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Sintesi
Ecco la traccia e la soluzione della seconda prova di pedagogia assegnata al Liceo Pedagogico per la seconda prova dell'esame di maturità 2013.
Estratto del documento

Pag. 1/4 Sessione ordinaria 2013

Seconda prova scritta

Ministero dell’Istruzione, dell’ Università e della Ricerca

BRP1 - ESAME DI STATO DI ISTRUZIONE SECONDARIA SUPERIORE

CORSO SPERIMENTALE - Progetto “BROCCA”

Indirizzo: SOCIO - PSICO - PEDAGOGICO

Tema di: PEDAGOGIA

Il candidato è tenuto a svolgere, a sua scelta, due temi tra quelli proposti:

I

«Prima di procedere alle giustificazioni che potremmo chiamare “tecniche” dell’impiego dei tests è

opportuno esaminare un’obiezione di fondo, alla quale le argomentazioni “tecniche” da sole non

potrebbero rispondere. Si potrà infatti dimostrare abbastanza agevolmente che, se ci hanno da essere

voti di profitto e se ci hanno da essere esami, l’impiego di prove oggettive porta un contributo

insostituibile alla loro serietà ed obiettività. Ma qual è il valore e la funzione di voti ed esami? Sono

essi elementi essenziali del processo educativo, o non piuttosto residui di una concezione superata

della educazione, improntata ad una inumana preminenza della funzione selettiva? Perché

preoccuparci di voti e di esami che, se anche oggi costituiscono ancora una necessità amministrativa,

saranno sperabilmente tolti di mezzo dal progresso educativo, quando le scuole saranno volte al libero

ed armonico sviluppo delle attitudini individuali e delle disposizioni sociali degli allievi considerati

come “persone” dotate di un loro valore singolare e incommensurabile? […] La questione può essere

riassunta in questi termini: nell’attuale situazione sociale e nell’attuale ordinamento scolastico

l’aspetto selettivo non è eliminabile, e d’altra parte ogni rinnovamento dei metodi in senso

socializzante è seriamente compromesso dalla sua presenza, che porta naturalmente a forme

competitive. Non sembra che la difficoltà possa risolversi altrimenti che scindendo nettamente

l’accertamento del profitto individuale dalle attività sociali; e se a queste si vuol dare l’ampio spazio di

cui hanno bisogno per informare veramente di sé la vita scolastica, l’accertamento del profitto dovrà

compiersi con metodi che abbinino la rapidità all’oggettività, insomma con prove oggettive

sufficientemente intelligenti e ben fatte, tali cioè che l’impegnativo lavoro compiuto

collaborativamente serva a superarle più di quanto non possa servire la preparazione ad hoc degli

ultimi giorni.»

Aldo V , Misurazione e valutazione nel processo educativo, Edizioni di Comunità,

ISALBERGHI Milano 1955

Esponi le tue riflessioni sull’argomento del testo sopra riportato e soffermati, in particolare, su almeno

due dei seguenti punti:

- le prove oggettive: pro e contro;

- la funzione “selettiva”;

- “attività sociali” e “forme competitive”;

- misurazione e valutazione.

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Seconda prova scritta

Ministero dell’Istruzione, dell’ Università e della Ricerca

BRP1 - ESAME DI STATO DI ISTRUZIONE SECONDARIA SUPERIORE

CORSO SPERIMENTALE - Progetto “BROCCA”

Indirizzo: SOCIO - PSICO - PEDAGOGICO

Tema di: PEDAGOGIA

II

«In poche parole, la tesi che sta emergendo è che le metodologie educative adottate nelle aule

scolastiche si fondino su una serie di credenze popolari riguardanti la mente dei discenti, alcune delle

quali possono agire consapevolmente a favore del benessere del bambino, o inconsapevolmente contro

di esso. Queste credenze devono essere rese esplicite e sottoposte a nuovo esame. Diversi approcci

all’apprendimento e diverse forme di istruzione – dall’imitazione, all’istruzione, alla scoperta, alla

collaborazione – riflettono convinzioni e assunti diversi riguardo al discente – che può essere

considerato soggetto che agisce, che conosce, che sperimenta in proprio, che sviluppa il suo pensiero

in collaborazione con altri. Quello che manca ai primati di ordine superiore e che negli esseri umani

continua a evolversi è un insieme di credenze sulla mente. Queste credenze a loro volta modificano le

convinzioni sulle origini e sulla comunicabilità del pensiero e dell’azione. Un miglior approccio alla

comprensione della mente infantile è quindi un prerequisito indispensabile di qualsiasi progresso in

campo pedagogico.»

