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Tesina - Premio maturità 2009
Titolo: dall'Abaco al Personal Computer, una Crescita Espon
Autore: Muntoni Alessandro
Descrizione: La scelta dell'argomento trattato in questa tesi non è stata facile. Inizialmente ero molto indeciso. La storia dei computer è sempre stato l'argomento di tesi che pensavo di sviluppare, ma non mi convinceva. Forse perché troppo comune, troppo scontato per il corso di studi che sto frequentando. Cercavo qualche argomento più particolare, ma non mi veniva in mente niente. Ho passato tanto tempo a pensare quale sarebbe stato l'argomento ideale per una tesi interessante. Avevo pensato di parlare dei sintetizzatori, vista la mia passione per la musica, e spiegare magari come un sintetizzatore creava suoni grazie alla somma di segnali sinusoidali. Ma non mi convinceva. E allora avevo deciso di parlare della storia dei computer, non trovando nient'altro che mi convincesse. Poi però ho pensato di fare una cosa molto più particolare. Ricordo ancora quando mi dissero che i primi computer erano grandissimi, occupavano intere stanze, e la loro potenza di calcolo non superava quella di una moderna calcolatrice tascabile. I primi computer, quindi, erano fatti apposta per eseguire calcoli matematici.
Materie trattate: Matematica, Informatica, Sistemi, Elettronica
Scuola: ITIS
Sommario: Introduzione
- Prima dell'Abaco; - Il Regolo Calcolatore; - George Boole e L'algebra Booleana; - La Macchina di Turing; (all'interno del file. ZIP è presente l'indice completo)
Bibliografia: N. Dodero, P. Baroncini, R. Manfredi Moduli di Lineamenti di Matematica B Ghisetti e Corvi Editori 2002 F. Manicone, V. Castro Sistemi 2 Tramontana 2002 P. Gallo, F. Salerno Informatica Generale Minerva Italica 2006 C. Rizzardi, L. Chiara, E. Geninatti Chiolero Exploring Computers Technology Bulgarini 2004 Autori Vari Il Mio Computer 1, 8 De Agostini 1984
Come detto prima, alcune delle proprietà più importanti dei logaritmi sono queste:
a
log am⋅n=loga mlog n
m
=log a n
log a a m−log
n
Nepero, creando delle tavole logaritmiche, permise di fare
moltiplicazioni e divisioni eseguendo semplicemente addizioni e
sottrazioni tra logaritmi, semplificando lunghi calcoli che a quei
tempi erano molto scomodi da eseguire a mano.
A Nepero si attribuiscono anche i famosi bastoncini detti:
“Ossi di Nepero” con cui si possono eseguire le moltiplicazioni
come somme di numeri. Essi furono utilizzati per circa un secolo.
Per capirne bene il funzionamento, si può osservare l'esempio a
·
lato. Nell'esempio si esegue la moltiplicazione 8 36. Il
funzionamento e la logica è abbastanza semplice e al tempo
stesso geniale.
5. La Pascaline (1640)
Nel XVII secolo, quando il complesso di regole per il calcolo cominciò ad avere una certa
completezza, prese il corpo l’idea della calcolatrice meccanica.
Si deve a Blaise Pascal,
matematico, filosofo e scienziato
francese, l'invenzione e la costruzione
della prima macchina calcolatrice
funzionante ad ingranaggi. La macchina
di Pascal, presto denominata “pascaline”
era in grado di eseguire le quattro
operazioni attraverso la rotazione di
ingranaggi e, cosa innovativa, di tenere
conto dei riporti e dei prestiti. Le
moltiplicazioni erano delle addizioni
ripetute. Le sottrazioni venivano eseguite
come complemento al 10 (principio che
fu utilizzato anche da molte calcolatrici
meccaniche fino a pochi anni fa). 7
Per capirlo facciamo un esempio: eseguiamo la sottrazione 5-3. Poiché il complemento di 3
è 7 (10-3=7) possiamo sommare 7+3=12, che senza riporto da 2. Quindi si può dire che 5-3=5+7-
10, quindi 5-3=5+(-3). Si può, perciò, anche affermare che la pascaline faceva le sottrazioni come
somma di numeri negativi utilizzando il metodo del complemento a dieci del sottraendo.
Naturalmente l'operatore non doveva calcolare il complemento e poi eseguire una addizione, ma era
la macchina stessa, attraverso il procedimento per la sottrazione, ad eseguire questo calcolo.
Lo scopo per cui progettò questa calcolatrice fu quello di aiutare il padre nel calcolo della
riscossione delle tasse. Pensò che la macchina potesse essere utile anche ad altri, la fece brevettare e
ne costruì anche un certo numero di esemplari (circa 50).
6. Il Regolo Calcolatore (1650)
Nel 1650 fu inventato uno strumento con un funzionamento per certi versi semplice ma
geniale, il Regolo Calcolatore. Fu inventato dal matematico inglese Edmond Gunter. Serviva ad
eseguire moltiplicazioni e divisioni (ma anche quadrati, radici e tante altre operazioni) attraverso la
somma o la differenza su scale logaritmiche. Ebbe una diffusione vastissima e fu usato da tecnici e
ingegneri fino a quando non comparvero le calcolatrici tascabili (anni '60 circa), che ne decretarono
la fine.
