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Rimani su questa pagina per trovare la soluzione delle tracce del saggio breve di ambito socio-economico (tipologia B) assegnato durante la prima prova della maturità 2014 su "Le nuove responsabilità". I nostri tutor stanno elaborando la traccia per voi e a breve la pubblicheremo proprio qui sotto. Restate con noi!
SOLUZIONE ALLA TRACCIA
Libertà e Condivisione: la sfida per il futuro
2014, un tempo lontano, ma dipende dagli occhi dal quale si guardano. Per i nostri nonni un tempo lontanissimo dalla loro gioventù. Per noi ragazzi di oggi l'attualità. Ma cosa è cambiato da allora? Siamo sempre in crisi, questo è un dato di fatto. Ma cambiano gli elementi e le prospettive di questa crisi. Qualche, anzi, parecchi decenni fa, la preoccupazione principale era di assicurarsi almeno un pasto caldo al giorno. E di arrivare al giorno dopo. Eh sì, perché, negli anni, le prospettive di vita sono cambiate. Come espresso da Amartya Sen, (Lo sviluppo è libertà. Perché non c’è crescita senza democrazia), il tasso di crescita della popolazione mondiale sta cambiando: abbiamo impiegato milioni di anni per raggiungere il primo miliardo, salvo poi prendere una poderosa impennata verso l'alto, nel 2011 abbiamo superato i 7 miliardi. Ma come si spiega tutto questo, se le nascite stanno rallentando? All'epoca dei nostri antenati, Avere almeno cinque o sei figli, era la regola. Attualmente, la media oscilla tra uno o due. Ma a cosa è dovuto tutto ciò? la risposta ce la fornisce la crescente "consapevolezza" del ruolo della donna, la sua crescente emancipazione, la sua "alfabetizzazione", prima esclusiva prerogativa degli uomini. Adesso le donne in carriera non hanno tempo per occuparsi dei figli, e molto spesso scelgono la carriera. E così che il desiderio di maternità rimane latente, salvo poi esplodere sulla quarantina per colmare quel "vuoto"che la carriera non riesce a colmare. Ma il "tic - tac" biologico corre, i rischi delle gravidanze sopra la quarantina aumentano, ed ecco così ridotto il numero dei figli. Regola Generale? Certo che no, questo vale solo per i Paesi Sviluppati, dove le variabili di emancipazione delle donne sono reali. Nella maggior parte dei PVS, la realtà vede sempre la donna ridotta ad un ruolo marginale. E lì il tasso di natalità continua ad essere alto. Per quale motivo allora, in generale, c'è sempre più gente al mondo? La risposta è perché si vive meglio e più a lungo. Si è più preparati a contrastare gli "imprevisti", quali le malattie, ma soprattutto le epidemie che si sono succedute nel corso dei secoli, o le grandi catastrofi naturali.
Per meglio affrontare il presente siamo abituati a studiare guerre, battaglie, re e intrighi di corte, ma quanto ci siamo soffermati sull'importanza dei cambiamenti climatici negli avvenimenti che hanno determinato la storia mondiale? Wolfgang Behringer, nella sua opera "Storia culturale del clima", ci fa capire che il Clima è un dato fondamentale nel processo di crescita storico, politico e culturale. Siamo passati dalle grandi glaciazioni alla diffusione dell'agricoltura, nel Medioevo la caccia alle streghe era il capro espiatorio naturale per dare un senso a ciò che non si comprendeva come le epidemie. Negli anni Novanta il rischio del riscaldamento globale. Ogni società ha dato le sue interpretazioni e ha reagito in base alla sua cultura e ai propri orientamenti politici. Non si può ridurre la questione al solo fattore clima. Il concetto è più ampio, perché è la cultura di ogni Paese che ha fatto la differenza.
