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Le qualità che si apprezzano maggiormente in questa scheda sono
indubbiamente i sei piedini aggiuntivi, che permettono di fare delle
applicazioni in modalità professionale.
Nonostante le molteplici funzionalità ed applicazioni, per il
programmatore è molto semplice creare il programma grazie al
software gratuito apositamente studiato per Arduino.
Un altro grande vantaggio che non c’è sulle altre schede di Arduino
è che il PIC è estraibile, e diventa uno dei punti di forza di Arduino
one. Importanti sono poi gli schield, componenti che vanno ad
implementare le molteplici funzionalità di Arduino e si innestano
sopra ad essa. 6
ESEMPIO DI VOID SETUP 7
ESEMPIO DI UN VOID LOOP 8
SPIEGAZIONE:
1) VOID SETUP
il primo passaggio che si deve fare è quello di dichiarare quali
ingressi utilizziamo: si definiscono numeri costanti e interi ( const
int ), il nome che vogliamo attribuire all’ingresso ed a fianco il
numero del piedino ( es. 13); un elemento molto importante è il ‘;’
che indica la fine della scrittura ed è necessario al termine di ogni
riga.
Per il setup vero e proprio si apre una ‘{’ che si dovrà chiudere alla
fine.
L’informazione ‘pinMode’ serve per identificare gli ingressi come
INPUT oppure OUTPUT, scrivendolo a fianco; prima però ripetendo il
nome attribuito.
Al termine si chiude con ‘}’.
2) VOID LOOP
Nel void loop si possono usare centinaia di istruzioni; si possono
aprire diversi cicli (IF – ELSE, FOR, etc.). Per scrivere dei dati su un
foglio digitale si usa la funzione ‘serial print’.
Per mandare un segnale ad un output si usa ‘Digital Write’ mentre
per ricavare un dato ‘Digital Read’ ( se si tratta di I/O digitali;
Analog se sono analogici).
La funzione ‘delay’ che è una delle più usate serve per dare un
tempo, ovvero il nostro attuatore dopo il periodo prefissato svolge
un’informazione che gli diamo noi. 9
SCHEMA OPERAZIONI: FLOW CHART
INIZIO
NO SI I
PULSANTE
= HIGH NO SERBATOIO
PIENO
SI I
MACININO ON
ELETTROV.
1 NO SENSORE
NO = 1
SERB.
PIENO
SI SI I 10
GRUPPO
GRUPPO
SERBATOIO
CAM 1
OFF
ON
ON
TEMPO
SERBATOIO
OFF
TEMPO
GRUPPO
ON
NO CAM 2 =
LOW
SI I
GRUPPO
OFF
POMPA
ON
ELETTROV. 2
ON 11
ELETTROV. 2
ON
TEMPO
POMPA
OFF
ELETTROV. 2
OFF
TEMPO
GRUPPO
ON
NO CAM 1 =
LOW
SI I
GRUPPO
OFF
FINE
FASE 1: SMONTAGGIO 12
Il primo passaggio da fare era quello dello smontaggio, scollegare
tutte le componenti dalla vecchia scheda madre, eliminare i fili in
eccesso, iniziare a farsi subito un’idea di quello che serviva.
Qui le operazioni sono state semplici: si trattava di svitare cavi dai
morsetti e staccare le componenti dalle parti fisiche. 13
FASE 2: VERIFICA COMPONENTI
Un altro punto di partenza è sicuramente la verifica dell’integrità e
del funzionamento delle nostre componenti, senza di quello non può
certamente partire il progetto.
Qui entra in gioco il programma di laboratorio di 3° fatto con il prof.
Giordana, dove abbiamo imparato a cablare i semplici impianti civili
(interruzione, derivazione, inversione, relè etc. )
La prima cosa è capire a quale tensione lavorano i motori; in
seguito formata una piccola morsettiera andiamo ad alimentarli con
l’alimentazione necessaria, mettendo in serie un pulsante (cablato
N.O) in modo da far lavorare il motore solo quando lo desideriamo
noi.
L’interruzione semplice con pulsante è facile da realizzare; per
prima cosa bisogna distinguere pulsante ed interruttore: il primo
una volta premuto torna nella posizione di partenza, il secondo
rimane nella seconda posizione finche non viene di nuovo
richiamato alla prima.
