Anteprima
Vedrai una selezione di 5 pagine su 16
Acqua, cuore del pianeta - Tesina Pag. 1 Acqua, cuore del pianeta - Tesina Pag. 2
Anteprima di 5 pagg. su 16.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Acqua, cuore del pianeta - Tesina Pag. 6
Anteprima di 5 pagg. su 16.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Acqua, cuore del pianeta - Tesina Pag. 11
Anteprima di 5 pagg. su 16.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Acqua, cuore del pianeta - Tesina Pag. 16
1 su 16
Disdici quando vuoi 162x117
Disdici quando
vuoi
Acquista con carta
o PayPal
Scarica i documenti
tutte le volte che vuoi
Sintesi
Introduzione Acqua, cuore del pianeta - Tesina


Nella mia tesina ho deciso di ispirarmi all’acqua, perché in qualche modo è la fonte della vita, tutto scorre, come diceva Eraclito, niente è per sempre. L’acqua muta le sue rocce come il tempo muta noi, la nostra vita scorre come un fiume, si nasce, si cresce, affrontando rapide e cascate e si muore, sfociando in un oceano di anime.
La tesina di maturità che ho presentato inoltre permette vari collegamenti interdisciplinari.

Collegamenti

Acqua, cuore del pianeta - Tesina


Esposizione tecnica dell'acqua sul pianeta.
Italiano: D'Annunzio: l'acqua, Giuseppe Ungaretti: I fiumi.
Storia dell'arte: Gaudì e Friedrich.
Inglese: T.S Eliot.
Estratto del documento

altri prima di sfociare in mare o di perdersi nell’interno dei

continenti. Per esempio, in Africa il Nilo bagna Uganda,

Sudan ed Egitto; in Europa, il Tado e il Douro nascono in

Spagna e sfociano nell’Oceano Atlantico dopo aver

attraversato il Portogallo. Un fiume può anche fungere da

confine, come il Reno in Europa, che scorre per alcuni tratti

fra Germania e Francia; in America, il Rio Grande separa il

Texas(USA) dal Messico. Anche la stessa falda di acque

sotterranee sovente, è condivisa tra Stati confinanti. Là

dove le risorse idriche sono le stesse per più Stati occorre

stipulare accordi che salvaguardino i diritti di tutte le

popolazioni interessate. Se i patti si rivelano inattuabili, o

se sono violati unilateralmente, allora spesso nascono

conflitti che possono degenerare in vere e proprie guerre.

La scarsità d’acqua in In molte regioni del

molte aree del mondo mondo, in particolare

rappresenta un nei paesi meno

problema per le sviluppati, le

popolazioni, ma può condizioni ambientali e

anche far nascere veri la scarsità di

ACQU

e propri conflitti fra infrastrutture

stati vicini, per il adeguate rendono

controllo e lo molto problematico

A,

sfruttamento dei pochi l’accesso all’acqua

corsi d’acqua e delle potabile per una parte

falde acquifere. considerevole della

FONTE popolazione.

DI

Molti artisti del novecento, come D’annunzio, Ungaretti,

Gaudi e Thomas Stearns Eliot, si sono ispirati a questo

elemento per elaborare le loro opere, alcuni considerano il

ISPIRA

suo scorrere come un “flusso di ricordi” altri come una

similitudine alla vita e altri ancora prendono in

ZIONE

considerazione il suo movimento.

L’acqua è da per tutto, è sia dentro che fuori di noi, forse è

anche per questo che in moltissime poesie, dipinti e

ARTIS

architetture, ritroviamo quasi sempre un particolare che fa

4

TICA riferimento ad essa.

Fra le opere degli artisti sopra elencati possiamo trovare

“Acqua” di Gabriele D’annunzio…

Acqua di monte

Acqua di fonte

Acqua che squilli

Acqua che brilli

Acqua che canti e piangi

Acqua che ridi e muggi

Tu sei la vita

e sempre sempre fuggi

In questo testo D’Annunzio sembra giocare con una serie di

parole che riportano al nostro udito, i suoni dell’acqua con

le sue infinite manifestazioni nel mondo della natura.

L’acqua scorre cantando, la sua voce è limpida e argentina e

richiama i rumori più antichi del mondo.

L’acqua è un elemento che è sempre stato caro a

D’Annunzio…

è un elemento primordiale e di vita e come la vita non si

può trattenere ne definire, perché è in continuo mutamento:

questo è il suo fascino, è la sua magia ed è l’incanto che

sempre noi sentiamo di fronte al suo perenne divenire.

