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STORIA - Il ’68: guerre pacifiste per l’amor proprio e altrui.
GEOGRAFIA - Geisha: l’amore sottomesso. // Giappone: viaggio nel Paese del sole nascente.
ECONOMIA - San Valentino: sfruttare le festività per promuovere la propria struttura // Marketing: come soddisfare la clientela e trarne un profitto.
ARTE - Amore e Psiche: l’amore neoclassico secondo Antonio Canova.
INGLESE - Venezia: la città italiana che fa innamorare.
MATEMATICA - Le funzioni: relazioni tra due elementi .
P
P oesia rosa
Io t'odio?!... Non t'amo più, vedi, Credi che io ti odi? Guarda: non ti
non t'amo... Ricordi quel giorno? amo più, non ti amo. Ricordi quel
Lontano portavano i piedi giorno in cui la ragione mi imponeva
un cuor che pensava al ritorno. di non seguire il sentimento di
E dunque tornai... tu non c'eri. tornare? Seguii il sentimento: tornai,
Per casa era un'eco dell'ieri, ma tu non c’eri. In casa rimbombava
d'un lungo promettere. E meco il tuo continuo promettere. E con me,
di te portai sola quell'eco: di te, portai solamente quella
PER SEMPRE! ripercussione: per sempre.
Non ti odio, ma il risuonare soffocato
Non t'odio. Ma l'eco sommessa di quella promessa infinita viene con
di quella infinita promessa me. E mi batte nel cuore, con le
vien meco, e mi batte nel cuore palpitazioni logorate dallo scorrere
col palpito trito dell'ore; del tempo. Nel cuore, come un urlo
mi strilla nel cuore col grido lanciato da un uccellino implume
d'implume caduto dal nido: caduto dal nido, mi urla quella
PER SEMPRE! promessa: per sempre!
Non ti amo. Con un sorriso guardai al
Non t'amo. Io guardai, col sorriso, centro del tuo letto molle. Gli occhi
nel fiore del molle tuo letto. sono i tuoi, ma il viso no. Baciai quel
Ha tutti i tuoi occhi, ma il viso... visetto da me sconosciuto, senza
non tuo. E baciai quel visetto fastidi.
straniero, senz'urto alle vene. Le dissi: “E a me, vuoi bene?” Mi
Le dissi: "E a me, mi vuoi bene?" rispose: “Sì, tanto!” e i tuoi occhi mi
"Sì, tanto!" E i tuoi occhi in me fisse. fissarono. “Per sempre?” le chiesi. Mi
"Per sempre?" le dissi. Mi disse: disse “Per sempre!” Risposi: "Sei una
"PER SEMPRE!" bambina, e non sai cosa vorrà mai
dire per sempre!"
Risposi: "Sei bimba e non sai Mi ribatté: "Non so che cosa vuol
Per sempre che voglia dir mai!" dire? Per sempre vuol dire morire. Sì:
Rispose: "Non so che vuol dire? addormentarsi la sera: restando così
Per sempre vuol dire Morire... come si stava. Per sempre".
Sì: addormentarsi la sera:
restare così come s'era,
PER SEMPRE!"
S truttura e stile 4 strofe enneasillabi
- La poesia è strutturata in , alternativamente composte da
eptasillabi versi novenari
(9) e (7) (1°=3°; 2°=4°). I sono , fatta eccezione per l’’ultimo di ogni strofa
trisillabo rima prima e terza strofa
( ). La è, per la , incatenata per i primi 4 versi, per poi essere
seconda e quarta strofa
baciata e finire con un verso fisso e a sé ( ). Per la , la struttura
ABAB CCDD E
metrica della rima è baciata ( ). Questa poesia denota una certa esclusività: oltre che alla
AABBCC D
lunghezza delle strofe (che, insieme a quelle composte da cinque versi, sono una rarità), e al
discorso diretto che generalmente è tradotto in indiretto, notiamo che Pascoli assume una nuova
faccia stilistica come volesse rendere questa poesia ancor più unica. Sono del tutto assenti
onomatopee e fonosimbolismi: segni contraddistintivi dello stile pascoliano. Risultano essere una
conferma, invece, i temi trattati: morte, pensiero che vola verso un passato tormentato, mistero e
esaltazione del “nido” familiare. 2
Il 68’: una generazione in rivolta
(Guerre pacifiste per l’amor proprio – e altrui)
trasformazione
Tra la fine degli anni Sessanta e l’inizio degli anni Settanta, si verificò una radicale
dell’opinione pubblica mondiale, specialmente in quella giovanile.