Jerome B , La cultura dell’educazione. Nuovi orizzonti per la scuola, Feltrinelli, Milano 1997

RUNER (ed. originale 1996)

Esponi le tue riflessioni sull’argomento del testo sopra riportato e soffermati, in particolare, su

almeno due dei seguenti punti:

- modelli della mente e modelli di pedagogia;

- la psicologia culturale;

- la psicologia cognitivista;

- comportamentismo e cognitivismo. III

«Nel momento presente, le nostre scuole sono dominate da due correnti apparentemente contrarie,

ma egualmente rovinose nella loro azione, e in definitiva confluenti nei loro risultati: da un lato,

l’impulso ad ampliare e a diffondere quanto più è possibile la cultura, e dall’altro lato, l’impulso a

restringere e a indebolire la cultura stessa. Per diverse ragioni, la cultura deve essere estesa alla più

vasta cerchia possibile: ecco ciò che richiede la prima tendenza. La seconda esige invece dalla

cultura stessa che essa abbandoni le sue più alte, più nobili e più sublimi pretese, e si ponga al

servizio di una qualche altra forma di vita, per esempio dello Stato. […] Si tratta di un dato di fatto

generale: con lo sfruttamento - ora perseguito - dello studioso al servizio della sua scienza, diventerà

sempre più casuale e più inverosimile la cultura di tale studioso. In effetti, lo studio delle scienze è

oggi così ampiamente esteso che chiunque voglia produrre qualcosa in questo campo, e possiede

buone doti, anche se non eccezionali, dovrà dedicarsi a un ramo completamente specializzato,

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Seconda prova scritta

Ministero dell’Istruzione, dell’ Università e della Ricerca

BRP1 - ESAME DI STATO DI ISTRUZIONE SECONDARIA SUPERIORE

CORSO SPERIMENTALE - Progetto “BROCCA”

Indirizzo: SOCIO - PSICO - PEDAGOGICO

Tema di: PEDAGOGIA

rimanendo invece indifferente a tutti gli altri. […] Ora siamo già arrivati al punto che in tutte le

questioni generali di natura seria – e soprattutto nei massimi problemi filosofici – l’uomo di scienza,

come tale, non può più prendere la parola. Per contro quel vischioso tessuto connettivo, che si è

inserito oggi tra le scienze, ossia il giornalismo, crede che questo compito sia di sua spettanza e lo

adempie poi conformemente alla sua natura, ossia – come dice il suo nome – trattandolo come un

lavoro alla giornata. Nel giornalismo, difatti, confluiscono assieme le due tendenze: qui si porgono

la mano l’estensione della cultura e la riduzione della cultura.»

Friedrich N , Sull’avvenire delle nostre scuole (1872), trad. it., Adelphi, Milano 1992

IETZSCHE

Esponi le tue riflessioni sull’argomento del testo sopra riportato e soffermati, in particolare, sulle

seguenti questioni:

- le due correnti “rovinose” del “momento presente”: impulso all’estensione della cultura e

impulso alla riduzione della cultura;

- la specializzazione e l’impossibilità di prendere parola “in tutte le questioni generali di natura

seria”;

- il “giornalismo”: il vero indirizzo culturale dell’epoca moderna.

IV

«Mestiere rinvierebbe a misterium, forma tarda di ministerium, che indicava un incarico, un servizio.

Per questa via, si arriva alla parola ministro, che, dunque, stava per servitore. Ministro, da minus: il

servitore non aveva nulla di magis, «di più», infatti. Magis si ritrova al contrario in magister,

«maestro». Per cui nel «mestiere magistrale» ci sarebbe un palese ossimoro: il rimando al minus

contenuto in mestiere, ministro, il rimando al magis contenuto in magister, maestro. C’è dunque la

possibilità di essere insegnanti in due modi: praticando un «mestiere», cioè un servizio; essendo

«maestri», riconosciuti come portatori di un «di più» che altri non hanno. Che sarebbe come dire: si

può esercitare la professione docente così come si esercitano le altre professioni, ovvero per l’utile, noi

diremmo oggi per il 27 del mese; la si può esercitare non perché «ministri» di mestiere, ma «magistri»

di vita, ovvero perché si è talmente compiuti, realizzati, affermati come persone che si desidera

promuovere anche altre persone, come noi, alla compiutezza di sé, alla realizzazione e affermazione

piena di sé. Vaste programme, direbbero i francesi. Vaste programme perché, a questo punto, proprio

il magister convoca l’altro filone etimologico da cui proverrebbe il vocabolo mestiere. O se non

etimologico senza dubbio filone storico-antropologico, visto che, di fatto, al di là della filologia

indoeuropea che porterebbe maggiori indizi per la derivazione da cui siamo partiti, è accaduto nella

storia e nella cultura dei popoli che «mestiere» fosse anche accoppiato a mysterium, «mistero». Perché

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