Un tema diverso, ma sempre legato alla sacralità

dell’acqua, possiamo ritrovarlo nei “FIUMI” di Ungaretti…

Mi tengo a quest’albero mutilato

abbandonato in questa dolina

che ha il languore

di un circo

prima o dopo lo spettacolo

e guardo

5

il passaggio quieto

delle nuvole sulla luna

Stamani mi sono disteso

in un’urna d’acqua

e come una reliquia

ho riposato

L’Isonzo scorrendo

mi levigava

come un suo sasso

Ho tirato su

le mie quattr’ossa

e me ne sono andato

come un acrobata

sull’acqua

Mi sono accoccolato

vicino ai miei panni

sudici di guerra

e come un beduino

mi sono chinato a ricevere

il sole

Questo è l’Isonzo

e qui meglio

mi sono riconosciuto

una docile fibra

dell’universo

Il mio supplizio

è quando

6

non mi credo

in armonia

Ma quelle occulte

mani

che m’intridono

mi regalano

la rara

felicità

Ho ripassato

le epoche

della mia vita

Questi sono

i miei fiumi

Questo è il Serchio

al quale hanno attinto

duemil’anni forse

di gente mia campagnola

e mio padre e mia madre

Questo è il Nilo

che mi ha visto

nascere e crescere

e ardere d’inconsapevolezza

nelle estese pianure

7

Questa è la Senna

e in quel suo torbido

mi sono rimescolato

e mi sono conosciuto

Questi sono i miei fiumi

contati nell’Isonzo

Questa è la mia nostalgia

che in ognuno

mi traspare

ora ch’è notte

che la mia vita mi pare

una corolla

di tenebre.

Dalla raccolta “L’ALLEGRIA”, di Giuseppe Ungaretti

Antoni Gaudi, “Casa Mila”; Barcellona

1906-10

Giuseppe Ungaretti nasce nel

1888, ad Alessandria d’Egitto e

muore nel 1970.

Frequentò la scuola superiore

ad Alessandria, dove iniziò le

sue prime letture poetiche di

Baudelaire, Carducci, Pascoli,

D’Annunzio e Leopardi. In

seguito proseguì i suoi studi alla Sorbona di Parigi. Durante

questi anni universitari approfondì la conoscenza della

poesia decadentista e simbolista e conobbe i maggiori

rappresentanti delle avanguardie europee, sia nell’arte

come Picasso, De Chirico e Modigliani e alcuni dei maggiori

esponenti del Futurismo.

Allo scoppio della prima guerra mondiale, andò a Milano

8

dove si arruolò volontario come soldato e combatté nel

Carso e nel 1918 sul fronte Francese;

Infatti le sue prime poesie furono ispirate proprio alla

guerra.

Nel 1916, pubblicò la sua prima raccolta poetica intitolata

“POESIE DI GUERRA”, da cui trae “LA VEGLIA” ( composta

da due strofe più una terza che racchiude una riflessione),

in questa raccolta si aggrappa a tutte le cose belle delle

vita, che lo spingevano a superare quel periodo di

devastazione e dolore.

Un’altra raccolta fu “L’ALLEGRIA”, dalla quale possiamo

leggere “I FIUMI”.

In questa poesia di guerra il poeta entra in contatto fisico

con l’acqua, uscendo dal fronte e affrontando la morte, il

poeta decide di sdraiarsi in una pozza creata dal fiume

Isonzo, che lo leviga come se fosse una sua roccia,

portandolo a pensare che tutti i momenti della sua vita sono

stati legati a vari fiumi… questo pensiero gli fa fare un

viaggio mentale che lo porta sul Serchio dove vissero i suoi

avi, poi in Egitto dove sulle sponde del Nilo, aveva vissuto la

sua infanzia, dopo ancora si sposta in Francia sulle rive del

Senna dove aveva trascorso vari anni di studio… in fine

ritorna alla realtà concludendo la poesia con la frase “Una

Corolla di tenebre”, frase che identifica una vita piena di

angosce e tormenti a cui nessuno può sfuggire.Nella poesia

di Ungaretti troviamo uno sperimentalismo linguistico, già

visto nell’opera di Pascoli e D’Annunzio, appartenete alla

prima fase della sua vita, che va dal 1915 al 1932, dovuta

all’angoscia della morte e al desiderio di pace (componente

autobiografica), nella quale la poetica non descrive ma

vuole evocare e suscitare ricordi ed emozioni, attraverso un

linguaggio scarno ed essenziale, con l’abolizione della rima

e del verso tradizionale, scompare quasi totalmente la

punteggiatura e i versi si riducono alla misura della singola

parola, considerata come improvvisa e significativa

illuminazione.

Anche alcuni architetti e pittori prendono in considerazione

proprio il tema dell’acqua e della natura come per esempio

9

l’architetto spagnolo Antoni Gaudi, che progetta un intero

edificio, chiamato “ Casa Mila”(1906-10). È stato progettato

per contenere una serie innumerevole di appartamenti.

