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Sintesi

Alter ego



Introduzione
Molti parlano di doppia personalità, ma chi realmente non ce l’ha? Chi può affermare di essere la stessa persona rapportandosi con i propri genitori, figli, amici, insegnanti? Tema alquanto discusso, questo, da Luigi Pirandello, che si cimenta nello spiegare l’uso delle maschere per sfuggire alle convenzioni sociali… nasce quindi una scissione dell’io che troviamo anche nelle opere di Wilde quale “The picture of Dorian Gray” e di Stevenson con “The Strange case of Dr. Jekyll and Mr. Hide” In entrambi i romanzi vi è la sopraffazione di uno dei due lati opposti. Anche Nietzsche parla di coppie d’opposti che cercano di sovrapporsi introducendo l’apollineo e il dionisiaco... come abbiamo visto con Apollineo e Dionisiaco vi è una simile e continua lotta tra Eros e Thanatos, pulsioni individuate dallo psicanalista Freud. Ognuno di noi lascia spazio ad uno o all’altro principio proprio come Giolitti. Personaggio che ha rivoluzionato l’Italia svolgendo i propri compiti con diversi comportamenti facendo prevalere in alcuni casi L’eros, in altri il Thanatos, come se invece di essere un solo personaggio, fossero in due. L’ambivalenza che scorgiamo in Giolitti possiamo intravederla anche in un quadro di Salvator Dalì, la fruttiera, dove facilmente si trova il doppio di quello che nostra mente aveva inizialmente osservato. La metamorfosi che subisce il nostro pensiero la troviamo in due opere con lo stesso nome “Metamorphoseon libri”, una scritta da Apuleio, l’altra da Ovidio, dove vediamo l’alter ego di lucio in un asino e l’alter ego di narciso in un fiore.

Italiano
“IL FU MATTIA PASCAL” & “UNO, NESSUNO, CENTOMILA”

Il motivo del doppio ispira la poetica pirandelliana dell’umorismo, ovvero del sentimento del contrario, che porta alla distruzione dell’eroe tradizionale. Ne è un esempio il protagonista del “Fu Mattia Pascal” diviso tra più anime, tra anima e corpo, tra il corpo e l’ombra. La storia narra le vicende di Mattia Pascal che si ritrova imprigionato in un matrimonio con la cugina Romilda; ben presto si stanca del matrimonio e fugge a Montecarlo dove vince una notevole somma di denaro. Tornando a casa, legge in un giornale che è stato trovato un cadavere di un uomo morto suicida e che la moglie ha attribuito la sua identità a lui. Il protagonista ne approfitta per crearsi una nuova identità come Adriano Meis. Adriano si stabilisce a Roma dove si innamora di Adriana Paleari; si accorge però che è privo di identità anagrafica quindi per la società non esiste, così finge la morte di Adriano Meis lasciando un biglietto, per tornare alla sua vecchia vita. A Miragno scopre che la moglie si è risposata e che tutti lo hanno dimenticato. Si trova così in una sorta di “limbo” poiché rimane senza identità e senza possibilità di crearsi un’altra vita. La non identificazione di Pascal con la propria immagine esprime il rifiuto della maschera sociale che lo imprigiona e la ricerca di un se stesso più autentico in altre parole Mattia per liberarsi delle convenzioni sociali quindi le “forme” Pirallendiane rimane sconfitto intrappolandosi in un’altra “forma” che però non ha alcuna consistenza. Altra opera di Pirandello che esprime la tematica del doppio è il romanzo “Uno, nessuno e centomila” con la disgregazione della personalità del protagonista, che a causa del suo naso, pendente leggermente a destra, da’ il via ad un processo mentale di disgregazione dell’io che si sviluppa con una serie di reazioni a catena. La moglie che sotto l’aspetto fisico lo vede diversamente da come egli crede di essere, fa credere che lo stesso avverrà per quanto riguarda l’aspetto morale. Ci sono tanti Vitangelo Moscarda (il nostro protagonista) quanti sono quelli che lo vedono, quante sono le possibilità di conoscere le sfaccettature presenti in ognuno di noi. Dal momento in cui ogni estraneo lo vede in maniera diversa da quello che egli è realmente, Vitangelo inizia una disperata ricerca di questo se stesso. Apice della storia, l'uomo, frustrato anche dai problemi derivanti dalla società, si crea una maschera diversa in base alle varie occasioni o alle varie persone che incontra; quindi è centomila persone. In realtà, dentro se stesso sa che lui è in un determinato modo che gli altri potrebbero anche non accettare, dunque è uno solo. Ma in fondo è nessuno semplicemente perché nella vita di tutti giorni assume maschere e comportamenti diversi che non lo soddisfano, lo gettano nello sconforto e lo fanno perdere nei suoi pensieri e nelle sue sofferenze. Questa coscienza di finitezza del singolo, dovrebbe esistere in ognuno di noi. Invece tra gli uomini avviene esattamente il contrario: ognuno vede nell'altro ciò che più gli aggrada, ciò che gli è più simile, ciò che se lo fa più piacere. E' questo il dramma dell'essere, in cui l'identità dell'io finisce con l'affogare.

