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Latino: Seneca (De Brevitate Vitae);
Filosofia: dal positivismo a Dhuem;
Fisica: dallo spazio e tempo assoluti newtoniani alla relatività di Einstein;
Geografia astronomica: i buchi neri;
Arte: Romanticismo;
Inglese: Newton.
DALL’ASSOLUTO AL RELATIVO
Comunque la teoria di Einstein, era fondata su di una ben più notevole ipotesi,
che non era stata presa in considerazione , ovvero l’esistenza di un tempo “non
assoluto”. Per chiarire questo concetto, utilizziamo un esempio fornitoci dallo
stesso Einstein. Consideriamo un treno che si muove a grande velocità rispetto
a un osservatore O1 che si trova a terra. Un secondo osservatore O2 si trova
sul treno ed entrambi si trovano all’altezza del punto medio del treno. Vengono
fatti esplodere due petardi sui binari in prossimità dell’inizio e della fine del
vagone in cui si trova O2.
Tutto è stato preparato affinché i raggi luminosi emessi dai due petardi
giungano a O1 nello stesso istante. Inoltre O1,determina che le distanze dai
petardi sono uguali. Egli quindi giudica che i due petardi sono esplosi
simultaneamente( per definizione due fenomeni F1 e F2 che avvengono in due
punti P1 e P2, sono simultanei se la luce che essi emettono giunge nello stesso
istante in un punto M equidistante a P1 e P2.). Prendiamo ora in considerazione
l’evento dal punto di vista
dell’osservatore O2. Dal momento che
il treno si muove verso sinistra , il
lampo che proviene dal sinistra giunge
all’osservatore prima dell’altro. Per
O2 le due esplosioni non sono state
simultanee.
Il giudizio di simultaneità è quindi
RELATIVO:due eventi che risultano
simultanei in un dato sistema di
riferimento non lo sono in un altro che
si muove rispetto al primo.
Analizziamo un ulteriore concetto che ci permette di meglio comprendere la
teoria della Relatività: La dilatazione dei tempi,supponiamo di avere due orologi
sincronizzati, ognuno di questi è costituito da una sorgente di luce che emette
un lampo di luce verso uno specchio M che lo riflette verso un rivelatore R. Per
semplicità possiamo supporre che la sorgente coincida col rivelatore. 1
DALL’ASSOLUTO AL RELATIVO
In un primo sistema di riferimento “fisso” il lampo impiega un intervallo di
tempo: Δt0= 2d/c , per il percorso di andata e ritorno fino ad essere registrato
dal rilevatore.
In un secondo sistema di riferimento, che si muove di moto rettilineo uniforme
rispetto al primo, il secondo orologio si muove verso destra con velocità V,
rispetto ad un osservatore che si trova nel primo sistema di riferimento. Per
questo osservatore la traiettoria del lampo di luce è una linea spezzata e,
sempre considerando la velocità della luce costante, il tempo impiegato dal
lampo per andare dal punto A al punto C è: Δt = 2 AB/C
Preso poi in considerazione il punto H, medio tra C e A, abbiamo ottenuto
triangoli rettangoli per cui è possibile applicare il teorema di Pitagora e
ottenendo così la fondamentale relazione:
E poiché è denominatore è sempre minore o uguale a 1, allora l’intervallo di
tempo Δt è sempre maggiore o uguale a Δt0. Pertanto questa formula esprime
la dilatazione dei tempi che avviene per qualsiasi sistema di riferimento di
moto rispetto a uno fisso.
La contrazione delle lunghezze: in un dato sistema di riferimento , la lunghezza
di un segmento che si muove con velocità si ricava dalla misura del tempo
necessario affinché passino per uno stesso punto i suoi due estremi. 2
DALL’ASSOLUTO AL RELATIVO
Infine ricordiamo le trasformazioni di Lorenz, che sono le trasformazioni sotto le
quali le equazioni dell’elettromagnetismo rimangono invariati nel passare da un
sistema di riferimento ad un altro in moto relativo. Le equazioni delle
trasformazioni di Lorenz:
LA RELATIVITA’ RISTRETTA
Sappiamo che le coordinate di uno spostamento nello spazio possono cambiare
a seconda del sistema di riferimento preso in considerazione. Allo stesso modo
abbiamo visto come anche il valore dello spostamento temporale può variare in
sistemi di riferimento diversi. Comunque dati due eventi esiste una quantità
detta “intervallo invariante” che dipende soltanto dagli eventi stessi e non dal
particolare sistema di riferimento usato per descriverli.