Questa struttura è stata studiata nei minimi dettagli, come

la resa martellinata della pietra che fornisce continuità alla

sua superficie ondulata, composta da blocchi uniti con

molta precisione. L’elemento fondamentale è la luce, che

durante le fasi del giorno il sole fa cangiare, variando la

colorazione delle pareti, grazie anche al contrasto fra cavità

buie concave e quelle più luminose, convesse. Un evidente

contrasto si nota anche fra le ondeggianti e scomposte

ringhiere di ferro battuto (pensate come alghe appoggiate

sugli scogli) e la linea molto più dolce e fluente della

facciata, interrotta in alcuni punti da sculture a forma di

bocciolo di rosa con affiancano delle scritte in rilievo, in

latino (parole tratte dall’Ave Maria).

La facciata è un non-finito, anche se Gaudi in realtà avrebbe

voluto che fosse completamente affrescata con colorazioni

multicolori(ripresi dai colori freschi degli alberi, dei fiori e

dell’azzurro cielo catalano), è anche una sintesi che

nasconde sotto le forme naturalistiche affrescate, uno

spessore murario composto da mattoni legati tra loro da

malta e rivestito con sottili lastre in pietra modellata.

La smaterializzazione della solidità muraria avrebbe

“restituito” l’architettura a una natura, madre del cielo,

della terra e del mare che coglieva l’atto creativo dell’uomo

verso il cosmo, avvicinandosi così a Dio. A differenza di altri

edifici questo non ha una vera e propria solidità plastica,

ma riprende molto il movimento della natura, ottenuto

tramite vivaci movimenti simili a quelli geologici.

In pianta l’edificio si presenta come un grande rettangolo,

forato al centro da due grandi corti, le cui pareti, sono

modellate da leggeri rilievi plastici e sono completamente

affrescate(con motivi floreali e vegetali che cangiano dal

rosso, al giallo al blu). La struttura portante è composta da

pilastri dalla disposizione irregolare(richiesto

dall’andamento sinuoso delle pareti).

All’interno, le pareti dell’edificio sono strutturate secondo il

10

movimento di quelle esterne e sono decorate con disegni di

polpi, flora marina e lumache di mare in rilievo; i soffitti, in

gesso modellato, riprendono la forma delle onde increspate

dal vento.

Anche alcuni pittori, come per esempio l’artista romantico

Caspar David Friedrich, dipinse “Monaco in riva al mare”…

dipinto che mette a confronto l’inferiorità dell’uomo

rispetto all’infinità del mare, un mare che non ha ne confini

ne stabilità.

Gran parte del dipinto è occupato da puro cielo, mentre la

parte restante è divisa in una striscia di mare e una di terra,

sulla quale, leggermente decentrata, è posta la figura di un

monaco che medita. La scena è composta dai tre elementi

che compongono “lo scheletro della natura”, cielo, mare e

terra.

Il monaco in questo quadro è collocato ai confini del mondo

materiale mentre contempla e si confronta con l’infinito di

un mare e di un cielo senza ne orizzonti ne confini,

rafforzando il contrasto fra vicino e lontano, il terreno e

l’immateriale, danno all’ osservatore l’impressione di

trovarsi davanti ad un mondo privo di limiti.

Friedrich eleva il simbolo del paesaggio a un livello più

emozionale e simbolico, traducendo i fini dell’arte cristiana

in un linguaggio nuovo, cioè quello laico.

11

THE

“Monaco in riva al mare”, di C.D. Friedrich… 1809-10

WATER

IN THE

We have seen the influence of water in the Italian poets, in the

Spanish architecture and in the German painting, now we see, to

HEART

conclude, the inspiration of the English poets… one of them is the

modernist T.S. Eliot, who, in one extract from his poem “The Waste

Land”(Published in 1922, expressing the post-war sense of

AND IN

depression, futility and fall of values… Is divided in 5 sections). In

“The Rock and the Water”, he presents the modern world made of

THE

rock , sterile and lifeless and the water is the symbol of the past,

fertile and moving.

SOUL

Here is no water but only rock

Rock and no water and the sandy road

The road winding above among the mountains

Which are mountains of rock without water 33

If there were water we should stop and drink 5

Amongst the rock one cannot stop or think

Sweat is dry and feet are in the sand

If there were only water amongst the rock

Dead mountain mouth of carious teeth that cannot spit 34

Here one can neither stand nor lie nor sit 0

There is not even silence in the mountains

But dry sterile thunder without rain

There is not even solitude in the mountains

But red sullen faces sneer and snarl 34

From doors of mud-cracked houses 5

If there were water

12

And no rock

If there were rock

And also water

And water 35

A spring 0

A pool among the rock

If there were the sound of water only

Not the cicada

And dry grass singing 35

But sound of water over a rock 5

Where the hermit-thrush sings in the pine trees To “The Waste Land”

Drip drop drip drop drop drop drop

But there is no water ”What the thunder said”

By T.S. Eliot

In the first part the poet walks on the winding mountains and

dreams the water (he expressing his wish with the metaphors)… In

the second part he accepts the presence of both (“ a pool among

Dettagli
Publisher
16 pagine
11 download