Troviamo identità affogate anche nei due casi dei romanzi:

Inglese
“IL RITRATTO DI DORIAN GRAY” & “THE STRANAGE CASE OF DR. JEKYLL AND MR HYDE”

“The picture of Dorian Gray” is a novel about a young man, Dorian Gray. Dorian’s beauty fascinates a painter, Basil Hallward, who decides to paint his portrait. The portrait satisfies the young man’s desires, including the one of eternal youth. The signs of age experience and vice appear on the portrait. Dorian lives only for pleasure. Later, Dorian wants to free himself of the portrait but in doing so he misteriously kills himself. The picture returns to its originals purity and Dorian’s face becomes withered. So “The Strange case of Dr. Jekyll and Mr Hyde” talks about a man divided against himself into to distinct caracters. The first is a respectable being, Jekyll, and the second an evil genius, Hyde. Hyde achieves domination over the Jekyll aspect so that the individual has only to choices: the man may choose a life of crime and depravity, or Jekyll must eliminate Hyde by killing himself. Hence Jekyll suicide is the final and only choice.
Wilde like Stevenson trited the theme of double is a second self or Alter ego, which appears as a distinct and separate being perceived by the physical senses but existing in a depended relaction. In fact, the double control and usurp the functions of the subject. Wilde created a symbotic relationship between Dorian and the picture such as Stevenson created a symbotic relationship between Jekyll and Hyde.

Filosofia
APOLLINEO E DIONISIACO
Con queste coppia di opposti, Apollineo e Dionisiaco, Nietzsche indica i due impulsi di base dello spirito. L’Apollineo, saturisce da un impulso da un atteggiamento di fuga di fronte al divenire. Il Dionisiaco, scaturisce dalla forza vitale e dalla partecipazione al divenire. Mentre in un primo momento Apollineo e Dionisiaco convivevano separati, in un secondo tempo si armonizzarono. In un terzo momento tale equilibrio fu dissolto dal prevalere dell’Apollineo che trionfò sul Dionsiaco fin quasi a soffocarlo. L’Apollineo può raffigurarsi come tranquillità ed armonia mentre il Dionisiaco è totalmente l’opposto, quindi caos e confusione.

Un simile equilibrio e sopraffazione di instante la troviamo anche nella nostra vita quotidiana, questo è quanto lo psicanalista Freud aveva scoperto: 

Scienze Umane
FREUD, EROS & THANATOS
Eros e Thanatos rappresentano rispettivamente la pulsione di vita e la pulsione di morte. L’Eros è in generale la forza psichica che stimola ad agire per raggiungere il piacere, inteso in generale come desiderio, spinta creativa e costruttiva, volontà di crescere e tessere relazioni, creare legami. A questa tendenza vita si oppone Thanatos, l’istinto di morte, una pulsione aggressiva che stimola alla disorganizzazione e alla distruzione. In altre parole se lo scopo di Eros è stabilire unità ed armonia, quello di Thanatos è seminare disarmonia e distruggere legami. La mente umana appare come un campo di battaglia in cui questi due principi, Eros e Thanatos, lottano per prendere il sopravvento. Ma è una lotta senza sosta e senza vincitori. E proprio questo scontrarsi privo di tregua, e non l’affermarsi di uno o dell’altro, a spiegare la varietà dei fenomeni vitali.

