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Pag. 1/4 Sessione ordinaria 2010
Seconda prova scritta
Ministero dell’Istruzione dell’Università e della Ricerca
BRP1 - ESAME DI STATO DI ISTRUZIONE SECONDARIA SUPERIORE
CORSO SPERIMENTALE - Progetto “BROCCA”
Indirizzo: SOCIO - PSICO - PEDAGOGICO
Tema di: PEDAGOGIA
Il candidato svolga, a scelta, due dei seguenti temi proposti:
I
«Esiste una vocazione? E se esiste è qualcosa che ci indica una professione specifica o è
piuttosto una propensione, un interesse, una attrazione verso un campo di attività? E come
facciamo a riconoscerla, a trovarla? Alcuni hanno una vocazione specifica. Di solito quando
c’è una tradizione familiare musicale o artistica o in una impresa che esiste da diverse
generazioni. Ma il più delle volte la vocazione si presenta come interesse verso un certo
campo di attività.
A quindici anni io volevo “studiare l’animo umano”. Ma era una aspirazione vaga che poi ho
realizzato cambiando più volte strada e attraverso diverse professioni: lo psicologo, il
sociologo, il professore universitario, lo scrittore. Sempre in base alle mie esperienze posso
inoltre dire che quando uno ha una forte motivazione finisce sempre per trovare la sua strada.
Perché impara, diventa bravo e sono gli altri che gli fanno proposte, gli chiedono di svolgere
una attività utile. Ma non tutti hanno una vocazione precoce.
Molti ragazzi sono incerti, non si sentono attratti da nulla in particolare, si disperdono in
cento attività superficiali, si fanno trascinare qua e là dagli amici. Per aiutarli bisogna inserirli
in strutture definite, con attività regolari. […]
Per scoprire la vocazione di un ragazzo servono i test attitudinali ma occorre anche una
persona saggia che stia con lui, che gli parli e scopra quali sono i suoi desideri, le sue
aspirazioni più forti. Infine sono decisivi gli incontri umani, le esperienze concrete in cui ci
rendiamo conto se quella è veramente la nostra strada. Pensiamo a Michelangelo quando ha
potuto frequentare Lorenzo il Magnifico, a Leonardo quando ha messo piede nella bottega del
Verrocchio, a Freud quando ha incontrato lo psichiatra Charcot. Questi sono esempi famosi,
ma, in realtà, ciascuno di noi può incontrare il suo Verrocchio o il suo Charcot.
L’importante è essere pronti all’incontro.»
. , Come si può scoprire la vera vocazione dei ragazzi, in “Corriere della Sera”, 25/05/2009
F ALBERONI
Il candidato rifletta sull’argomento del brano sopra riportato e fornisca la sua risposta alle
seguenti questioni:
• che cosa si intende per vocazione?
• quale rapporto intercorre fra processo formativo e vocazione?
• come si realizza la scoperta della propria vocazione?
• quale rapporto intercorre tra vocazione e professione?
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Seconda prova scritta
Ministero dell’Istruzione dell’Università e della Ricerca
BRP1 - ESAME DI STATO DI ISTRUZIONE SECONDARIA SUPERIORE
CORSO SPERIMENTALE - Progetto “BROCCA”
Indirizzo: SOCIO - PSICO - PEDAGOGICO
Tema di: PEDAGOGIA
II
«Nel caso di un libro sulla funzione educativa, comunque, l’ottimismo mi sembra di rigore:
cioè, credo sia l’unico atteggiamento rigoroso. Vediamo: tu stessa, amica maestra, io che,
come te, sono un insegnante, e qualunque altro docente, possiamo essere, da un punto di vista
ideologico o metafisico, profondamente pessimisti. Possiamo essere convinti della
onnipotente cattiveria o della triste stupidità del sistema, della diabolica microfisica del
potere, della sterilità a medio o lungo termine di ogni sforzo umano e del fatto che, come
disse un poeta, “le nostre vite sono fiumi che vanno a dissolversi nel mare della morte”.