64
Questa trasformazione iniziò con una rivolta del 19 nell’Università californiana a favore dei diritti
umani, combattendo il conservatorismo.
Vi s’intrecciò la guerra in Vietnam e segregazioni razziali, che portarono inevitabilmente a marce
pacifiste oltre che al rifiuto di indossare una divisa. Con il passare degli anni, questa battaglia gio-
l’Europa 68’
vanile si espanse fino a raggiungere , tanto che il venne definito “L’anno degli studen-
NO NO NO
ti”; i principi furono sempre gli stessi: alle divise, all’autoritarismo, e al capitalismo.
L’Italia
Francia
non conobbe episodi clamorosi come quelli avvenuti in , ma il movimento di
contestazione fu più profondo e duraturo che in tutto il resto d’Europa; il culmine venne raggiunto
autunno caldo ’67
nell’ del , quando vennero occupate università e organizzati cortei con slogan
1
Gui
pacifisti contrari alla proposta del ministro Luigi di limitare l’accesso alle università e limitarne i
2
livelli di lauera. la battaglia di Valle Giulia
L’apice lo raggiunse : una facoltà di architettura dalla quale vennero
cacciati studenti che cercarono di riappropriarsi del proprio posto. Numerosi furono gli scontri con
la polizia per riprendere i corsi, concludendo l’iniziativa con feriti e speranze di alleanza con operai
di fabbriche (i quali rifiutarono).
Gli studenti non si arresero, seguendo altre vie con la speranza illusoria di poter cambiare il mon-
do.
La moda
Mary Quant
, con la stilista inglese , subì radicali cambiamenti: gonna tanto corta da
lasciare le ginocchia scoperte; immediato il successo quanto i nuovi divieti. Anche i pantaloni ir-
ruppero nei guardaroba femminili, insieme a tracolle e scarpe con la zeppa. Per quanto ri-
guarda l’abbigliamento maschile, fecero irruzione camicie colorate, pantaloni a vita bassa e
unisex
giacche attillate. Boom anche per i capi , i quali aspiravano a una parità dei sessi
(cercata di raggiungere anche con l’abolizione del reggiseno – con tanto di roghi accesi
con essi – capelli lunghi per gli uomini, e maglioni stretti per celare le forme femminili).
Gli hippies
figli dei fiori
, o , furono un gruppo di protesta giovanile in contrasto con la società:
loro sceglievano di vivere in maniera semplice e libera all’interno di comunità autosuf-
ficienti e svincolate dalle leggi della società. L’espressione fu usata per la prima volta
dal poeta Ginsberg, in occasione di una marcia pacifista contro la guerra in Vietnam e
potere dei fiori
facendo riferimento al come strumento alternativo alle armi.
1 Sfilate di studenti per le vie della città per protestare contro qualcosa tramite slogan.
2 Esempio: “Fate l’amore non fate la guerra”, “il potere deve essere operaio” o “vietato vietare”.
3
Anche la musica
subì una forte variazione facendo da tramite tra idee di protesta e proclama-
Bob Dylan Joan
zione al mondo di quest’ultime. I figli dei fiori trovarono come loro interpreti e
Baez , i quali combatterono a colpi di voce e note a favore della solidarietà e della pace. Il genere
rock n’ roll
musicale che riuscì a catturare maggiormente i giovani fu il : uno stile
musicale anticonformista e trasgressivo, con l’intento di mettere al bando la musica
Bill Harley
melodica e sentimentalista. I maggiori interpreti, in questo caso, furono
Elvis Presley
e . Sin dagli inizi degli anni Sessanta, poi, si era diffusa la musica be-
Beatles
at: un genere nato in Inghilterra e trovò come massimi rappresentanti i ,
grazie anche ai loro capelli lunghi, pantaloni a tubo, e stivaletti neri. Lanciarono inevitabilmente
sul mercato planetario. una nuova moda di tipo musicale e di costume.
4
Tra labbra scarlatte e fiori di ciliegio
(La tenue e seducente arte delle Geisha)
Lei si dipinge il viso per nascondere il viso.
I suoi occhi sono acqua profonda.
Non è per una geisha desiderare.
Non è per una geisha provare sentimenti.
Per un uomo, la geisha può essere solo una moglie a metà.
Siamo le mogli del crepuscolo.
Memorie di una Geisha
(Tratto dal film “ ”)
A rtista : è questo il termine corretto da assegnare a una graziosa e preziosa geisha.