Storia
IL DOPPIO VOLTO DI GIOLITTI
Nel 1901 Vittorio Emanuele III nominò presidente del Consiglio Giuseppe Zanardelli. Lo affiancava come ministro degli interni Giovanni Giolitti. Zanardelli era ormai anziano e stanco, così si dimise e Giolitti divenne Primo Ministro. Dal 1901 al 1914 egli fu talmente autorevole in Italia che questo periodo è definito età giolittiana. L'azione di Giolitti fu caratterizzata da una grande contraddizione; per questo il suo modo di far politica venne definito del “doppio volto”: lui fu aperto e democratico nell'affrontare i problemi del Nord e conservatore e corrotto nello sfruttare i problemi del Sud. Per quanto riguarda il Nord, Giolitti assunse un atteggiamento lungimirante verso le nuove forze sociali. Egli infatti consentì gli scioperi e fece assumere al governo una posizione di neutralità di fronte ai conflitti sociali. Inoltre, fece alcune riforme che migliorarono le condizioni di lavoro degli operai quali: fu stabilito un massimo di 10 ore di lavoro; fu riorganizzata la Cassa nazionale per l'invalidità e la vecchiaia dei lavoratori; furono presi dei provvedimenti allo scopo di tutelare la maternità delle lavoratrici e il lavoro dei fanciulli (l'età minima fu elevata a 12 anni). La lotta sindacale portò all'aumento dei salari. In generale, però, l'azione di governo di Giolitti mancò di largo respiro: non fu attuata una riforma tributaria che garantisse una maggiore giustizia fiscale; non fu affrontata la questione meridionale, ovvero il grande ritardo del Sud rispetto al Nord. Per quanto riguarda il secondo punto, Giolitti fu piuttosto di parte: per esempio, di fronte agli scioperi del Sud fece intervenire duramente le forze dell'ordine, attuando una pesante repressione. I salari dei lavoratori del Sud scesero enormemente portando in tutto il Meridione povertà e disoccupazione. Molti contadini meridionali disoccupati furono costretti a partire in cerca di lavoro all'estero. Emigrarono ben 8 milioni di italiani, verso il Nord Europa e alcuni paesi del Sud America. L'emigrazione fu un fenomeno doloroso ma che portò un po' di ricchezza nelle terre più povere. Chi lavorava all'estero infatti mandava parte della propria paga in Italia.

Storia Dell'arte
“APPARIZIONE DI UN VOLTO E DI UNA FRUTTIERA SULLA SPIAGGIA”

Salvatore Dalì in “Apparizione di un volto e di una fruttiera sulla spiaggia” sposta l’attenzione di forme e personaggi che non hanno più contorni definiti e possono pertanto assumere indifferentemente e in modo inquietante i significati più vari, incredibili e contraddittori. Esso ripropone a ogni nuova occhiata il proprio enigma senza fine. Non vi è dunque certezza di nulla e ogni soggetto, appena percepito, viene subito polverizzato e contraddetto dal successivo. In esso vi sono figure ambivalenti quali la fruttiera che è anche un volto che a sua volta potrebbe raffigurare una donna girata di spalle; il cane che comprende un tunnel ma anche un acquedotto ed una duna.



Latino
“METAMORPHOSEON LIBRI”
Sia Ovidio che Apuleio scrivono un libro denominato “Metamorfosi”, in entrambi vi è ovviamente la metamorfosi raccontata però in diversi episodi e con diverso scopo. Approfondiremo “Narciso” di Ovidio in quanto troviamo il suo Alter Ego in un fiore nato alla sua morte. La storia narra di un giovane e bellissimo ragazzo che nonostante le continue lusinghe ricevute non aveva mai accettato il corteggiamento di una donna o uomo. Per quanto detto le moltissime persone decisero di cercare una vendetta così chiesero a Nemesi una buona punizione. Il ragazzo, che non aveva mai avuto la possibilità di guardarsi, una volta guardato il suo riflesso in una sorgente d’acqua si innamorò di se stesso. Questo amore impossibile lo portò alla morte che rese possibile la nascita del fiore che porta il suo nome ‘Narciso’.
In ‘L’asino d’oro’ o ‘Metamorphoseon libri’ di Apuleio il protagonista è Lucio che, spinto dalla curiositas decide di cospargere il suo corpo con un unguento magico per diventare un uccello, decide di farsi aiutare da Fòtide, assistente della maga e ragazza di cui lui era innamorato. Fòtide però sbaglia unguento quindi Lucio invece di diventare un uccello si ritrova asino. L’asino raffigura la degradazione umana, l’aver toccato il fondo ed ancora l’immaturità. L’asino verrà poi rapito da dei ladri entrati in casa della maga subito dopo la trasformazione. Lucio passerà delle giornate terribili in balia di padroni che lo faranno lavorare tantissimo fino a decidere di ucciderlo. Disperato, Lucio si getta nel bagno purificatore del mare e invoca Iside, dea della luna che dopo diversi passaggi lo farà tornare umano. Vediamo in Lucio l’Alter ego di Apuleio in quanto anche lui è interessato alla magia tanto da rischiare la sua stessa vita. Inoltre Lucio diventato uomo-bestia, perde la sua precedente posizione sociale, diventando succube della volontà altrui. La conquista della razionalità, del dominio di sé avviene nel momento in cui Lucio, lasciata la propria bestialità, si fa iniziare al culto degli dei Iside e Osiride. La sua rinascita, il suo ritorno nel "mondo degli uomini" implica anche un messaggio religioso, perché ha un qualcosa di miracoloso: la salvezza dell'uomo, infatti, è un dono gratuito della divinità.
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