vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
Fisica - La Lampadina
industriali, vengono prodotti beni soggetti ad un rapido decadimento di funzionalità così da
alimentare il ciclo di produzione e vendita. Lo possiamo trovare nelle moderne stampanti:
se una stampante si rompe e vogliamo ripararla ci viene suggerito di comprarne una
nuova, perchè il costo della riparazione ci viene detto essere maggiore dell'acquisto di una
stampante nuova. Questo è un caso di obsolescenza ma il primo bersaglio, ancora agli
inizi del 1920, fu la Lampadina.
Nel 1924 i principali produttori fondarono il primo cartello mondiale per controllare la
produzione di lampadine di tutti i paesi e dividersi i profitti.
All'inizio i produttori si erano sforzati di produrre lampadine di lunga durata: tra il 1924 e il
1940 la vita della lampadina passò da 2500 a 1000 ore. Se le lampadine potevano durare
così tanto, nessuno ne avrebbe più comprate di nuove e il mercato ne avrebbe infatti
risentito
Come funziona la Lampadina?
Un conduttore, percorso da corrente elettrica e posto in un ambiente privo di atmosfera si
riscalda, diventa incandescente e non brucia, emettendo radiazioni in gran parte
infrarosse, in piccola parte visibili ed in quantità ancor più ridotta ultraviolette
Quindi un Filamento metallico, attraversato da corrente elettrica, grazie all’effetto Joule
dissipa energia elettrica in energia termica, e si porta ad elevata temperatura (2700-2900
K): con ciò avviene l’emissione di energia nel campo del visibile.
Il filamento è realizzato in tungsteno perchè ha un elevata temperatura di fusione (3650K)
ed eccellenti qualità di resistenza elettrica, meccanica e duttilità. Con temperature
superiori ai 2700K il tungsteno sublima (passaggio da stato solido a aeriforme) e il
filamento si assottiglia fino alla rottura. Il momento di tale rottura, nel contesto
dell’obsolescenza, venne avvicinato attraverso varie modalità, tra cui quella di rendere il
filamento di tungsteno più sottile.
Quali sono i limiti di queste pratiche? Per Packard il limite ha carattere morale : si ha il
diritto di manipolare la personalità umana facendo leva sulle debolezze e le vergogne
segrete (ansietà, inadattamento infantile, istinti aggressivi) per vendere e di diffondere una
religione dello spreco?
Per H. Marcuse tutto ciò avrebbe condotto ad un progressivo asservimento dell'uomo da
parte dell'apparato produttivo, in un mondo in cui la distruzione era il prezzo del progresso.
Altri uomini, come negli anni '70 il celebre biologo Barry Commoner nel suo "Far pace col
Pianeta", hanno posto l'accento su un altro limite di questa cultura dell'opulenza e del
dilagare di feticci: i rifiuti.
Ci stiamo comportando come se avessimo un secondo pianeta a disposizione" usando il
50% in più di risorse di quelle che la Terra può rigenerare, ha affermato Jim Leape,
direttore generale del Wwf internazionale nel maggio di quest'anno."Se le tendenze non
cambieranno, nel 2030 due pianeti non basterebbero", ha aggiunto. Ma non esiste un
secondo pianeta a disposizione...
Viste le premesse è necessario invertire la rotta: per questo c'è chi suggerisce un controllo
demografico, chi di interrompere questa società della crescita con una della decrescita, e
un ritorno ad una società fatta di piccole micro realtà autonome. Per Barry Commoner la
crescita è possibile se si modificano le tecnologie produttive, i modi di produzione, in un
ottica non più finalizzata al profitto ma alla sostenibilità: ciò significa realizzare prodotti in
grado di essere smaltiti e che nel loro processo produttivo non coinvolgano materiali
tossici per l'ambiente.
La produttività ha giustificato e assolto tutto, ma è il momento, viste le nostre mutate
capacità di previsione, di interrogarsi sul nostro agire e sulle conseguenze a medio-lungo
termine delle nostre azioni. L'Agire, come ben sappiamo, è ambito di indagine dell'Etica.
Le nuove possibilità dell’uomo però impongono riflessioni di più ampio respiro e di mutata
gravità. La natura, che fosse un tempo vista come benevola o matrigna, sembra al giorno
d'oggi qualcosa che ci è dato in custodia e ciò necessita la fondazione di una nuova etica,
un etica del futuro e della Responsabilità. E’ questa la proposta di Hans Jonas in “Il