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Molti miei amici se potessero erigerebbero un monumento o seguirebbero fino in capo al mondo il loro idolo, nella maggior parte dei casi un calciatore affascinante, un ballerino dai movimenti sinuosi o un cantante dalla voce soave.
Anch’io come loro ho il mio guru, per me un vero esempio da applicare nella vita di tutti i giorni. E’ lui, Beppe Severgnini. Dai suoi libri e dagli articoli che scrive emerge il profilo di uno scrittore, ancora prima uomo, coerente con sé stesso e con gli altri; per lui l’educazione e il rispetto sono valori importanti, aspetto da non sottovalutare nella nostra società. Non teme ciò che scrive e dice: chiamatela schiettezza, impavidità, per me è coraggio. E’ rimasto una persona modesta nonostante i suoi libri siano diventati bestseller in Italia e all’estero.
Per questo motivo ho deciso di scrivere una tesina di maturità su di lui. Un uomo di un’altra epoca come pochi ne esistono oggi, ma anche molto moderno. Quale insegnamento, mantra oserei dire, firmato Severgnini cerco di portarmi sempre appresso? L’ironia. Il suo umorismo irresistibile si nutre di una visione del mondo resa da uno sguardo sia affettuoso sia implacabile, ma soprattutto ironico. E’ questo il formidabile strumento, o meglio, lente attraverso cui osservare la realtà e apprezzare ogni momento della giornata, negativo o positivo che sia.
Sono rimasta a lungo combattuta tra una tesina di stampo scientifico: mi appassionano le scienze, e una incentrata su un argomento più umanistico.
La scelta è ricaduta su quest’ultima. E’ un modo per salutare gli studi che ho fatto finora, il liceo che ho scelto e le materie sulle quali ho sudato, faticato e goduto. Il tempo da liceale non tornerà più indietro. Rivivrei volentieri molti momenti di questi ultimi cinque anni, ma sono anche felice e pronta a lanciarmi in una nuova avventura.
Voglio, così, dire un affettuoso arrivederci al tipo di scuola e di studi che ho fatto, un addio sembrerebbe troppo definitivo e nostalgico. Inoltre nella mia tesina ho voluto analizzare anche altri personaggi, come Italo Svevo, Joseph Conrad e André Gide.
Italiano - Italo Svevo.
Inglese-Joseph Conrad.
Francese-André Gide.
La mia motivazione
Molti miei amici se potessero erigerebbero un monumento o
seguirebbero fino in capo al mondo il loro idolo, nella maggior parte
dei casi un calciatore affascinante, un ballerino dai movimenti sinuosi
o un cantante dalla voce soave.
Anch’io come loro ho il mio guru, per me un vero esempio da
applicare nella vita di tutti i giorni.
E’ lui, Beppe Severgnini. Dai suoi libri e dagli articoli che scrive
emerge il profilo di uno scrittore, ancora prima uomo, coerente con
se stesso e con gli altri; per lui l’educazione e il rispetto sono valori
importanti, aspetto da non sottovalutare nella nostra società. Non
teme ciò che scrive e dice: chiamatela schiettezza, impavidità, per
me è coraggio. E’ rimasto una persona modesta nonostante i suoi
libri siano diventati bestseller in Italia e all’estero.
Un uomo di un’altra epoca come pochi ne esistono oggi, ma anche
molto moderno.
Quale insegnamento, mantra oserei dire, firmato Severgnini cerco di
portarmi sempre appresso? L’ironia. Il suo umorismo irresistibile si
nutre di una visione del mondo resa da uno sguardo sia affettuoso
sia implacabile, ma soprattutto ironico. E’ questo il formidabile
strumento, o meglio, lente attraverso cui osservare la realtà e
apprezzare ogni momento della giornata, negativo o positivo che sia.
Sono rimasta a lungo combattuta tra una tesina di stampo
scientifico: mi appassionano le scienze, e una incentrata su un
argomento più umanistico. La scelta è ricaduta su quest’ultima.
