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Soluzione:
Destinatario: rivista scientifica
Titolo: Mappare il cervello umano: conquista per la scienza e/o un rischio per l’umanità?
Svolgimento
Un imponente progetto di ricerca neuro-scientifica propone di “mappare il cervello umano”.
“Il più potente computer del mondo non può essere paragonato a quello con il quale siamo nati tutti”.
‘‘Qui abbiamo un enorme mistero che aspetta di essere svelato”.
Con queste parole Barack Obama ha annunciato alla Casa Bianca un progetto di ricerca sul cervello umano: il cosiddetto BRAIN ( Brain Research Through Advancing Innovative Neurotechnologies) che cambierà le cose fornendo agli
scienziati gli strumenti per avere un’immagine dinamica del cervello in azione.
Esso avrà il compito di comprendere come il cervello elabori informazioni e come il suo funzionamento sia legato al comportamento dell'uomo.
Con questo progetto si spera di poter acquisire nuovi sviluppi scientifici e tecnologici per trovare nuove terapie per curare malattie gravi come l'Alzheimer e il morbo di Parkinson e di fare passi avanti anche nella cura dell'autismo e della schizofrenia.
Inoltre, ci si augura di porre le basi per nuovi studi più avanzati nel campo dell'intelligenza artificiale.
Studiare il cervello umano è da sempre stata un’impresa ambiziosa a cui l’uomo non intende rinunciare nonostante i molti ostacoli e le difficoltà.
Nel corso degli anni molti studiosi e medici si sono cimentati nell’elaborazione di dati ed elementi che possano provare che il cervello umano, motore inesauribile di idee e pensieri che viaggiano a grandi velocità, possa in un certo momento “incepparsi” e innescare dei meccanismi tali da degenerare in vere e proprie sindromi o malattie che contrastino con il normale funzionamento di cellule e neuroni. Una sorta di confusione degenerativa che può essere curata solo con terapie appropriate e avanzate.
Quando ci si cimenta in abissi così profondi ci si scontra con qualcosa di ancora molto misterioso.
“Partire dalle cellule per arrivare ai pensieri” è l’obiettivo che la biotecnologia moderna si propone di raggiungere. Far interagire scienza, high tech e business sarebbe davvero lo scopo ultimo e geniale della ricerca e dell’impegno di tutti i ricercatori che nel corso della loro vita hanno investito energie e idee su questo “sogno”.
Tutto ciò presuppone un' enorme, per non dire totale, conoscenza del patrimonio genetico. La conoscenza del patrimonio genetico, a sua volta però, permette allo scienziato di poter modificare a proprio piacimento la sequenza genomica e ciò si riflette in importanti cambiamenti biologici.
Già nella seconda metà dell’Ottocento i positivisti sostenevano che il cervello lasciasse impronte sul cranio, come a dire “da fuori si vede come sei dentro”.
Una prima difficoltà che Obama potrebbe incontrare e rendere la sua ricerca un sogno non realizzabile è che il nostro cervello è formato da due parti: una fissa, stabile che non muta e una che si modifica con l’esperienza.
Un progetto di grandi speranze, dunque, che riguardano alcune delle preoccupazioni più forti nelle società occidentali sulla salute delle persone, ossia le grandi paure del nostro tempo che si chiamano demenza senile (Alzheimer) e Parkinson.
Molto si è parlato negli anni Novanta del secolo scorso del “progetto genoma”. Se oggettivamente tanti sono stati i meriti scientifici di tale progetto, occorre anche riconoscere che tante attese non sono state soddisfatte e molte acquisizioni sul piano scientifico si sono trasformate in veri e propri incubi sul piano delle applicazioni tecniche; basti ricordare le manipolazioni genetiche o le nuove minacce alla vita nascente. Si aggiungono perplessità circa le difficoltà metodologiche di mappare gli oltre 80 miliardi di neuroni di cui è formato il cervello umano, nonché la politica che guiderà la distribuzione delle risorse finanziarie.
Da un punto di vista etico-morale la vera sfida è quella delle implicazioni etiche e sociali di tale progetto. E’ di estrema importanza che la scienza e la politica che la sostiene si facciano carico di tutti gli interrogativi che riguardano le aspettative dell’essere umano.
Proprio dal punto di vista etico è bene ricordare che nell’ambito della ricerca sul cervello vi sono anche sviluppi che hanno a che fare con il potenziamento delle capacità del nostro cervello , con le tecniche per la lettura dei pensieri, con la robotica umanoide o le manipolazioni dell’emotività o dell’intenzionalità dei soggetti.
In questo senso, il papa emerito Joseph Ratzinger ce lo ricordava in un’Enciclica dove scriveva: “Senza dubbio il progresso offre nuove possibilità per il bene ma apre anche possibilità abissali di male .
Noi tutti siamo diventati testimoni di come il progresso in mani sbagliate possa diventare e sia diventato un progresso
terribile nel male”.
Se al progresso tecnico non corrisponde un progresso nella formazione etica dell'uomo, nella crescita dell'uomo interiore allora esso non è un progresso, ma una minaccia per l'uomo e per il mondo.
Il progresso ha bisogno dunque della morale per essere un progresso che sia veramente “amico dell’uomo”.