Per effettuare il cablaggio, opero così: con una fase
( preferibilmente cavo di colore nero o marrone ) entro nel primo
morsetto e con la seconda ( cavo blu ) esco dal secondo e vado
all’utilizzatore ( lampada, motore etc. )
L’interruttore ha due morsetti mentre il pulsante ne ha quattro
poiché può essere collegato al circuito in due maniere differenti:
N.O = normally open, N.C = normally close. Queste lettere si
riferiscono allo stato iniziale del pulsante, se è N.O vuol dire che non
interagisce col circuito e lo chiude solo se viene premuto, viceversa
se cablato N.C.
Per mia fortuna anche se materiale con un po’ di anni sulle spalle
funzionava tutto correttamente tranne una pompa che mi è stata
gentilmente cambiata dal fornitore. 14
1) SCHEMA DI UN INTERRUTTORE
2) SCHEMA DI UN PULSANTE 15
FASE 3: SCELTA NUOVI COMPONENTI
Dopo aver effettuato lo smontaggio ho dovuto fare alcune
considerazioni soprattutto per quanto riguarda la sicurezza e il
posizionamento di tutti gli elementi.
Per quanto riguarda il posizionamento ho deciso di mettere un
quadro esterno (18 moduli) della Bocchiotti gentilmente acquistato
dalla scuola; inoltre è stato necessario anche l’acquisto di un
trasformatore 220/24 V, 63 VA ‘barra din’, poiché i motori all’interno
della macchinetta sono tre ad alimentazione 220 V e cinque con
alimentazione 24 V.
Per la sicurezza invece ho scelto un interruttore differenziale
magneto-termico e un portafusibili per il primario del trasformatore,
non è stato necessario proteggere il secondario perché il
trasformatore è di sicurezza quindi con secondario già protetto. 2
Il cablaggio all’interno è stato effettuato con cavi 3 x 1.5 mm
ottenendo così un doppio isolamento.
Oltre al quadro esterno è stata inserita all’interno una scatola di
derivazione per fare i morsetti tra i cavi provenienti dal relè quelli
dei motori.
I relè sono stati presi con tensione dei contatti 230V e tensione di
alimentazione per la bobina 6 V.
Ho utilizzato dei ‘faston’ connettori per i terminali dei cavi, canalina
per l’ordine; per l’alimentazione dell’Arduino ho usato un
alimentatore stabilizzato 220/7.7V montando una presa all’interno.
Per evitare la ‘sfiammata’ dei relè (dovuta all’eccessiva corrente di
spunto dei motori) è stato fatto un circuito di transistor per
innalzare la corrente erogata dalla scheda, esso è costituito da
transistor e resistenze. 16
MATERIALE: 2
- Cavo multipolare 3 G 1.5 mm ( fase, neutro terra); ho scelto
questo tipo di cavo per i collegamenti interni poiché a doppio
isolamento e di conseguenza più sicuro.
2
- filo 1.5 mm per collegamenti all’interno del quadro (rosso, blu,
nero, marrone, grigio)
- quadro Bocchiotti 18 moduli a doppio isolamento
- trasformatore di sicurezza ( secondario già protetto ) 63 VA,
220/24 V, barra din
- interruttore magneto-termico differenziale a monte per la
protezione dell’impianto
- due portafusibili ABB per la protezone del primario del
trasformatore
- 8 relè 230 V di uscita contatti e 6 V di alimentazione bobina
- 8 zoccoli portarelè
- Faston femmina isolati
- Alimentatore stabilizzato 7.5 V per alimentazione Arduino
- Display
- Morsetti vari
- Termorestringente per protezione delle saldature a stagno
- Circuito di transistor per innalzare la corrente di arduino ai relè
- Fascette
- Canalina
- Presa montata all’interno
- Scatola di derivazione 17
IMMAGINI MATERIALE: 2
cavo 3 G 1.5 mm 2
cavo 1.5 mm
quadro Bocchiotti 18 moduli
18
a) simbolo di un quadro a doppio
isolamento trasformatore Bticino 220/24-12
V 63 VA interruttore magneto-termico differenziale
19
portafusibili ABB
relè e zoccoli porta-relè
presa per alimentatore arduino 20
faston femmina isolati
alimentatore Arduino
circuito di transistor 21
FASE 4: CABLAGGIO NUOVE PARTI
Una volta assemblate le idee, e deciso definitivamente cosa fare si
inizia il nuovo cablaggio. La prima cosa che ho montato è stato il
quadro, semplicemente forando la macchinetta e fissandolo con dei
bulloni, successivamente ho eseguito un foro nella macchinetta per
fare entrare poi i cavi nel quadro, non disponendo di punte grosse
ho fatto tanti fori con una punta piccola. La difficoltà del nuovo
cablaggio è stata un po’ l’isolamento, alcuni utilizzatori
necessitavano di faston femmina isolati, ed è bastato comprarli,
