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A LESSAN
DRO IL DOPPIO COME ALTER EGO
V ENDRA
MIN SOMMARIO
Il Doppio: introduzione e concetti generali.
L’Alter Ego in cinematografia: Fight Club.
L’Alter Ego in letteratura italiana: Pirandello e “Il fu Mattia Pascal”.
L’Alter Ego in letteratura straniera: Stevenson e “Dottor Jekyll & Mr. Hyde”.
dall’”unheimlich” alla scissione.
L’Alter Ego in Psicoanalisi: Freud
IL DOPPIO
Se si ricerca il termine “doppio” in un dizionario o in un’enciclopedia troveremo scritto:
“costituito da due
cose identiche (…) moltiplicato per due (…) raddoppiato” ed anche “falso, finto,
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infido”.
Il termine “doppio” dunque può assumere molteplici significati e se prendiamo in
considerazione i casi in cui si decide di trattare apertamente questo tema,ci troveremo
di fronte a un’ingente mole di lavoro, costituita da una moltitudine di opere che hanno
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trattato questo argomento, considerando via via le sue più diverse sfaccettature.
Infatti il doppio nei suoi aspetti più diffusi può essere considerato come l’esistenza di
un individuo in due o più mondi alternativi tra loro, come l’esistenza di persone
identiche tra loro oppure come Alter Ego. Ho deciso di definire e circoscrivere il tema
del doppio come Alter ego in quanto risulta essere l’aspetto del doppio maggiormente
diffuso in parecchie manifestazioni artistiche e letterarie ma anche quello più
interessante dal mio punto di vista.
“Alter ego” dal latino “altro io” indica qualcosa come altro da sé, un’altra personalità
o identità od un altro modo di essere dell’uomo. Grazie a questi differenti significati
l’alter ego è diventato ( e lo è tuttora) un originale oggetto da poter sfruttare nelle
proprie opere da parte dei più disparati artisti ma è anche un interessante oggetto da
analizzare.
Quest’altra personalità/identità sopracitata come definizione di alter ego rappresenta
le paure, i desideri o i sentimenti che sono parte nascosta e imprevedibile del nostro Io
e che vengono costantemente repressi nella nostra quotidianità ma che possono
inconsapevolmente esplicitarsi nei momenti più critici . l’Alter-ego, creandosi una
propria e differente personalità che vive di un’esistenza autonoma ma può sussistere
all’interno della persona stessa ,può arrivare a disgregare l’Io originale sino a
distruggerlo. L’alterego può talvolta anche assumere connotati fisici diversi dall’Io e
apparire talmente reale da non rendersi conto che si tratta della stessa persona o del
proprio riflesso sullo specchio nel quale si riconosce tutto ciò che si vorrebbe essere e
non si ha abbastanza coraggio di diventare.
Quando si parla di Alter ego in sintesi si può parlare di uno sdoppiamento della
personalità, dell’anima, dell’Io, in cui si possono venir a creare due differenti esseri
distinti e separati tra loro oppure si crea una doppia personalità interna all’individuo
stesso.
Tratterò qui di seguito alcuni tra i maggiori ed importanti esempi che la letteratura, e
non solo, ci ha fornito sull’Alter ego. Fight club
Non sono state solo l’arte o la letteratura ad interessarsi di questo fenomeno ma
anche la cinematografia in particolare con il film “Fight Club”diretto da David Fincher
nel 1999 e tratto dal omonimo romanzo di Chuck Palahniuk del 1996.