Pag. 6/7 Sessione ordinaria 2013
Prima prova scritta
Ministero dell’Istruzione, dell’ Università e della Ricerca
«Giovedì 16 marzo 1978. Primo giorno del sequestro Moro. Alle 9.03 in via Fani a Roma, un commando delle Brigate
rosse tende un agguato al presidente della Dc, Aldo Moro, che è appena uscito di casa e sta andando alla Camera
accompagnato da cinque uomini di scorta. I brigatisti fanno strage delle guardie del corpo (Oreste Leonardi, Domenico
Ricci, Giulio Rivera, Raffaele Iozzino, l’unico che è riuscito a metter mano alla pistola, e Francesco Zizzi) poi rapiscono
Moro e si dileguano. […] Martedì 9 maggio 1978. Cinquantacinquesimo giorno del sequestro Moro. Aldo Moro è
stato ucciso. Le Brigate rosse l’hanno trucidato con una raffica al cuore: nel suo corpo almeno undici colpi d’arma da
fuoco. Il cadavere del presidente della Dc è infilato nel bagagliaio di una Renault 4 rossa parcheggiata in via
Michelangelo Caetani, una piccola strada nel cuore della vecchia Roma, a un passo da via delle Botteghe Oscure (dove
c’è la sede del Pci) e non lontano da piazza del Gesù (dove c’è quella della Dc). Il corpo, rivestito con gli stessi abiti che
indossava la mattina del 16 marzo, è rannicchiato con la testa contro la ruota di scorta, la mano sinistra sul petto,
insanguinata. L’auto è lì dal mattino: una donna ha notato tra le otto e le nove due persone, un uomo e una donna, che la
parcheggiavano. Solo dopo le 13, però, le Br telefonano a uno dei collaboratori di Moro: «Andate in via Caetani, c’è una
Renault rossa, troverete l’ultimo messaggio». Il telefono era sotto controllo, un commissario capo della Digos va subito
sul posto, e immediatamente dopo altra polizia, i carabinieri, le autorità, il ministro dell’Interno Cossiga. Per aprire l’auto
intervengono gli artificieri: si teme che i terroristi abbiano collegato alle serrature un ordigno esplosivo. La radio dà la
notizia pochi minuti dopo le 14.» I 55 giorni del sequestro Moro, a cura di Roberto Raja, in «Corrieredellasera.it»
(http://cinquantamila.corriere.it/storyTellerThread.php?threadId=moro)
4. AMBITO TECNICO - SCIENTIFICO
ARGOMENTO: La ricerca scommette sul cervello.
DOCUMENTI
«“Se vogliamo realizzare i migliori prodotti dobbiamo investire nelle migliori idee”. Con queste parole il presidente
americano Barack Obama illustra dalla Casa Bianca il lancio del progetto “Brain” ovvero una “ricerca che punta a
rivoluzionare la nostra comprensione del cervello umano”. Lo stanziamento iniziale è di 100 milioni di dollari nel
bilancio federale del 2014 e l’intento del “Brain Research through Advancing Innovative Neurotechnologies” è di aiutare
i ricercatori a trovare nuovi metodi per trattare, curare e perfino prevenire disordini cerebrali come l’Alzheimer,
l’epilessia e i gravi traumi attraverso la definizione di “fotografie dinamiche del cervello capaci di mostrare come le
singole cellule cerebrali e i complessi circuiti neurali interagiscono alla velocità del pensiero”. Tali tecnologie, spiega un
documento pubblicato dalla Casa Bianca, “apriranno nuove strade all’esplorazione delle informazioni contenute ed usate
dal cervello, gettando nuova luce sui collegamenti fra il suo funzionamento e i comportamenti umani”. L’iniziativa
“Brain” (cervello) è una delle “Grandi Sfide” che l’amministrazione Obama persegue al fine di raggiungere “ambiziosi
ma realistici obiettivi per l’avanzamento della scienza e della tecnologia” in cooperazione con aziende private, centri di
ricerca universitari, fondazioni e associazioni filantropiche al fine di assicurare agli Stati Uniti la leadership sulla
frontiera della scienza nel XXI secolo.»
Maurizio M , Obama, 100 milioni di dollari per “mappare” il cervello, “LA STAMPA.it ” – 02/04/2013
OLINARI BLOG
«Il cervello umano riprodotto su piattaforme informatiche, per ricostruirne il funzionamento in linguaggio elettronico.
Obiettivi: trovare una cura contro le malattie neurologiche e sviluppare computer superintelligenti. È l’iniziativa
Human brain project (Hbp), che la Commissione europea finanzierà attraverso il bando Fet (Future and emerging
technologies). Hbp è stato scelto, insieme a un’altra proposta (progetto Graphene), in una lista di 6 presentate 3 anni
fa. Il finanziamento Ue appena assegnato coprirà la fase di start up (circa 54 milioni di euro per 30 mesi), ma la durata
prevista degli studi è di 10 anni, per un investimento complessivo pari a 1,19 miliardi. Al progetto, coordinato dal
neuroscienziato Henry Markram dell’École Polytechnique Fédérale di Losanna - partecipano 87 istituti di ricerca
europei e internazionali, di cui 5 italiani […]. Il progetto […] prevede di raccogliere tutte le conoscenze scientifiche
disponibili sul cervello umano su un solo supercomputer. Mettendo insieme le informazioni che i ricercatori hanno
acquisito sul funzionamento delle molecole, dei neuroni e dei circuiti cerebrali, abbinate a quelle sui più potenti
database sviluppati grazie alle tecnologie Ict, l’obiettivo è costruire un simulatore dell’intera attività del cervello
umano. Una specie di clone hi-tech. Un modello con 100 miliardi di neuroni - precisano gli esperti - permetterebbe di
studiare possibili terapie per contrastare malattie come Alzheimer, Parkinson, epilessia e schizofrenia. Il patrimonio di
dati, messi a disposizione su piattaforme avanzate, sarà offerto agli scienziati di tutto il mondo. L’intenzione di
Human Brain Project, in pratica, è costruire l’equivalente del Cern per il cervello.»
“Il Sole 24 Ore Sanità” - 28 gennaio 2013 (http://sanita.ilsole24ore.com)