E’ un modo per salutare gli studi che ho fatto finora, il liceo che ho
scelto e le materie sulle quali ho sudato, faticato e goduto. Il tempo
da liceale non tornerà più indietro. Rivivrei volentieri molti momenti
di questi ultimi cinque anni, ma sono anche felice e pronta a
lanciarmi in una nuova avventura.
Voglio, così, dire un affettuoso arrivederci al tipo di scuola e di studi
che ho fatto, un addio sembrerebbe troppo definitivo e nostalgico.
Mi auguro che questa tesina riesca come io la intendo nel cuore: un
inno al mitico Beppe Severgnini e un felice Goodbye al mio liceo. 2
Un breve scambio “epistolare”
----Messaggio originale---- Qualsiasi Suo suggerimento o critica riguardo la mia tesina in
Da: st.roncaglia@alice.it the making sarebbe accolto con grande entusiasmo.
Data: 4-gen-2013 16.25 Dimenticavo, per il titolo della tesina avevo pensato a un
A: BSevergnini@rcs.it termine che mi è stato sconsigliato a scuola
Ogg:Beppe Severgnini perchè appare un po' irriverente. Sarebbe : "Severgnismo".
Lei cosa ne pensa? Il mio intento è infatti quello di trattare il
Dear Beppe Severgnini, Suo modo di scrivere come qualcosa del tutto nuovo e
innovativo, che puo‘ essere racchiuso solo in un termine
mi presento, sono una studentessa del liceo linguistico europeo altrettanto unico e originale.
Collegio Bianconi di Monza.
Saro' schietta e diretta: Lei è per me un esempio da seguire, una La ringrazio per il tempo che mi ha dedicato e Le auguro una
specie di guru, direi anche un idolo ma di questa parola spesso si buona giornata.
abusa dandone la sfumatura sbagliata percio' preferisco non
usarla. Qualche anno fa mi aveva affascinato una sua intervista in Stefania Roncaglia
tv, in particolare per il suo modo di parlare ironico, implacabile e
diretto sostenuto da originali ma brillanti metafore. Da quel
momento mi sono tuffata nella lettura dei suoi libri. Frequento la
classe quinta e
quest'anno arriva inarrestabile, purtroppo, l'esame di maturità. ----Messaggio originale----
Ho scelto proprio Lei come oggetto della mia tesina di maturità. Da: BSevergnini@rcs.it
Mi sembrava giusto farglielo sapere. Data: 7-gen-2013 19.25
La mia prima bozza si presenta strutturata in tre parti, che penso A:"st.roncaglia@alice.it"<st.roncaglia@alice.it>
possano essere tre totem della sua scrittura di oggi: l'ironia e Ogg: eccomi
autoironia , l'"anglofilia" e le "8 T". Per ognuno di questi elementi
mi colleghero' ad argomenti trattati a scuola. La ammiro Quale onore Stefania!
molto per il suo modo di affrontare la vita a braccetto con
l'ironia, a capodanno l'ho inserito nei miei buoni propositi per il Se ti serve qualcosa, io sono qui
2013 contagiando i miei amici. Condivido molto una sua
affermazione: "L'inglese è formidabile". Anch'io, ahimé, sono bsev
affetta da acutissima anglofilia. Sono un'aspirante (molto
determinata) studentessa di medicina, e quest'anno mi trovo
molto combattuta nella scelta tra la facoltà di medicina e
chirurgia in italiano o in inglese. 3
Spero di non averla annoiata troppo.