L’esistenza dell’intervallo invariante ci permette di dedurre che mentre gli
intervalli spaziali e temporali dipendono dal sistema di riferimento che si è
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DALL’ASSOLUTO AL RELATIVO
scelto di utilizzare, gli eventi E1 e E2 hanno una esistenza “intrinseca” in uno
spazio “generalizzato” che non dipende dal sistema di riferimento preso il
considerazione. Si definisce quindi Spazio-Tempo, lo spazio quadridimensionale
(t,x,y,z) in cui due eventi sono sempre legati tra loro dall’intervallo invariante.
Secondo il Teorema della Relatività, la massa non è altro che una forma di
energia che va aggiunta all’energia cinetica e all’energia potenziale
nell’enunciare la conservazione dell’energia meccanica. In particolare un corpo
nell’assumere una quantità di energia E aumenta la sua massa di quantità:
Le onde elettromagnetiche non trasportano sono energia ma anche quantità di
moto. In particolare , se un corpo assorbe un “pacchetto” di onde
elettromagnetiche che ha energia E, riceve una quantità di moto:
La massa è una forma di energia, in quanto scompare quando compare energia
e viceversa. Tutte le trasformazioni di massa e energia e di energia in massa
sono regolate dalla relazione di Einstein:
In particolare , si deduce che un corpo fermo e non soggetto a forze possiede
energia solo per il fatto di avere massa: tale energia si chiama energia di quiete
o di riposo del corpo:
E0=
In nessuno caso comunque, un corpo può raggiungere o superare la velocità
della luce. GEOGRAFIA ASTRONOMICA:I BUCHI NERI
Nella Relatività Generale si definisce “buco nero” una regione di spazio da cui
nulla, nemmeno la luce, può sfuggire. Classicamente questo avviene attorno ad
un corpo celeste estremamente denso. Questo corpo è dotato di un'attrazione
gravitazionale talmente elevata da non permettere l'allontanamento di
alcunché dalla propria superficie. Questa condizione si ottiene quando la
velocità di fuga dalla sua superficie è superiore alla velocità della luce. Un
corpo celeste con questa proprietà risulterebbe invisibile e la sua presenza
potrebbe essere rilevata solo indirettamente, tramite gli effetti del suo intenso
campo gravitazionale. Fino ad oggi sono state raccolte numerose osservazioni
astrofisiche che possono essere interpretate (anche se non univocamente)
come indicazioni dell'effettiva esistenza di buchi neri nell'universo. Il termine
"buco nero" è dovuto al fisico John Archibald Wheeler (in precedenza si parlava
dark star black star).Verso
di o il termine del proprio ciclo vitale, dopo aver
consumato tramite fusione nucleare il 10% dell'idrogeno trasformandolo in elio,
nel nucleo della stella si arrestano le reazioni nucleari. La forza gravitazionale,
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DALL’ASSOLUTO AL RELATIVO
che prima era in equilibrio con la pressione generata dalle reazioni di fusione
nucleare, prevale e comprime la massa della stella verso il suo centro. Quando
la densità diventa sufficientemente elevata può innescarsi la fusione nucleare
dell'elio, in seguito alla quale c'è la produzione di litio, azoto e altri elementi
(fino all'ossigeno e al silicio). Durante questa fase la stella si espande e si
contrae violentemente più volte espellendo parte della propria massa. Le stelle
più piccole si fermano ad un certo punto della catena e si spengono,
raffreddandosi e contraendosi lentamente, attraversano lo stadio di nana
bianca e nel corso di molti milioni di anni diventano una sorta di gigantesco
pianeta. In questo stadio la forza gravitazionale è bilanciata da un fenomeno
pressione di degenerazione,
quantistico, detto legato al principio di esclusione
di Pauli. Per le nane bianche la pressione di degenerazione è presente tra gli
elettroni. Se invece il nucleo della stella supera una massa critica, detta limite
di Chandrasekhar e pari a 1,4 volte la massa solare, le reazioni possono
arrivare fino alla sintesi del ferro. La reazione che sintetizza il ferro per la
formazione di elementi più pesanti è endotermica, richiede energia invece che