Insomma: qualunque cosa, purché sia scoraggiante. Come individui e come cittadini abbiamo
il sacrosanto diritto di vedere ogni cosa nel colore tipico delle formiche e di un gran numero
di vecchi telefoni, vale a dire molto nero. Ma come educatori non ci resta che l’ottimismo,
così come chi fa del nuoto, per praticarlo, ha bisogno di un ambiente liquido. Chi non vuole
bagnarsi, deve abbandonare il nuoto; chi prova repulsione per l’ottimismo, deve lasciar
perdere l’insegnamento, senza pretendere di pensare in che cosa consiste l’educazione. Perché
educare è credere nella perfettibilità umana, nell’innata capacità di apprendere e nel suo
intrinseco desiderio di sapere, nel fatto che ci sono cose (simboli, tecniche, valori, memorie,
fatti …) che possono essere conosciute e meritano di esserlo, e che noi uomini possiamo
migliorarci vicendevolmente per mezzo della conoscenza. Di tutte queste convinzioni
ottimistiche si può ben diffidare in privato, ma nel momento in cui si cerca di educare o di
capire in che cosa consiste l’educazione, non resta che accettarle. Con autentico pessimismo
si può scrivere contro l’istruzione, ma l’ottimismo è imprescindibile per potervisi dedicare …
ed esercitarla. I pessimisti possono essere bravi domatori, ma non bravi maestri».
. , A mia madre mia prima maestra, Bari 2004
F SAVATER
Il candidato esponga le sue riflessioni sul testo sopra riportato e si soffermi, in particolare,
sulle seguenti questioni:
• nel contesto pedagogico vale il famoso dualismo pessimismo della ragione ed ottimismo
della volontà?
• alla base della pedagogia c’è la convinzione della perfettibilità umana?
• che cosa significa “i pessimisti possono essere bravi domatori, ma non bravi maestri”?
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BRP1 - ESAME DI STATO DI ISTRUZIONE SECONDARIA SUPERIORE
CORSO SPERIMENTALE - Progetto “BROCCA”
Indirizzo: SOCIO - PSICO - PEDAGOGICO
Tema di: PEDAGOGIA
III
«Persone discrete e intelligenti non s’intromettono mai fra l’educatore e gli educati per
turbare il regolare andamento dell’educazione; né l’educatore, conscio di operare come
richiede il bene dell’alunno, cederà mai a malaccorte preghiere di estranei. I genitori
medesimi, quando abbiano deposto nelle mani di un istitutore l’autorità loro, non devono
indebolirla rendendola inefficace: possono, se credono opportuno, domandare privatamente
schiarimenti all’educatore che han sostituito a se stessi; possono esporgli i loro dubbi, i loro
desideri, discutere con lui le norme alle quali convenga attenersi; possono, s’ei non lo merita,
ritogliergli la loro fiducia; ma non devono screditarlo agli occhi dei suoi allievi; devono,
all’opposto, rispettare essi i primi, in faccia ai figliuoli, le sentenze non affatto irragionevoli
del loro sostituto e agevolarne la esecuzione. Lo stesso dico delle varie persone d’una
famiglia, rispetto a quella fra loro che ha speciale incombenza di educare: lo stesso del padre
rispetto alla madre, della madre rispetto al padre. Tutti devono riverire l’autorità educatrice
perché gli educati la riveriscano: tutti astenersi dal frammettersi in un governo che di ogni
altro è il più scabroso e di cui può dirsi con verità che molti piloti fan romper la nave negli
scogli.» . , Della educazione, Torino 1936
R LAMBRUSCHINI
Il candidato rifletta sull’argomento del brano sopra riportato e fornisca la sua risposta alle
seguenti questioni:
• per quali ragioni l’educatore deve svolgere il suo compito in piena autonomia?
• in che cosa consiste l’autonomia che va riconosciuta all’educatore?
• qual è la corretta ripartizione dei compiti educativi fra docenti e genitori?
• quali sono i caratteri specifici dell’attività educativa esercitata dal docente?
• attraverso quali strumenti si può valorizzare l’autonomia del docente?