di distruzione degli habitat riguardano foreste, aree umide,
barriere coralline e fondali oceanici, che sono tutti ecosistemi preziosissimi per la tutela della
biodiversità e della vita, in generale. Circa la metà delle foreste originarie del mondo è
5
scomparsa. E la deforestazione continua, con un ritmo 10 volte più alto rispetto al tasso di
ricrescita delle foreste. Le foreste hanno un’importanza vitale: infatti, contribuiscono alla tutela
della biodiversità (le foreste tropicali, che coprono appena il 7% della superficie del Pianeta,
ospitano circa la metà delle specie animali e vegetali), forniscono prodotti e funzionano come
serbatoi di assorbimento del carbonio. Mentre milioni di ettari di boschi sono necessari per la
conservazione delle acque, per evitare il pericolo di valanghe, contrastare la desertificazione,ecc
2) :
Introduzione di specie invasive
Le specie aliene, sono specie che hanno un'origine esterna rispetto all'ambiente nel quale l'uomo
le introduce (volontariamente, e nella maggior parte dei casi a scopo commerciale o decorativo,
oppure involontariamente tramite i viaggi). Alcune specie aliene possono non sopravvivere,
altre possono adattarsi in maniera eccellente al nuovo habitat. In questo caso, entrano in