Sezione di un articolo Italo Svevo
Taglio giornalistico Ironia Joseph
Anglofilia
Chi è Beppe? Conrad
Le 8T
Incontrando Beppe... André Gide 4
Chi è Beppe? Una delle penne più brillanti e seguite del giornalismo
Giuseppe Severgnini, classe 1956, è
stato, come molti bambini nell’Italia
del boom economico, cresciuto tra
intense lezioni di inglese e di francese,
scuole di musica, catechismo, corsi di
minibasket e di pittura, scuole di sci di
ogni ordine e grado. Diplomatosi
presso il Liceo Classico Alessandro
Racchetti nel 1975 , sceglie la facoltà di
giurisprudenza a Pavia. Conseguita la
laurea svolge un tirocinio a Bruxelles
alla CEE. Innata e spiccata
“Sono nato un mercoledì di fine predisposizione alla scrittura lo
dicembre, nella camera d’angolo di
una clinica di Crema. Mamma e papà portano a incrociarsi con Indro
erano arrivati un’ora prima, a bordo di Montanelli, per il quale lavora come
una Topolino blu. [...] Secondo corrispondente a Londra. Scrive per Il
l’agenda su cui la mamma segnava le Giornale e viaggia in Europa, Cina,
spese di casa la ricetta del giorno era Russia e America. Approda presto al
“ragoût di cappone”.
Nessuno che sia venuto al mondo Corriere della Sera come editorialista.
quando ragù si scriveva ragoût può Prolifico scrittore è autore di numerosi
sostenere di essere giovane. Se poi è best-seller, tra cui il titolo più recente
andato verso la vita in Topolino, non “Italiani di domani”.
parliamone.”
Corrispondente dall’Italia per The economist (1996-2003); Ha collaborato con La Gazzetta dello Sport, BBC Radio 4, BBC World Service, Radio Monte Carlo
e Sky TG 24. Ha insegnato all'Università di Parma(1998), all'Università di Pavia (2002) e alla Bocconi di Milano (2003 e 2006).
A Londra riceve il titolo di Officer (of the Order) of British Empire (2001), nel 2011 viene insignito del titolo di Commendatore
della Repubblica Italiana. E’ consigliere del Touring Club Italiano. Ospite in svariate trasmissioni televisive. 5
Taglio giornalistico
“Il destino dei libri dipende
dall’accoglienza dei lettori”
Terenzio Mauro
Sezione di un articolo firmato B.sev
Attento osservatore La bellezza della
quotidianità sintesi
Sagace ironia Appassionato
coinvolgimento:
il lettore è
Logica, fantasia e trattenuto
intuizione Evidenti
Periodi brevi, chiari, tracce di
diretti, accattivanti anglofilia
Grintosa dialettica
Lettura
dell’attualità Spassosa autoironia
libera e Immancabili riferimenti Prevalenza paratassi
avvincente anglofoni
«Se uno ha qualcosa da dire, lo può dire alla radio, scrivere su un giornale, discutere su internet, raccontare in
un libro, mostrare in televisione, spiegare in pubblico. Se quel qualcosa è stupido, il tipo farà la figura dello
stupido. Se è interessante, il tipo potrà pensare "Vuoi vedere che servo a qualcosa?". E quando un giornalista
serve a qualcosa? Quando - consapevole che su ogni argomento molti ascoltatori/lettori/telespettatori ne sanno
più di lui - riesce a riassumere, spiegare, divertire, commuovere, incuriosire, far pensare, collegare gli elementi
delle nostre vite complicate. Ecco, se mi dicessero "Beppe, che lavoro fai?", risponderei: "Unisco i puntini". Se
alla fine esce un'immagine, come sulla Settimana Enigmistica, allora posso togliere il punto di domanda:
servo a qualcosa». B.sev 7
IRONIA
“Prendiamo l’ironia: non può essere generica. Per
funzionare, deve essere esatta: solo così ci aiuterà a
sorridere delle imperfezioni del mondo, soprattutto di
quelle che non possiamo correggere. L’ironia è chirurgia
verbale. Non può essere imprecisa, altrimenti rischia di
uccidere ciò che vuol salvare.” B.sev
Ironia “Si può scherzare di tutto. L’ironia è un modo fantastico per
passare sotto le difese della gente” B.sev
Giornalista, scrittore, uomo ironico. Leggendo e ascoltando Beppe
Severgnini ci si rende conto che un suo tratto stilistico,
personale, credo persino caratteriale, è senza dubbio l’ironia.
