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IL FRONTE OCCIDENTALE

II 10 maggio 1940 Hitler decide di attaccare la Francia e, nel giro di poche settimane, 1' operazione

ottiene il successo sperato. Come già accaduto nel corso della prima guerra mondiale, 1' esercito

tedesco viola ancora la neutralità del Belgio e sconfìgge i francesi a Sedan.

Il 14 giugno 1940 i tedeschi entrano a Parigi. L allora presidente del Consiglio firma 1' armistizio

che stabilisce la nuova sede del governo a Vichy e lascia la parte settentrionale del Paese sotto

l‘occupazione tedesca.

La Gran Bretagna, intanto, è rimasta 1' unico paese che ancora combatte contro la Germania e

Hitler sarebbe anche disposto a trattare, ma il primo ministro conservatore britannico vuole la

vittoria a tutti i costi. Nel luglio del 1940 Hitler dà inizio al suo piano per 1' invasione della Gran

Bretagna che consiste in una battaglia aerea per contrastare la superiorità navale inglese. La

battaglia dura tre mesi e alla fine è vinta dall’ aviazione britannica che si serve del radar, da poco

inventato: si tratta della prima battuta d' arresto per la Germania.

L’ INTERVENTO ITALIANO

Soldati italiani al fronte

II 10 giugno 1940, credendo che la guerra stia per finire, Mussolini annuncia 1' intervento italiano

a fianco della Germania nazista, ma l’ Italia non è sufficientemente preparata per affrontare

conflitto, sicché 1' offensiva delle Alpi, sferrata contro i francesi ormai sconfìtti, si rivela un

fallimento. Esito analogo ha 1' attacco sferrato dalle truppe italiane in Libia contro 1’ Egitto. Nel

dicembre 1940, gli inglesi conquistano parte del territorio libico al che Mussolini è costretto a

5

chiedere aiuto a Hitler, il quale invia reparti ben equipaggiati che riescono a scacciare gli inglesi. Il

28 ottobre 1940, 1' esercito italiano attacca la Grecia dovendo presto ripiegare sulle posizioni di

partenza. Nel 1941, l’ Italia perde poi i suoi possedimenti in Africa orientale: anche in questo caso

il fallimento italiano apre la strada all' intervento nazista.

IL PATTO TRIPARTITO E LA CAMPAGNA RUSSA

II 27 settembre 1940, Germania, Italia e Giappone sottoscrivono a Berlino il Patto tripartito. Con

questo patto si garantivano reciproca assistenza economica e militare nel caso in cui dovessero

subire un attacco di qualche potenza, rimasta fino ad allora neutrale, con un preciso riferimento

agli Stati Uniti. Non avendo più rivali, Hitler, il 22 giugno 1940, invade la Russia, conquistando

una considerevole porzione di territorio. Nonostante i successi iniziali, i tedeschi non riescono a

raggiungere Mosca prima dell inverno e lo scontro si trasforma in guerra di usura, che paralizza

sul fronte orientale buona parte dell' esercito tedesco.

L’ INTERVENTO AMERICANO

All’inizio della guerra, gli USA si erano dichiarati neutrali, ma, con l' elezione del presidente

Roosevelt, si impegnano a favore della Gran Bretagna e dell' URSS nella lotta contro il nazismo,

fornendo agli alleati un forte supporto sia economico che militare.

Il vero e proprio intervento diretto degli Usa nella guerra è determinato dall' aggressione subita il 7

dicembre dalla flotta americana ancorata a Pearl Harbor, nelle Hawaii, da parte del Giappone.

Subito dopo, anche Germania e Italia dichiararono guerra agli USA.

Nei primi mesi del 1942 1' esercito nipponico conquista la Malesia, la Birmania e 1' Indonesia, ma

nella primavera successiva gli americani contrattaccano e ottengono due vittorie molto importanti.

LA SVOLTA DEL 1942-43

Le vittorie americane galvanizzavano gli alleati.

I capi di Stato dei Paesi alleati ( Gran Bretagna, Stati Uniti, Unione Sovietica), e i rappresentanti

delle nazioni occupate si incontrano nel gennaio 1942 a Washington, dove sottoscrivono il Patto

delle Nazioni Unite, con cui impegnavano a rispettare la Carta atlantica (un documento in otto

punti che fissa le linee su cui costruire le democrazie nel mondo).