È composto da tre parti:
un corpo su cui si trovano
delle scale fisse, un'asta
scorrevole con delle scale
mobili, alcune davanti,
altre dietro, e un cursore
con una o più linee di
riferimento. Ce n'erano di diversi tipi e con diverse scale, in base al diverso utilizzo che se ne
doveva fare. Fu utilizzato durante i primi viaggi spaziali dagli astronauti per eseguire i calcoli
durante la missione, in quanto ancora non esistevano le calcolatrici.
Per capirne il funzionamento possiamo osservare i seguenti grafici che spiegano come venne
usato per eseguire addizioni e sottrazioni.
7. La Macchina di Leibniz e il Sistema Binario (1674)
W. Leibniz nacque a Lipsia nel 1647. Si laureò, ventenne, in giurisprudenza a Norimberga.
Si dedicò alle scienze e alla filosofia, frequentò le maggiori sedi universitarie europee e fu direttore
dell' Accademia Prussiana delle Scienze. Il sistema binario da lui inventato è il sistema che viene
usato tuttora dai computer. Non solo inventò il sistema binario, ma ne descrisse compiutamente le
regole aritmetiche. 8
Il sistema numerico binario è un sistema numerico posizionale in base 2, cioè che utilizza 2
simboli, tipicamente 0 e 1, invece dei 10 del sistema numerico decimale tradizionale. Di
conseguenza, la cifra in posizione N (da destra) si considera moltiplicata per 2^N (anziché per 10^N
come avverrebbe nella numerazione decimale). Quindi se dobbiamo trasformare un numero da base
2 a base 10 dobbiamo moltiplicare la cifra binaria per 2 elevato la posizione N, e sommare tutti i
risultati. Esempio:
→1*(2^0)+0*(2^1)+0*(2^2)+0*(2^3)+1*(2^4)+1*(2^5)+0*(2^6)+1*(2^7)=177
10110001₂
Se invece dobbiamo trasformare un numero da decimale a binario si usa il metodo delle divisioni
ripetute per 2, si calcolano i resti e infine si mettono in ordine dall'ultimo resto calcolato al primo.
Esempio:
26₁₀ → 26/2=13 (R:0): 2 = 6 (R 1) : 2 = 3 (R 0) : 2 = 1 (R 1) : 2 = 0 (R 1)=11010
Ma perché proprio il binario? È inizialmente difficile lavorare coi numeri in base due, se si è
abituati a lavorare in base 10. Ma da questa affermazione può nascere una nuova domanda: perché
proprio la base 10? La risposta è semplice: è una convenzione dovuta al fatto che noi abbiamo 10
dita. Se i primitivi avessero contato, oltre che con le dita delle mani, anche con le dita dei piedi, non
ci sarebbe stato niente di strano se adesso avremmo a che fare con la base 20, e quindi con 20 cifre
diverse, 20 simboli. E in sostanza non sarebbe cambiato niente, solo la base. Noi usiamo la base 10
semplicemente perché abbiamo l'esigenza di poter fare i calcoli con le dita, esattamente come fa un
bambino quando sta imparando a contare. Eppure, anche senza rendercene conto, non usiamo
solamente la base 10. Per la misurazione degli angoli e del tempo tutti noi usiamo il sistema
sessagesimale, dove i minuti primi si incrementano solo dopo aver superato il sessantesimo minuto
secondo.
Leibniz comunque dedusse che il
sistema binario era il sistema che avrebbe
permesso la creazione di calcolatori ideali.
Egli disse: “Se si vuole costruire una
macchina ancora più perfetta, bisognerebbe
eliminare la necessità dell'intervento umano
per far girare le ruote, o per fare avanzare la
macchina moltiplicatrice di operazione in
operazione; bisognerebbe, invece,
organizzare le cose fin dall'inizio in modo
che la macchina stessa possa fare anche
tutto il resto”.
A Leibniz dobbiamo due macchine
calcolatrici. La prima permetteva di
eseguire le quattro operazioni aritmetiche
con numeri decimali ed era un ingegnoso
perfezionamento della calcolatrice di Pascal che invece eseguiva soltanto somme e sottrazioni.
Leibniz utilizzò un sistema di ruote con denti retrattili e inventò il tamburo differenziato che era un
rullo con nove creste di lunghezza decrescente sulle quali ruota un ingranaggio. La calcolatrice di
Leibniz commetteva, però, alcuni errori dovuti ad un difetto di un meccanismo di riporto.