Beppe è un abilissimo domatore dell’ironia; pochi sanno
davvero farne un uso corretto, gradevole e non esagerato come
lui. Sembra una sua caratteristica innata: vanta infatti una
grande disinvoltura e padronanza dello strumento.
Il suo umorismo diventa un mezzo per lanciare messaggi ai suoi
interlocutori (lettori o ascoltatori) che li colgono con più facilità
e immediatezza. E’ un po’ come mettere un turbo alla
comunicazione per ottimizzarla o come in cucina che non si
rinuncia a pizzichi di sale o spezie per accattivare ancora di più
il palato dei buongustai. Spesso l’ironia assume le vesti di un
“Di fronte a tanti avvenimenti che lo sconcertano, modo astuto per esprimere commenti diretti e anche aspri
l’ironia è forse l’unica arma rimasta ad un senza incattivire il destinatario. Si tratta di un’ironia mai
rappresentante della vecchia Europa paracadutato
da queste parti. Provocatorio e tenace, Severgnini assente, sottile, leggera, all’occasione pungente.
insiste, non molla, forte soprattutto delle ragioni
del suo buonsenso.” Se un uomo possiede un lato autenticamente ironico, si divertirà e
Giancarlo Meloni, il Giornale farà anche divertire con una spontanea autoironia. Essa gioca
un ruolo innegabile per disarmare gli avversari. 9
Italo Svevo L’ironia sveviana
L’ironia non rappresenta per Svevo un espediente stilistico,
tecnico da utilizzare nella propria scrittura.
La figlia Letizia Fonda Svevo alla domanda: E’ bensì un aspetto caratteristico della personalità
“E’ stato scritto che Svevo era pessimista. dello stesso autore. Anche per Zeno, alter ego di Italo
Dimostrava di esserlo anche in famiglia?” risponde: Svevo, l’ironia assume i caratteri di una dote innata,
“Tutti i critici hanno notato questo nelle sue opere, per cui entrambi dimostrano una padronanza quasi
ma nella vita di tutti i giorni mio padre era invece istintiva e inconsapevole.
faceto, scherzava con tutti”. L’atteggiamento ironico si attua nel distacco umoristico che
Zeno dimostra verso se stesso, la realtà circostante e
le proprie vicende.
L’atteggiamento ironico scaturisce dalla malattia del
disadattamento, da un profondo senso di disagio e
Condizione dall’incapacità ad integrarsi nella società borghese.
esistenziale L’ironia lo salva diventando un mezzo per preservare
limitata la propria individualità ed originalità senza fondersi
dalle con il pluralismo e l’anonimia dell’epoca.
convenzioni E’ una fuga da un mondo troppo diverso dal suo che
borghesi rischia di uniformarlo o, addirittura, di schiacciarlo.
Svevo matura un carattere che lo distingue per un’ironia
vivace: lente attraverso cui osserva la realtà e impara
ad amare la vita. 10
Italo e Zeno
L’ultimo ricordo che la figlia Letizia ha del padre diventa testimonianza dell’atteggiamento ironico di Svevo
nei confronti della vita, anche nell’ultimo istante di vita.
“E’ purtroppo quello della sua morte. Morì in seguito ad un incidente
automobilistico mentre tornava da Bormio. Ricordo che quando mi vide
disperata disse “non piangere Letizia. Non è niente morire”.
Poi ad un certo punto chiese una sigaretta. Il dottore non gliela concesse e
lui esclamò: “Questa sarebbe stata proprio l’ultima”. Era molto sereno.
Ricordo che babbo ha detto a mamma che era bionda: “Adesso, Livia, xe
proprio l’ora che mora perché te staria cussì ben i veli de lutto”. Quando
mio padre morì era il 1928 ed aveva sessantasette anni”.
Da La Coscienza di Zeno
“Mi colse un’inquietudine enorme. Pensai: ‘Giacché mi fa male non fumerò mai piú, ma