La campagna d' Italia comincia il 12 giugno 1943 con la conquista di Pantelleria, e, il mese

successivo gli alleati conquistano la Sicilia. Le popolazioni locali non si oppongono, anzi spesso

salutano gli alleati come liberatori, lasciando presagire, così, anche la caduta del fascismo.

LA CADUTA DEL FASCISMO E LA RESISTENZA IN ITALIA

II 24 luglio 1943, Mussolini è costretto a convocare il Gran consiglio del fascismo, da cui viene

messo in minoranza da Dino Grandi, autore di una vera e propria mozione di sfiducia nei confronti

di Mussolini, che appena il giorno dopo è arrestato su ordine del re. 6

Il re Vittorio Emanuele III, a sua volta, nomina capo del Governo il maresciallo Pietro Badoglio.

L'8 settembre 1943 viene annunciato 1' armistizio tra Italia e alleati. Il re e Badoglio fuggono a

Brindisi sotto la protezione degli angloamericani, abbandonando la parte centro- settentrionale

dell Italia sotto l’occupazione Tedesca; le truppe italiane, prive di direttive, non riescono a opporsi

ai tedeschi: migliaia di militari sono fatti prigionieri e deportati nella patria del nazismo.

L'esercito hitleriano si assesta lungo una linea che ha come roccaforte centrale l’abbazia di

Montecassino e da tale posizione riesce a bloccare 1' avanzata alleata.

Il 12 settembre 1943 un commando tedesco libera Mussolini che dà vita a un nuovo stato fascista,

la Repubblica Sociale Italiana la quale, però, non ha alcuna credibilità in quanto dipendente dai

tedeschi, sicché la sua unica funzione è quella di combattere il movimento partigiano.

Quest’ ultimo è articolato in formazioni armate che compiono azioni di disturbo e di sabotaggio ai

danni dei tedeschi, i quali rispondono a ogni attacco con dure rappresaglie. Le prime bande

partigiane sono associazioni spontanee, ma dopo la ricostruzione dei Partiti antifascisti, che si

riuniscono nel Comitato di Liberazione Nazionale (CNL), i partigiani si organizzano in brigate in

base all’ orientamento politico.

Il CNL si trova presto in contrasto con il governo Badoglio che dichiara guerra alla Germania; tale

contrasto è rivolto dall’intervento del comunista Togliatti che propone la formazione di un governo

di unità nazionale. Vittorio Emanuele III trasmette i suoi poteri al figlio Umberto; Badoglio si

dimette e il nuovo governo, presieduto da Bonomi, è più direttamente legato al movimento

partigiano.

Soltanto nel 1945 la Resistenza riuscirà a liberare l’Italia definitivamente dall'occupazione tedesca.

Il 25 aprile, Mussolini, dopo che cerca di fuggire in Svizzera, viene bloccato a Dongo da un

gruppo di partigiani ed è quindi giustiziato assieme alla sua amante.

LA DISFATTA HITLERIANA

E GLI ATTACCHI ATOMICI CONTRO IL GIAPPONE

Mentre gli angloamericani sono impegnati in Italia, 1' Armata Rossa comincia la sua inarrestabile

avanzata che si conclude con la conquista di Berlino. L offensiva costa alla Russia un grosso

sacrificio di vite umane, ma serve ad accrescere il suo prestigio, sicché quando Stalin incontra

Roosevelt e Churchill riesce a ottenere l’impegno di uno sbarco alleato sulle coste francesi.

Il 6 giugno 1944 gli alleati, sbarcano in Normandia dando avvio all’operazione "Overlord". Alla

fine di luglio gli alleati sfondano le difese tedesche e il 25 agosto entrano a Parigi, già liberata dai

partigiani.

Alla fine del 1944, la Germania è virtualmente sconfitta, ma Hitler è deciso a non arrendersi anche

perché s illude di poter cambiare 1' esito della guerra con nuove "armi segrete". 7

Nel febbraio del 1945, Churchill, Stalin e Roosevelt si incontrano a Jalta per accordarsi sulla

sistemazione politico-territoriale del mondo dopo la vittoria, prevedendo quanto segue:

> smilitarizzazione della Germania, con successiva divisione del territorio tedesco

in quattro zone;

> accordo sulle frontiere polacche tra Germania e URSS;

> diritto dei popoli alle elezioni libere;

> costituzione dell' ONU;

> impegno dell URSS a dichiarare guerra al Giappone entro tre mesi.