Erroneamente, codesta incantevole figura femminile di origine giapponese, è spacciata per una
prostituta d’elite. Tale idea nacque nel corso della seconda guerra mondiale, durante lo sbarco de-
gli americani in Giappone. Costoro si aspettavano delle donne di facili costumi di un certo livello e
desiderose di compiacerli in ogni modo. Quando si accorsero che la loro opinione non corrispon-
deva alla realtà, e che le geisha rappresentavano invece donne emancipate e libere, gli alti ranghi
geisha-girl
delle forze armate assunsero un vero esercito di prostitute chiamate ironicamente con-
tribuendo a intrattenere i soldati e a banalizzare la figura dell’artista. Sorsero così le – malviste dai
oiran
giapponesi – , acconciate esattamente come le geisha vere e proprie, ma con una differenza
obi
nell’ (annodato sul davanti, molto probabilmente per la comodità nel vestirsi e rivestirsi rapida-
1
mente durante le varie prestazioni sessuali).
I compiti della geisha
in realtà sono di intrattenere chi l’ha richiesta, cantando o danzando,
sakè
eccitarli col solo gesto di versare del svelando appena il polso, e fare da sottofondo alle riu-
2
shamisen
nioni lavorative pizzicando le corde dello .
3
La vita
di una fanciulla orientaleggiante di questo tipo inizia a sei o sette anni sotto il nome inizia-
le di maiko, segnando e impreziosendo per sempre il suo destino. L’apprendista geisha viene e-
okiya
strapolata dalla sua famiglia naturale per finire in un - e iniziare quindi gli
4
studi – al fine di raggiungere la massima grazia possibile. Durante i cinque anni di
accademia, viene affiancata a una geisha; la segue in ogni festa nella quale la
sua superiora è stata invitata, la osserva e la studia.
Le maiko possono, attraverso il cosiddetto “mizuage”, mettere in palio la propria
verginità: se ci dovessero essere uomini particolarmente interessati a una certa
ekubo
apprendista, quest’ultima s’impegnerà a consegnare l’ ai rispettivi corteggiatori. Tutti gli uo-
5
mini che ricevono tale omaggio, si scontrano a colpi di cifre assurde per ottenere la verginità della
geisha.
1 :
Obi cintura annodata generalmente sulla schiena.
2 Sakè: bevanda alcolica giapponese. Chiamato anche “vino di riso”, poiché composto da alcool etilico e il liquido derivato dalla fer-
mentazione del riso.
3 Shamisen: tipico strumento giapponese a tre corde, simile a una chitarra.
4 Okiya: Casa nella quale, sotto il controllo della “madre” (ex geisha o per l’avanzamento dell’età, o per essere diventata moglie) e
insieme alle geisha, le maiko alloggiano.
5 simboleggia l'invito alla deflorazione
:
Ekubo Dolce tipico che 5
L’acconciatura
viene rinnovata settimanalmente e chiamata “pesca tagliata”, è elaborata, dolo-
rosa da realizzare, e varia in base all’esperienza della maiko che, per evitare di rovinarla, sono co-
takamakura
strette a dormire sul . I capelli vengono prima unti con olio di camelia,
6
per renderli lucidi, e poi incerati e tirati all’indietro fino a venir raccolti in uno chignon
con un taglio centrale simile a una pesca scissa in due. I capelli vengono arrotolati in-
torno a una stoffa rossa, altamente provocante.
Perché provocante?
”Immagina di essere un uomo che cammina alle spalle di una giovane geisha, assorto in ogni
genere di perversi pensieri su ciò che gli piacerebbe farle, ed ecco che a un tratto le vede sulla
testa questa specie di pesca aperta, con uno sprazzo di rosso all'interno della fenditura …
Che cosa credi che gli venga in mente?” Tratto dal libro Memorie di una Geisha
“ ”
Il trucco
si alleggerisce con l’avanzare dell’età. Nei primi anni di vita, il loro viso, viene ricoperto
da una cera bianca che lascia libere lungo la nuca (parte del corpo estremamente seducente) uni-
camente due strisce verticali a forma di W per le maiko, e una sola a V per le geisha. Le sopracci-
glia, come solo il labbro inferiore – per farlo sembrare più turgido – vengono dipinti da una tinta co-
lor rosso ciliegia così da farle risaldare come sangue il sulla neve.
I vestiti
sono più stravaganti rispetto a quelli delle geisha mature: solitamente vengono indossati
dei kimono floreali e dai colori sgargianti, un obi lungo una cinquina di metri.
Le geisha possiedono una grande varietà di modelli, ognuno adatto per una specifica occasione.
Per partecipare a delle riunioni d’elite nelle quali dovranno muoversi per ballare, indosseranno il
susohiki (usato anche dalle Maiko): il kimono più lungo e dall’orlo imbottito (permettente di far rica-