
Il Ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara è tornato a intervenire sul tema della scuola e, in particolare, sull’esame di Stato, annunciando che la riforma della Maturità è ormai pronta. L’obiettivo dichiarato è quello di restituire alla prova finale del secondo ciclo d’istruzione il significato profondo di passaggio all’età adulta, mettendo al centro non solo le conoscenze ma la persona nel suo insieme.
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Valditara: “Non solo competenze, ma crescita personale”
Nel corso di un recente intervento, Valditara ha espresso apprezzamento per un articolo di Giovanni Lo Storto pubblicato sul 'Corriere della Sera', approfittandone per fare una riflessione sulle recenti polemiche sollevate da alcuni casi di rifiuto a sostenere l’orale da parte dei maturandi.
“Nemmeno una decina di studenti ha rifiutato di sostenere l’esame orale alla cosiddetta Maturità”, ha chiarito il Ministro, sottolineando invece “le ben più numerose testimonianze di giovani che hanno affrontato in un reparto di oncologia l’intero anno scolastico volendo a tutti i costi sostenere l’esame finale”. Molti di questi, ha aggiunto, hanno ottenuto 100 e lode, dimostrando senso di responsabilità e determinazione.
L'esame di Maturità cambia volto e nome: valutazione a 360 gradi
Il piano presentato da Valditara punta a un esame che torni ad essere pienamente un “esame di maturità”. La riforma mira a valutare non solo le competenze e le conoscenze disciplinari, ma anche il grado di autonomia, responsabilità e capacità di affrontare sfide complesse.
“Vogliamo una prova che valuti la persona a 360 gradi”, ha dichiarato Valditara, spiegando che la scuola deve formare cittadini in grado di assumersi le proprie responsabilità e di rispettare le regole. Il Ministro ha criticato con fermezza l’approccio che tende a rifiutare la valutazione, la competizione e il merito, definendolo un modello che “non aiuta veramente i giovani a diventare adulti”.
Da qui, per cominciare, la decisione di tornare al vecchio nome di "esame di Maturità", mettendo in archivio la denominazione "di Stato".
Colloquio orale riformato
Per quanto riguarda, poi, l’articolazione dell’esame, la riforma prevede il mantenimento delle due prove scritte, con alcuni aggiustamenti sulla struttura della seconda prova, quella "di indirizzo", in particolare per i percorsi più tecnici.
Ma sarà il colloquio orale a subire le modifiche più significative. Questo verrà infatti ristrutturato per assumere un’impostazione più multidisciplinare e finalizzata alla verifica della maturazione complessiva dello studente.
Tra gli elementi valutati, oltre alle conoscenze, ci saranno anche la capacità argomentativa, l’autonomia di pensiero e la responsabilità personale. Una centralità particolare verrà riservata ai percorsi trasversali svolti dallo studente durante il triennio, inclusi quelli di educazione civica.
Verso la Maturità 2026: tempi e prospettive della riforma
La riforma, già definita nei suoi aspetti principali, dovrebbe entrare in vigore a partire dalla Maturità 2026. L’impianto nasce anche in risposta agli interrogativi sull’efficacia dell’attuale normativa, con episodi in cui studenti si sono presentati impreparati all’orale, ottenendo comunque il diploma grazie ai punteggi pregressi e alle prove scritte.
In più, il Ministro ha già anticipato che, per arginare il fenomeno della "scena muta" all'orale, dal prossimo anno chi si rifiuterà di rispondere alle domande della commissione d'esame verrà automaticamente bocciato. Anche nel caso in cui ci si presenti al colloquio con un punteggio che già consenta di prendere il diploma.