I tre grandi a Yalta: Churchil, Roosvelt. Stalin

Attaccati su due fronti, i soldati tedeschi non riescono a opporre alcuna resistenza, tanto che, il 28

aprile 1945, i russi conquistano Berlino. Hitler si suicida, dopodiché la Germania chiede la resa,

firmando 1' atto di capitolazione il 7 maggio.

A quel punto, la guerra continua solo nel Pacifico, dove i giapponesi rifiutano la resa, ricorrendo

anche all’ uso dei Kamikaze. Il presidente statunitense da allora 1' ordine di usare la nuova arma

totale: la bomba atomica. Il 6 agosto 1945 un bombardiere americano sgancia il primo ordigno

nucleare,ma questa stessa operazione viene ripetuta anche il 9 agosto: le città colpite sono

completamente distrutte e la contaminazione tocca tutti i sopravvissuti, provocando terribili effetti

anche sui loro discendenti. Il 15 agosto, quando l'URSS dichiara guerra al Giappone, l'imperatore

offre la resa senza condizioni, firmando, il 12 settembre 1945, l’armistizio che segna la fine della

seconda guerra mondiale. 8

LA RADIOATTVITA’

"Niente nella vita deve essere temuto. Deve solo essere capito"

(Marie Curie)

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BREVE STORIA DELLA RADIOATTIVITA’

Se la storia della bomba atomica è recente, le scoperte che la resero possibile si perdono in un

passato molto lontano. Si potrebbe risalire addirittura a più di 2000 anni fa, per il filosofo greco

Democrito, la materia, è formata da milioni di minuscole particelle, invisibili e sempre in

movimento, talmente microscopiche da non poter essere assolutamente frazionate. Democrito li

chiamò Atomi che vuol dire “particelle che non si possono dividere”.

La storia della bomba atomica però qui trattata partirà solamente dalla fine del XIX secolo.

Con 100 anni di scoperte, il XIX secolo ha trasformato la vita della gente, ma se la scienza e la

tecnica hanno fatto miracoli, ben altri ne promettono, perché gli scienziati sono sicuri di essere solo

all’inizio. La fine di un secolo eroico passa alla storia col nome di Belle Epoque.

Nel 1896, a Parigi, il fisico Henry Becquerel (1852-1908), quasi per caso, fece una curiosa scoperta:

esaminando alcuni campioni di Sali di uranio , Becquerel pensò che a provocare la luminescenza di

quei materiali fosse la luce del sole. Egli pose allora un oggetto di rame su una lastra fotografica,

composta da Sali di uranio, per poter evidenziarne la luminescenza. Pur avendo lasciato

l’apparecchiatura per diversi giorni chiusa dentro un armadio, con estremo stupore lo scienziato

notò che la lastra era stata comunque impressionata, senza aver subito alcuna esposizione alla luce

del sole.

Lo scienziato francese concluse allora che il composto contenente uranio doveva emettere

spontaneamente radiazioni, senza essere cioè stimolato dall’esterno. Il fenomeno fu chiamato

Radioattività Pier Curie e sua moglie Marie Sklodowska (Madame Curie),

setacciarono con cura il pechblenda, un minerale dell’uranio

che ha la proprietà di essere più radioattivo dell’uranio stesso

da cui è estratto, riuscendo ad isolare 0,5g di un nuovo

elemento, molto più radioattivo dell’uranio: lo chiamarono

Radio.

Questa sostanza si rivelerà utilissima in molti campi,

soprattutto quello medico.

Nel 1905, nell’ufficio brevetti di Berna vi è un impiegato di

26 anni, si chiama Albert Einstein, è nato ad Ulma e si è

laureato al politecnico di Zurigo.

La radioattività, scoperta da becquerel e dai coniugi Curie

aveva messo in luce un fatto nuovo, la materia aveva

dimostrato di nascondere in se un energia ignorata. Per

Einstein non c’è ragione di stupirsene:” Materia ed energia si

equivalgono, la materia può trasformarsi in energia e

viceversa. Se un grammo di materia si convertisse in energia svilupperebbe una combustione di

3000 tonnellate di carbone; distruggere parte di materia significa liberare una grande quantità di

energia” 10

40 anni più tardi la terrificante esplosione della bomba atomica, che corrisponde all’annullamento di

un solo grammo di materia, confermerà quello che una mattina del 1905 era stato previsto da Albert

Einstein su basi teoriche.

In un documento Einstein parla dell’equivalenza tra materia ed energia: “dalla teoria della relatività

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