1. Nel momento presente le nostre scuole sono dominate da due correnti apparentemente contrarie, ma rovinose nella loro azione: da un lato l’impulso ad ampliare e diffondere la cultura e dall’altro l’impulso a restringere e indebolire la cultura stessa. Spesso la cultura viene ridotta solo a tecnica cadendo come preda in altre istanze contribuendo alla diffusione di un sapere ristretto e impoverito divenendo ostaggio dello stato e in particolare del giornalismo . Di fronte a queste fatali tendenze dell’estensione e della diminuzione, ci sarebbe da disperare senza alcuna prospettiva, se in qualche modo non fosse possibile favorire la vittoria di due tendenze opposte, ossia aiutare l’impulso verso la restrizione e concentrazione della cultura, in antitesi alla sua massima estensione possibile, e aiutare l’impulso al rafforzamento e all’autosufficienza della cultura, in antitesi al suo indebolimento. A credere nella possibilità di una vittoria, d’altronde, ci autorizza il sapere che quelle due tendenze dell’estensione e dell’indebolimento sono contrarie alle intenzioni eternamente eguali della natura, nella stessa misura in cui una restrizione della cultura a poche persone è una legge necessaria della natura, e in genere una verità. A quegli altri due impulsi, per contro, potrebbe riuscire soltanto di fondare una finta cultura.
2. Quando Nietzsche scrive questo testo, nel 1872, è l’epoca in cui, a partire dalla seconda rivoluzione industriale, si pone la necessità di nuovi vincoli tra ricerca universitaria e produzione. L’Accademia risultava essere l’unico luogo in cui poter produrre cultura, con il risultato di una professionalizzazione e statalizzazione della figura dello studioso. In virtù di ciò, tuttavia lo studioso si rivelava essere sempre piu tale e meno intellettuale e, in misura di ciò, sempre meno in grado di prendere parola su questioni di portata generale, filosofica. Attualizzando questo pensiero, se il mondo della cultura ad oggi non è in grado di affrontare questioni simili, cioè di un’adeguata preparazione di menti libere ma preparate, allora necessariamente dovrà farlo un’altra forza: il giornalismo, che Nietzsche definisce “vischioso tessuto connettivo, che stabilisce le giunture tra tutte le forme della vita, tutte le classi, tutte le arti, tutte le scienze”.
3. Rileggendo oggi la riflessione di Nietzsche, alla luce anche dei cambiamenti avvenuti dal secondo dopoguerra, ovvero la rivoluzione dei consumi e una sempre maggiore crescita del benessere, del tempo libero e dell’industria dell’intrattenimento, vediamo che il giornalismo culturale oggi ha ampliato la gamma dei suoi argomenti di interesse, col vantaggio di una maggiore e più elastica diffusione del pensiero e della conoscenza, ponendosi in ciò come il vero odierno indirizzo culturale. Dunque, oggi più che mai i rapporti tra cultura, istruzione ed economia, implicano la necessità di formare ed educare uomini, ossia studiosi, insegnanti ed alunni istruiti, la cui attività di ricerca non sia e non rimanga fine a se stessa.
Traccia Visalberghi:
1. La scienza della valutazione da anni si dibatte su come costruire prove di verifiche che rispondano ai requisiti degli alunni.
Le prove, per essere oggettive, devono essere estremamente strutturate e questo comporta dei vantaggi, tra cui la misurazione oggettiva e la correzione semplice e veloce, che sia ovviamente coerente con gli obiettivi di apprendimento.
L’assegnazione del voto però non deve portare a catalogare gli alunni, ma deve essere funzionale ad accompagnare il loro percorso educativo.
Non devono servire cioè a promuovere o a bocciare l’alunno, bensì a progettare e a regolare i percorsi di apprendimento e di formazione, al fine di educare la persona.
2. Il compito della scuola non è selezionare i migliori, ma garantire il successo formativo di tutti gli alunni e promuovere la piena formazione della loro personalità, Il primo compito dei docenti non è solo quello di insegnare, ma anche quello di motivare gli alunni. Ciò che si chiede al docente è di elaborare delle prove di verifica strutturate che rispondano ai requisiti di ciascuno alunno, in quanto le strategie formative possono essere individuate solo sulla base della conoscenza degli alunni.
3 Per favorire le condizioni dell’apprendimento è opportuno orientare la qualità dell’insegnamento, basandolo non solo sulla conoscenze delle nozioni teoriche e del sapere, ma anche sulle attività pratiche e sociali. Ciò che conta è in definitiva suscitare il suo interesse, curiosità e desiderio di conoscenza al fine di coinvolgerlo nel proprio processo di apprendimento, di stimolarlo anche al confronto con i compagni allo scopo di migliorarsi, imparare vicendevolmente e di non temere i propri limiti e , altresì, di portare la propria conoscenza nei contesti sociali in cui vive e agisce, tramutandola in esperienza. In ciò è fondamentale anche il coinvolgimento delle famiglie, l’importanza del renderle partecipi dei traguardi raggiungibili, nonchè metterle a conoscenza di quelli che sono i criteri di valutazione.
4 L’importanza della valutazione nella scuola è un dibattito molto aperto e va di pari passo alla misurazione. Sono entrambi aspetti importanti nell’apprendimento e per poter valutare è necessario effettuare una serie di misurazioni attraverso le quali giungere ad un giudizio finale qualitativo.
La valutazione serve al docente per individuare e per mettere a punto le strategie educative più efficaci. In quest’ottica, la valutazione e la misurazione sono strumenti utili per creare le condizioni che consentano a tutti gli alunni di formarsi sia dal punto di vista della comprensione sia da quello dell’apprendimento.