Attualmente "i colpevoli", non si riducono alle sole industrie, ma ad ogni abitante della Terra. Tutti noi possiamo fare qualcosa, per prenderci cura del nostro Pianeta. Fa parte della coscienza di ognuno. Fioccano da ogni dove campagne di sensibilizzazione, ma basterà per mettere al sicuro il Pianeta dalla fame dell'uomo di andare sempre oltre? Un' altra delle sfide di oggi, come afferma Luce Irigaray, nell'opera "Condividere il mondo", è quella della coesistenza. Quella di aprirsi all'altro, un mondo diverso, senza annullare noi stessi ma anche senza contaminare l'altro. Se non ci riusciamo, ogni tentativo di mondializzazione democratica sarà vano.
A tutti dev'essere riconosciuta una "cittadinanza mondiale", come sostiene Jacques Attali, nel testo "Domani, chi governerà il mondo?". Un qualsiasi cittadino di qualsiasi Paese, dovrebbe avere il diritto di raggiungere una qualsiasi parte del mondo, senza essere costretto a fuggire o a rischiare la vita per farlo. Dovrebbe avere il diritto di sentirsi libero di scegliere, di sentirsi libero di vivere. Non è forse questo il concetto di libertà? Non siamo forse nel 2014? allora perché ci sono ancora parti del mondo in cui si muore di fame? In cui non si può scegliere chi sposare? O in cui si rischia di morire per un raffreddore perché non si dispone di cure adeguate? Perché a chi tutto e a chi niente? Al mondo ci sono sempre più poveri e sempre meno ricchi. Ci siamo chiesti il perché? Le varie culture dei vari Stati hanno determinato tutto questo. Allora a chi appellarsi? Agli Stati troppo ricchi, o a quegli Stati che continuano ad opprimere e a non dare libertà di scelta al proprio popolo?
Amartya Sen sostiene che il ruolo della donna, la sua consapevolezza, sia la chiave del rallentamento delle nascite, ciò vale per i soli Paesi industrializzati. Wolfgang Behringer ci dice che ogni cambiamento climatico, ha contribuito alla nostra storia attuale: ma ciò è dipeso da come le varie culture hanno affrontato le catastrofi. Luce Irigaray ci rimanda alla sfida, di imparare ad accettare gli altri, la parola chiave è “condivisione”. Mentre Jacques Attali pone l'accento sulla libertà di scelta, da parte di ogni essere umano. Ma la vera domanda da porsi è: l'uomo sarà davvero in grado di coesistere con altre culture? L'uomo dei Paesi Sviluppati cos'ha in comune con l'uomo del PVS? E’ davvero disposto a cedere qualcosa per appianare le distanze? I nostri antenati hanno fatto la loro parte. Ora tocca alle generazioni di oggi, smettere di lamentarsi e crearsi un futuro. Un futuro che superi le barriere e che crei qualcosa di duraturo, da poter lasciare alle generazioni che verranno.
a cura di Elvira Anna Tenaglia
COMMENTO ALLA TRACCIA
L'argomento di ambito socio-economico per la maturità 2014 è incentrato su "Le nuove responsabilità". Di cosa è (o dovrebbe essere più) responsabile l'uomo? Gli effetti dell'azione umana sono ben visibili sui cambiamenti climatici, dal buco dell'ozono ai disboscamenti, ma anche sulla vertiginosa crescita demografica sulla Terra, che potrebbe portare ad un sovraffollamento del nostro pianeta. Ma c'è di più: cosa ne sarà dell'umanità se non impareremo a coesistere con ciò che è culturalmente differente da noi?
Questa traccia, da sviluppare sotto forma di saggio breve o articolo di giornale, dovrà essere svolta tenendo in considerazione le fonti proposte dal Ministero, che supporteranno il candidato nella stesura della prima prova di maturità 2014. Tra i documenti proposti, Storia culturale del clima di Wolfgang Behringer (2007); Lo sviluppo è libertà. Perché non c’è crescita senza democrazia di Amartya Sen (1999); Condividere il mondo di Luce Irigaray (2009) e Domani, chi governerà il mondo? di Jacques Attali.