emetterne, quindi il nucleo della stella diventa una massa inerte di ferro e non
presentando più reazioni nucleari non c'è più nulla in grado di opporsi al
collasso gravitazionale. A questo punto la stella subisce una contrazione
pressione di degenerazione
fortissima che fa entrare in gioco la tra i
componenti dei nuclei atomici. La pressione di degenerazione arresta
bruscamente il processo di contrazione, ma in questo caso può provocare una
gigantesca esplosione, detta esplosione di supernova di tipo II. Durante
l'esplosione quel che resta della stella espelle gran parte della propria massa,
che va a disperdersi nell'universo circostante. Quello che rimane è un nucleo
estremamente denso e massiccio. Se la sua massa è abbastanza piccola da
permettere alla pressione di degenerazione di contrastare la forza di gravità si
arriva ad una situazione di equilibrio e si forma una stella di neutroni. Se la
massa supera le tre masse solari (limite di Volkoff-Oppenheimer) non c'è più
niente che possa contrastare la forza gravitazionale. Inoltre, secondo la
Relatività generale, la pressione interna non viene più esercitata verso l'esterno
(in modo da contrastare il campo gravitazionale), ma diventa essa stessa una
sorgente del campo gravitazionale rendendo così inevitabile il collasso infinito.
A questo punto la densità della stella morente, ormai diventata un buco nero,
raggiunge velocemente valori tali da creare un campo gravitazionale talmente
intenso da non permettere a nulla di sfuggire alla sua attrazione, neppure alla
luce. Si ha una curvatura infinita dello spaziotempo che può far nascere dei
cunicoli all'interno di buchi neri in rotazione. Alcuni scienziati hanno così
ipotizzato che, almeno in linea teorica, sia possibile viaggiare nel passato, visto
che i cunicoli collegano due regioni diverse dello spaziotempo.A causa delle
loro caratteristiche i buchi neri non possono essere "visti" direttamente ma la
loro presenza può essere ipotizzata a causa degli effetti di attrazione
gravitazionale che esercitano nei confronti della materia vicina e della
radiazione luminosa in transito nei paraggi o "in caduta" sul buco. Esistono
anche altri scenari che possono portare alla formazione di un buco nero. In
particolare una stella di neutroni in un sistema binario può rubare massa alla
sua vicina fino a superare la massa di Chandrasekhar e collassare. Alcuni indizi
suggeriscono che questo meccanismo di formazione sia più frequente di quello
"diretto".Un altro scenario permette la formazione di buchi neri con massa
inferiore alla massa di Chandrasekhar. Anche una quantità arbitrariamente
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DALL’ASSOLUTO AL RELATIVO
piccola di materia, se compressa da una gigantesca forza esterna, potrebbe in
teoria collassare e generare un orizzonte degli eventi molto piccolo. Le
condizioni necessarie potrebbero essersi verificate nel primo periodo di vita
dell'universo, quando la sua densità media era ancora molto alta a causa di
variazioni di densità o di onde di pressione. Questa ipotesi è ancora
completamente speculativa e non ci sono indizi che buchi neri di questo tipo
esistano o siano esistiti in passato.
Tramite lo studio dei buchi neri è stato possibile evidenziare come il tempo non
sia assoluto, bensì relativo. Per approfondire meglio questo discorso ricordiamo
che la Relatività Generale è la teoria dello spazio-tempo che descrive i buchi
neri e la radiazione gravitazionale. Nella relatività generazionale lo spazio-
tempo non è uno statico scenario in cui gli eventi capitano, bensì una
geometria dinamica e curva. Le onde gravitazionali sono increspature di tale
geometria, che si propagano come le onde che si ottengono gettando un sasso
in un lago. Un buco nero è come un torrente che scarica le acque del lago.
Entrambe le analogie sono ,però, imperfette: l’ingrediente principale che
manca loro è una nuova versione della dilatazione temporale che vada al
cuore della relatività generale.
Anzitutto, ricordiamo che cos’in quel caso lo spazio-tempo rimane fisso.
Importa solo come gli oggetti si comportano quando si muovono gli uni contro