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Sintesi
Italiano - Italo Svevo

Latino - Seneca

Filosofia - Friedrich Nietzsche

Scienze - Le galassie

Arte - Vincent Van Gogh (Teschio con sigaretta accesa)

Storia - I totalitarismi

Inglese - James Joyce
Estratto del documento

giudizio» (E. Fink). Come sostengono Abbagnano e Fornero: «l’arte viene

considerata come il residuo di una cultura di stampo mitico. “Redentore della

cultura” non è più l’artista o il genio, in senso schopenhaueriano-wagneriano,

ma il filosofo educato agli ideali della scienza». Un altro aspetto in comune

2

tra il filosofo e Zeno Cosini è la malattia. Infatti, è molto noto il problema della

malattia come conseguenza della filosofia di Nietzsche o della sua filosofia

come conseguenza della malattia. Ormai la storia ha fatto il suo corso e ha

portato con sé questo “mistero”.

Sebbene la scienza rimanga lo strumento più affidabile, efficace e “concreto”

per smembrare e studiare la realtà, l’arte gioca un ruolo importante da un

punto di vista più umano. L’arte è vista, almeno nei secoli recenti, come sfogo

di ciò che si ha dentro, come espressione della nostra personalità. È come

mettere su una tela il nostro universo che, come è successo nell’arco degli

(Teschio con

anni, viene studiato e interpretato. Il quadro di Van Gogh

sigaretta accesa) ci riporta in maniera lampante all’ l’ultima sigaretta di Zeno

Cosini. Poco si sa su questo dipinto, ma di sicuro guardandolo non viene

spontanea un’attribuzione a Van Gogh. Sappiamo che è stato realizzato

durante il periodo di Anversa. L'opera fu eseguita in un periodo in cui la salute

di Van Gogh era fragile e riflette, forse, le preoccupazioni dello stesso Vincent

circa il suo stato fisico. Un po’ come Zeno Cosini ha fatto con il suo

“memoriale”. Il continuo monologo interiore del libro, forse, può essere

paragonato al monologo interiore espresso tramite la pittura.

E proprio questa tecnica di scrittura nel XX secolo andò molto “di moda”.

Anche in Inghilterra si fece sentire questa tendenza e James Joyce ne è il

maggiore esempio. Quando si parla di monologo interiore (interior monologue)

spesso si fa confusione con il flusso di coscienza (stream of consciousness). A

questo riguardo possiamo asserire che il secondo è il fenomeno che avviene

nella mente umana, invece il primo è il metodo con il quale il fenomeno viene

espresso e messo nero su bianco su un foglio di carta. Inoltre, bisogna rilevare

come il monologo di Italo Svevo, in molti casi, risulti più leggibile di quello di

Joyce che a volte manca di punteggiatura, avvicinandosi in maniera

sorprendente a quello che è il flusso di coscienza puro. Ma, allo stesso tempo,

è proprio quest’ultimo che riprende per filo e per segno le nuove idee che il

dott. Sigmund Freud stava teorizzando. Quindi il contesto culturale nel quale

sia Svevo che Joyce scrivono è lo stesso (a conferma di ciò ricordiamo che

l’unico “sostenitore” di Svevo e, colui che lo fece conoscere in Europa, fu

proprio Joyce).

Ciò che caratterizza la malattia di Zeno Cosini è il fatto che, a suo dire, il

malato non è lui («io sono guarito!» e «Io sono sano, assolutamente» ). Per

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quanto riguarda questo aspetto il primo collegamento che mi è vento in mente

è stato quello con i totalitarismi del ventesimo secolo. I personaggi che li

hanno caratterizzati possono essere paragonati a Zeno, ma, ovviamente, ciò

che li distingue è la realtà e la crudeltà delle loro azioni. Ormai, nel XXI secolo

siamo tutti d’accordo nel definire sia Hitler che Stalin dei malati. Guardando a

loro non si fa altro che pensare al grettezza del genere umano che è stato

capace di distruggere milioni di uomini e relative famiglie.

2 Il nuovo protagonisti e testi della filosofia,

Cfr. Nicola A e Giovanni F , Varese, 2007,

BBAGNANO ORNERO

vol. III A, pag. 395.

3 Cfr. Italo SVEVO, La coscienza di Zeno, Milano, 2010, pag. 422.

4 Cfr. Italo SVEVO, La coscienza di Zeno, Milano, 2010, pag. 422.

L’ultimo collegamento, per quanto riguarda il mio percorso, è Seneca. Il

grande medico dell’anima, insegna alcuni esercizi di autoanalisi (più o meno

in linea con il pensiero freudiano e con l’autoanalisi di Zeno) per raggiungere

la piena autonomia di una personalità matura, equilibrata e sicura di sè.

L’uomo deve così sopprimere il suo attaccamento e la sua dipendenza dall’

esteriorità vana e corrotta: tutto ci può essere tolto tranne noi stessi. Questa è

l’unica verità e l’unico modo per arrivare alla vera gioia. «Non è cambiato

niente, molti anche oggi interpretano la gioia solo come un piacere senza

coscienza, Seneca ricorreva ad una espressione figurata e paragonava costoro

ai leoni che provano gioia solo quando catturano una preda. Invece la vera

gioia che dà tranquillità all'anima è quella che non ha altra fonte se non nel

coraggio, nella giustizia e nella temperanza».

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La coscienza di Zeno resta uno dei più grandi libri della storia della

letteratura perché è uno di quei pochi testi che, se letto con passione, ci fa

rendere conto di come molto spesso anche nel passato l’uomo sia stato

caratterizzato dagli stessi sentimenti che tutt’ora pervadono il suo l’animo.

Oggi, ciò che conta, come dice Zeno nelle ultime parole consegnate al suo

libro di memorie, è avere più bombe degli altri. Ma a cosa si arriverà? quale

sarà la conclusione finale? come riotteneremo la salute? «Forse traverso una

catastrofe inaudita prodotta dagli ordigni ritorneremo alla salute. Quando i

gas velenosi non basteranno più, un uomo fatto come tutti gli altri, nel segreto

di una stanza di questo mondo, inventerà un esplosivo incomparabile, in

confronto al quale gli esplosivi attualmente esistenti saranno considerati quali

innocui giocattoli. Ed un altro uomo fatto anche lui come tutti gli altri, ma

degli altri un po’ più ammalato, ruberà tale esplosivo e s’arrampicherà al

centro della terra per porlo nel punto ove il suo effetto potrà essere il

massimo. Ci sarà un’esplosione enorme che nessuno udrà e la terra ritornata

alla forma di nebulosa errerà nei cieli priva di parassiti e di malattie» 6

È più o meno un richiamo alla concezione che Vico aveva della storia. Si arriva

al culmine per poi ricominciare dall’inizio. Certo, è molto difficile che ora un

Seneca possa attecchire e guarire veramente la mente sempre più contorta di

alcuni esseri che rendono il mondo peggiore solo per gloria personale e a noi

non resta che sperare che quell’infinito di universi possa trovare scopo e

risoluzione nella collaborazione e nel rispetto dell’altro…UTOPIA!

Buffelli Cesare VC

5 Paolo Caiomario, liberamente tratto da un articolo su www.condividendoidee.it.

6 Cfr. Italo SVEVO, La coscienza di Zeno, Milano, 2010, pag. 425.

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