Fight Club è una trasposizione su pellicola del mito del doppio/dell’alterego in chiave
moderna. Il protagonista/narratore (Edward Norton), di cui non ci viene detto il nome,
è un trentenne consulente di una grande compagnia assicuratrice frustrato dalla
monotonia della vita che conduce (cosa che lo porterà all’insonnia) ed indifferente
verso la realtà esterna. Per uscire da questa depressione inizia a partecipare a terapie
di gruppo per malati terminali e, con la consapevolezza di essere l’unico sano, riesce
momentaneamente a rinascere. Questo fino a quando non incontra Marla Singer che,
come lui, si finge malata per partecipare alla terapie di gruppo e metterà in crisi
l’equilibrio emotivo paradossalmente trovato dal protagonista. Tuttavia la vita del
nostro personaggio si avvia verso una svolta con l’incontro, in uno dei suoi viaggi
d’affari, di Tyler Durden (Brad Pitt) uno strano venditore di saponi che lo accoglierà in
casa sua (dal momento che la casa del protagonista subirà un incendio) e lo avvierà
verso una nuova realtà: il Fight club. Il Fight club è un’organizzazione segreta, una
sorta di boxe clandestina, in cui si ritrovano tutti coloro che vogliono evadere dalla
monotonia della realtà e sfogare i loro desideri repressi. L’organizzazione si evolverà
dando vita al progetto “Mayhem” cioè una serie di azioni eco-terroriste contro tutto ciò
che rappresenta il “dominio” dei beni materiali. Alla fine il protagonista presa
coscienza di come la situazione gli stava sfuggendo di mano entra in crisi. Cerca di
porre fine a tutto questo denunciando alla polizia l’intenzione di Durden di fare
esplodere i più importanti istituti di credito della città ma alla fine si renderà che è lui
stesso l’autore di tutto questo e che Durden non è altro che la proiezione del suo alter
ego e per fermarlo non ha altra scelta che spararsi.
<Tu non sei il tuo lavoro, non sei la quantità di soldi che hai in banca, non sei la
macchina che guidi, né il contenuto del tuo portafogli, non sei i tuoi vestiti di marca,
sei la canticchiante e danzante **** del mondo!>
Fight Club è un film molto complesso, provocatorio la cui trama si presta a diverse
interpretazioni e critiche; ciò che colpisce è il forte messaggio sociale di cui la pellicola
si fa promotrice: una riflessione spietata sulla solitudine, sull'incomprensione, sulla
rabbia repressa con conseguente depressione, di cui diviene preda inerme l'individuo,
all'interno della consumistica società "occidentale".
<Le cose che possiedi alla fine ti possiedono.>
Il nostro narratore cerca scampo dalle maschere che la società gli impone
(l’apparenza) e dall’immobilità della propria condizione, trovando come unica via di
fuga la proiezione del suo Alter ego: totalmente libero, intelligente, dalle tendenze
anticonformiste e anarchiche che rappresenta e fa tutto ciò che il nostro narratore non
ha il coraggio di azzardare.
PIRANDELLO: il fu Mattia Pascal
Un altro autore che prende in considerazione la tematica del “doppio” è Pirandello.
Luigi Pirandello nacque il 28 giugno 1867 presso Girgenti (Agrigento) da una
famiglia di agiata condizione borghese. Si iscrisse a diverse università quali quella di
Palermo, di lettere di Roma e di Bonn nella quale si laureò. Dal 1892 si stabilì a Roma
dedicandosi interamente alla letteratura dove un anno dopo scrisse il suo primo
romanzo “L’Esclusa” e pubblicò vari articoli su saggi e riviste. Nel 1903 avvenne il
dissesto economico della famiglia che portò a mutare la condizione sociale di
Pirandello sperimentantando la declassazione da una vita di agio borghese ad una
condizione piccolo borghese. Dal 1910 Luigi ebbe il primo contatto con il mondo
teatrale e cominciò a diventare scrittore per il teatro. Solo a partire dal 1920 il teatro
di Pirandello cominciò a conoscere il successo di pubblico, reso possibile anche grazie
dal finanziamento dello Stato fascista. Nel 1934 gli venne assegnato il premio Nobel
per la letteratura e nel 1936 si ammalò di polmonite per poi morire il 10 dicembre.
Volevo analizzare l’opera “Il fu Mattia Pascal” nella quale si può ritrovare una tipologia
differente di Alterego che si esprime attraverso l’interazione tra le due esistenze del
protagonista.