altri invece non potevano che essere collegati tramite morsetti, ed è
stato leggermente difficoltoso isolarli bene, per due motori invece
ho dovuto saldare i fili e proteggerli con il termorestringente. Finito
il collegamento dei motori ho cablato l’interno del quadro,
alimentazione al magneto-termico, le uscite andavano ai
portafusibili del trasformatore, alla presa, all’alimentazione del
boiler e infine al comune dei relè che comandavano utilizzatori 220
V. la 24 V viene portata ai comuni dei relè; effettuati i ponticelli dei
comuni partono i fili dei contatti (un filo per relè) e vanno a
morsettarsi con i cavi dei motori dentro la scatola di derivazione,
dove verranno poi morsettati insieme tutti i neutri (220 da una
parte e 24 dall’altra). Per quanto riguarda l’alimentazione della
bobina dei relè (6 V) arrivano le uscite del circuito del transistor,
ponticelli dei neutri e inserimento di un diodo tra i due contatti. Il
pulsante scelta caffè (che è quello che da l’inizio al tutto) viene
collegato direttamente alla scheda di Arduino One. 22
FASE 5: INSERIMENTO ARDUINO
Una volta cablate le nuove parti (FASE 4), bisogna inserire Arduino
per poter iniziare a lavorare sul programma. Come spiegato nella
‘pin’
relazione su questo dispositivo utilizziamo digitali (n a nostra
pin
disposizione). Nel mio caso abbiamo 7 utilizzati. Un problema
che ho riscontrato è stata la corrente elevata richiesta dai motorie
per questo ho inserito un circuito di transistor in serie alle uscite per
facilitare il compito all’Arduino.
Una volta cablati gli ingressi si può passare alla fase della
progettazione del programma; per prima cosa si stabilisce quali
sono gli INPUT e quali gli OUTPUT, nel mio caso 3 I e 4 O, dalla
scheda rimangono fuori il macinino ed il serbatoio, a cui è stato
cablato un circuito a parte. 23
PROGRAMMA: 1)
In questa prima parte del programma si dichiarano le costanti, che
saranno poi le parti pratiche dell’arduino, e ho dato tre nomi ai
valori degli input (buttonState, cam1State e cam2State).
2)
In questa parte invece viene eseguito il void setup, che arduino
compie una sola volta e dove vengono dichiarati gli INPUT e gli
OUTPUT. 24
In questa prima parte del void loop, che poi è quello che l’Arduino fa
effettuare agli utilizzatori, inizio la procedura per la produzione del
caffè; dopo esser stato macinato si apre il serbatoio che fa scendere
il caffè nella apposita camera, contemporaneamente si attivano i
due motori dello zucchero che lo fanno scendere direttamente nel
bicchiere, dopo un tempo pre-stabilito si attiva il motore che pressa
il caffè macinato. 25
A metà del suo giro, si ferma e si attivano contemporaneamente la
pompa e l’elettrovalvola, che fanno scorrere l’acqua calda del boiler
attraverso la camera caffè e scende nel bicchiere al termine di
questa operazione (13 secondi circa), ma finchè non arriva nella
posizione giusta questo procedimento non parte. 26
Finito il procedimento precedente, ritorna in posizione la camera
espellendo la cialda fino a tornare in posizione iniziale. 27
CONCLUSIONI:
Eccomi quindi giunto alla fine della mia presentazione ed al
momento di tirare le somme.
Durante la realizzazione del mio progetto non è stato tutto facile, ho
incontrato delle difficoltà ed alcuni problemi, che però mi sono
serviti e mi hanno aiutato a migliorare e a crescere.
Per esempio il processo si interrompeva a metà di una parte del
programma, ma con l’inserimento di un avvio forzato (con in
seguito un ritardo nella partenza) è stato risolto.
I primi caffè uscivano freddi, e successivamente con l’inserimento di
una resistenza (220V) che prima era scollegata, ora escono tutti alla
temperatura giusta.
Come potrete notare nel distributore non c’è il meccanismo per la
discesa dei bicchieri e dei cucchiaini, questo perché con il signor
Gondolo, che è il fornitore della macchina, in una delle prima volte
abbiamo verificato il suo non funzionamento (d’altronde questa
macchina è degli anni ’90).
Da questa esperienza ho appreso molto, ho utilizzato anche il
programma degli anni precedenti, ho imparato cose nuove (tra cui
tecniche di collegamento e cablaggio), ho migliorato le abilità
manuali (per esempio la saldatura) e sono soddisfatto di come ho
affrontato questo impegno.