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Storia: Situazione russa del periodo ( Lenin, Stalin)
Pedagogia: Asilo Bianco
Latino: Quintiliano, "Institutio oratoria"
Inglese: Lewis Carroll con "Alice nel paese delle meraviglie"
Percorso su Sabina Spierlein:
una donna fra psicoanalisi e pedagogia.
Di Maria Assunta Pillittu
Classe VB
Liceo sociopsicopedagogico F. De Sanctis
Anno 2013/2014.
Partendo dalla visione del film “Prendimi l’anima” di Roberto Faenza, vorrei approfondire la
vita della protagonista, Sabina Spielrein, una delle prime donne guarite attraverso le teorie
psicoanalitiche (nascenti) dal medico Carl Jung, principalmente per il contributo della stessa
sul pensiero di Jung e Freud rispetto ai fondamenti della psicoanalisi. La figura di Sabina
Spielrein, caduta nell’oblio per molto tempo, è stata riscoperta solo recentemente.
Sabina Spielrein nacque a Rostov sul Don, in Russia nel 1885, da una benestante famiglia ebraica.
Durante l’adolescenza ricevette la diagnosi di “isteria psicotica” a seguito di gravi problemi
disadattativi come allucinazioni, eccessi di riso, urla, pianto, fino ad arrivare a manifestazioni di
masochismo. Ricoverata nella clinica psichiatrica di Zurigo per quasi un anno, fu una delle prime
pazienti di colui che fu definito il successore di Freud , Carl Gustav Jung, ricevendo un trattamento
psicoanalitico.
La psicoanalisi praticata da Jung, però, presentava fondamentali differenze rispetto a quella formulata
da Freud (che ne determineranno successivamente il distacco): la concezione dell’inconscio, infatti,
secondo Jung possiede una propria autonomia creativa già dalla nascita, pertanto la psicoanalisi
freudiana è ritenuta dall'allievo come schematica e poco rispettosa della persona nel suo contesto
vitale. Jung formulò dunque la sua “psicoanalisi analitica” o “psicologia del profondo” che mirava
ad essere non solo un strumento di guarigione da patologie psicologiche ma una sorta di filosofia di
vita, uno strumento per adattare la propria anima individuale alla vita.
Sabina non rappresentò solo il più grande successo clinico di Jung ma ne fu anche l’amante, come
testimoniano una serie di lettere scambiate tra Sabina, Freud e Jung, riunite nel libro “Diario di una
segreta simmetria”, a cura di Aldo Carotenuto.
La psicoanalisi era allora agli inizi e non era ancora ben definita la tesi del transfert e del
controtransfert. Infatti, nella terapia di Sabina quel processo di transfert tra medico e paziente, volto
a ottenere la fiducia del paziente stesso per condurlo alla guarigione, si trasforma in una forma di
innamoramento morboso, ossia in controtransfert, destinato in seguito ad interrompersi per volere di
Jung, all’epoca sposato.
Dopo essere guarita e aver attraversato la sofferenza di un amore impossibile, Sabina si laurea in
medicina nel 1911 con una tesi dal titolo : “Il contenuto psicologico di un caso di schizofrenia”,
importante anche perché fu una delle prime donne a lavorare in questo ambito.
Iniziò dunque a scrivere le sue opere. Tra le più importanti ci sono “La distruzione come causa della
nascita” e una lunga serie di trattati sull’isteria. Freud stesso le sarà debitore nella sua opera “Al di là
del principio del piacere”, nella quale proprio la teoria di Sabina della pulsione di morte
contrapposta alla pulsione di vita diventerà il fondamento della psicologia freudiana.
La Spielrein si sposa con un medico ebreo da cui ebbe una figlia e, nel 1923, decide di tornare nella sua
città natale.
In Russia si stava stabilizzando la rivoluzione iniziata da Lenin nel 1917, il quale dopo aver intrapreso
una definitiva abolizione del capitalismo, corretta solo in parte nel 1921 con l’istituzione della NEP,
divenne la guida della nascente URSS.
In questi anni la Spielrein fonda l’ Asilo Bianco, chiamato così per il colore delle pareti e dei mobili.
Il problema dell’educazione infantile è affrontato anche dagli antichi, come dimostra un'opera di età
flavia, l’Institutio Oratoria di Quintiliano, che offre molteplici motivi di interesse, anche per il suo