Mattia Pascal dopo aver ereditato dal padre una grossa fortuna viene ridotto in miseria
da Batta Malagna, un disonesto amministratore, il quale s’impossessa gradualmente
della fortuna del giovane inesperto. Mattia si vendica seducendo e mettendo incinta la
nipote di Malagna ( Romilda) ma verrà costretto a sposarla. Il matrimonio si rivela un
inferno e Mattia cerca di fuggire ma due fatti intervengono a mutare la sua condizione:
una clamorosa vincita alla roulette di Montecarlo ( che gli assicura un notevole
patrimonio) e la notizia della propria morte. Il nostro protagonista cosi verrà a trovarsi
libero dalla “trappola” sociale costituita dalla famiglia oppressiva e da un lavoro
frustrante. Tuttavia una volta uscito da questa trappola non si accontenta di vivere
libero da ogni limitazione ma si crea una nuova identità: Adriano Meis. La nuova
identità però prova subito un senso di vuoto e soffre ad essere esclusa dalla vita degli
altri, per questo Adriano sente l’irresistibile richiamo della “trappola”. La nuova
identità scopre lo stesso di essere esclusa da quella vita sociale a cui è rimasta così
legata e decide di riprendere la vecchia identità di Mattia Pascal (simulando un
suicidio) e di ritornare così nella vecchia “trappola” della famiglia. Tuttavia una volta
giunto a casa scopre che non è più possibile recuperare ciò che era (la moglie si era
risposata con il suo migliore amico) ed è costretto ad assumere quell’atteggiamento di
estraniato ( di “forestiere della vita” ) che prima non aveva saputo sopportare. Alla
fine si dedica a scrivere la propria singolare esperienza su un memoriale,che costituirà
appunto il romanzo, contemplando gli altri dall’esterno e con la consapevolezza di non
essere più nessuno.
In questo romanzo pubblicato nel 1904 si mette in luce l’incapacità umana di liberarsi
dalle maschere e quindi da tutte le limitazioni che la società impone all’uomo.
Si può vedere dunque la contraddizione tra il ruolo fisso che la vita impone e il
bisogno dell’uomo di realizzare una vita autentica che si esplica in una nuova identità
interna al personaggio stesso. Non ritroviamo più la distinzione in due essere distinti
ma la costruzione di una nuova identità fittizia che rivela a Mattia in modo traumatico
l’inconsistenza dell’Io. Mattia cerca di evadere dall’oppressione della società, dalla
trappola, trovando come unica soluzione la creazione di una nuova identità nella
quale possa scoprire la tranquillità ed un rifugio sicuro dalla realtà esterna. Tuttavia
questa nuova identità si rivela al personaggio ancora peggiore della precedente e
l’unica via di scampo è data sempre dal suicidio: all’inizio dell’opera Mattia non
smentisce la falsa notizia della sua morte e alla fine simula un suicidio della nuova
personalità che si era creato per tornare quello che era.
Secondo Pirandello, il mondo è basato su un contrasto tra la “vita”, che è un continuo
movimento e cambiamento, e la “forma” che è una specie di sistema sociale, di legge
esterna, in cui l'uomo cerca di fermare e di fissare la vita; per questo l'uomo è
prigioniero di queste forme, di questi schemi sociali in cui si rinchiude o da se stesso o
per opera della società.
A volte può succedere che la vera natura dei personaggi ( come Mattia Pascal) voglia
abbattere queste forme e cercare la vera vita e, accorgendosi di non poter cominciare
a comunicare con gli altri, si sente solo e così quando si accorge di questi contrasti
non ha altra via di uscita che esplodere attraverso una nuova identità, in questo caso
ottenuta grazie al proprio suicidio.
La dialettica del doppio è propria di un universo culturale in cui si è sgretolata la
fiducia nell'assolutezza e nella centralità dell'Io e in cui si è dissolta la credenza nei
fondamenti. Io
Il doppio allude a una crisi della soggettività. L’ viene presentato come tutt’altro che
un punto fermo e sicuro, anzi appare piuttosto mobile e oscillante, dal momento che
trasforma ciò che un tempo appariva familiare in un qualcosa di sinistro e perturbante.
Tuttavia Mattia Pascal al posto di approfittare della liberazione dalla “forma” sociale
per vivere libero senza alcun obbligo di indossare maschere, si sforza di costruirsene
una nuova. Risulta dunque evidente l’attaccamento alla “forma” della società e della
famiglia il quale porterà il protagonista ad un ulteriore “sofferenza” del nuovo Io fino a