Ispirato dalla macchina di Pascal, Leibniz realizzò, nel 1671, una calcolatrice meccanica in
grado di effettuare le quattro operazioni e l'estrazione di radice chiamata Stepped Reckoner
(calcolatrice a scatti). Era notevole il fatto che essa aveva introdotto un meccanismo, chiamato
traspositore, che corrispondeva esattamente ai registri dei moderni computer elettronici. Colpito
dalla cristallina semplicità con cui si lasciavano maneggiare i numeri binari, concepì una macchina
in grado di eseguire le quattro operazioni con l'aritmetica binaria. Se le regole di questa aritmetica
erano il software, la calcolatrice binaria di Leibniz era allora un hardware in cui l'uno e lo zero
erano materializzati nella presenza o assenza di una pallina in una determinata posizione. 9
Rendendosi però conto che la numerazione binaria sarebbe difficilmente entrata nell'uso
quotidiano, Leibniz voleva integrare la sua invenzione con un convertitore decimale-binario, che
preparasse l'input, e uno binario-decimale, per rendere l'output leggibile in decimale; malgrado
diversi tentativi, questa impresa non riuscì e la calcolatrice binaria cadde nel dimenticatoio.
Leibniz concentrò il suo sforzo nella realizzazione di un congegno che potesse eseguire
velocemente moltiplicazioni e divisioni; per raggiungere il suo scopo inventò uno speciale tipo di
meccanismo, detto tamburo differenziato: un meccanismo che contiene nove denti di lunghezza
crescente (oggi più semplicemente chiamato Ruota di Leibniz). La ruota dentata con esso
accoppiata, potendo scorrere lungo la direzione del suo asse, veniva a trovarsi in posizione relativa
diversa rispetto ai denti di lunghezza variabile del tamburo, e quindi poteva ingranare con un
numero variabile di denti.
Per esempio, se la ruota dentata si trova in posizione tale da ingranare con tre denti del
tamburo, quando quest’ultimo ruota di un giro, essa subisce una rotazione corrispondente a tre
denti. Così, con un giro del tamburo, era possibile fare compiere alla ruota dentata accoppiata una
rotazione variabile e quindi incrementare, in un solo colpo, di più unità la cifra rappresentata dalla
ruota. Combinando insieme alcuni di questi tamburi era possibile moltiplicare e dividere sfruttando
la ripetizione automatica di somme e sottrazioni.
Ma il contributo più importante che Leibniz ci ha lasciato, e che in qualche modo sottende
tutta la sua opera, è stato il suo grande e incompiuto progetto: definire un insieme di regole per
formalizzare il ragionamento logico deduttivo. Era il sogno del calculus raziocinator, espresso con i
simboli di una characteristica universalis. Partendo da pochi principi generali e condivisi da tutti,
egli pensava che qualsiasi questione controversa sarebbe stata risolta semplicemente applicando
quelle regole, e il tutto, beninteso, avrebbe potuto farlo anche una macchina.
Possiamo trovare un riscontro reale di questo pensiero nella moderna programmazione dove,
con un numero limitato di istruzioni macchina si può costruire un numero potenzialmente infinito di
programmi.
8. Telaio a Schede di Jacquard (1801)
Il telaio Jacquard era un tipo di telaio per
tessitura che aveva la possibilità di eseguire disegni
complessi. Si trattava di un normale telaio a cui si era
aggiunto un macchinario che permetteva la
movimentazione automatica dei singoli fili.
Probabilmente fu la più importante invenzione nel
campo dell'industria tessile. Permetteva di produrre
tessuti, anche molto complessi, con il lavoro di un solo
tessitore. Fu la prima applicazione che utilizzava un
scheda perforata per cui è considerato l'antenato del
calcolatore.
La sua invenzione, che non fu inizialmente ben
accolta dai tessitori per paura di perdere posti di lavoro,
scatenò in Francia la rivolta dei Canuts (i tessitori di seta
di Lione), ma si diffuse velocemente in tutta l'Europa.
L'apparecchio era costituito da una struttura
applicata sopra ad un telaio composta da un
incastellatura che reggeva un nastro formato da cartoni
perforati, una catena di trascinamento che faceva
avanzare i riquadri perforati e una serie di contrappesi cilindrici collegati alle maglie dei licci. 10
9. La Macchina alle Differenze di Babbage (1816)
Charles Babbage (1791-1871) era professore di matematica all'università di Cambridge ed
esperto di costruzioni ferroviarie, tanto che venne chiamato anche in Italia per risolvere alcuni
problemi della linea Torino-Genova. Fu inventore di due macchine calcolatrici: La macchina alle
differenze e la macchina analitica. Contrariamente a quanto era avvenuto fino ad allora, Babbage
non si proponeva tanto di realizzare delle macchine calcolatrici in grado di eseguire le 4 operazioni,
ma dei calcolatori concettualmente simili a quelli moderni: in grado di eseguire sequenze di
operazioni in base a un programma.
La sua prima macchina, quella alle
differenze, era nata con l' esigenza di calcolare
tavole astronomiche dove, per la precisione
richiesta, Babbage aveva pensato anche ad un
sistema di stampa per evitare errori umani di
trascrizione. Per descriverne il funzionamento è
necessario spiegare la teoria dei numeri triangolari.
Babbage spiegò in questo modo il
funzionamento della sua macchina delle differenze.
Immaginiamo di disporre delle biglie in fila: